L’Aglianico di Taurasi secondo Luigi Tecce: 10 anni di sperimentazione tra vigna e cantina

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Nato e cresciuto in una famiglia di viticoltori da generazioni, Luigi Tecce sembrava indirizzato a tutt’altro destino. Il 20 Marzo 1997, la morte del padre lo richiama improvvisamente alla terra ed alle sue origini contadine. Siamo sulla destra del fiume Calore, esposizione lato sud, in un ettaro dove dimorano ceppi molto vecchi, si parla del 1930. Seguirà un nuovo impianto nel 1998. Un fazzoletto di vigna in un’area particolarmente vocata per l’aglianico taurasino, tra Paternopoli e Castelfranci, di fronte Montemarano.

Poliphemo: opulenza grassezza e muscolarità. Satyricon è, invece, il suo volto femmineo. Due versioni per un solo interprete. Solo nel 2003 sono state prodotte entrambe, nel 2004 solo il Satyricon, nel 2005 il solo Poliphemo, il primo che inaugura il nuovo corso con la fascetta della Docg Taurasi. Le prime tre annate (2000/2001/2002) non sono state commercializzate e, pertanto, non etichettate. Sono state da Luigi, semplicemente, identificate ciascuna con una dedica speciale. Queste stesse tre annate non hanno svolto la malolattica mentre la 2004 e la 2003 sì. La 2005 solo parzialmente. Indipendentemente da questo particolare tecnico mi sono presto convinto di una sorta di netta spaccatura tra le prime tre annate degustate e le seconde tre. Stilisticamente, ovviamente. Senza farne mistero ho voluto esplicitare ai presenti la mia istintiva preferenza proprio per le più vecchie. Più di una persona mi ha fatto notare di non essere d’accordo e che piuttosto di parlare di due fasi distinte, in realtà, ogni vino sembra rispecchiare una tappa, un momento diverso, di un’unica continua fase evolutiva che con la 2005 sembra aver trovato una, forse temporanea, quadratura del cerchio.

Aglianico 2000 “dedicato all’anarchico Gaetano Bresci” (100° anniversario dell’uccisione di Re Umberto I ). 18 mesi in barrique usate di 4° e 5° passaggio – 14% gradi alcol.

La delicata trasparenza annuncia una versione elegante e raffinata. Spettro aromatico ampio e complesso. Nobile quadro olfattivo. Il naso si illumina di splendide sensazioni agrumate. Grafite, liquirizia e spezie. Al palato il tannino conserva una certa rugosità. Si fa bere senza sosta. 5 stelle
2001 “dedicato a Varenne” (il trottatore, nel 2001 fece il grande slam dei concorsi ippici). 12 mesi in botte nuova da 500 litri (Gamba) – 15% gradi alcol.

Nota affumicata, delicato ed elegante, tannini raffinati, finale saporito. Colpisce per l’intergrazione delle parti. Dalla gradazione dichiarata ci si aspetterebbe una tangibile ingerenza alcolica che invece è del tutto assente. Prima di aver bevuto il 2000 era questo il millesimo di Luigi tra quelli assaggiati che preferivo. 4 stelle

2002 “dedicato a nonno Luigi” (nell’anniverario della nascita). 12 mesi in botte da 500 litri (2° passaggio) – 13.5% gradi alcol.

Rivela fragili trasparenze. Riflette la pioggia incessante che non ha dato tregua per tutta la stagione. Vinosità non banale ed anima contadina ne risollevano le sorti. Intrigante per le sue note di miele ed orzo. Non mostra alcun segno di cedimento, tiene molto bene nel bichiere sulla distanza, anche se non riesce a esprimersi su un registro di maggiore complessità. Palato pù magro e sottile. 3 stelle

Poliphemo 2003. 100% legno nuovo: 50% barrique /50% botte da 500 litri – 15% gradi alcol.

E’ l’unica annata in cui sono stati prodotte tutte e due le etichette Satyricon e Poliphemo. La prima per entrambi. E’ anche quella che rispecchia meglio il nome del vino e gli intenti del produttore. Colore denso ed impenetrabile. Dolcezza fruttata ed alcol in evidenza. Ricchezza quasi eccessiva e concentrazione estrattiva. Non lo preferisco, per il suo atteggiamento monodimensionale, anche se la materia ed il risultato complessivo non possono lasciar indifferenti. 4 stelle

Satyricon 2004. 100% legno di 2° passaggio: 50% barrique e botte da 500 lt. – 13,5% gradi alcol.

Colore più umano. Dopo le insistenti note di riduzione iniziale recupera al naso un tocco vinoso ed un tratto più rustico. Sfumature erbacee al naso ed una punta d’amaro al palato. Lascia una sensazione di un nonsocchè di incompiuto che non riesco ad afferrare. Limite personale, per questo preferisco evitarne la valtuazione. S.V.

Taurasi Poliphemo 2005. 100% legno: 40% botte da 500 litri nuova, 60% barrique di 2° e 3° passaggio.

Eccoci di fronte a quella che dovrebbe essere la creatura definitiva cercando di torvare il giusto compromesso tra un certo perfezionismo ammantato di modernità, riscontrabile nella 2003, e lo spirito artigianale delle prime annate. L’annata non è stata facile. Luigi è dovuto tornare in vigna ben 6 volte per raccogliere l’uva. Le sensazioni iniziali sono di frutta rossa matura, un frutto integro, bello, dolce e seducente. Lo ritroviamo al palato carnoso e caldo. In questa fase tremendamente giovanile sembra soffire dei limiti di monodimensionalità della 2003 ma mostra già adesso una maggiore dinamicità e sono sicuro che con il tempo riuscirà in una migliore articolazione espressiva. 4 stelle

Fabio Cimmino

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