Dal Veneto verso il Garda: un libro e il suo lato “rosa”

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Sembrava quasi una pacifica invasione dell’albergo ospitante. L’11 maggio il Westin Palace di Milano era tutto dedicato a eventi enogastronomici, in cui il Veneto, con un significativo gemellaggio con la Lombardia, si è presentato contemporaneamente su due aspetti: da una parte dal punto di vista “librario” e dall’altro dal suo lato “rosa”. Sì perché mentre in una sala era di scena la presentazione del libro Veneto: percorsi del gusto dalle Dolomiti all’Adriatico, dell’editore Gribaudo, in un’altra sala c’era il trionfo del lato rosa, veneto-lombardo, con una imponente presentazione congiunta di due consorzi contigui: il Consorzio Tutela del vino Bardolino (sponda veronese del Lago di Garda) e il Consorzio Garda Classico (sponda bresciana), che presentavano i loro Chiaretto.

Ma procediamo con ordine. Partendo dal volume di Gribaudo. Si tratta dell’ultimo nato della collana Vie dei sapori, èd è un ricco volume illustrato realizzato da Debora Bionda e Giovanna Rapelli, con le fotografie di Pietro Baroni e Vincenzo Lonati. Nelle sue 280 pagine questo volume vuole illustrare il vento come la metafora di un mosaico: non un territorio omogeneo, ma una regione piena di sfaccettature, che partendo dalle Dolomiti e scendendo verso l’adriatico e la laguna veneziana può essere attraversato sotto differenti punti di vista, dal contrasto città-campagna, a quello mare-fiume, dalle pianure pedemontane alle opulenze di Venezia, dalla Laguna al Garda. La chiave di lettura è la gastronomia, che ricuce la storia, la sociologia, e le differenze geografiche per dare vita a un viaggio affascinante attraverso la molteplicità e la ricchezza espressiva di questa regione.

Dopo aver illustrato i “fondamentali” del Veneto goloso, ossia gli elementi basilari della gastronomia (il baccalà, la polenta, i bigoli, il saòr, i risotti, la zucca) e dell’enologia (inutile ricordare i Recioto, l’Amarone, il Prosecco, il Torcolato…) inizia una sistematica rassegna delle 7 province (Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Rovigo e Belluno), ciascuna analizzata dal punto di vista artistico, paesaggistico, storico e infine goloso, con una raccolta di ricette illustrate a cura di famosi ristoranti.

Un volume per chi vuole avere un’idea articolata di questa regione, che lega senza forzature l’elemento artistico e turistico a quello più prettamente gastronomico.

Nel corso della serata, i cuochi “stellati” del Garda Veronese Leandro Luppi del “Vecchia Malcesine” di Malcesine (Verona) e Isidoro Consolini di “Al Caval” di Torri del Benaco (Verona) insieme ad Augusto Tombolato, chef al Westin Palace di Milano, si sono esibiti in una serie di creazioni basate su ispirazioni e prodotti tipici veneti.

Aria di festa e di leggerezza si respirava nell’altra sala, dove i due consorzi del chiaretto del Lago di Garda hanno organizzato una degustazione coi fiocchi. Una folla di appassionati ha letteralmente invaso i locali, creando l’atmosfera di un “happy hour” sui generis con un centinaio di vini in degustazione, tutti – e questa è una particolarità davvero rara – tutti rosati. Bardolini chiaretto, Garda classico Chiaretto e anche un buon numero di interessanti spumanti rosé. Un mare di piacevolissimo vino, una volta tanto non per stupire con estrazioni, sentori vanigliati o potenze alcoliche, ma per sollecitare con grazia il “lato rosa” degli amanti del vino. Una piccola premessa per delineare contiguità e differenze tra i due chiaretti. Entrambi provengono da terreni morenici, ovvero dai depositi lasciati milioni di anni fa dall’enorme ghiacciaio che scendendo dalle Alpi formò l’attuale lago di Garda; differiscono però le due uve principali di questi due vini: sul versante veneto (ad est) domina la corvina, su quello lombardo (a sudovest) il groppello.

Tormento del degustatore: avere davanti a sé una sala piena di vini da scoprire, e sapere fin da subito l’impossibilità di una conoscenza piena… e allora ecco solo alcune note di aziende che hanno lasciato un segno nei miei appunti.

Ronca – Sommacampagna (Verona)

21.10 Bardolino Chiaretto 2008

Il perché dello strano nome è presto detto; si tratta della data di nascita (giorno e mese) del figlio del titolare dell’azienda. Da uve 65% corvina e 35% rondinella, allevate a pergola, si presenta con un color rosa salmone tenue. Al naso affascina per sensazioni morbide ed eleganti che richiamano la fragola, e in bocca non delude, dimostrandosi elegante e sfaccettato. Bilancia infatti la morbidezza con una nota citrica che lo rende invitante a un secondo e un terzo assaggio. Pulizia, fragranza e “anima” per questo vino che non fa malolattica, e mantiene per questo un’acidità ben sostenuta che lo rendono un vino piacevolissimo e assolutamente non banale. Ultima notazione: grado alcolico: 11%. Finalmente. Un vino tutto da bere.

Costaripa – Moniga del Garda (Brescia)

Rosamara Garda Classico Chiaretto 2008 (12% alc)

Da uve groppello (85%), barbera (5%) marzemino (5%) e sangiovese (5%), sfodera un elegante color petalo di rosa scarico. Questo vino viene prodotto con il sistema chiamato “a lacrima”, ossia attraverso sgrondatura del vino fiore, senza pressature. Il tipo di vinificazione dà al colore una stabilità superiore, e contemporaneamente permette di ottenere vini molto salini, che riescono così a compensare l’acidità assai bassa. Il naso è sorprendente per eleganza, finezza e profondità. In bocca il Rosamara entra ampio, è morbido e bilanciato, si potrebbe definire “architettonico” per l’equilibrio con cui concilia la morbidezza e la sapidità. Colpisce anche la persistenza in bocca, tutt’altro che scontata in un chiaretto.

Molmenti Garda Classico Chiaretto 2007 (13,5% alc)

Stessi vitigni del Rosamara, ma rispetto al fratello più giovane questo Molmenti viene vinificato in legno. Color rosa appassita, sfodera un naso incredibile per classe e raffinatezza: sensazioni agrumate e fruttate, di frutta rossa al giusto punto di maturazione, l’ingresso in bocca è intrigante e scioglie giochi di rimandi con le sensazioni retronasali, che richiamano echi non sovrabbondanti di legno. Sa conquistare per la lunghezza che dimostra al palato e per le sfaccettature che offre. Chiude su sensazioni fortemente sapide e con un retrogusto amarognolo che alleggerisce la beva e prepara a interessanti abbinamenti gastronomici.

Turina – Moniga del Garda (Brescia)

Fontanamora Garda Classico Chiaretto 2008 (12,5% alc)

Il Fontanamora è un cru aziendale, in cui da uve groppello gentile (60%), barbera, sangiovese e marzemino si ricava questo rosato dal naso esuberante. In bocca entra più discreto rispetto al naso e poi progressivamente prende confidenza; morbido, quasi vellutato, dimostra una bella lunghezza gustativa e chiude sapido. Ottimo vino per l’estate e non solo.

Provenza – Desenzano del Garda (Brescia)

Sebastian Garda Rosé Spumante

Color salmone brillante, è un brut piacevolissimo che in bocca si presenta cremoso per le sue bollicine fitte e fragranti. Si fanno strada in seguito sensazioni più complesse, oltre ai frutti rossi, di frutta secca, e una nota finemente amarognola, che insieme alla gran sapidità regala facilità di beva. Da uve groppello e marzemino.

Valetti – Calmasino (Verona)

Bardolino Chiaretto Spumante (12% alc)

Un brut metodo charmat da uve corvina (60%), rondinella (20%), molinara (10%) e sangiovese (10%) che viene prodotto a partire dal mosto (e non, come avviene normalmente, da vini). In autoclave la permanenza è di sei mesi, e il risultato è di gran piacevolezza, con una bella acidità a bilanciare la ricchezza fruttata. Un vino da spensierati aperitivi estivi.

Per il volume di Gribaudo:
Veneto. Percorsi del gusto dalle Dolomiti all’Adriatico. Di Debora Bionda e Giovanni Rapelli, foto di Pietro Baroni e Vincenzo Lonati, Gribaudo 2009, euro 35. www.edizionigribaudo.it

Le foto dei produttori sono tratte dai rispettivi siti aziendali.

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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