Terroir Vino, una giornata genovese

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GENOVA – Cosa c’è di meglio di un brindisi per festeggiare un decennale? E se poi si è così fortunati dall’avere a disposizione la coincidenza tra i dieci anni de L’AcquaBuona e la quinta edizione di Terroir Vino, altro che brindisi! 10 anni fa AB appariva in rete, oggi siamo a Genova, per la seconda volta sede di questo evento che sempre più sta diventando un riferimento fisso per aziende, appassionati e operatori, complice anche la stupenda ambientazione nel cinquecentesco palazzo ducale.

La sempre più ampia lista di aziende presenti ci pone i soliti dubbi, quanto è difficile selezionare! Scorriamo la lista mentre il treno arriva (in ritardo!) a Genova e sappiamo già che non sarà facile seguire i nostri progetti, comunque una decisione l’abbiamo presa, tentiamo la scoperta. L’evento presenta bei nomi ma anche tante aziende poco conosciute, ed è su queste che ci concentreremo.

La disposizione “regionale” ci fa partire dall’estremo nord, dalla nutrita pattuglia altoatesina e da un primo bianco fatto con un’uva che non conoscevamo. Il Blaterle 2008 dell’azienda Nusserhof (in realtà è un vino da tavola e quindi l’annata la si deduce solo dal lotto della bottiglia), prodotto con uva omonima, ha profumi intensi di frutta bianca, fieno, pepe bianco. Aromaticità confermata da una bocca abbastanza grassa in cui si percepisce una nota di surmaturazione. Rubino concentrato e grande intensità olfattiva anche per il Lagrein 2005. Vino elegante, dalle note di erbe aromatiche e frutti di bosco. Al gusto è di media struttura e buona acidità, ma il suo vero plus è la forza aromatica. Un altro vino da tavola per un vitigno poco atesino, il Teroldego 2005 fuori dalla piana Rotaliana assume un colore rubino cupo e dona un naso fresco e leggero. Una bocca franca e molto precisa. Assaggiamo anche un Lagrein 2002, che mostra un colore meno concentrato e una leggera unghia aranciata. Il naso è chinato, boschivo e la bocca ancora molto dinamica, quasi beverina. Piccolo passo indietro per assaggiare anche l’Elda 2007, “un Santa Maddalena vecchio stile,” ci dice Heinrich Mayr. Rubino chiaro, profumo finissimo, note floreali, bocca asciutta, amarognola, con bella e lunga chiusura minerale.

Villscheiderhof di Florina Hillpold
Da Bolzano alla vicina Bressanone troviamo i bianchi acidi e grassi della Val d’Isarco. Il Sylvaner 2008 ha color carta e note incisive di pera williams. Bocca decisamente acida, succosa, non lunga, arrichita da note di pesca bianca. Molto buono troviamo il Kerner 2008. Anch’esso bianco carta, sprigiona un tenuo floreale e dona una bocca molto equilibrata, coerente e in crescita, mantenendo sempre una grande finezza aromatica. Passiamo al Gewürztraminer vendemmia tardiva 2008, dal colore paglierino e dai profumi varietali. Frutta e fiori, senza addolcimenti smaccati neppure al gusto, dove troviamo un notevole equilibrio tra dolcezza, acidità e componenti aromatiche.

Il Grauer Burgunder Klausuer 2008 dell’azienda Winhof Kobler è un pinot grigio di colore paglierino chiaro e importante densità ottica. Profuma di buccia di pera e offre una bocca consistente e cremosa, un frutto preciso e una impostazione seriosa, Buono il Gewürztraminer 2007 dal colore paglierino chiaro e dalla nette note varietali declinate in un regime di surmaturazione. Media grassezza e lungo il finale, asciutto e marcato da note di zenzero. Passiamo a un rosso, il Merlot Kretzer 2008, anzi a un rosato, visto che l’uva viene lavorata con una breve macerazione a freddo e poi il mosto affina come quello degli altri bianchi aziendali. Il colore, molto tenue, vira quasi all’arancio e al naso si notano una leggera vegetalità e cenni floreali. Più deciso al gusto, dove troviamo acidità, calore e un certo corpo.

La zona di Mazzon è sempre stata ricercata per la forte acidità che i suoi terreni donano ai vini, ed è un po’ la piccola Borgogna atesina, la casa dei pinot nero. L’azienda Brunnenhof Mazzon ci propone comunque anche un buon Gewürztraminer 2008 che affina per 1/3 in legno, compiendo anche la malolattica, e per 2/3 in acciaio. Il colore è paglierino, il naso è equilibrato, maturo, e la bocca molto soddisfacente per il gioco tra l’acidità, che regge un lungo finale, e una struttura invidiabile. Non da meno il Pinot Nero riserva 2006, di colore rubino chiaro che sfuma nell’arancio e dalla fine speziatura che accompagna le note floreali. Il vino, che passa un anno in tonneau e un altro in bottiglia, ha dalla sua la finezza aromatica e la leggerezza gustativa che sfuma in un lungo finale balsamico.

Scendiamo in Trentino, con l’azienda Simoncelli Armando di Rovereto. Il loro Chardonnay 2008 ha una buona intensità olfattiva con note di buccia d’agrume e banana. Bocca diretta, acida, tesa, semplice. La Schiava 2008 ha un colore rubino molto chiaro e un naso estroverso di fiori, lampone, cenni vegetali. Beva in linea, chiusa da un lungo finale asciutto. Anche il Marzemino 2008 ci sorprende per la presenza aromatica, seppur ora giocata su note decisamente vegetali. Intenso e persistente, in bocca è lieve, pulito e ripropone fiori e peperoncino rosso fresco. Passiamo al Cabernet Franc 2007, anch’esso solo acciaio ma con permanenza sulle fecce. Di colore rubino limpido, emana note vegetali anch’esso,  ma più mature, e ha bocca piacevole, fresca, di buona lunghezza. Chiude il Navesel 2006 (cabernet franc e sauvignon insieme a merlot) che passa 18 mesi in legno piccolo. La nota vegetale è qui mediata dal legno e il vino ha corpo e morbidezza. Note di cuoio e cacao nel finale.

L’azienda Sandro de Bruno produce bianchi nel veronese. Il Soave Colli Scaligeri 2007 ha colore paglierino marcato e buona mineralità unita a cenni esotici. Non complesso e non molto significativo al gusto. Il Soave Superiore 2007 affina per metà in acciaio e per metà fermenta e affina in botte grande. Il colore è paglierino marcato e i profumi, poco intensi, sono di roccia e leggermente affumicati. Più deciso al gusto, con note terziarie che però offuscano un poco il frutto. Il Monte Lessini Bianco superiore 2007 è un melange di chardonnay che affina in tonneau e un 40% di pinot grigio in botte grande. Ha naso di pasticceria e una bocca grassa e sostenuta da buona acidità, corpo e calore. Infine il Garda Sauvignon 2007, di colore paglierino intenso e note vulcaniche, plastiche. Bocca matura, acida, con un po’ di spigoli.

Le Vigne di Alice produce una bella serie di vini spumanti nel trevigiano. Partiamo col Prosecco Conegliano Valdobbiadene Alice Extra Dry 2008. Un bel naso fruttato a cui si uniscono note di pasticceria, quasi da metodo classico. Lieve vegetalità e dolcezza equilibrata al gusto. Molto piacevole anche il Doro Brut 2008, un Prosecco di Valdobbiadene che la rappresentante aziendale, Cinzia, ci dice averle provocato un certo imbarazzo quando, inserito per gioco in una degustazione alla cieca di Franciacorta, si piazzò al secondo posto. Imbarazzo piacevole ovviamente, specialmente per lei che dice di amare i metodo classico e che, anzi, ne sta meditando uno. Il Doro ha naso serioso, minerale, e bocca morbida, segnata da leggera linea vegetale. Il Tajad è invece uno spumante, da prosecco, verdisio e boschera. Di colore paglierino chiaro ha naso intenso e bel floreale, penetrante. Bocca molto piacevole di gande aromaticità e freschezza. Infine l’Osé, un rosato da prosecco e marzemino, dalla bella nota fruttata di lampone che si ritrova al gusto, in un contesto acidulo, franco, sapido, un po’ ruffiano.

Ci spostiamo di poco per arrivare ai vini di Bele Casel appartenenti alla denominazione Montello dei Colli Asolani, nota per dare vini con meno frutta rispetto al Valdobbiadene, ma più corpo e struttura. Il Prosecco
Brut
ha naso mentolato e una bocca facile, vivace. Bella mineralità per il Prosecco Extra Dry, cavallo di battaglia aziendale, dalla beva suadente pur rimanendo un vino semplice. Il Prosecco Dry 2008 proviene da un piccolo cru aziendale e offre un naso meno estroverso ma bella compostezza, giocata tra frutta e mineralità, una bocca molto piacevole e buona lunghezza.

Giacomo Vico vinifica a Canale d’Alba in zona Roero. La Favorita 2008 ha colore paglierino chiaro, poca consistenza aromatica, bocca molto semplice, sapida, di fiori bianchi. Di superiore intensità olfattiva il Roero Arneis 2008, che profuma di pesca bianca e ha corpo maggiore dalla Favorita, una leggera ruvidità che non dispiace, e un bel finale lungo e acido. La Barbera 2007 ha colore rubino e naso pronto, varietale. In bocca il frutto è limpido e piacevole la freschezza. Il 50% della massa del Roero 2006 passa 12 mesi in barrique non nuove, il resto affina in acciaio. Il risultato è un bel rubino chiaro ma vivo, una netta speziatura al naso, e un frutto ben delineato. Ciliegia amarasca e cacao nel finale denotano una bocca sempre tesa e fresca.

Da Bel Colle andiamo per il Verduno ma senza trascurare la Barbera d’Alba 2007 che dopo 6 mesi in botte grande ha un colore rubino sfumato di porpora. Il naso è intenso e pulito, varietale. Bocca un poco calda per l’alto tenore alcolico. Il Verduno Pelaverga 2007 ha colore rubino limpido, naso tipicamente speziato, buona eleganza aromatica e gustativa. Il Verduno Pelaverga Le Masche 2006 contiene anche un 15% di nebbiolo e affina in legno piccolo usato. Al colore rubino più vivo segue un azzeccato melange di speziatura del frutto e legno. Sensazione riproposta al gusto per un Verduno certo piacevole ma forse meno tipico.

La Tenuta Montemagno dall’Astigiano propone il Grignolino Ruber 2007 (10% freisa e 90% grignolino) dal colore rubino limpido e dal naso fruttato di ciliegia, franco, leggero, piacevolmente asciutto. Ma veniamo al loro prodotto più tipico, il Ruchè Rouchè 2007. Vino dal colore rubino vivo e dalle note di ciliegia matura, dolci, quasi vanigliate nonostante il vino non veda legno. Bocca molto sapida e succosa, a tratti stucchevole nella tipica dolcezza del vitigno. Dal Ruché a un altro vino ancor più “locale”, la Malvasia di Casorzo 2008. Un bel rubino vivo e un naso florealissimo ricordano senza dubbio il colore e il profumo delle rose. Aromi veramente piacevoli a cui segue una bocca lievemente mossa, dolce, ben contrastata dall’acidità, buona.

La Ricolla produce in provincia di Genova, e così non può mancare un assaggio di Golfo del Tigullio Bianchetta Genovese 2008, vino dal paglierino abbastanza marcato e dai profumi tenui, mentolati, di erbe. Notevole l’acidità (una caratteristica del vitigno) che dà quasi la sensazione di trovarsi di fronte un vino mosso. Prodotto che ovviamente si adatta benissimo alla cucina di mare ligure. Il Golfo del Tigullio Vermentino Filiscano 2008 ha colore paglierino e naso varietale, di rovo, un po’ verde. Bocca di media grassezza e ancora spiccata acidità. Il Tolceto 2007 è un rosso prodotto da ciliegiolo e sangiovese, e dalla prima uva prende il rubino sfumato di porpora e la fine speziatura olfattiva. Piacevole al gusto, dove prevalgono le note floreali insieme a cenni di ciliegia amarasca. Bocca fresca, franca.

Giuliani e Pasini è per noi un nome nuovo, ma troviamo a presentare il vino l’Ivan (Giuliani appunto) dalla ben conosciuta azienda Terenzuola dei Colli di Luni. Si tratta infatti della sua nuova impresa, ligure, anzi, nell’eroica zona viticola delle Cinque Terre in cui, da due anni, ha cominciato a reimpiantare vecchi vitigni, con densità fino a 11.000 piante per ettaro. Il Cinque Terre Bianco 2008, da bosco, albarola, vermentino, ha color paglierino marcato e naso che ricorda la pasticceria di mandorle, la frutta bianca e gli idrocarburi. Bocca dinamica e molto piacevole, anche se un poco spigolosa. Lo Sciacchetrà Pregin 2006 ha lo stesso uvaggio ma, pressato tra natale e capodanno, subisce due settimane di macerazione assai spinta per poi finire a maturare in damigiana aperta. 15 gradi alcolici e 120 grammi residui raccontano della maturazione dell’uva e il colore ambra dell’avvenuta ossidazione. Il naso è vulcanico, salmastroso, serioso mentre in bocca la dolcezza vince, donando larghezza e morbidezza, pur sempre in buon equilibrio con acidità e tannini.

Prima di chiudere con la Liguria non possiamo non passare da vecchie conoscenze, lasciando i nostri propositi di scoperta. La prima è l’azienda Bruna, specialista in Pigato. Assaggiamo il Pigato Villa Torracchetta 2008 che macera leggermente sulle bucce. Il colore è paglierino chiaro e i profumi sono di anice, roccia, un po’ di frutta. La bocca è saporita, lineare, secca, pulita. Meno ampio aromaticamente il Pigato Le Russeghine 2008, che nasce in una zona di terra dal bel colore rosso, mentre il Torracchetta proveniva da un terreno nettamente bianco. Meno ampio ma certamente più complesso al gusto, dove il gioco tra sapidità e grassezza lo rende un vino da attento ascolto. Ed eccoci all’U Baccan, punta aziendale, prodotto da vecchie vigne ultracinquantenarie. L’annata 2007 mostra un bel naso minerale, note di anice, cenni di buccia di pompelmo e bella pienezza gustativa, chiusa da un finale amarognolo. Più emozionante il 2004, in cui il minerale sfuma nell’idrocarburico, l’aromaticità è ampia e compiuto l’equilibrio gustativo. Piccolo salto avanti per l’annata 2005 che troviamo assai in linea con la precedente. Assaggiamo anche tre rossi, il Rossese 2008, tipicamente rubino pallido, dai profumi fini e dalla poca struttura, il Pansigo 2008, da uva granaccia, che ci dona tanta frutta in una bocca di acidità spiccata e infine il Pulin 2007, 60% granaccia, 30% syrah e 10% barbera. Un tentativo di offrire un vino più internazionale in riviera. Il colore è rubino vivo e i profumi sono di ciliegia e pasta di mandorla. Bocca di media struttura e beva
scorrevole.

L’altro amico che ci piace ritrovare è Cane Mandino, purtroppo non presente di persona ma attraverso i suoi vini. Vignaiolo storico di Dolceacqua, è considerato il padre del Rossese, e viene appunto celebrato dagli organizzatori di Terroir Vino con un premio alla carriera. Il suo Rossese di Dolceacqua Superiore Vigneto Arcagna 2007 ci accoglie col tipico rubino chiaro, con la grande florealità, con le sferzate di erbe mediterranee. Bella l’ampiezza gustativa sulle note di mora di gelso, liquirizia, fiori. Più austero il Vigneto Morghe 2007, che a un olfatto meno estroverso fa seguire una bocca elegante e, nei limiti della tipologia, ben strutturata.

La nostra giornata si avvia verso la fine, nei bei saloni del palazzo ducale si respira un’aria di soddisfazione da parte dei produttori e del pubblico ancora numeroso, nonostante l’ora di cena. Ci accorgiamo di aver trascurato completamente il nostro sud enologico e decidiamo quindi di fare un salto in Basilicata, per due notevoli produttori di Aglianico. Da Cantine del Notaio assaggiamo l’Atto 2007, ultimo nato nella saga dei nomi da studio notarile. Il vino, un aglianico in purezza, non appartiene alla DOC Aglianico del Vulture ma è un “semplice” IGT. Una scelta probabilmente legata alla ricerca di un Aglianico di maggior semplcità e
prontezza di beva. Obiettivo che ci sembra centrato senza perdere tipicità, con un naso varietale e ben riconoscibile e una bocca fresca, sapida, dal frutto ben delineato. L’ Aglianico del Vulture La Firma 2006 è invece il vino simbolo aziendale (non il vino più ambizioso, quello è Il Sigillo) e anche quello che ci piace di più: buon melange tra tipicità del frutto e contributo dell’affinamento in legno, beva rotonda senza però tradire la giusta spigolosità del vitigno.

Ancora tre Aglianico per concludere, sono quelli dell’Azienda Carbone di Melfi, che ha le sue vigne sul versante opposto del Vulture rispetto al Notaio. Il Terra dei Fuochi 2007 è un vino fresco, dal naso sferzato di erbe aromatiche e fiori, dalla bocca acida solo leggermente segnata da un contributo vaniglioso che strizza l’occhio a un consumo più facile. Il 400 Some 2006 esagera questo tentativo di dare piacevolezza a un vitigno di per sé serioso, col risultato di arrivare a un contrasto troppo marcato tra la struttura donata dall’uva e i sentori terziari dell’affinamento in legno. Un equilibrio che se qui manca viene ritrovato completamente nello Stupor Mundi 2005, dal colore rubino marcato, dai profumi di liquirizia, rosa appassita, macchia mediterranea, dalla bella e potente beva.

Immagini tratte da: http://www.vinix.it/myPhoto_albumDetail.php?ID=1039, http://www.vinix.it/myPhoto_albumDetail.php?ID=1911, http://www.vinix.it/myPhoto_albumDetail.php?ID=1909,

Luca Bonci

2 COMMENTS

  1. Grazie Luca per il bel report che sono felice si sia sovrapposto al decennale di AB. Siamo partiti quasi insieme ed è bello sapere di avere “a fianco” amici con i quali si condividono gioie e dolori del web da così tanti anni. Un caloroso e affettuoso saluto a tutti gli amici della redazione di AcquaBuona.

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