10 anni di La Regola

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RIPARBELLA (PI) – La verticale delle prime dieci annate di La Regola organizzata da Luca e Flavio Nuti, appassionati proprietari dell’omonimo podere, ha assunto, nel mio pensiero, un valore assoluto che travalica il contesto festoso del decimo compleanno del cru aziendale. Nato nel 1990, il Podere La Regola vanta una tradizione che risale all’inizio del secolo scorso, precisamente al 1900, quando il bisnonno di Luca e Flavio acquistò 2 ettari nell’allora località La Regola. I 17 ettari di vigneto odierno, dislocato nelle rosse colline di Riparbella e, in parte, lungo le rive del fiume Cecina sono il risultato della grande determinazione aziendale nel cercare di produrre vini di personalità, espressione pregiata di un territorio inserito interamente nella doc Montescudaio. Presto la produzione aziendale potrà essere interamente vinificata nella nuova cantina che dovrebbe essere operativa dal 2010. Affacciarsi sull’orlo del proprio passato impone una svariata serie di riflessioni. Proprio nel dipanarsi delle annate che si susseguivano lente ho creduto di cogliere le decisioni, gli entusiasmi, le correnti emozionali che hanno segnato il primo percorso produttivo dell’azienda, tessendo vino e vita in un binomio indissolubile. Proprio qui sta l’assoluto, il percorso del Podere La Regola è il percorso di ogni produttore di vino che crede fortemente nel proprio territorio e lo vuole valorizzare. al meglio delle proprie capacità, formandosi con esso.

Le annate

La degustazione delle dieci annate di La Regola può essere divisa in tre sezioni che coincidono con una progressione aziendale non esente da inciampi stilistici ma congeniti a qualsiasi percorso di crescita. Al primo blocco appartengono le annate dal 1998 al 2001, al secondo, grosso modo, le annate dal 2002 al 2004 e all’ultimo le annate che vanno dal 2005 al 2007. Cercherò di analizzare questi tre blocchi singolarmente, ricavandone personalissime impressioni sulle scelte aziendali; una sorta di interpretazione psicodegustativa passibile di aggiunte e critiche.

1998-2001

In assoluto i vini più affascinati. Il sangiovese costituisce ancora l’ossatura portante del vino. Vitali e pieni di carattere sono bicchieri colmi di nostalgia e timbro territoriale. Il 2000 è semplicemente straordinario nelle sua cristallina purezza e integrità. Intuisco l’inconsapevole grandezza del territorio e le potenzialità, ancora in fase embrionale, dell’azienda. Sono vini che traggono dalla spinta naturale e dal non intervento in cantina la loro forza espressiva.

2002-2004

Due vendemmie critiche e una ottima, La Regola che si spoglia del sangiovese per una veste intessuta solo di cabernet sauvignon e merlot. I vini risentono di un acceso tecnicismo; estrazioni non troppo calibrate ed eccessi di legno compromettono la finezza strutturale. Sono anni di sbandamento, dove, compreso il potenziale aziendale, si cerca l’exploit forzando i tempi. Una nota di merito per il 2002 dalla grana tannica finissima e un’acidità sorprendente considerata l’annata.

2005-2007

Il vino si riappacifica con il territorio e con le origini. Entra il cabernet franc che progressivamente acquisterà sempre più spazio. L’esperienza, e con essa purtroppo l’età, aumenta; si cerca la finezza e non la concentrazione. Le rosse argille del territorio sembrano gradire il nuovo corso; sono loro che donano la grazia tannica già espressa dalle annate precedenti. Vini eleganti e moderni di estrema succosità unita a dinamismo e piacevolezza. Grazie forse all’aggiunta di petit verdot, le ultime due annate sembrano avere una marcia in più. La genesi di un grande vino di territorio sembra compiuta.

Lieto fine

Luca e Flavio ascoltano i commenti degli invitati, ringraziando alla fine di ogni intervento. Sanno che, raggiunti i primi dieci anni, qualcosa è stato compiuto. La realizzazione di un vino è, o almeno dovrebbe essere, un atto di amore per il territorio che lo genera. Partendo da una radicata tradizione familiare i fratelli Nuti hanno fatto dell’agricoltura una forma di valorizzazione del proprio luogo di appartenenza. In questo sono riusciti, non lesinando sforzi e imparando dagli errori commessi. Auguro a loro altri 100 anni così. E il  sangiovese? Non lo hanno dimenticato, sarebbe impossibile; dal 2002 merita di essere vinificato in purezza con il nome di Beloro, uno dei primi sangiovese in purezza della costa toscana. A giudicare dal 2004 assaggiato in magnum sembra davvero grande.


Fabio Pracchia

Vive sulle colline lucchesi. È uno dei principali collaboratori di Slow Wine, la guida annuale del vino pubblicata da Slow Food Editore. Si occupa da circa quindici anni di vino e cultura cercando di intrecciare il lavoro alcolico con quello narrativo.

1 COMMENT

  1. Emozionante, sincero, incoraggiante, appassionato e competente,lusinghiero: questi sono gli aggettivi per descrivere il commento di Fabio Pracchia, giornalista ed esperto di vino,oltrechè un sincero amico, che finalmente riconosce ( ma per la verità ci ha sempre incoraggiato ed apprezzato negli anni) il nostro percorso decennale ed i nostri sforzi a trovare la giusta strada per far nascere un vino “la regola” che esprimesse il terriotrio, la luce, e la nostra sincera passione e che ogni volta ci emoziona nella ricerca di una perfezione cui deve tendere ogni produttore.
    Grazie di questi apprezzamenti, che senza piaggeria, ci danno la voglia di continuare per altri 10 o più anni!!!
    Grazie a Fabio ed a tutta la redazione che ha accolto il commento di questo evento e ci ha dato questa ottima visibilità.
    Flavio e Luca Nuti
    Podere la Regola.

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