Cantine d’Italia 2011 GoWine

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MILANO – GoWine sceglie l’inizio della primavera per presentare il proprio Cantine d’Italia 2011. Si tratta dell’ottava edizione di questa guida per l’enoturista, e il periodo di presentazione non è affatto casuale. Se le guide più spiccatamente “enologiche” puntano al periodo che precede le festività natalizie, quella di GoWine si distingue per un approccio più turistico al mondo del vino. Si tratta infatti di una guida meno portata a valutare tecnicamente i singoli vini, ma ad abbracciare sotto un’ottica più ampia tutto ciò che ruota intorno ad essi. Quindi non un elenco di vini e di punteggi, non valutazioni descrittive dei prodotti delle varie aziende, ma informazioni utili e dettagliate per chi ha intenzione di mettersi in viaggio e visitare cantine, interagire coi produttori, acquisire direttamente i vini sul posto, e magari anche pernottare o mangiare nelle strutture ricettive aziendali.

Ecco dunque spiegato il perché della primavera per l’uscita sul mercato di questa guida; con la bella stagione aumentano le occasioni per viaggiare, visitare territori, conoscere cantine e produttori.

Nella cornice del Devero Hotel di Cambiago Brianza, insieme allo chef Enrico Bartolini (che da circa un anno ha lasciato Le Robinie di Montescano per approdare proprio alle cucine del Devero) e del critico gastronomico Allan Bay, Massimo Corrado, presidente GoWine, ha presentato insieme a Massimo Zanichelli l’ottava edizione della Guida Cantine d’Italia 2011. Uno sforzo editoriale molto impegnativo, portato avanti con la cura di Massimo Zanichelli stesso e la collaborazione di Francesco Falcone e Giovanni Gravina.

Senza dilungarci sul numero di cantine premiate e sulle varie eccellenze, è importante notare che in questa guida il fulcro dell’opera è costruito attorno alle cantine e noi ai vini; le cantine vengono infatti valutate in base a tre principali parametri: la bellezza del sito, la qualità dell’accoglienza e la qualità dei vini. L’impostazione visiva delle pagine è molto agile e schematica, e consente a colpo d’occhio di focalizzare ogni cantina dal punto di vista geografico, dell’accoglienza, dei prodotti offerti. Grazie a un breve testo descrittivo, le schede inquadrano anche storicamente le varie cantine permettendo una conoscenza più profonda dei luoghi da visitare.

Accoglienza e savoir fare dei produttori diventano quindi un elemento per una valutazione complessiva, non legata al singolo vino ma aperta all’esperienza più ampia dell’enoturismo. Non a caso, come ha ribadito Massimo Zanichelli nella presentazione, questa guida si svincola dalle annate, parte dal vino per raccontare luoghi e personaggi. L’“impronta”, uno speciale simbolo, distingue quelle cantine che si sono particolarmente distinte in alti livelli sia di accoglienza, si di qualità del sito, sia dei vini.

A coronamento della presentazione, sono stati consegnati i premi speciali della guida 2011, che hanno toccato i vari aspetti ritenuti importanti per l’enoturista. Eccoli brevemente riassunti. A Francesca Planeta è stato consegnato il premio per il Relais aziendale dell’anno (La Foresteria-Planeta). A Roberto Ceraudo il premio per la tavola aziendale. Ad Emo Capodilista-La Montecchia il premio per l’enoarchitettura. Al WiMu-Museo del vino di Barolo il premio per il luogo permanente del vino, a Marco Casolanetti ed Eleonora Rossi di Oasi degli Angeli il premio per l’autoctono dell’anno per il Kurni. E infine a Lino Maga e al figlio Giuseppe il premio per il vino storico dell’anno, per il loro Barbacarlo.

Splendido momento proprio la premiazione di Lino Maga, l’amico di Gianni Brera e di Gino Veronelli, contadino fierissimo, che nella commozione di tutti ha ricordato le battaglie legali per mantenere il nome al suo vigneto e quelle con il consorzio: “Io ho salvato il Barbacarlo per la gente. Ho fatto battaglie fin dagli anni sessanta. Adesso è mio figlio che porta avanti l’azienda, e io che gli vado dietro.”

Dopo le premiazioni è stato il momento della degustazione ai banchi d’assaggio, con più di 200 vini di altissimo livello a raccontare i diversi terroir italiani. Davvero difficile fare delle scelte di degustazione, in mezzo a tanti vini meritevoli di interesse. Ecco solo alcune veloci note di vini assaggiati.

Kurni 2008, Oasi degli Angeli (15% alc.)
Come non farsi tentare, come non provarlo questo vino da montepulciano in purezza, in effetti gettonatissimo nella degustazione. Vino difficile e da non prendere sotto gamba. Eccessivo e commovente, di sicuro questo 2008 è ancora un bambino perché si presenta come una sommatoria di caratteristiche estreme (ed assolutamente interessanti) ma ancora slegate, da fondersi in un insieme omogeneo. Colore impenetrabile con unghia rubino carica, grande dolcezza, note fumé evidenti, grassezza alcol, balsamicità, un’unghiata di selvaticità che ruggisce in contrappunto alla morbidezza… Appuntamento con il futuro.

Barbacarlo 2007, Lino e Giuseppe Maga
Croatina, uva rara, ughetta compongono questo mitico vino da Broni, nell’Oltrepò Pavese. Anche in questo caso, un vino al momento ancora giovanissimo e difficile da valutare. Leggera effervescenza, naso rustico e diretto, un evidente residuo zuccherino che fa risaltare le componenti dolci, e che negli anni andrà a smorzarsi fondendosi con altri mille echi che verranno fuori con gli anni. Un vino ribelle da conservare per gli anni a venire.

San Lorenzo 1998, Fattoria San Lorenzo (14%)
Un verdicchio dei colli di Jesi capace di lunghissimo invecchiamento. Il 1998, a tredici anni dalla vendemmia, è una quintessenza di mineralità, stile ben assestato, e un passo “lungo” difficile da dire, ma comprensibilissimo all’assaggio.

Lugana Brolettino 2009, Ca’ dei Frati
Da Sirmione, un lugana splendido: sapido, succoso, pieno, dotato di gran lunghezza in bocca.

Riesling Windbichel 2008, Untertortl-Castel Juval (13%)
Dai terreni di proprietà di Reinhold Messner, in Val Venosta, Martin Aurich produce questo riesling molto interessante. Naso aereo, all’assaggio rivela l’impronta stilistica “alla tedesca”, con un residuo zuccherino ben presente, è sapido, concentrato e minerale. Giocato su una bella tenzone tra dolcezza e una nota amarognola e fresca che ravviva il finale.

Barolo Monvigliero 2006, Comm. G.B. Burlotto (14%)
Strepitoso, il Barolo più affascinante assaggiato nella serata, un campione dallo stile impeccabilmente tradizionale. Sereno, pacato, di classe cristallina, conquista la sua “prontezza”, il colore trasparente, l’unghia aranciata di un Barolo alla giusta evoluzione, il naso finissimo di china ed erbe officinali. In bocca è elegante, aereo e allo stesso tempo presente, il tannino è fine e vellutato. Un vino realizzato con una mano leggera e ispiratissima, elegante e riflessivo. Prezzo davvero competitivo, ai privati sui 28 euro in cantina.

Cantine d’Italia 2011 – Go Wine Editore, euro 15,00

www.gowinet.it
info@gowinet.it

Nelle foto:

Il volume e (più in basso) una scheda descrittiva

Il tavolo dei relatori della presentazione Cantine d’Italia 2011. Da sinistra: Enrico Bartolini, Allan Bay, Massimo Corrado, Massimo Zanichelli.

Francesca Planeta premiata per il relais aziendale dell’anno, La Foresteria Planeta

Marco Casolanetti di Oasi degli Angeli, premio “Autoctono si nasce” per il Kurni

Lino Maga (e di spalle il figlio Giuseppe), premio “Vini storici d’Italia” per il Barbacarlo

Alcune bottiglie in degustazione

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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