Golden Gavi. Dalla Terra al Bicchiere

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Il Gavi è un piccolo gioiello verde e oro incastonato magicamente in una delle zone maggiormente industrializzate e veloci del nostro paese al confine tra Liguria e Piemonte: pochi colli fiabeschi di boschi silenziosi e vigne, la lentezza di stradine strette e sinuose, castelli e chiese aggrappate al cielo, paesi veri e non quinte decorate per le foto cartolina dei turisti.

Il potente e misterioso Genius Loci del Gavi ha protetto questo prezioso fazzoletto di terra sana dagli attacchi del cemento e del finto progresso, manna negli anni ’80, dilemma dell’eco-sostenibilità oggi.

Ma il Gavi non è solo un luogo magicamente intonso, il Gavi è anche un vino e le sue vigne curatissime sono le uniche coltivazioni che interrompono la magica sequenza di boschi profondi e profumati. Ed è proprio l’intensa passione che la Bacca Cortese del Gavi ha stillato nelle più nobili famiglie dell’alta aristocrazia ligure di ieri, nella migliore borghesia di oggi e nelle famiglie contadine da sempre, che ha protetto nel corso dei secoli questo luogo privilegiato da ogni attacco svilente e da qualsiasi volgarità potesse contaminare la purezza della sua nobile vocazione a terra di lenta vacanza, profondo gusto e impeccabile cultura enoica: una naturale nobiltà ritrosa e orgogliosamente paga di se stessa, che forse ne ha penalizzato la conoscenza di massa anche da parte di chi vive a pochi km dal Gavi.

Il Gavi è ancora oggi per The Happy Few.

Autenticità, Onestà, Passione, Orgoglio e Dedizione sono dunque i valori attorno ai quali si ritrovano le dieci aziende vinicole, che oggi danno vita a questa iniziativa, un vero atto d’amore per la propria terra e per l’indomabile Genius Loci che la protegge, quello spiritello dorato che dorme nelle loro preziose vigne d’inverno e, dopo mille cure e infinito lavoro, torna ad indorare i loro bicchieri con il profumo garbato di un vino antico, che rifiuta i compromessi della moda, rimanendo ostinatamente fedele a se stesso e alla propria ineludibile vocazione di purezza e rispetto delle tradizioni.

Golden Gavi – Dalla Terra al Bicchiere è dunque prima di tutto un’iniziativa di informazione e divulgazione degli infiniti piaceri che questo piccolo fazzoletto di terra può offrire a chiunque ami la migliore enogastronomia e la nobile e lenta cultura del luogo.

Un invito cortese alla riscoperta del Gavi, delle sue migliori famiglie, della bellezza e sincerità delle sue tradizioni.

Un invito di qualità a villeggiare in Gavi per rivivere il garbo e la passione che si celano a due passi dall’autostrada, in quel Giardino Segreto che – le favole ci insegnano – sta sempre dietro casa, protetto da una siepe, da un colle o da una vigna, ma in realtà dalla nostra fretta e distrazione.

E chi verrà a visitare le cantine e le vigne di queste 10 aziende del Golden Gavi assaporerà il piacere di un vino, che è prima di tutto il sangue centenario di una solida cultura del gusto e della natura, in un ideale percorso d’arte e sapori antichi filtrato dalle esperienze personali di queste 10 famiglie che, nonostante le diversità, si sono unite in nome di un amore comune e disinteressato: il Gavi, uno stile di vita, prima ancora che esistesse un termine per definirlo.

Ma il Gavi è anche uno stile imprenditoriale che, in tempi non sospetti, ha sempre difeso la purezza della terra e delle sue ferree logiche da ogni ingerenza: oggi un punto di forza innegabile in un mondo sempre più ossessionato dalla compatibilità del nostro modello economico con principi eco-sostenibili.

Le Dieci Aziende del Golden Gavi – Dalla Terra al Bicchiere

Tutte le aziende seguono direttamente tutto il percorso produttivo del loro Gavi: dalla Terra al Bicchiere

Binè:

L’Azienda Binè nasce da un sogno giovane di amore antico: è impossibile non innamorarsi delle vigne vivendo tra le colline del Gavi ed è così che una giovane e brillante coppia ha deciso, insieme ai figli, di costruire questo vero e proprio giardino di vite nei 7 ettari che, magnificamente orientati, coronano una vecchia casa in terra, tradizionale costruzione della zona ormai molto difficile da trovare. Splendide rose, ottimo vino e un coreografico vigneto ad emiciclo teatrale disegnano il giardino di profumi e gusto firmato Binè. www.vigne-bine.com

La Bollina:

Arrivando in Gavi è quasi impossibile ignorare la Società Agricola La Bollina, parte integrante della tenuta estiva dei Marchesi Figari di Genova, poi dagli anni ’80 tenuta viticola dell’imprenditore Guido Berlucchi, oggi raffinato resort con campo da Golf circondato da un elegante parco immerso in splendide vigne. Ma la magnificenza dell’insieme rischia di risultare fuorviante, allontanando l’attenzione dal vero cuore pulsante dell’azienda: quelle meravigliose viti e l’ottimo vino che Ivano Rossi, direttore tecnico, da più di 30 anni segue con passione e dedizione infinita, rimanendo saldamente ancorato alla ‘sua’ terra anche attraverso tutti i passaggi di proprietà che l’hanno portata all’attuale veste. La Bollina è ancora oggi, prima di ogni altra cosa, un’azienda di qualità in vigna, in veste lussuosa sì, ma pur sempre di rigorosa cultura agraria.

www.aziendaagricolabollina.it

Castellari Bergaglio:

Castellari Bergaglio è innanzitutto un’azienda a rigorosa conduzione famigliare, costruita in quattro generazioni di lavoro da una famiglia completamente dedicata ai suoi 10 ettari di vigneti, con un approccio che bilancia in modo corretto il rispetto per le tradizioni e l’intelligenza dell’innovazione, che ovviamente parte dal rispetto della natura, fonte di vita per tutta la famiglia. Di qui l’autosufficienza nella produzione di energia elettrica grazie alla scelta del fotovoltaico, ma anche un occhio di grande gusto e freschezza nel design e nella comunicazione. Approccio che ha portato grandi soddisfazioni di critica togata alla produzione dell’Azienda: www.castellaribergaglio.it

La Chiara:

Azienda a rigorosa conduzione famigliare, affonda saldamente le sue radici nel più solido lavoro della terra: il nonno Ferdinando, fattore e cantiniere della storica azienda La Scolca negli anni ‘50, ha trasmesso l’amore per la vite al figlio ed al nipote, che, con pazienza e rigore, hanno costruito da 2 soli ettari una fiorente azienda di ben 25 ettari magnificamente adorni di vite e soprattutto saldamente inseriti nel circuito di veri appassionati di Gavi, che non rinunciano certo al piacere dell’acquisto direttamente in cantina.

www.lachiara.it

La Fontanassa:

La Fontanassa è prima di tutto una bellissima cascina, ex convento del XVII Secolo, circondata da un corpo unico di 27 ettari meravigliosamente alternati tra boschi e vigneti, con un allure fiabesco che aumenta all’incontro con la famiglia, di rigorosa storia contadina, che la abita ormai dal 1921. I Gemme, da generazioni legati alla terra, nel 1988 hanno dunque prodotto le loro prime 10.000 bottiglie con l’aiuto dell’enologo illuminato, ideatore del marchio “Vini d’Artigianato” Gaspare Buscemi. Una scelta perfettamente in linea con lo spirito libero e l’approccio ‘artistico’ dei fratelli Gemme.

www.fontanassa.com

Giustiniana – Antica Tenuta

Già al primo colpo d’occhio la Giustiniana rivela quanta nobiltà e storia enoica vi siano dietro la splendida villa seicentesca di elegante villeggiatura, che bene simboleggia la raffinata cultura di aristocratico svago che ha segnato la storia del Gavi nel corso dei secoli. La magnifica struttura neoclassica, costruita dai Marchesi Giustiniani di Genova in un luogo prezioso sin dal 900 d.C, è in realtà il cuore pulsante di una splendida azienda storica di ben 110 ettari, di cui 40 coltivati a vigneto altamente specializzato; oggi di proprietà della famiglia Lombardini, è soprattutto il luogo di lavoro e di vera vita di una piccola comunità di amanti di vino e tradizioni, creata con cura e infinito amore nel corso degli anni dal direttore Enrico Tomalino, un uomo in cui la passione per la Bacca Cortese del Gavi si intreccia indissolubilmente con il rispetto delle migliori tradizioni e la bellezza incontaminata del luogo.

www.lagiustiniana.it

Marchese Luca Spinola

I Marchesi Spinola di Luccoli sono stati per secoli i Signori del Gavi: loro i Castelli, le terre e le vigne. E nel cuore di questi vasti possedimenti hanno conservato, generazione dopo generazione, i preziosi ettari, anche oggi amorevolmente coltivati a vite e gestiti direttamente da uno dei discendenti del prestigioso marchesato: Andrea Spinola, che ha iniziato a credere con fiducia nel futuro del Gavi, un vino blasonato, sangue e corpo di un territorio in cui il nome degli Spinola è simbolo di storia e di tradizione.

www.marcheselucaspinola.it

La Mesma

La passione per la vite della famiglia Rosina è la dimostrazione più evidente che alla vocazione di un luogo, al suo Genius Loci, non puoi che cedere e le tre sorelle genovesi, che qui cercavano solo una bella casa di vacanza, hanno ceduto molto in fretta. Dall’acquisto dello splendido colle de La Mesma, magnifico dominio dell’Appennino Ligure, all’impianto, nel 2001, delle prime vigne di Gavi è trascorso un soffio, un alito di aromi dorati che però ha rivoluzionato le loro vite, trasformandole da cittadine di consolidata professione borghese ad attivissime viticoltrici, oggi proprietarie instancabili anche dell’affascinante tenuta storica La Bella Alleanza, che tra boschi e vigneti nasconde un rarissimo esemplare del XIV sec. di Rovere Verde, censito fra gli alberi monumentali del Piemonte.

www.lamesma.it

Il Poggio di Gavi

Il Poggio di Gavi è stato per tanti anni il luogo di ritrovo e vacanza di una bella e vivace famiglia genovese, che dal 1919 ha davvero fatto la storia nobile del Gavi. Un colle delizioso, circondato dal profumo dei boschi e delle vigne, una fortissima tradizione famigliare di cultura enoica ed è così che mamma Franca abbandona la bella carriera milanese e decide di diventare contadina e vinaiola, trasformando il giardino di casa in vigna con l’aiuto dell’enologo artigiano Gaspare Buscemi. Ed ancora oggi, che la piccola tenuta è orgogliosamente guidata dalla brillante figlia Francesca, è molto difficile distinguere dove finisce casa e dove inizia invece la zona di produzione, con le garbate viti che lambiscono la piscina, il prato e i fiori, in un’unica soluzione di continuità di grande fascino, vera cifra stilistica di passione e cura infinita.

www.ilpoggiodigavi.it

Tenuta San Pietro

Tenuta San Pietro è una delle aziende produttrici storiche del Gavi. Strategicamente collocata su di un dolce e silenzioso poggio dalla magica veduta, scelto dai Francescani in tempi antichi per il loro ritiro, Tenuta San Pietro è davvero un prezioso scrigno di memorie enoiche, dal rarissimo vigneto centenario prefilosserico alla cantina ancora ricca di bottiglie di “Cortese di Gavi”, memoria di un vino antecedente alla nascita della DOC. Oggi di proprietà di un imprenditore lombardo, che l’ha scelta come luogo di riposo e villeggiatura, è gestita con grande passione da Giusy Cabella, grande sostenitrice del biologico e del biodinamico, nonché instancabile facitrice delle numerose rivoluzioni strutturali ed architettoniche che trasformeranno col tempo Tenuta San Pietro in una Cantina e Relais di grande charme.

www.tenutasanpietro.it

Il Nostro Itinerario Golden Gavi – Dalla Terra al Bicchiere

Nei primi due week end di Ottobre ’10 (Sabato e Domenica 2 e 3 – 9 e 10) le dieci aziende del Golden Gavi vi apriranno le porte delle tenute per una piacevole villeggiatura di fine Vendemmia.

In questa occasione si festeggerà l’apertura del primo tratto di percorso passeggiata tra vigneti e boschi.

La Storia del Gavi

Fonte: www.consorziodelgavi.com

Gavi si trova al centro della Val Lemme (così chiamata dal nome del torrente che la scorre ). La Val Lemme entra nella storia scritta e documentata con la Tavola di bronzo della val Polcevera del 117 a.C. Vi si accenna alla tribù dei Cavaturini, che abitava la zona della valle del Lemor (Lemme) ed i monti circostanti. I Cavaturini erano probabilmente chiamati così perché abitavano in grotte o cave. Non è escluso quindi che l’etimologia di Gavi derivi da Cavatum per elisione della consonante “t” Cavium-Gavium sino al medievale Gavio.
Essendo però Gavi anteriore all’arrivo dei Romani è forse più logico risalire ad un etimo ligure e cioè “Ga” (terra) “Va” (buca, meandro) “terra di buchi”, ossia luogo di caverne.
La Val Lemme è stata per alcuni millenni tra le più importanti vie di scorrimento dell’Italia nord-occidentale, usata come collegamento mercantile per chi andava e veniva dal mare genuense alle terre continentali.
Nel 1821 il Sabaudo stato Sardo portò a termine il progetto, già napoleonico, della strada Genova-passo dei Giovi-valle Scrivia-Novi; successivamente a metà secolo, anche la ferrovia Genova-Torino e poi Tortona-Milano, così come avvenne ancora nel 1937 per la “camionale” Genova-Serravalle, proseguita nel dopoguerra come autostrada sino a Milano.
Oggi ci troviamo di fronte ad una terra di confine tra Liguria e pianura padana, lo si riscontra nella lingua, nei tanti dialetti (lombardi-genovesi-piemontesi) Le colline si alternano alle valli, le linee dell’Appennino ligure sono come i fondali di una scena; uno spettacolo naturale dai mille colori e dai toni sfumati.
La pianura, l’Appennino, il mare, Gavi una terra di frontiera, dunque di scontri e incontri dove il vino è sicuramente un filo conduttore esemplare.

Storia di un nobile vitigno piemontese: il Gavi docg

La vocazione vitivinicola del gaviese ha certamente origini molto antiche: il primo documento che testimonia tale realtà risale al 3 giugno 1072 ed è conservato nell’Archivio di Stato di Genova. Vi si parla della cessione in affitto da parte del vescovo di Genova a due cittadini gaviesi di vigne e castagneti in località Meirana. Il ritrovamento di introiti del 1373 riferiti alla destinazione di vino delle castellanie di Parodi e Tagliolo al mercato genovese, suggerisce come il vino prodotto nel Basso Piemonte abbia un mercato tutt’altro che trascurabile già in epoca medievale.
Il primo riferimento specifico al vitigno Cortese si riscontra nelle lettere scritte dal fattore del castello di Montaldeo al marchese Doria, nel 1659 e nel 1688, dove si parla di impiantamenti di “viti tutte di cortese, qualche fermentino, nebbioli dolci ( varietà a bacca nera )”.
Successivamente, nel 1799 il conte Nuvolone cita il cortese nella forma dialettale corteis.
Nel 1876 il marchese Cambiaso, proprietario delle tenute Centuriona e Toledana, crea i primi impiantamenti specializzati a cortese di grandi dimensioni e il suo esempio viene seguito in breve tempo dalle famiglie Raggio, Serra, Sartorio e Spinola. E’ l’inizio dell’era moderna del Gavi che può vantare il primo trattato ampelografico già a partire dal 1870, quando Demaria e Leardi stendono una descrizione accurata del Cortese. Lo definiscono, tra l’altro, particolarmente adatto alla spumantizzazione, grazie soprattutto all’opera dell’enologo francese Luigi Oudard ( curatore delle cantine del conte di Cavour a Grinzane) che per primo utilizzò il Cortese per i suoi spumanti.
Nella stessa epoca il Cortese varca i limiti dei confini nazionali, raggiungendo i mercati di Germania, Svizzera e Sud America, mentre nella vicina Francia viene inserito nelle Mille Varietés de Vignes a opera del Pulliat nel 1888. Il prestigio crescente di questo vitigno in Italia e all’estero fa aumentare la produzione di vino, permettendogli di assumere un peso sempre maggiore nell’economia locale.
Nei primi anni del Novecento la minaccia della filossera (temibile malattia della vite, oggi ormai debellata) imponendo un rinnovamento pressoché totale dei vigneti europei, determina, paradossalmente, una considerevole crescita della produzione di Cortese. In tale circostanza, infatti, molti viticoltori gaviesi, costretti a reimpiantare le vigne, destinano uno spazio sempre maggiore al Cortese.
Nel 1974 il “Gavi o Cortese di Gavi” si fregia della DOC e a partire dal 1998 della DOCG, un riconoscimento che permetterà di consolidarne il prestigio internazionale e, soprattutto, di migliorare – attraverso rese più basse (ovvero una minor produzione di uva per ettaro) – la qualità di questo nobile vino piemontese.
Il disciplinare delimita la zona di produzione a circa 1.100 ettari compresi in 11 comuni: singolare l’analogia numerica con i paesi del Barolo, il grande rosso piemontese di cui il Gavi è considerato l’omologo tra i bianchi.
Il luogo comune secondo cui il Gavi sarebbe un vino da bere esclusivamente giovane è ormai smentito dai fatti: degustazioni di Gavi di cinque, dieci e più anni dimostrano che risulta perfettamente conservato e anzi organoletticamente impreziosito dal lungo affinamento.
Ciò nonostante esiste una lunga schiera di Gavi che fanno della freschezza il loro punto di forza, non disgiunta peraltro da buona struttura ed equilibrio. Il vitigno Cortese si trova infatti a suo agio in tipologie diverse tra loro: fermo o spumante, giovane o maturo, affinato in legno o in acciaio.
Puntare sulla qualità e sul radicamento in un territorio unico per bellezza, tradizioni e cultura è la sfida dei produttori del Gavi al mercato globale.

Tratto da “Le Vie del Gavi ”
Autori: Maurizio Fava, Gigi Gallareto
Slow Food Editore 1998

L'AcquaBuona

2 COMMENTS

  1. Si tratta di un comunicato stampa arrivato in redazione e pubblicato tra le news. Per questo non c’è la firma dell’autore.

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