Il Consorzio del Custoza al Weekend delle Degustazioni: una piacevole sorpresa

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MILANO – Giovedì 19 novembre, nell’ambito del più vasto Weekend delle degustazioni di Milano (ormai classica tre giorni di assaggi all’Hotel Marriot, quest’anno svoltasi dal 19 al 21 novembre) il Consorzio di tutela del Bianco di Custoza ha realizzato una presentazione dei suoi vini, utile per far conoscere meglio un prodotto che rischia di essere messo in ombra dalle grandi denominazioni sue “vicine di casa” (Garda, e soprattutto Valpolicella e Soave), ma che ha in sé caratteristiche talmente peculiari da meritare maggiore interesse a livello nazionale. Se si dovesse condensare in una sola parola il “perché” del Custoza nel panorama viticolo italiano, questa parola non potrebbe che essere: sapidità. Al di là di tutti gli stili, le differenze di lavorazione, le tipologie di vinificazione, tutti i bianchi di Custoza esprimono una sapidità a dir poco stupefacente, e quindi freschezza, piacevolezza di beva, e grandi possibilità di abbinamento in cucina. Ma prima di parlare per esteso delle note di degustazione, meglio contestualizzare meglio il Custoza.

Il territorio
Il consorzio del bianco di Custoza si sviluppa sulle colline moreniche a sud-est del lago di Garda. L’enorme ghiacciaio che in tempi remoti ha formato il lago, ritirandosi ha lasciato un terreno dalle morbide ondulazioni, frutto dei residui rocciosi portati a valle nei millenni. Il territorio dove si sviluppa il consorzio segue la sponda veronese del fiume Mincio, dal suo inizio a Peschiera del Garda, per piegare a est verso Custoza e Villafranca di Verona e infine a nord, verso Sommacampagna e Palazzolo. In tutto 9 comuni, per 6000 ettari vitati di cui 1250 ettari destinati al Bianco di Custoza DOC. Le aziende che lo producono sono 65. I colli morenici e la loro composizione sono l’elemento che, insieme all’influsso del lago, ha formato il carattere di questo vino, fresco ed estremamente sapido.

I vitigni
Secondo il disciplinare, i vitigni ammessi sono: garganega, dal 20 al 40 % trebbiano toscano 20-45% friulano (tocai friulano) 5-30 % cortese, malvasia, riesling italico, pinot bianco, chardonnay e Manzoni bianco 20-30% Le rese ammesse sono 150 quintali per la DOC, e 120 per il Superiore.

Le tipologie
Il Custoza può esser fatto in quattro tipologie differenti: Custoza, Custoza Superiore, Spumante e Passito. Per le prime due tipologie, cambia la resa in vigna, il tempo di affinamento (naturalmente minore resa e maggiore tempo di affinamento per il Superiore, ma identiche tipologie di uve ammesse). Per lo Spumante, il metodo utilizzato è quello charmat, mentre per il Passito l’appassimento delle uve viene fatto in cassette dalla vendemmia fino all’incirca a febbraio. Dopo vari decenni in cui è stato considerato un bianco “minore” o “base”(con metafora non troppo riuscita veniva chiamato “il vino delle dame”), probabilmente schiacciato dalla fama del Soave, più potente e longevo, è arrivato il momento in cui si guarda a questo vino con un occhio più attento alla sua capacità di abbinamento gastronomico, e alla sua freschezza data dalla naturale sapidità.

Ecco dunque le note di degustazione di alcuni dei vini presentati dal Consorzio nella serata del Weekend delle degustazioni.

Azienda Agricola Cavalchina

Custoza 2008 (12,5%)
Da vitigni cortese (detto anche fernanda) 30%, Trebbiano 30%, Garganega 30%, Trebbianello 10%. Giallo paglierino, dal naso floreale maturo, dotato di spiccata aromaticità. In bocca è piacevolmente fruttato, con rimandi alla pesca e al melone. Piacevole e di buon corpo.

Monte del Fra’

Custoza 2008 (12,5%) 50% garganega, 10% trebbiano toscano, 10% tocai, 15% cortese (fernanda), 15% tra chardonnay, riesling e sauvignon.
Giallo paglierino, naso raffinato, ingresso in bocca che impressiona per freschezza: acidità, sapidità e frutto esplosivo. Gran persistenza, che viene tenuta viva su anche grazie alle sensazioni “saline” fuori dal comune, per un vino che in cantina costa circa 6-7 euro.

Villa Medici

Custoza 2008
Giallo paglierino dai riflessi verdolini, naso discreto e leggermente aromatico. In bocca appare dotato di suadente morbidezza, corpo e buona sapidità.
Custoza Superiore 2007 (13,5%)
Giallo paglierino pieno, al naso schiude sensazioni di morbidezza, è quasi “ovattato”, e richiama per certi aspetti ricordi di zucchero filato. Bocca dall’ingresso ampio e piacevole, con sensazioni retronasali di pesca bianca. Il finale è lungo e salato, e fa saltare alla mente l’abbinamento con i calamari alla griglia. Bel vino.
Custoza Passito La valle del Re 2005 (13%)
Da vitigni trebbiano (30%), garganega (30%), cortese (30%), tocai friulano (10%). Giallo dorato brillante e pieno per questo passito intrigante e dal prezzo abbordabile (in cantina, la bottiglia da 50 cl costa 8 euro). Naso di frutta gialla matura, ingresso in bocca dolce e ricco; poi entra in gioco l'”overdrive”, ovvero la grandissima nota sapida che lo ribilancia e lo rende lungo e appagante, mai stucchevole. Davvero ottimo.

Azienda Agricola Gorgo

Custoza Ca’ Nova 2007 (13%)
Alla vista questo custoza vinificato in barrique è giallo paglierino con riflessi dorati, mentre propone un naso maturo di frutta gialla e leggera vaniglia. Il fruttato viene confermato all’ingresso in bocca, dove rispetto alle sensazioni nasali le sensazioni si evolvono maggiormente sul versante tropicale. Il tutto rinfrescato e mantenuto lungo al palato grazie alla spiccata sapidità. Finale giocato tra la morbidezza e sensazioni agrumate.

Corte Gardoni

Custoza 2008 (12,5%)
Alla vista è di un giallo paglierino brillante, il naso presenta una piacevole compresenza di sensazioni fruttate e floreali. Entra potente in bocca grazie, anche in questo caso, a una sapidità veramente fuori dal comune. Leggero, non stanca la beva ma si tiene bilanciato egregiamente tra frutto e sapidità.
Bardolino Le Fontane 2008 (12%)
Grazie alla presenza del competentissimo Mattia Piccoli approfittiamo per assaggiare anche altri due vini (rossi) presentati dall’azienda. Il primo, il Bardolino Le Fontane, è prodotto con uve corvina (65%), rondinella (20%) e un saldo di vecchi ceppi presenti in azienda. Porpora brillante, presenta un naso entusiasmante per gli espliciti sentori pepati, in bocca mantiene le promesse presentandosi pimpante e freschissimo, con (anche qui) gran sapidità che ne rilancia la piacevolezza.
IGT Rosso di Corte 2006 (13,5%)
Il terzo vino è un taglio cabernet-merlot, con passaggio di un anno in barrique. Splendido l’esito del taglio bordolese su questi terreni morenici; il vino si presenta rubino intenso, piacevole in bocca perché assolutamente non pesante; qua infatti non occorre cercare l’estrazione dai vini, ma lasciare la parola ad acidità e sapidità. Un vino che senza dubbio cerca l’abbinamento al cibo. Al momento è forse ancora un po’ giovane ma promette sviluppi eccellenti.

Cantina di Custoza

Custoza Spumante Extra Dry Cuvée Radetzky 2008 (12%)
Il nome è ispirato agli echi storici della Battaglia di Custoza, che il 25 luglio 1848 videro nel maresciallo Radetzky l’artefice di una sonante vittoria degli austriaci ai danni del regno piemontese. A parte gli spunti risorgimentali, questo spumante metodo charmat è in grado di farsi notare per una serie di eccellenti caratteristiche: naso elegante, fruttato, fragrante, la spuma è cremosa e piacevole, in bocca si apre con rimandi di pesca, ma contemporaneamente affiora la grande sapidità, che ne allunga notevolmente la persistenza in bocca. Nel finale compare una vena leggermente amarognola che lo rende dissetante e piacevole.
Custoza Le Noci 2008 (13%)
La selezione Le Noci viene affinato in botti di legno da 70 ettolitri. Il suo colore è paglierino con riflessi color malva, il naso è discreto e si apre su sensazioni di pompelmo. In bocca è fresco, sapido, e la sua piacevolezza viene dalla discrezione con cui sa calibrare le sensazioni che regala.
Custoza Passito Santalùssia 2005 (14%)
Da uve garganega, chardonnay, trebbiano e riesling, che vengono vendemmiate e poi messe ad appassire in cassette fino a febbraio. La fermentazione avviene in acciaio, poi segue un affinamento in barrique per 14 mesi. Giallo dorato carico con sfumature verso l’arancio, e naso di arancio candito. Amplissimo all’impatto in bocca, con la sapidità molto marcata e una nota di fumé e di tabacco. Splendido.

En passant…

La serata, essendo inserita nel Weekend delle Degustazioni, dava l’occasione di molteplici altri assaggi vinicoli. Mi limito a segnalare alcuni produttori i cui vini mi hanno particolarmente colpito.

Colle di Bugano
Colli Berici Rosso del Brolo
Dalla zona dei Colli Berici (provincia di Vicenza) Simone Fanton mi ha regalato una splendida chiacchierata sulla terra e sul vino, e questo ottimo Rosso del Brolo: da uve tocai rosso (versione locale della grenache, anzi garnacha portata sui colli berici da monaci provenienti da Avignone in epoca medievale), si presenta rubino scarico, con un naso “nordico” che ricorda la Schiava (vinoso, fresco, pepato). Molto piacevole e discreto in bocca è pieno, scorrevole e al tempo stesso “pensoso”. È un miracolo di equilibri e di mano leggera da parte di chi lo ha fatto.

Sasso di Sole
Da Torrenieri, nel comune di Montalcino, proviene questa azienda diretta da Roberto Terzuoli. In degustazione c’era l’Orcia Rosso 2008 (sangiovese 100% affinato in botti da 35 ettolitri, ancora un po’ giovane), il Rosso di Montalcino 2008 (da vigne piantate nel 1997, si presenta rubino di medio corpo, con un naso tra vanigliato e pepato, in bocca è piccante, sapido, dal buon finale, ma ancora un po’ ruggente nei tannini) e l’ottimo
Brunello di Montalcino 2004 (14%)
Annata potente, per cui in azienda è stata decisa la messa in vendita posticipata, si presenta rubino trasparente con un naso “sereno”, non forzato, classico di un vino maturo. L’ingresso in bocca è morbido, tutto giocato sulla discrezione. Il lungo sviluppo in bocca porta la progressione a amplificare la sensazione di calore, quindi si fa vivo il tannino, con note piccanti, che danno ancora sensazioni di giovinezza. Il vino passa tre anni in botte da 35 ettolitri prima di essere imbottigliato.

Les Granges
L’incontro con questo piccolo produttore della Val d’Aosta è senza dubbio interessante per la varietà dei vini presentati e per il loro carattere “altro” favorito dal particolare clima della valle. Tra gli altri, da segnalare il Nus Malvoisie 2008 (da uve pinot grigio, chiamato localmente Nus Malvoisie), molto aromatico, fruttato e dalla spiccata acidità; il Cornalin 2008, da uva 100% cornalin, scorrevole, caldo e piacevolmente erbaceo, il Fumin 2007 (molto interessante, forse ancora un po’ giovane) e il
Nus 2008 (13,5%)
da uve vien de nus (65%) e petit rouge (35%), si presenta rosso porpora brillante con unghia violacea, un naso “nero” di mora di rovo matura e grafite. In bocca appare molto aromatico, forse leggermente in tono inferiore rispetto alle premesse olfattive, ma sicuramente piacevole e inconsueto.

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.