Salvatore Molettieri: l’ultimo dei Mohicani Il racconto di una storica verticale.

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Il vino diventa tradizione e cultura del territorio solo quando si vivono i luoghi e le persone che lo producono. Dietro le persone ci sono le loro storie, le loro passioni, i loro sentimenti. Salvatore Molettieri è tutto questo e, forse, anche di più.

Era il 1983 quando decise di mettersi in proprio a produrre vino. Erano gli anni del post-terremoto quando “le vigne non si vendevano, si abbandonavano”. Furono, allora, in molti a considerare Salvatore un pazzo, cosa che gli fece guadagnare, ben presto, l’appellativo epico di “ultimo dei Mohicani”. Esempio perfetto di imprenditore-contadino, interprete umile di un grandissimo territorio, Salvatore rimane, ancora oggi, l’incarnazione più fedele di quella cultura contadina in cui affonda le sue radici più profonde la storia d’Italia e non solo quella del vino. Una cultura materiale ed allo stesso tempo di valori, veri, che si traduce in un attaccamento straordinario alla famiglia ed alla terra. Salvatore tra le vigne, il figlio Giovanni, enologo, in cantina: storia di un successo non annunciato e di una esaltante rivincita sociale. Di seguito troverete le note della storica verticale di Vigna Cinque Querce organizzata in occasione dell’inaugurazione della nuova cantina dei Molettieri, quando abbiamo ripercorso i momenti più significativi di questa incredibile storia.

Salvatore ha venduto sfuso (e che sfuso!!!) il proprio vino fino al 1988, anno in cui ci fu il primo imbottigliamento seguito ad un lunghissimo ed improbabile affinamento in acciaio. La degustazione ha, invece, preso inizio dall’annata ’92, passando attraverso la ’94 e la ’96 (tre annate considerate “minori”), per arrivare alla nuova era, “quella delle barriques” (che trasformerà velocemente “il contadino in imprenditore”), con le annate ’98, ’99 riserva, 2000 riserva e 2001. Quest’ultima ha consacrato Salvatore ai vertici dell’enologia italiana, col ricevimento del premio di “rosso dell’anno” dalla guida ai Vini d’Italia del Gambero Rosso e tutta una serie di altri importantissimi riconoscimenti.

Si è trattato, dunque, di una mini-verticale che non ha potuto prevedere l’assaggio di alcune annate memorabili perchè… vendute (qualora qualcuno ancora dubitasse della sana ingenuità che contraddistingue il personaggio) fino all’ultima bottiglia!. Come si è avuto, inoltre, modo di sottolineare durante il dibattito che ha accompagnato la degustazione la brevità della serie testimonia, altresì, anche quanto la “grande enologia italiana” sia, in realtà, ancora “una bambina”. Pur trattandosi, però, di una ricognizione limitata, l’analisi di queste sette vendemmie è stata non di meno perfettamente riuscita ed istruttiva. Si intravede, infatti, sempre e comunque, quel filo “rosso” conduttore che accomuna tutti i vini di Molettieri. Quellla tipicità varietale e quella mineralità travolgente che esaltano il legame con il territorio di Montemarano.

Di seguito troverete, oltre alla descrizione delle singole bottiglie, anche una valutazione qualitativa, annata per annata, da 1 a 5 stelle. Quello che non troverete, invece, è quello che la penna non può raccontare: l’emozione di esserci stato e la commozione di Salvatore, tra le lacrime, a fine degustazione, di fronte ad una vera e propria standing ovation che il pubblico di giornalisti, degustatori, politici, amici e semplici appassionati, ha voluto meritatamente tributargli.

Taurasi Vigna Cinque Querce 1992
Frutto rosso ancora perfettamente integro. Note di confettura di ciliegia e di more. Sentori più evoluti e terziari di grande fascino e suggestione: spezie, liquirizia, cioccolata, erbe aromatiche, cuoio, tabacco, fiori secchi ed una nota minerale di grafite che ritornerà anche in tutte le annate che seguirannno. Si offre subito, così, disponibile ed al contempo profondo, austero, elegante, senza richiedere una particolare ossigenazione. Al palato segue con estrema coerenza mostrando equilibrio, tonicità e quella balsamica freschezza che ritornerà, anche in questo caso, in tutte le annate successive (dove più dove meno) come altra impronta distintiva del terroir. Tannini finissimi, levigati. Estrema bevibilità. Semplicemente strepitoso. “Nebbiolo-Barolo del sud”. I paragoni si sprecano. Grande Taurasi! 5 Stelle

Taurasi Vigna Cinque Querce 1994
Dopo alcuni problemi iniziali di riduzione si apre su un quadro olfattivo meno ampio e profondo del precedente. Frutta rossa matura. Confettura di prugne. Mineralità sempre evidente con quella nota di grafite di cui sopra. Minore complessità espressiva. Anche al palato mostra una minore freschezza ed una balsamicità più contenuta rispetto al campione precedente. 3 Stelle e mezzo

Taurasi Vigna Cinque Querce 1996
Ancora problemi di riduzione che in questo caso sembrano più insistenti e restii ad andar via. Gooudron, tabacco. Più evoluto e, forse, un tantino più stanco. Meritava forse più tempo, insieme al ’92, nel bicchiere ad aspettarlo. Meno fruttato e più terroso. La distintiva nota minerale di grafite quella sì è sempre presente. Segue al palato. 3 Stelle

Taurasi Vigna Cinque Querce 1998
Giovanissimo. Potente, terroso, minerale. Fruttato. Alcol, forse, per la prima volta, sopra le righe. Si percepisce al naso una intrigante nota d’agrumi che rischiara e rapisce. L’alter ego del ’92, alla cui matura eleganza contrappone irruenza e giovanile esuberanza. E’ questo il vino che segna il passaggio dall’era delle grandi botti in castagno all’era “moderna” in cui all’affinamento in botte grande viene affiancato quello in barriques. In bocca aggredisce il palato ed appare alquanto ostico e scorbutico. Si capisce da questo vino che i Molettieri devono ancora prendere la mano e la misura con il nuovo “strumento” ma le premesse sono più che positive. Io a questo vino darei ancora più di qualche chance e lo riproverei più avanti. La valutazione è, pertanto, in prospettiva. 4 Stelle

Taurasi Riserva Vigna Cinque Querce 1999
Intenso, concentrato, ricco. Carnoso. Ribes, mirtillo, lampone. Florealità e dolcezza. Un piccolo-grande altro capolavoro. Al palato nonostante sia già godibillissimo potrà durare ancora per moltissimi anni. Secondo me seguirà le orme del ’92. E’ così che me lo aspetto tra una decina d’anni. Vino da cantina. 5 Stelle

Taurasi Riserva Vigna Cinque Querce 2000
Il meno riuscito di tutti. Il rovere sembra non essersi (ancora?) ben integrato. Note di smalto e lacca offuscano il profilo olfattivo. Annata molto calda difficile da gestire con il rischio, per chi come Salvatore vendemmia sempre molto avanti, di sovramaturazione delle uve. Nell’insieme non è malissimo ma non riesce a coinvolgere né emozionare.
2 Stelle e mezzo

Taurasi Vigna Cinque Querce 2001
Ho dovuto farmi servire due volte questo vino, da due bottiglie diverse, perchè il primo bicchiere versatomi non sembrava pulitissimo. Il vino inizialmente accenna ad una verde rugosità quasi fosse un po’ acerbo. Un tratto rustico che sembra quasi riportare al Molettieri degli esordi e che assolutamente non mi dispiace. Con l’ossigenazione il quadro migliora decisamente fino a mostrare questo vino in tutta la sua grandezza. Al palato il vino mostra ancora i segni di una estrema gioventù. Un bimbo ancora in fasce che dovrà trovare con il tempo i suoi giusti equilibri ed una maggiore maturità espressiva per poterci irradiare con la sua fulgida bellezza. 4 Stelle e mezzo

Immagini tratte dal sito www.salvatoremolettieri.it

Fabio Cimmino

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