Acqua sulla Luna, ma…

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Una sonda spaziale americana ha provato in modo indiscutibile la presenza di ghiaccio d’acqua sulla Luna. Trasportata probabilmente in tempi remoti dalle comete che si sono schiantate sulla sua superficie e preservata nel buio e nel freddo di crateri mai visitati dalla luce solare, può fornire la scintilla definitiva per la colonizzazione del nostro satellite. Ma sono state solo queste le motivazioni della straordinaria missione…?

Anche se la televisione ne ha parlato poco (aveva notizie ben più importanti da dare in questo momento in cui la politica sta toccando vertici etici altissimi), una sonda della NASA, la LCROSS, si è schiantata sul nostro satellite non perché aveva una particolare antipatia per la Luna, ma solo per verificare se su di essa esisteva ghiaccio d’acqua. Forse i mass media non hanno voluto mostrarci questo scempio antiecologista e hanno preferito sfiorare appena l’argomento. D’altra parte sappiamo benissimo quanto la TV sia sempre molto attenta a non proporre situazioni violente, cattive ed angoscianti. Pensate allo shock che avrebbero avuto i più giovani a vedere un impatto sull’amato satellite. Per riprendersi avrebbero subito dovuto fare una pesante cura a base di Grandi Fratelli, Isole dei Famosi, Misteri, talk-show politici e via dicendo.

Non vorrei essere quindi io a rimettere il dito sulla piaga, dopo che le emittenti italiane sono riuscite così bene a non impressionare la loro ingenua e sensibile platea. Però l’amore che ho per il nettare di Bacco, mi ha costretto, dopo varie notte insonni, a non potere più tacere su una eccezionale scoperta che non dovevo e non potevo tenere solo per me e per pochi altri colleghi. Non mi sarei mai perdonato di escludere i grandi appassionati, i degustatori, i giornalisti da quello che poteva rappresentare una vera rivoluzione nel mondo del vino ed una salvezza definitiva per tutti coloro che vogliono gustare in tranquillità e senza paura una quantità anche “peccaminosa” del fantastico figlio dell’uva. Forse subirò minacce e rappresaglie dalla NASA, ma il vino vale bene qualche rischio ed io non ne ho timore.

Riprendiamo allora con mente critica le modalità ed i risultati della missione LCROSS. Essa avrebbe dovuto far schiantare una sonda all’interno di un cratere lunare, dove la luce del Sole non è mai riuscita a giungere. Un piccolo territorio, sempre in ombra e nel freddo più intenso, che avrebbe potuto conservare per miliardi di anni qualsiasi cosa gli avesse regalato lo spazio interplanetario. Probabilmente in quell’anfratto nascosto e gelido si sarebbe trovato il ghiaccio residuo di una o più comete cadute in tempi antichissimi. Acqua allo stato solido preservata quasi intatta.

Il terribile urto avrebbe disintegrato e vaporizzato il ghiaccio, alzando verso l’alto una nube che gli “occhi” super tecnologici di un’altra navicella posta a distanza di sicurezza avrebbero analizzato, rivelando senz’alcun dubbio se vi era o non vi era acqua al suo interno. Così è stato fatto con risultati estremamente positivi. Oggi si può dire senza incertezza che sul nostro pallido satellite è possibile recuperare acqua ancora più pura di quella che sgorga dalle tante sorgenti delle Alpi. Acqua molto antica, ma fondamentale per la futura colonizzazione della Luna. Anche per i non addetti ai lavori, risulta chiaro che questa notizia aprirà la strada ad una rapida corsa verso la nostra sorella minore. Si potranno costruire basi operative, sistemare potentissimi strumenti di osservazione, edificare piccoli centri abitativi, fino ad arrivare ad uno sfruttamento turistico del satellite. Già sono pronti i progetti per la costruzione di alberghi, residence, villaggi di vacanze, ecc., ecc. Pochi decenni, o forse meno, e la Luna potrà essere raggiunta in pochi giorni da chiunque abbia un po’ di soldi per pagarsi il biglietto ed il soggiorno. Siamo sicuri che, malgrado la momentanea crisi, i turisti si conteranno a migliaia e migliaia. Tutti potranno vivere anche a lungo sulla Luna, avendo a disposizione la base della nostra sopravvivenza: l’acqua!

Fino a qui la parte “ufficiale” della missione, quella divulgata al pubblico, anche se con poco clamore da parte dei nostri attenti governanti e divulgatori. L’immagine della nube sollevata dall’urto si vede chiaramente in Fig. 1, mentre la prova fondamentale della riuscita della missione può essere sintetizzata nella Fig. 2, dove si confrontano le caratteristiche del vapore sollevato dall’impatto della sonda e quello relativo all’acqua. L’acqua vi è certamente, come dimostra l’accordo perfetto nelle zone dello “spettro” tipiche del fondamentale liquido. Ricordiamo che uno “spettro” descrive la variazione della radiazione elettromagnetica a varie lunghezze d’onda e che ogni composto chimico ha un suo ben determinato andamento. Tuttavia, risulta chiaro dalla Fig. 2 che NON vi è solo acqua. Infatti in alcune zone l’accordo tra il suo spettro e quello osservato dalla sonda non è assolutamente accettabile. La NASA, nella versione ufficiale, se l’è cavata con poche parole: “ciò è dovuto alla presenza di altri composti non ancora identificati. Ulteriori studi sono in atto e saranno necessarie altre missioni”. In fondo l’importante era aver trovato l’indispensabile acqua, il vero motore per la conquista “in grande” della Luna. Il resto ben poco importava ai futuri turisti…

Come ben sapete, però, io sono molto curioso oltre che essere un vecchio astrofisico. Ho cercato quindi di svolgere indagini più accurate sfruttando le mie conoscenze specifiche. Senza però tralasciare quel po’ di esperienza sul vino che ho immagazzinato in questi anni. Non c’è voluto molto a scoprire cosa si nascondeva dietro a quelle ambigue e vaghe conclusioni della NASA. E ho anche perfettamente capito e condiviso le motivazioni del riserbo. Accidenti, bisognava davvero andare con i piedi di piombo in questa pericolosa impresa! Ho riflettuto a lungo, ma alla fine non ho più potuto tacere e ho DOVUTO rendervi partecipi di quanto scoperto. Vi pregherei solo di NON divulgare quanto vi descriverò nelle prossime righe. Che resti fra di noi, per non correre il rischio che certe idee arrivino alle orecchie dei legislatori e che questi passino immediatamente all’azione. Dobbiamo sconfiggerli sul tempo!

Veniamo quindi al punto. Noi in Italia ci sentiamo duramente colpiti dalle leggi proibizionistiche e punitive relative all’assunzione dell’alcol e ovviamente anche del vino. La quantità ammessa è veramente irrisoria e non discrimina certo chi è veramente in grado di guidare sobriamente e chi invece rappresenta un pericolo ambulante. Tuttavia, ciò è niente rispetto a quanto sta capitando negli Stati Uniti! Non solo il vino è visto come un peccato mortale, il diavolo trasformatosi in liquido bianco, rosso o rosato, ma ormai si cerca di vietarne anche la semplice visione ai minori. Cosa c’è di più terribile per un innocente bambino (magari già in possesso di un luccicante fucile mitragliatore regalatogli per Natale e perfettamente funzionante oltre che carico) di vedere il padre o -peggio- entrambi i genitori deglutire la maledetta bevanda? I giovani rampolli dovrebbero crescere senza assolutamente sapere che esiste quella diabolica invenzione della natura e dell’uomo. Forse così si potranno anche ridurre dell’1% i massacri nelle scuole fatte a suon di fucilate ed in balia di qualche pasticca lievemente pericolosa, giudicata solo una triste malattia da curare con affetto e comprensione.

Le campagne contro il malefico vino si susseguono a ritmo crescente, minando alla base anche le più importanti e famose aziende che lo producono. Ed allora queste sono passate all’azione, riuscendo a coinvolgere segretamente alcuni membri delle alte sfere della NASA, notoriamente grandi amanti dei migliori vini in commercio. Un progetto ambizioso e complesso, che vedrà la sua riuscita solo tra parecchi anni, ma che se condotto sapientemente, potrà essere la salvezza dei veri amanti del sublime nettare. Si dovrà giocare d’anticipo e con il fondamentale supporto di principi del Foro in grado di bloccare sul nascere cambiamenti anomali delle leggi che regolano lo spazio interplanetario.

La mia analisi personale ha confermato in pieno questa azzardata, ma logicissima ipotesi. Essa mi ha mostrato, senza ombra di dubbio, che la nuova e prestigiosa missione è già iniziata e con insperato successo. Ricordate la Fig. 2 e le discrepanze tra quanto osservato realmente nello “sbuffo” lunare e la semplice acqua? Ebbene, date un’occhiata alla Fig. 3. Adesso l’accordo è veramente perfetto in ogni sua parte. Come ho fatto ad ottenere questo risultato? Facilissimo. Ho simulato la presenza di altri composti che tutti noi ben conoscono: polifenoli, antocianine, tannini, ecc. In particolare, nella Fig. 3 ho inserito oltre all’acqua un certo quantitativo di “zinfandel”, vino tipico della California.

Non vi è quasi più bisogno di proseguire…, tanto è ovvia la conclusione e lo scopo dell’accordo tra aziende vinicole americane e NASA. Il ruolo della navetta che si è schiantata sul cratere lunare aveva chiaramente un doppio scopo: vaporizzare l’acqua cometaria e rivelare la sua presenza per dare vigore al futuro turistico del nostro satellite, ma, anche e soprattutto, trasportare “in loco” una quantità non trascurabile di vino! Ci aspettiamo decine e decine di future missioni spaziali, ufficialmente dedicate all’analisi della purezza ed della quantità dell’acqua lunare, ma segretamente destinate a depositare il vino terrestre sulla Luna. Data la differente temperatura di congelamento tra i due liquidi, essenziali per l’essere umano, non esisterà alcun rischio di avere un prodotto “annacquato”. Statene certi!

Quando l’uomo potrà trascorrere le sue vacanze sulla Luna, alloggiando nei numerosissimi alberghi che in breve sorgeranno, non avrà alcun bisogno di portare con sé il malvagio nettare di Bacco, probabilmente già reso completamente fuorilegge tra pochi anni. No, cari amici, lo troverà già sul posto e non avrà alcun problema a berne come e quanto vorrà: la Luna ne avrà ormai una riserva praticamente illimitata e non ci saranno leggi proibizionistiche a vietarne l’assunzione. Oltretutto nessuno penserà mai di guidare sullo scosceso ed impervio terreno lunare. Che serate, ragazzi! E che bevute!

Per concludere, invito caldamente tutti i produttori italiani a cercare di partecipare al progetto d’oltreoceano. Sono sicuro che la NASA sarà più che lieta di portare il sommo nebbiolo, lo stupendo sangiovese, il ruspante aglianico e l’infinita varietà di vini bianchi e rossi del nostro splendido Paese sulle desolate lande lunari.

Mi raccomando però: acqua in bocca e vino sulla Luna!!

Vincenzo Zappalà

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