Tolleranza zero: non tutto è positivo …

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La sacrosanta crociata contro gli ubriachi delle strade potrebbe risolversi con un successo eclatante utilizzando prodotti specifici studiati dagli specialisti. Questo racconto potrebbe tra breve non essere solo di fantascienza … Beviamoci gli ultimi bicchieri fin che possiamo!!

Erano stati fatti studi accurati, statistiche meticolose, simulazioni rigorose al computer ed alla fine il risultato era davanti a tutti gli esperti del settore: il numero enorme di alcolizzati che presentavano nel sangue un tasso alcolico compreso tra 0,5 (la vecchia soglia) e lo 0,0 erano responsabili dello 0,005% degli incidenti automobilistici mortali: una cifra inaccettabile nel nuovo millennio!! Il fatto che questa cifra si riferisse in pratica ad un solo caso, ossia a quello del povero geometra di Bolgheri che era stato schiacciato da uno dei famosi cipressi carducciani, caduto durante una giornata di vento mentre il malcapitato percorreva in macchina il lungo viale, era di importanza secondaria. Se avesse bevuto di meno avrebbe sicuramente scansato il maligno albero che lo attendeva al varco, con pazienza e caparbietà, da più di due secoli.

Si doveva passare ad azioni di forza: tolleranza zero!! Si fecero riunioni tra le alte cariche dello Stato, tra gli organi ministeriali e tra tutti coloro che avevano a disposizione un auto blu con tanto di autista: il confronto con gli incidenti causati dalla droga, dal rumore delle discoteche, dalla neve assassina, dalla pioggia assassina, dalla nebbia assassina, dal vento assassino, dal ghiaccio assassino, dalla curva assassina, dall’incrocio assassino, dalla frana assassina, ecc., ecc., pesava troppo a favore del terribile alcol, il nemico del secolo. Si archiviò in fretta l’improbabile problema delle velocità delle automobili, dicendo che uno scontro a 130 all’ora ed uno a 180 erano praticamente equivalenti se il guidatore aveva ingurgitato quel diabolico mezzo bicchiere di vino rosso. Si potevano quindi lasciare tranquille le case automobilistiche, senza imporre riduttori di velocità, e permettere loro di continuare a pubblicizzare vetture che arrivavano alla velocità del suono, benché i limiti fossero molto più bassi. Quelli erano problemi secondari e poi c’era la crisi del settore e si doveva stare bene attenti.

Qualche mala lingua sovversiva accennò al fatto che la moglie del cugino di un autorevole ministro era proprietaria di un’enorme industria dove si produceva una bevanda reclamizzata come “vino angelico” e che non riusciva a essere venduta per il suo odore e sapore immondo, ma venne subito zittita. Anzi si partì subito con una campagna pubblicitaria ministeriale, pagata ovviamente da tutti i contribuenti, che osannava la suddetta bevanda, utilizzando il motto: “ubriacatevi con il vino che non ubriaca!” Detto fatto! In men che non si dica l’Italia riuscì nuovamente a stupire il mondo: il paese che era riuscito ad essere il primo produttore di vino del pianeta ed aveva raggiunto una qualità globale invidiata da tutti, dava un segno chiaro e forte della sua limpidezza “morale”.

La punizione per essere trovato con un tasso alcolico anche di solo 0,01 era esemplare. Dieci anni di carcere duro in cella di isolamento a pane raffermo ed acqua (o al limite “vino angelico”, pagato a parte dal recluso). Venti milioni di euro di multa da versare al fondo per i figli indigenti dei parlamentari. Requisizione dell’autovettura del malefico guidatore e di quelle di tutti i suoi congiunti fino alla parentela di terzo grado. Obbligo di camminare a quattro zampe almeno per due anni dopo la scarcerazione. La legge passò all’unanimità e divenne immediatamente attiva.

Ancora molti si ricordano del primo arresto effettuato in fragranza di reato sul viottolo che portava dalla cascina all’abitazione di un certo signor Tommaso, che tentò inutilmente di impiccarsi al suo secolare ciliegio quando lesse sull’etilometro la terribile cifra di 0,04. Un altro caso famoso fu quello della signora Giuliana, fermata mentre accompagnava a scuola i bambini e rinchiusa in carcere con rito abbreviato. Aveva baciato il marito, a letto con l’influenza, che si era appena bevuto un bicchiere di latte e cognac. Il mostruoso contatto bocca a bocca le aveva lasciato un tasso alcolico di ben 0,02. Roba da ergastolo!! Ancora più celebre fu il caso di Pasquale, non tanto per la sua indiscussa colpevolezza (addirittura 0,1 !!), ma per il fatto che la polizia, per poterlo arrestare, dovette inseguirlo con grande abilità tra le lamiere contorte di una decina di automobili che si erano scontrate durante un innocente gioco a 220 all’ora tra ragazzi di buona famiglia lungo l’autostrada Milano – Torino, coperta da una nebbia (assassina) micidiale. Lo raggiunsero tra i campi di riso mentre cercava di ingurgitare una pillola di cianuro.

La legge dette risultati confortanti, sbandierati ai quattro venti: la mortalità per eccesso di alcol era scesa  dallo 0,005 allo 0,004%. Un successo che avrebbe portato sicuramente alla rielezione dell’attuale classe dirigente. Ma si poteva e si doveva fare ancora di più. Il centro di ricerca di una ben nota “fabbrica” di acqua minerale (si, proprio “fabbrica”, in quanto si aggiungevano all’acqua piovana degli acidi “poco” cancerogeni, che le davano un sapore inebriante) scoprì che si poteva abbastanza facilmente ottenere un tasso alcolico addirittura negativo. Ecco allora che lo 0,00 diventava un limite superiore che si abbatteva attivando meticolosamente una sapiente e precisa, anche se dispendiosa, opera di prevenzione. Mediante il filantropico intervento di una notissima casa farmaceutica, che onestamente volle solo il 67% degli utili, si obbligò la popolazione tutta (tranne ovviamente i governanti) a prendere una pastiglia prodigiosa (il “disalcol”) che avrebbe invertito il processo di fermentazione alcolica direttamente nell’organismo. In poche parole, qualsiasi tipo di alcol presente nel sangue veniva trasformato in zucchero ed il parametro detto di “disalcolia”, equivalente al tasso di vecchia memoria, raggiungeva valori negativi.

Si stabilì allora che il giusto intervallo per potere guidare un’automobile sarebbe stato tra -0,5 e -0,1. Il valore zero fu infatti giudicato troppo a rischio e troppo vicino all’antica abitudine peccaminosa dei cittadini. Il governo ebbe un momento di grandissima popolarità quando l’Istituto Nazionale di Statistica annunciò che il numero di morti su strada per eccesso di alcol era sceso finalmente al tanto auspicato 0,000%. Era costato caro, soprattutto ai contribuenti che dovevano pagarsi le pastiglie di tasca propria, ma la vittoria era stata completa. Trascurabile fu certo il fatto che la trasformazione in zucchero aumentò il peso medio degli italiani dell’87% per cento, che gli effetti collaterali erano a volte (solo nel 93% dei casi) irreversibili, e che furono visti molti fegati abbandonare di nascosto, nottetempo, i “loro” corpi umani addormentati. Erano piccoli contrattempi che valevano bene i risultati conseguiti.

Ovviamente tutto ciò inasprì ancor di più le pene per coloro che venivano trovati con valori positivi. Si ritornò alla pena di morte ed alla tortura, come il taglio della lingua o le flebo giornaliere di prodotti disalcolici che facevano letteralmente gonfiare il colpevole fino a farlo scoppiare.

Che piacere però fare le analisi alle sempre più crescenti vittime della strada e trovare, mediante l’autopsia, un valor medio di disalcolia ormai assestato stabilmente su – 0,38 !!

Vincenzo Zappalà

13 COMMENTS

  1. il consumo procapite di vino e’ passata in pochi anni da 120 litri a 45 circa degli attuali, non si puo’ dare la colpa ad un bicchiere di vino ,per gli innumerevoli incidenti causati sopratutto dalla negligenza alla guida ,dalla maleducazione ,
    dal non rispetto verso gli altri e dalla numerose pillole che i ragazzi e non solo , assumono con l’ alcool.
    Vogliono distruggere una bevanda millenaria e genuina, inpediamolo con l’educazione e il rispetto verso sestessi e verso gli altri.
    Armando Montobbio .

  2. Questa fantastica storia è perfetta. Complimenti a chi è riuscito a raccontare esttamente come sta la verità, tra statistiche e calcoli, tra kit per analisi da produrre e vendere, a intoccabili ditte (case automobilistiche, segnaletica stradale, manutenzione strade…) si sceglie sempre di accusare chi è vulnerabile e non ha una forte difesa compatta, perchè è questo che manca, un portavoce forte dei produttori, tutti uniti. Ci sono episodi ridicoli che vanno raccontati perchè tutti capiscano che c’è una persecuzione, una ricerca dell’alcolizzato a tutti i costi, anche in presenza di livelli di alcol che di poco sfiorano la soglia minima permessa. Ecco l’aneddoto: Langhe: un sabato notte qualunque, verso la mezzanotte e trenta, due uomini e due donne viaggiando sulla stessa auto, parlano tranquilli, commentano le squisite pietanze appena consumate al ristorante. Una pattuglia della Polizia Stradale li ferma per un controllo. Dopo i controlli di rito, il conducente viene invitato a sottoporsi al test dell’alcol. L’uomo di mezza età, robusto, abituato a bere con moderazione, per gustare il prodotto principe della sua terra, il quotidiano abituale sorseggiare vino come compagno dei pasti, come complementare alla tavola apparecchiata, come da sempre ha fatto suo padre e suo nonno e tutte le famiglie che conosce, scende dall’auto e segue le indicazioni dell’agente. Il risultato è di uno zero virgola poco superiore al limite.
    L’agente dice che è fuori limite, l’uomo ribatte che non accetta il risultato di questa prova e chiede di ripetere la prova all’ospedale. Viene fatto salire sull’auto della Polizia e partono a gran velocità e a sirene spiegate, alla prima rototatoria fischiano i pneumatici, è una corsa contro il tempo, più passa il tempo e più quello zero virgola poco superiore, rientrerà nel limite e sarà stato tutto inutile. La corsa disperata non sarà servita a elevare una multa, a ritirare una patente, ma a consumare del tempo, del carburante, dei soldi pubblici e soprattutto a farci capire che l’unico limite veramente mininmo ai nostri giorni, è quello del buon senso.

  3. Sono più pericoloso io che rientro a casa dopo una bella barbera a 40 Km/h o uno perfettamente sobrio va a 100 Km/h? Il problema è chi fa notizia e cavalca le mode pur di fare ascolti e che ci governa che anzichè fare leggi sensate segue l’opinione pubblica ormai rimbecillita.

  4. cari amici,
    sono contento che la mia storia fantastica abbia colpito nel segno. Siamo veramente in un mondo pazzo. Ma probabilmente “volutamente” pazzo.

  5. Bene, Enzo. Sono perfettamente d’accordo con te. Anche perché i dati statistici sulle cause degli incidenti stradali sono ben altre.
    A questo proposito, ti riporto un passo del mio articolo sulla questione “tolleranza zero” che ho pubblicato a fine 2008 su Gazzetta d’Alba:
    “Recentemente, la rivista telematica Focus Wine ha pubblicato i risultati del rapporto Aci-ISTAT sugli incidenti stradali del 2007. Secondo i dati ufficiali su base nazionale, in tale anno gli incidenti stradali sono stati 230.871 ed hanno provocato la morte di 5.131 persone con il ferimento più o meno grave di altre 325.850.
    Interessante in questo rapporto è l’analisi delle cause accertate o presunte di tali incidenti. Ebbene, il 93,5% dei sinistri sono causati da comportamenti errati di guida, in particolare le prime tre sono il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata che ne provocano da sole il 45%.
    Lo stato psico-fisico alterato del conducente (ebbrezza da alcool, malore, ingestione di sostanze stupefacenti e sonno) incidono solo per il 3,1% del totale. In particolare, la colpa dello stato psico-fisico alterato del conducente per ebbrezza da alcool è rilevata solo nel 2,1% degli incidenti.
    Questi dati ci confermano, quindi, che il consumo di alcool non è la causa di tutti i mali della strada e che la problematica degli incidenti stradali è ben più complicata.
    Delle due l’una: o i nostri politici non conoscono la materia oppure cercano soltanto di mettersi il cuore in pace rispetto all’opinione pubblica, varando l’ennesimo provvedimento restrittivo.
    Di cultura, educazione e civiltà non pensano proprio ad occuparsi.”
    Ciao
    Giancarlo

  6. caro Giancarlo,
    i tuoi dati confortano pienamente le mie aspettative ( zero più zero meno…). Siamo proprio in balia del dilagare del pressapochismo, della lavata di mani e dell’inciviltà. Comunque a stasera!!!! E cerchiamo di bene pochissimo (qualcuno magari ci sta alscoltando e ci seguirà….)
    ciao
    Enzo

  7. Complimenti per aver saputo raccontare, con sintesi ed efficacia, ma anche con ironia e lievità, quello che i nostri “giornalisti- promotori” del sistema non faranno mai.
    Ci sono tutti gli ingredienti del degrado moral-intellettual-civil-istituzional-… di questo sciagurato paese!
    Alfredo

  8. Caro Enzo io la penso cosi,
    ETILOMETRO ,monumento alla potenza degli impotenti:

    > Non essendo stato in grado di poter gestire né l’educazione sociale
    > delle nuove generazioni, né la loro responsabilizzazione, il
    > legislatore ha individuato l’alcol come il male estremo,
    > deresponsabilizzando completamente tutto quello che oggettivamente
    > comporta rischi e potenzialita’ di incidenti.
    > Al legislatore non importa se il soggetto é nel pieno delle sue
    > facolta’, importa solo che il suo livello di alcol nel sangue superi
    > la soglia matematica. Un numero classifica il soggetto in maniera
    > inappellabie come incapace di guidare perché ubriaco. A questo punto
    > il soggetto sarà trattato peggio del peggior delinquente, sia
    > economicamente che materialmente, senza che questi abbia ancora
    > arrecato o commesso alcunchè a terzi. E’ reo di aver violato la norma
    teorica del limite di alcol nel sangue.
    > Tuttavia sappiamo benissimo che la potenzialita di una attenta guida
    > non e’ certo legata SOLO alla quantità di alcol nel sangue, ma da
    > molteplici altri fattori che incidono molto di piu che il fattore alcool, come
    è chiaramente dimostrato dai dati ufficiali.
    > Com’é possibile pensare che i guidatori delle macchinette senza
    > patente, dal momento che non sono stati in grado di conseguirla,
    > automaticamente salendo su una di queste diventino dei perfetti
    > autisti? Cosi come è possibile pensare che i ciclisti, spesso gli
    > utenti della strada piu pericolosi, siano liberi di interpretare il
    > codice a loro piacimento (non esiste il rosso per loro, nè la destra o
    > la sinistra),con il pretesto di allenarsi, senza avere a bordo delle loro
    biciclette alcun dispositivo di segnalazione ne luci ne catarinfrangenti, né
    i famosi giubbini obbligatori per chi scende dalla nacchina?
    Esempio di tipico “viaggiare in sicurezza”?
    > La legge terrore dell’etilometro nel suo complesso é molto ingiusta
    > perché va a colpire la sola “potenzialità” di commettere infrazioni,
    > cosa che anche il più attento e sobrio dei guidatori può nornalmente
    > commettere. Nulla ci sarebbe da obiettare se la capacità di guidare
    > fosse legata a test in grado di determinare l’idoneita alla guida
    al momento della contestazione.
    > Non si puo accettare di dover pagare in termini economici e morali
    > così tanto solo perché per il legislatore ha deciso che tu con 0,51 di
    > alcol nel sangue non sei in grado di guidare , mentre tu sei perfettamente
    lucido.
    E non si parli di test medici…. questi sono solo numeri di comodo.
    > A me sembra che la legge sia nata per far cassa. Forse qualche casta
    > ha perorato la causa per i propri fini economici. Vogliono travolgere
    > le regole di vita socio-economich; gli usi e costumi che da secoli ci
    hanno accompagnato ora sono stravolte. E ricordiamoci che gli incidenti
    per ubriachezza sno soloil 2,1% di tutti.
    >
    > Insomma, pena certa per chi “avrebbe potuto” commettere reati,mentre
    > non e’ troppo certa la pena per chi realmente ha commesso reati. Più
    > il reato è grave ed efferato, maggiore e’ il dubbio che la pena sia
    > proporzionata al reato commesso. Se si vuole moralizzare il sistema
    > sarebbe bene che i preposti si responsabilizzassero, e lo stesso
    > sistema dovrebbe colpire anche chi non ottempera a mettere a norma le
    > infrastrutture stradali, e ancor più chi, preposto, non segnala le
    > anomalie. Sarebbe bello avere dei mezzi sicuri condizionati dalle
    > segnaletiche, in grado di assorbire anche uno scontro frontale alla
    > massima velocita stabilita senza conseguenze per i passeggeri, ma uguali per
    > tutti nelle prestazioni. Non saremmo così “umiliati” dallo sfrecciare
    > di bolidi, mentre, dopo aver rinunciato alle nostre abitudini, cerchiamo
    di combattere nella ricerca di decifrare la caotica segnaletica nascosta e
    scolorita del codice della strada.
    >

  9. Ciò che dice Alfredo, e gli altri amici, mi fa particolarmente piacere in quanto vedo che esiste ancora qualcuno che capisce l’ironia e le enormi potenzialità di essa. E li ringrazio di cuore.
    Tuttavia rimango un po’ pessimista sullo sbocco dell’intera questione quando in un altro sito frequentato assiduamente da coloro che si definisco “conoscitori ” di vino, questo intervento è giudicato “poco sensato”. Niente di male ovviamente, ci mancherebbe che uno non possa esprimere le proprie opinioni. Ma, vedendo che proprio chi dovrebbe amare profondamente il vino come momento di puro piacere ed aiutarci a fronteggiare questo scempio che si sta preparando, non capisce lo spirito di questo ironico racconto, non si correrà il rischio che molti, troppi, saranno bellamente presi in giro dalle parole che accompagneranno la famosa legge quando e se uscirà? Basterà condirla bene …e molti abboccheranno allegramente …
    Forza amici, almeno noi, resisistiamo!!!

  10. caro Enzo,
    hai affrontato il problema con il taglio ironico del paradosso, in modo divertente e provocatorio.
    da parte nostra, ormai da due anni cerchiamo di seguire con la spinta degli operatori professionali piemontesi (enologi, ristoratori e ovviamente produttori di vino) i danni che questa vasta e ben orchestrata campagna diffamatoria contro il vino (cui prodest? alle assicurazioni, forse, o ai bibitari?) sta arrecando al settore e al suo indotto.
    Alle nostre ultime edizioni di Alessandria Top Wine (www.alessandriatopwine.it) abbiamo messo a disposizione gli etilometri per poter fare “prevenzione” seria per i nostri visitatori. Quest’anno affrontiamo più in profondità l’argomento nel Forum del 2 marzo “TOLLERANZA ZERO: IL VINO E’ IL MALE ASSOLUTO?” al quale anche tu parteciperai. Tra i relatori, membri della Commissione Trasporti della Camera, il Presidente del Consorzio del Barolo, medici, esponenti delle Forze dell’Ordine, giornalisti, l’Unione Italiana Ristoratori, tecnici esperti di etilometri, rappresentanti di Associazioni attive nella prevenzione delle tragedie stradali…
    lo scopo è quello di mettere a confronto le opinioni, e possibilmente essere propositivi, a difesa della razionalità per dissipare i polveroni mediatici.
    per i dettagli:
    http://www.vinix.it/myDocDetail.php?ID=2482&insComment=yes

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