Due letture: I giorni del vino di Paolo Massobrio e le “memorie” di Maddalena Mazzeschi

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Una delle prerogative che si attribuiscono al vino è quella di avere una particolare “capacità di racconto”, espressione coniata ed amata da Veronelli che nella Premessa del suo “Il Vino Giusto” (Rizzoli) scriveva: “Ogni vino bevuto ha il suo racconto. Mio proposito: renderne facile la comprensione a te, lettore, che ami il vino”.

Gli agganci del vino con le persone,  i territori, le tradizoni anche ancestrali sono innumerevoli ed intrecciati: se ce ne fosse bisogno, questo libro di Paolo Massobrio ne è una ennesima dimostrazione, resa plastica grazie alla scansione per giorni: ogni giorno grazie al vino si può raccontare la storia di una persona o di una famiglia, di una parte d’italia, e magari fare qualche riflessione in più, qualche digressione, partendo dall’inizio di ogni mese con la descrizione dei lavori da fare in vigna.

Tanti i vini di cui si parla, di solito descritti alla fine del racconto con affetto e con linguaggio privo di gergalità: dalla Valtellina al Vulture, dai Colli Euganei al Lazio, ampi scorci dedicati alle zone più note e vocate, ma anche un occhio di riguardo per le realtà piccole e sconosciute, per i micro territori, con alla testa di una ideale graduatoria la “natìa” Barbera “che mi scorre nelle vene”. A margine, uomini e donne, spunti di riflessione, piccole lezioni di degustazione e qualche polemica, come la anticonformista difesa di Del Noce che durante un capodanno televisivo brindò clamorosamente con Dom Perignon (chissà cosa ne pensa il ministro Zaia) e una tirata d’orecchie ai produttori inerti verso le leggi repressive contro l’alcol che rischiano di uccidere un intero settore economico.

Paolo Massobrio è uno dei più noti giornalisti enogastronomici, collaboratore storico de La Stampa, volto televisivo per la Melaverde di Rete4 (interessante il suo racconto di come dovette rivedere profondamente il suo linguaggio pena un crollo degli ascolti), selezionatore di luoghi e di cose buone raccolti ogni anno ne “Il Golosario”. E anche questo libro è un interessante fonte di consigli per osterie e botteghe i cui indirizzi sono meritoriamente raccolti alla fine.

Paolo Massobrio
I giorni del vino. 365 assaggi meditati e raccontati
Einaudi, 458 pp., 17.50 euro

Maddalena Mazzeschi è una di quelle persone che si sforzano di far arrivare il messaggio del vino di qualità a chi può diffonderlo, e lo fa organizzando instancabilmente pranzi, cene, eventi, visite in cantina degustazioni… Insomma, è una “PR”. Oggi ce ne sono tante, ma quando ha iniziato lei il mestiere era tutto da inventare, e per questa vulcanica ragazza che proveniva da un piccolo borgo sul lago Trasimeno, l’inizio non fu facile. Brillantissima a scuola, scelse di non laurearsi ma di iniziare subito con “il mestiere”. Le prime esperienze, presso il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, furono inizialmente segnate da qualche gaffe spiritosamente raccontata ma misero in luce come delle doti indispensabili per “comunicare”, ossia simpatia, capacità di convincimento, e soprattutto tanta energia, l’autrice fosse abbondamente provvista.

Ecco quindi il grande salto verso la libera professione, tutta da inventare, ad iniziare dall’affitto di un ufficio, alla scelta delle collaboratrici, al cercare i modi di instaurare quel rapporto di fiducia indispensabile per chi conduce questa attività. E qui l’autrice diventa, per una volta, improvvisamente seria allo scopo di avvertire le tante laureate in Scienze della Comunicazione di non farsi illusioni sugli automatici vantaggi di un titolo accademico.

Per il resto, tanti divertenti racconti ed episodi: dai viaggi nelle “mecche enologiche” europee, alla paziente sopportazione di inevitabili maschilismi nei confronti di una donna che pretende di intendersi di tannini ed antociani, fino al disvelamento, sempre condito da sana ironia, delle parti più riservate della propria vita, come la scelta di “consacrarsi”, ossia di “sposare” uno in alto, molto in alto… tanto da far desistere ogni possibile pretendente “terreno”.

Un libro che è un’altra testimonianza sulla ricchezza del mondo del vino, stavolta osservato da una angolatura e con una luce tutte particolari.

Maddalena Mazzeschi
… e se Noè non avesse piantato la vigna come mi sarei guadagnata il pane?
Protagon Editori, 98 pp., 10 euro

Riccardo Farchioni

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