Il “peso” del vino

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Purtroppo, mi sono reso conto che la raccolta di prove scientifiche e legali sulla fallacità dell’etilometro (anche quello delle Forze dell’Ordine, ovviamente) ha sollevato soltanto un triste silenzio e – forse – rassegnazione. La faccenda si fa ancora più grave adesso che l’etilometro (anche se da pochi euro) è diventato obbligatorio nei locali pubblici. La gente si sentirà sicura, uscirà dal ristorante e si troverà positiva al test su strada. E andategli a dire che quello del locale li considerava innocenti…

Probabilmente ho usato un linguaggio poco attraente o noioso. Sicuramente poco “mediatico”. Ho deciso allora di tentare un’ultima spiegazione. Poi che ognuno mantenga pure la sua convinzione. Non potrà dire, però, che non è stato avvisato. Vignaioli, giornalisti, sommelier, enotecari, ristoratori, ecc. avrebbero tutte le possibilità (se lo volessero) di agire in modo coordinato e tenace. Se non lo fanno, vuol proprio dire che accettano con piacere l’attuale regime proibizionistico che sta distruggendo il consumo del vino.

Questa volta sarò realmente serio e mi affiderò alla materia che mi ha accompagnato per tutta la vita professionale: la matematica. Non spaventatevi, sarà una matematica semplicissima, alla portata di qualsiasi bambino di scuola media. Mi farò anche aiutare da semplici diagrammi, per dimostrare con immagini i già facilissimi concetti che cercherò di esprimere a parole.

Immaginiamo di rappresentare in un grafico il PESO delle persone in funzione dalla loro ALTEZZA. Il peso si misura con una bilancia e l’altezza con un metro. Se li abbiamo entrambi a disposizione, sarà facilissimo costruire il grafico della Fig. 1. I pallini azzurri corrispondono agli uomini, quelli rosa alle donne. Come si vede, per un certo valore dell’altezza, si può essere più o meno grassi e quindi ci saranno pallini situati a “pesi” diversi. Niente di speciale, direi, e penso che tutti siano d’accordo su quanto riporta la figura.

Si può notare che esiste una certa tendenza a un aumento del peso in corrispondenza dell’aumento dell’altezza. In molti casi, una persona può essere più magra di un’altra, anche se questa è più alta, oppure il viceversa. Molto dipende dal proprio fisico e, magari, dalle abitudini alimentari. Tuttavia, il valore “medio” del peso tende a crescere in funzione dell’altezza.

Il discorso della “media” è meglio comprensibile nella Fig. 2, dove la linea nera rappresenta proprio la retta che descrive “matematicamente” la tendenza a salire. Ovviamente nessuno può sperare di trovare il proprio punto proprio sulla linea: qualcuno sarà più in alto (gli obesi), qualcuno più in basso (i longilinei). La retta dà solo la tendenza “media”, con una certa variazione delle singole misure (la cosiddetta “deviazione” o – più semplicemente – errore).

Voi mi chiederete: “Perché dobbiamo tracciare la media, quando possiamo sapere esattamente sia la nostra altezza che il nostro peso?”. Avreste pienamente ragione, ma a volte capita di poter misurare solo uno dei parametri. In astrofisica e in molte altre scienze succede spesso. Magari i telescopi ci forniscono facilmente un certo dato, ma non un altro, ben più difficile da ottenere. In questi casi, si costruisce un diagramma, come quello di Fig. 2, con i pochi dati che si conoscono, e poi si usa la linea ottenuta per “stimare” ciò che non sappiamo, come illustrato in Fig. 3. Purtroppo, dobbiamo considerare che tutti i punti stiano sulla linea “media”, ma per le stelle, i pianeti, le galassie, è già qualcosa di molto importante.

A questo punto, però, immaginiamo di utilizzare lo stesso sistema nella vita di tutti i giorni.

Magari siete con un bel gruppo di amici e avete a disposizione solo un “metro” e non la bilancia. Se vi siete costruiti precedentemente la retta “media” della crescita del peso con l’altezza, potrete misurare solo l’altezza e poi usare la linea per ricavare il peso. Lo stesso sistema sarà usato sia per le donne che per gli uomini. Da come abbiamo spiegato prima, vi sarà sicuramente qualche magrolino che si vedrà affibbiato un peso ben più considerevole del suo (magari una splendida e filiforme ragazza), mentre qualche obeso gioirà per un risultato che nessuna dieta gli avrebbe permesso di ottenere così in fretta. Nel caso delle figure precedenti la facile relazione che dovreste usare per trovare il peso, conoscendo l’altezza, sarebbe: peso = 0.75 x altezza – 45, dove le altezze si misurano in centimetri e il peso viene dato in chilogrammi. Basterebbe misurarvi con il metro, moltiplicare questo numero per 0.75, e poi togliere 45 e il gioco sarebbe fatto.

Se a questo punto vi chiedessi: “Giudicate accettabile il peso che vi è stato fornito in questo modo? Lo considerate attendibile?”. Penso proprio che mi rispondereste di no e vi fareste una bella risata. Ma se a questo punto io dicessi: “Devono pagare il conto del ristorante tutti quelli che superano un certo peso, calcolato nel modo precedente”. I più magri sarebbero ancora allegri e pronti ad accettare un valore sbagliato o, invece, mi direbbero: “Eh, no! Il mio peso non è quello che mi hai assegnato “matematicamente”, ma molto più basso. Non ci sto”. Il rifiuto sarebbe ben più contestato e rabbioso se aggiungessi anche una multa e togliessi la patente ai supposti “ciccioni”. Sicuramente, mi direbbero di comprare una bilancia e m’inviterebbero a misurare il loro vero peso e non quello ottenuto in modo così aleatorio e impreciso. Manderebbero al diavolo me e la mia “media matematica”.

Consideriamo, allora, un altro esempio. Io so benissimo come calcolare il vostro tasso alcolico nel FIATO e per fare ciò utilizzo uno strumento sicuramente preciso: l’etilometro. Tuttavia, esso sa misurare solo l’alcol nel fiato, così come il “metro” sa misurare solo l’altezza. Non posso pretendere di più da loro: quelli sono gli unici dati che sono capaci di fornirmi. I legislatori, però, non scherzano come ho fatto io prima con il peso. Prendono la retta “media” che collega tasso nel fiato e tasso nel sangue e rifilano automaticamente quest’ultimo al “controllato”, come se anche questo fosse stato misurato con esattezza. Sulla base di questo risultato vi danno una multa, vi tolgono la patente e magari vi confiscano anche la macchina.

La linea “media” che usano è un’espressione molto semplice, come quella usata precedentemente per calcolare il peso “medio”: tasso alcolico nel sangue = tasso alcolico nel fiato x 2300, dove 2300 si chiama FATTORE DI CONVERSIONE e i tassi si misurano in grammi per litro. Questo fantastico numero permette, infatti, di ottenere il valore NON misurabile dell’alcol nel sangue, partendo dalla misura del tasso nel fiato. Tutto ciò viene fatto pur sapendo che ogni persona ha un suo proprio FATTORE DI CONVERSIONE che può andare da 1200 a 3400 e che esso, oltretutto, varia anche con la temperatura, lo stato d’ansietà, il modo di respirare, ecc.

La Fig. 4 mostra la situazione, così come viene affrontata dall’etilometro delle Forze dell’Ordine e da tutti quegli aggeggi da pochi soldi che stanno infestando i locali pubblici e che sono venduti anche da molti amanti del vino (così almeno si fanno chiamare). Con l’aggiunta che il valore ottenuto con uno di questi ultimi può essere tranquillamente più alto (e allora può andare bene) o più basso (e allora sono fatti vostri) di quello che da lì a pochi minuti vi sarà “regalato” lungo la strada.

Ripeto per l’ultima volta: “L’etilometro ci vuole tutti uguali, donne e uomini e tutti perfettamente disposti lungo un’unica linea costruita matematicamente e considerata esatta anche se ciò che capita in realtà è lo stesso che abbiamo visto nelle prime due figure con l’altezza e il peso”.

Provate a fare alcune prove sulla Fig. 4. Se, ad esempio, voi aveste un valore di 0.0004 di tasso alcolico nel fiato (l’unica cosa che la diabolica macchinetta sa misurare), vi trovereste un tasso alcolico di 0.92, mentre magari voi avete un FATTORE DI CONVERSIONE pari a 1200, come indicato dalla linea verde, e quindi sareste in realtà sotto il temutissimo 0.5. Qualche bontempone direbbe anche: “Sì, sì, voi siete stato accusato ingiustamente dal valor “medio”, ma qualcun altro è stato avvantaggiato!”. Sareste contenti e felici di questo sistema salomonico di decidere? Io direi di no, ma il silenzio e la rassegnazione di tutto il mondo del vino mi fanno dubitare di questa mia conclusione. Esiste un vero tasso alcolico, ma esso si misura solo con l’analisi del sangue e non con l’etilometro, così come si misura il peso con la bilancia e non con il “metro”! E poi basterebbe valutare le reali condizioni psicofisiche del conducente per eliminare qualsiasi errore strumentale e della “media”.

Io (e l’ho ripetutamente fatto) mi sarei arrabbiato e avrei cercato di partecipare in prima persona a una battaglia verso una terribile ingiustizia perpetrata ai danni del vino. Le categorie dei vignaioli, dei ristoratori, dei bar, dei sommelier, dei giornalisti, ecc. esistono, ma temo che vogliano fare come le scimmiette: “Non vedo, non sento, non parlo!”.

Boh … contenti loro, contenti tutti… Certo che se poi qualcuno venisse “beccato” non mi spiacerebbe più di tanto…

Ovviamente, il sottoscritto si assume tutta la responsabilità di quanto ha scritto, basandosi su dati scientifici inoppugnabili. Vuole anche ribadire che quest’articolo esprime solo la sua opinione e non quella del sito che lo ospita .

Chi volesse saperne di più, può trovare una trattazione scientifica completa della fallacità dell’etilometro qui.

Vincenzo Zappalà

2 COMMENTS

  1. La faccenda dell’inidoneità dell’etilometro e un assurdo se
    non una frode dello stato nei confronti dei cittadini.
    Chiunque effettui delle misure con strumenti fallaci commette un reato.
    Nel caso specifico i cittadini sono oggetto di doppia ingiustizia , perche ammesso che l’etilometro sia preciso nel misurare l’alcol nel sangue, cosa che non è e non potrà mai essere, rimane sempre sul piatto la faccenda che per l’ennesima volta per la legge italiana le persone reagiscono alla assunzione di alcol tutte alla stessa maniera mentre in realtà esistono persone che sono ubriache persea con 0,1 di alcol ne sangue, e persone che con 1 di alcol sono perfettamente sobrie
    Anche in questo caso si misura una cosa per determinarne un’altra., l’idoneità alla guida cosa per cui e causa l’etilometro secondo i legislatori sicuramente può essere influenzata dalla quantità di
    alcol nel sangue , ma sicuramente le reazioni a pari quantità di alcol nel sangue saranno differenti da soggetto a soggetto,. cosi come non si può imputare solo all’alcol responsabilità di inidoneità alla guida di un soggetto, una persona potrebbe essere momentaneamente inidonea alla guida solo e semplicemente perche stanca , assonnata, impasticcate ,etc .etc

    Perche dobbiamo sottostare alla ingiustizia dell’etilometro quando sarebbe molto facile controllare l’idoneità alla guida, verificando con test opportuni le capacita motorie , visive , e i riflessi delle
    persone controllate.

  2. caro fausto,
    hai perfettamente ragione. Come vedi, però, la cosa sembra interessare ben poco a tutta la “gente” del vino e tu sei forse l’unico produttore che ha capito e che si è messo in azione in ogni modo. Fossero stati in tanti, forse qualcosa di più si sarebbe potuto ottenere. E invece si preferisce dire che il vino è in crisi, che non si sa perchè, che è problema di comunicazione, di marketing, di visibilità, ecc., ecc. Sull’etilometro, che è la vera causa della riduzione della vendita del vino in Italia (basta andare in un ristorante e chiedere quanto beve la gente…), nessuno vuole dire niente. Per primi, i soloni delle degustazioni, pronti spesso solo a fare “gossip” sui loro blig, blog e blag…
    Io continuo, anche se in modo personale e senza più speranza di aiuto dall’esterno (le scimmiette crescono come i funghi e preferiscono che il vino sia solo parlato. In fondo a certi giornalisti, che potrebbero sollevare un vero polverone e interessarsi alla questione, che gliene frega? Loro bevono comunque e qualcuno li accompagna sempre in albergo… Ma il discorso vale anche per le associazioni di categoria… Dove sono e cosa dicono i ristoratori, gli enotecari, gli stessi vignaioli, e l’AIS, la FIVI, l’ONAV, ecc., ecc. Sanno di sicuro che è una truffa, ma temono di rischiare di mettersi allo scoperto… Che altro dire? Siamo in Italia e cosa possiamo pretendere? Ognuno deve pensare a se stesso e che gli altri si arrangino….
    ciao

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