Precisazioni del presidente del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano

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Parla il Presidente del Consorzio della Denominazione San Gimignano, Giovanni Panizzi

In questo ultimo periodo, su tutti i mezzi di informazione, si parla del vino toscano, non per la sua qualità, ma per le indagini che la magistratura sta portando avanti. Dal Brunello di Montalcino, siamo passati al Nobile di Montepulciano, al Chianti e alla Vernaccia di San Gimignano. Purtroppo spesso se ne parla a casaccio, senza un minimo di informazione. Da presidente del Consorzio della Denominazione di San Gimignano, ho letto di tutto sul nostro territorio, ma niente che corrispondesse alla verità. In un articolo si legge addirittura che sarebbero stati sequestrati 60 mila ettolitri di Vernaccia in un’azienda. Credo che in quanto Presidente del Consorzio, nonché produttore, ne dovrei essere informato…a San Gimignano non esistono 60 mila ettolitri di Vernaccia, dato che la produzione totale del territorio non arriva a 50 mila. In un altro si legge che accanto a Brunello e Nobile, la Vernaccia di San Gimignano sarebbe caduta ‘nel mirino della magistratura per sospette frodi in commercio’; in altri si insinuano chissà quali alchimie in cantina che hanno portato a sequestri, ecc.

La realtà, da cui presumo che tutto questo abbia preso inizio, è ben diversa. Un paio di settimane fa un’azienda del territorio ha subito un controllo ordinato dalla magistratura a seguito di una denuncia. Dal controllo nasce il sospetto che in cantina vengano usati trucioli di legno per l’invecchiamento di vino rosso atto a divenire San Gimignano Rosso doc….atto a divenire, quindi non ancora tale. Da ciò il sequestro di circa 30 ettolitri (3.000 litri, l’equivalente di circa 4.000 bottiglie) di vino rosso, peraltro già dissequestrato. E per quanto riguarda i chips, i trucioli di legno, la legge ne vieta l’uso per le docg e le doc (quindi per la Vernaccia e il San Gimignano Rosso), ma sono permessi per gli Igt e i vini da Tavola, entrambi prodotti anche sul territorio di San Gimignano. Sul fronte Vernaccia….niente, i controlli non hanno rivelato nessuna irregolarità. Quindi neanche un litro di Vernaccia è stato posto sotto sequestro in questa azienda e nelle altre che nel territorio hanno avuto i normali controlli di routine che gli organi competenti sono tenuti ad eseguire. Questa è la situazione ad oggi. Date le pesanti ripercussioni economiche che certe dichiarazioni possono avere, è troppo chiedere che chi scrive abbia una minima idea di ciò di cui sta parlando?

Un’ultima precisazione. A differenza degli altri importanti Consorzi toscani (Chianti, Brunello e Nobile), il Consorzio della Denominazione di San Gimignano non ha ancora ricevuto dal Ministero delle Politiche Agricole l’incarico definito ‘Erga Omnes’, la nomina cioè a organo competente per attuare il Piano dei Controlli a tutta la filiera produttiva dei vini a Denominazione di Origine Controllata. Questo significa che come Consorzio non abbiamo ancora gli strumenti necessari per un controllo della produzione che vada dalla vigna alla cantina; li avremo tra poco, quando il Ministero ci darà l’incarico. Da questa mancanza deriva il fatto che il Consorzio non ha vie ufficiali per venire a conoscenza di eventuali controlli da parte della magistratura: i soci non sono obbligati a comunicarli, la magistratura non chiede chiarimento sui controlli effettuati dal Consorzio, semplicemente perché non aveva l’autorità per effettuarli. Posso assicurare che sarà mia premura informare la stampa, qualora venissi informato dalla magistratura di importanti sviluppi nelle indagini. Ma dal momento che per ora non esiste niente, invito la stampa a non inventarsi notizie inesistenti. Nel frattempo, da parte del mercato tedesco ci arrivano voci di ‘turbolenze’ sulla Vernaccia.

Chiedo a tutti gli organi di stampa di rettificare quanto fino ad oggi hanno scritto, per evitare al territorio pesanti conseguenze economiche.

L'AcquaBuona

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