Anteprima Taurasi 2005. La terra, l’uomo, il vino

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“Il bicchiere di Aglianico … è sempre mezzo pieno. Rassicura e si lascia bere da solo. Senza musica, senza ambiente suggestivo, senza troppi colori. Semplice, nudo e crudo come fu e come è. Voi e lui, amici di sempre e per sempre”. (Roberto Cipresso da “Vinosofia”)

TAURASI (AV) – La prima novità di questa settima edizione di Anteprima Taurasi è la collocazione temporale, che è stata posticipata (7 e 8 marzo) rispetto al tradizionale appuntamento di dicembre; la manifestazione subentra, in un’ideale staffetta promozionale, agli Stati Generali del Vino Campano, altro evento impegnativo e di grande interesse tenutosi ad Avellino il 6 e 7 marzo.

La seconda novità è nel programma che, pur conservando una formula efficace ed ormai consolidata, anticipa al primo giorno dei lavori, in coincidenza con la conferenza di apertura, il dibattito sui riscontri di questa nuova annata.

E’ centrale, nell’incontro di apertura, la valutazione di questa annata (2005) che nella seduta tecnica del 28 febbraio, presieduta dal professor Luigi Moio, si era espressa con una valutazione complessiva ottima (4 stelle). Identità di vedute fra gli esperti sia sul valore complessivo del millesimo, sia sul riconoscimento di una qualità media in evidente crescita, soprattutto in considerazione delle difficoltà presentate da un’annata decisamente controversa sotto il profilo climatico.

E’ il giornalista Luciano Pignataro a moderare gli interventi nella conferenza stampa di sabato 7 marzo, il primo a prendere la parola è Paolo De Cristofaro che punta subito il dito su quello che personalmente ritengo un cardine del movimento enologico regionale, e particolarmente per quello irpino: l’importanza di manifestazioni come Anteprima Taurasi. E’ decisivo che tutti gli attori protagonisti, dai produttori alle istituzioni, attraverso tutti i comparti coinvolti nella filiera, perfezionino le sinergie e definiscano programmi di sviluppo delle attività di promozione e divulgazione del territorio e dei suoi vini eccellenti. Il Taurasi ne è il portabandiera indiscusso ed è fondamentale che se ne conoscano le caratteristiche e le origini.

Fortunato Sebastiano è un giovane enologo emergente, allievo nientemeno che di Giacomo Tachis, con una significativa esperienza ed un riconosciuto rispetto delle peculiarità dei vitigni e del territorio. E’ suo il secondo intervento, che affronta il tema dell’andamento climatico avuto nel 2005: un avvio regolare nelle stagioni calde, senza eccessi, poi improvvise piogge hanno caratterizzato l’autunno riducendo la superficie fogliare delle piante, con conseguenze negative che comunque i bravi produttori hanno saputo evitare. Una riflessione viene poi spesa sull’importante lavoro di valutazione delle sottozone, esposizioni diverse da vigna a vigna in un territorio piuttosto ampio (ben 17 comuni), che disegnano un quadro enologico variegato, ricco di peculiarità diverse e particolari, caratteristica di valore dei Taurasi.

L’intervento di Raffaele Inglese, enologo di Antica Hirpinia, evidenzia ancora l’etereogeneità della zona ed il patrimonio di interpretazioni che la stessa consente. In tanta libertà d’azione, si configurano comunque caratteri varietali di fondo che ogni anno caratterizzano le produzioni: dalla 2003 calda e siccitosa, freschezza non al massimo, ma prodotti più pronti, alla tardiva 2004 in cui si sono avuti vini più austeri e di prospettiva con punte di eccellenza importanti. La 2005 è un’annata per certi versi simile alla precedente, una buona freschezza di fondo ed una qualità media di ottimo livello hanno prodotto vini piuttosto duri, certamente da aspettare.

Massimo Di Rienzo, enologo di Mastroberardino, “finge” sorpresa alla crescita di questi Taurasi, sia in qualità, sia in eleganza e tenuta, ma si percepisce nelle sue parole l’orgoglio e la soddisfazione di chi lavora con passione in queste vigne e in queste cantine. Freschezza, espressione varietale e prospettive di longevità ricordano per alcuni aspetti la ‘99 e la 2004, ma la 2005 palesa comunque un’identità e una storia tutte sue.

Enzo Mercurio, altro enologo di punta del panorama irpino, individua nella tempistica delle piogge la peculiarità di questa stagione e delle diverse azioni che i produttori si sono trovati a operare. Ma la freschezza e la presenza di tannini gessosi e duri da smussare, rappresentano un luogo comune per i Taurasi di questa annata da quattro stelle.

Nel dibattito, un interrogativo interessante ha monopolizzato il contraddittorio:  perché si sceglie di proporre un Taurasi realizzato con 100% Aglianico seppure il disciplinare consente l’utilizzo di “altri vitigni a bacca rossa non aromatici raccomandati o autorizzati per la provincia di Avellino, fino a un massimo del 15% ” ?

Il taglio con piccole dosi di Piedirosso o anche Mondonico potrebbe rendere il Taurasi un vino più agevole da bere e da veicolare sui mercati, ma le opinioni di enologi e produttori sono abbastanza in sintonia … e tutto sommato mi trovano d’accordo.

Il Taurasi è un prodotto che ha un’identità precisa, muscolare, figlia di un territorio ostile e segnato dalle di

fficoltà ambientali; nonostante ciò, le differenze fra le sottozone e buone tecniche di cantina, consentono oggi di lavorare l’aglianico in purezza ottenendo vini molto buoni, dai tannini ben levigati e di beva accessibile. Ma sarebbe questo un Taurasi tipico?

Certo è che una corretta politica di marketing  e soprattutto una diffusione corretta della cultura del territorio irpino, si pongono come requisiti fondamentali per la comprensione di un vino importante.

Il professor Luigi Moio, intervenuto al termine del dibattito, sposa questa considerazione, che trova pareri concordi anche nel parterre di giornalisti presenti.

E’ vero che il mercato deve essere un obiettivo, ma il Taurasi, nella sua espressione più caratteristica, austera, decisa, virtuosa, aristocratica … quasi solenne, rappresenta al meglio la sua terra, e l’uomo che, con passione e dedizione, sconfigge ogni anno in vigna la natura e le sue intemperanze climatiche. La terra, l’uomo, il vino.

Concludono la conferenza gli interventi di Antonio Buono e di Piero Mastroberardino.

Il Sindaco di Taurasi illustra l’impegno delle istituzioni sotto il profilo economico e strutturale, indicando i diversi progetti in cantiere per la crescita culturale e la valorizzazione del territorio in relazione alle sinergie naturali e funzionali con il mondo del vino, oggi fulcro dell’agricoltura e domani elemento trainante anche del turismo.

Per Piero Mastroberardino i due eventi di questo lungo week end campano all’insegna del vino sono una tappa importante e utilissima, momenti di riflessione e condivisione che offrono alla comunità uno spaccato esemplare della bontà del territorio e del lavoro dei suoi operatori nell’ambito dell’intera filiera. Il Taurasi è un prodotto principe e di traino che sta dando il massimo ritorno di immagine, non è un vino in crisi e si pone sul mercato con un rapporto qualità/prezzo di altissimo livello. Ma allora esiste davvero un problema di collocazione per questa docg? Tra le varie espressioni di aglianico, il Taurasi in realtà esprime al meglio questo territorio e lo rappresenta con grande dignità e contenuto emozionale; celebriamo quindi l’annata di un vino che sta avendo successo.

In un momento di crisi congiunturale l’irpinia dimostra che la filiera funziona e che questo territorio, così controverso, è gestito da imprenditori intelligenti che, riuniti nel consorzio di tutela, sono in grado di sedersi al tavolo con le istituzioni per condividere obiettivi e progetti su cui investire per il futuro. In tale ottica, questa è una svolta epocale che manifesta la grande serietà di tutto il movimento.

La mattinata di domenica 8 marzo è stata dedicata alla “prova del bicchiere”; abbiamo avuto a disposizione 10 batterie di assaggi in cui poter testare 51 campioni tra cui: 11 versioni di aglianico (Campi Taurasini, Irpinia e Campania) distribuiti fra le annate 2007, 2006 e 2005 con un campione del 2004; ben 18 campioni di Taurasi 2005 imbottigliati e 9 campioni di botte. Infine 8 campioni di Taurasi da annate precedenti che, arrivando fino alla 2001, ci hanno dato un esempio delle possibilità evolutive di questa grande etichetta.

Abbiamo scelto di dedicarci unicamente all’assaggio dei Taurasi 2005, riscontrando con piacere la bontà di questo millesimo ed il grande livellamento verso l’alto della qualità media dei prodotti. Praticamente nessun campione ha mostrato difetti, anzi, tutti hanno mostrato i tratti somatici di un vitigno e di un territorio assolutamente maschi, introdotti da un approccio olfattivo ricco di profumi e caratterizzato da ampiezza e complessità, ma rigorosi in bocca e proiettati verso un futuro importante che potrebbe far rivalutare, e non sarebbe la prima volta, la valutazione dell’annata.

Riportiamo di seguito e sinteticamente gli appunti di degustazione, tra cui si distingue su tutti il gioiello dei fratelli Urciuolo, ma meritano particolare evidenza anche il Terzotratto de I Favati, il Vigna Macchia dei Goti di Caggiano e il Vigna Cinque Querce dei Molettieri; quindi i Taurasi di Antica Hirpinia e di Feudi San Gregorio, l’intramontabile Radici di Mastroberardino e le conferme di Terredora. Tra le sorprese, almeno per me, Di Prisco, Boccella e Tenuta Ponte.

Appunti di degustazione

TAURASI DOCG 2005 IMBOTTIGLIATI

Taurasi Nero Né 2005 – Il Cancelliere
Naso fruttato e ricco, con note dolci, in bocca è vigoroso, più buccia che polpa e senza accorgermene, ho deglutito.

Taurasi Primum 2005 – Guastaferro
Frutta, humus e note speziate, poi tannini ostili e rigidità gustativa, per palati forti.

Taurasi 2005 – Feudi San Gregorio
Profumi bilanciati e ampi di frutta rossa, in bocca è coerente, con tannini lavorati ed un bel finale di liquirizia.

Taurasi 2005 – Contrade di Taurasi
Profumi e fragranze dall’approccio agevole; ne beneficia la beva, a discapito della personalità.

Taurasi Vigna Cinque Querce 2005 – Molettieri
Polpa e confettura su un letto di fiori per un naso piacevole; in bocca è pieno, avvolgente e lungo, con una buona beva e una vigorìa intrigante.

Taurasi 2005 – Villa Raiano
Profumi più evoluti e dolci che ritroviamo al palato; particolare, speziato e pronto.

Taurasi 2005 – Di Prisco
Piacevole sia al naso sia in bocca, frutta, calore e spezie; corpo e complessità, una bella sorpresa.

Taurasi Radici 2005 – Mastroberardino
L’incipit olfattivo è in controtendenza e tende a restare sulle sue, ma in bocca sprigiona tutta la sua personalità. Non tradisce mai.

Taurasi 2005 – Urciuolo
Gran bel vino. Naso pieno e concentrato, ricco di sfumature che impreziosiscono il complesso aromatico. In bocca è incisivo e avvolgente, sostegno acido per tannini decisi ma non aggressivi. Fragranza e persistenza.

Taurasi 2005 – Boccella
I profumi ampi e convincenti sono una caratteristica di questa annata, ma questo campione ci sorprende anche in bocca con note speziate e piccanti, peperoncino, zenzero e chiodi di garofano.

Taurasi Opera Mia 2005 – Tenuta Cavalier Pepe
Respiro un po’ chiuso che lascia intuire robustezza di buccia e tannini, puntualmente confermati al palato. Vino in evoluzione che promette bene.

Taurasi 2005 – Vigna Villae
Aromi più delicati e dolciastri su un bouquet floreale. Sapore più incisivo, polpa e liquirizia per un finale vagamente amaricante. Buona beva, ma senza sussulti.

Taurasi Poliphemo 2005 – Tecce
Profilo basso per questo campione che non colpisce per robustezza e corpo; finale dal sapore amaro.

Taurasi 2005 – Perillo
Fitto nei profumi, rivela una trama fine che in bocca si traduce in un controllo giudizioso dei tannini.

Taurasi Spalatrone 2005 – Cantine Russo
In linea con lo standard pregiato di questa annata, bei profumi e freschezza al palato, con buona armonia fra le componenti.

Taurasi Naturalis Historia 2005 – Mastroberardino
La 2004 mi aveva impressionato, questa versione rispecchia la scontrosità dell’annata e l’aspetto per un roseo futuro.

Taurasi Vigna Macchia dei Goti 2005 – Caggiano
Al naso si trattiene un po’ ma si sente che ha stoffa; in bocca rivela una bella struttura, fatta di polpa, tannini eleganti, spezie, cioccolato, tabacco, pepe nero e liquirizia.

Taurasi 2005 – Terre Irpine
Complessità meno marcata, domina la frutta, ma è comunque un bel bere; tannini veri e mineralità.

TAURASI DOCG 2005 NON ANCORA IMBOTTIGLIATI – CAMPIONI DI BOTTE

Taurasi Convivio 2005 – Terrecolte
Profumi serrati, ma gustativa appagante, carnoso e speziato, mi lascia con una scia floreale.

Taurasi Pago dei Fusi 2005 – Terredora
Convincente e di prospettiva, complesso e armonico nelle componenti; tannini importanti rimandano ad una evoluzione di grande interesse.

Taurasi 2005 – I Capitani
Riscontri positivi per questo vino, equilibrato e tenace, tiene il palato a lungo e con personalità.

Taurasi Terzotratto 2005 – I Favati
Trattiene i profumi, ma è freddo ed ossigenando libera incipienti note floreali e fruttate; in bocca è buono, corposo, maschio nei tannini, ma fresco. Nel dubbio della valutazione … lo bevo ancora.

Taurasi 2005 – Tenuta Ponte
Naso ampio e fragrante, intenso e profondo al palato; il Taurasi lo sanno fare non c’è che dire.

Taurasi 2005 – Antica Hirpinia
La trama olfattiva è fine e gioca tra le note floreali e quelle speziate; in bocca entra deciso e dinamico, con belle sfumature ed una persistenza piacevole.

Taurasi Fatica Contadina 2005 – Terredora
Al naso è tonico ed aperto, polpa, humus e mineralità; in bocca ha una bella personalità e verticalità gustativa, fa sentire i muscoli, ma altrimenti … che Taurasi sarebbe?

Taurasi 2005 – Antico Borgo
Evoluto sia all’olfatto che al palato, spezie e note smaltate, un campione di botte pronto da imbottigliare.

Taurasi Santa Vara 2005 – La Molara
Naso più raffinato, frutta viva e tostatura; ben confezionato, rotondo e docile al palato, non brilla per personalità, ma si lascia bere agilmente.

TAURASI DOCG ANNATE PRECEDENTI

Taurasi Principe Lagonessa 2004 – Amarano
Profumi integri per una gustativa che tiene ottimamente e lascia a lungo fragranze composite.

Taurasi 2004 – Colle di San Domenico
Bellissimo naso, aperto e variegato, in bocca è caldo, incisivo e piacevole.

Taurasi 2004 – D’Antiche Terre
Approccio olfattivo evoluto e fine, intrigante e ampio; avvolge il palato con una pastosità “appetibile” ed un calore delicato e costante che dura a lungo e sfuma su gradevoli speziature.

Taurasi Radici Riserva 2003 – Mastroberardino
Aromi tenui e sfumati, su note di chiara maturità; in bocca i tannini sono comunque di spessore, seppur levigati, non lunghissimo ma gustoso.

Taurasi Il Vicario Riserva 2003 – D’Antiche Terre
Anche per questo campione l’esame olfattivo rivela uno stato evolutivo avanzato che ne impreziosisce la nuance di aromi. Tiene perfettamente al palato, caldo e voluttuoso.

Taurasi Piano di Montevergine Riserva 2002 – Feudi San Gregorio
Colore integro, naso fine e speziato che solletica i recettori con gradazioni aromatiche seducenti. L’entrata in bocca è vigorosa e integra, sorprende quasi, ma il carattere del Taurasi è proprio questo.

Taurasi Riserva 2001 – Di Meo
Profumi complessi, ampi, caldi e fruttati con finale sottile di spezie e liquirizia; in bocca denota un’ottima evoluzione e tutto lo spessore della 2001. I tannini sono ben levigati, ma presenti, la struttura è integra, fatta di amalgama fruttata ed un lungo finale di cuoio, tabacco dolce e carrube.

Riccardo Brandi

Riccardo Brandi (brandi@acquabuona.it), romano, laureato in Scienze della Comunicazione, affronta con rigore un lavoro votato ai calcoli ed alla tecnologia avanzata nel mondo della comunicazione. Valvola di sfogo a tanta austerità sono le emozioni che trae dalla passione per il vino di qualità e da ogni aspetto del mondo enogastronomico. Ha frequentato corsi di degustazione (AIS), di abbinamento (vino/cibo), di approfondimento (sigari e distillati) e gastronomia (Gambero Rosso). Enoturista e gourmet a tutto campo, oggi ha un credo profondo: degustare, scrivere e condividere esperienze sensoriali.

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