Luigi Oddero e la sua “specola” celeste

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A circa un mese dalla scomparsa, vorrei dare il mio piccolo contributo alla straordinaria figura di Luigi Oddero, uno dei più grandi “signori” di Langa. La mia conoscenza diretta è durata veramente un soffio, ma è stata sufficiente per capire la grandezza dell’uomo prima ancora che del vignaiolo. E allora permettetemi questo breve ricordo personale, che dedico dal profondo del cuore alla sua famiglia e ai suoi collaboratori.

Dapprima ho conosciuto il nome, poi i vini, tramite quella bellissima manifestazione che si tiene alla Cantina Comunale di La Morra ogni fine settimana di ottobre. Il Barolo Vigna Rionda 2001, in particolare, era stato una folgorazione. Straordinario e complesso è dir poco. Forse non avevo mai provato una tale emozione davanti a un vino e il giovane e simpaticissimo Gregori (Gregorio per tutti) l’aveva capito e mi aveva versato più volte quella meraviglia liquida, con un sorriso dolce e compiacente.

Avevamo fatto “amicizia” e mi fermavo sempre più a lungo a parlare con lui. Dal lei al tu si era passati in un attimo. Altri anni, altre degustazioni e l’amicizia metteva radici più profonde. Mi mancava l’ultimo passo: andare in cantina. Pensavo che i prezzi fossero troppo alti per me e mi dispiaceva un po’ disturbare per niente, ma la simpatia e il sorriso sempre più aperto di Gregorio mi diedero la spinta finale. E così conobbi anche Luigi.

Bastarono pochi minuti per capire tante cose, soprattutto la grandezza dei vini e l’attaccamento sincero e tenace di Gregorio all’azienda. Mi sembrò di essere tornato indietro nel tempo e molto avanti nella storia dell’intelligenza, del rispetto e dell’eleganza morale. Luigi era un signore senza tempo, di quelli che dovrebbero sempre arricchire con la loro presenza un mondo sempre più povero dei valori della mente e dell’anima. Non parlammo di vini, ma del mio lavoro di astronomo e dell’asteroide che avevo stimolato a dedicare a Barolo qualche anno prima. I suoi occhi esprimevano comprensione, orgoglio e riconoscenza. Si parlava più con la mente e la stima reciproca che con la bocca. E Gregorio era contento. Ci guardava con il suo sorriso appena accennato, ma profondo. E si vedeva che era felice della comprensione che era nata tra noi. Forse le sue origini polacche, le stesse del sommo Copernico, gli facevano comprendere i risvolti più sottili del colloquio. La storia non è acqua e la cultura non si cancella.

Alla fine un accenno anche ai vini, superlativi ed emozionanti, soprattutto a quel favoloso e mai dimenticato Vigna Rionda. Luigi si ferma un attimo, mi guarda quasi meravigliato e mi chiede semplicemente: “Ma ti è piaciuto davvero così tanto?” Non posso che dire di sì. Non riesco, però, a continuare nella descrizione delle emozioni che mi aveva trasmesso. Luigi si è alzato e torna con una bottiglia di “quel” vino e me la offre. Solitamente non accetto regali e visito solo le cantine dove posso permettermi di comprare qualcosa. E in realtà avevo già acquistato tre bottiglie del loro “base”, sicuramente non un vino di serie B, anzi! Ma l’offerta era talmente spontanea, naturale e sincera che dovevo e volevo accettarla. Sembrava più contento lui di avermela donata che io di averla ricevuta. Un abbraccio sincero che non ero riuscito a trattenere. Una vibrazione profonda che ricordo ancora benissimo. Un solo pensiero: “Ma perché esistono così pochi signori come Luigi? Se ce ne fossero di più il mondo andrebbe sicuramente meglio!”.

Sono tornato altre volte da Gregorio, ma non sono più riuscito a incontrare Luigi. Non stava bene, doveva subire un’operazione. Capii che non era cosa da poco, da come gli occhi di Gregorio si socchiudevano e si rattristavano. Assaggiai altri vini fantastici e non ebbi problemi a comprarli e tenerli come piccoli grandi tesori. Parlai molto con Gregorio ancora di astronomia e mi raccontò della “specola”, ossia della torre-osservatorio nei pressi della casa aziendale, dalla quale il precedente proprietario Luigi Parà osservava il lavoro dei salariati. Mi disse che sarebbe nato un nuovo barolo col nome “specola”. Un vino doppiamente “astronomico”, che cominciò a stuzzicarmi. Si poteva organizzare insieme qualcosa di eno-scientifico per la sua uscita. Dovevamo parlarne con Luigi che ne sarebbe stato entusiasta.

Non ne ho avuto il tempo. Forse riprenderemo il discorso con la moglie e i figli. Al momento, comunque, Luigi ha già trovato una sua specola, un osservatorio privilegiato da cui guardare non certo i salariati, ma la sua famiglia, le sue vigne, il suo territorio, i suoi amici, il mondo intero. Sorge lassù tra le nuvole e, se ci sforziamo un poco, scorgeremo perfettamente la sua discrezione, la sua passione e la sua signorilità che ci osservano sorridendo.

Grazie Luigi! Sono sicuro che anche dalla tua specola “celeste” saprai continuare a dare un esempio fulgido di sensibilità e intelligenza. Ne abbiamo tutti un gran bisogno…

(le immagini sono tratte dal sito dell’azienda)

Vigneti Luigi Oddero e figli
F.ne Santa Maria, B.ta Bettolotti 95
12064 La Morra (CN)
Tel. 0173 500386
Email: odderoluigi@alice.it,
info@vignetiluigioddero.it
www.vignetiluigioddero.it

Vincenzo Zappalà

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