Cucine e panorami da scoprire. La Tenuta i due laghi di Rivodutri (RI)

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Non si scopre nulla constatando che il nostro paese è stracolmo di luoghi incantevoli. Solo che alcuni sono noti, notissimi, entrano nel mito, diventano tormentoni, status symbol, griffe, servono da etichette per vecchi o nuovi ricchi, per intellettuali più o meno radical-chic. Altri non sfondano, nel senso che non riescono ad entrare in questo magico circuito, e rimangono per pochi; posti incontaminati, ma anche in qualche modo depressi, forse perché penalizzati dalla storia che ha ristretto gli orizzonti dei suoi abitanti, che vivono non solo nella convinzione della inutilità di qualsiasi tipo di autopromozione, ma, a monte, anche nello scetticismo sugli effetti positivi del bello e del buono.

Questo viene in mente percorrendo una delle strade che uniscono Lazio ed Umbria collegando Rieti a Terni, quella SS79 che ad un certo punto costeggia il lago di Piediluco. Quella che fu una palude bonificata dai romani oggi è una fertile pianura mossa da verdi colline e dipinta di incantevoli colori, arricchita poi dai begli scorci della riserva dei laghi Lungo e Ripasottile, e come se non bastasse impreziosita dal fascino dell’antico grazie ad una villa romana in fase di scavo, la villa d’Assio.

Qui, superato da poco il bivio a destra per Poggio Bustone (borgo natìo di Lucio Battisti) e piegando a sinistra, si arriva nel luogo dove la famiglia Tosoni aveva la sua casa di campagna, che domina dall’alto proprio quel panorama ed offre una bellissima vista sui due laghi, da cui il nome della tenuta. Una casa di campagna progressivamente trasformata in struttura ricettiva ora saldamente nelle mani di Marinella che ha puntato (oltre che su eventi e cerimonie per “tirare avanti”) su una ristorazione “non banale” accompagnata dalla produzione di ortaggi, cereali e legumi da agricoltura biologica. Parliamo pure di agriturismo, anche se la bellezza delle camere rende forse impropria questa definizione, e poi c’è questa insana voglia di non accontentarsi di una cucina passabile, che accompagni senza disturbare la bellezza del contesto.

Basta poco allora, basta avere a disposizione uno chef (chiamiamolo pure cuoco) che non sia una star ma che ci sappia fare, abbia naso e palato, una giusta quantità di idee e personalità e che abbia magari avuto qualche bravo maestro ed occasioni per allargarsi la mente. È qui che entra in scena Andrea Giansiracusa: esperienze alla Città del Gusto del Gambero Rosso nelle mise en place nei grandi show per il Channel, amico e seguace di quell’Enrico Pezzotti già chef de La Trota di Rivodutri, stella Michelin a due passi da qui. Il risultato? Sapori che risultano sempre convincenti, per una sorta di coerenza interna che poi alla fine dei conti non è altro che “la mano”.

E allora non si può evitare di partire dalle “fregnacce alla reatina” (altrove chiamate “alla sabinese”) che sono una concessione alla tradizione locale. La pasta, piatta di forma irregolare, è fatta in casa (come tutte, in cucina c’è anche una piccola trafila); il carattere irruento della salsa (olive, funghi, peperoncino) viene stemperato dalla scelta di usare una conserva (casalinga) anzichè pomodoro fresco. Passando ad un altro registro dai toni più delicati, ecco i gustosi gnocchetti di patate alle erbe (della tenuta) accompagnati da una crema di robiola di produzione locale.

Sembra facile (ma non lo è) sfuggire alle ripetitività delle grigliate miste che, spesso non senza soddisfazione per la qualità della materia prima a parte, seguono quasi invariabilmente da queste parti la soddisfazione di un buon primo casareccio. Ma qui, come detto, c’è una marcia in più, una visuale diversa: ecco dunque la perfetta centratura di sapore e consistenza della polpa di agnello cucinata a bassa temperatura. Non può che colpire meno, è inevitabile, un altro must da territorio lacustre, il filetto di trota alle verdure.

I dessert sono quelli classici ma hanno però sempre qualcosa di intrigante, come il profumo di menta nel sorbetto alla fragola, il rosmarino e cardamomo nella crème brulée; ma è soprattutto il sontuoso semifreddo al croccantino a stupire, abbinato seguendo l’estro del giorno da una golosa composta di visciole raccolte dall’albero là fuori.

La scelta dei vini è discreta, con particolare attenzione alla produzione centro-meridionale. Per un menu completo (bevande escluse) si spendono sui 35 euro.

Tenuta I Due Laghi
Località Campigliano, 29
02010 Rivodutri (RI)
Tel. 0746.685206 – 347.7705131
www.tenutaiduelaghi.it

Riccardo Farchioni

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