Le inaspettate liason fra San Gimignano e Calce

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SAN GIMIGNANO (SI) – Nuova puntata quest’anno nella serie di confronti con altre realtà vitivinicole europee che il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano organizza in occasione della presentazione delle nuove annate in uscita sul mercato, rivolgendo una attenzione particolare naturalmente alla Francia ma senza privarsi di più ampli orizzonti, come è successo in passato con Spagna e Grecia. Confronti che si propongono di consolidare consapevolezze e di fissare identità.

Stavolta il compito di trovare un argomento stimolante è stato affidato ad Antonio Boco e Paolo De Cristofaro, rappresentanti di una nuova generazione di critici “post rinascimento enoico” e “nativi”, ossia non approdati da altre attività alla pratica della degustazione. Così con acume e cultura sono andati a pescare una insolita realtà vitivinicola del sud della Francia, quella del borgo di Calce, meno di duecento anime vicino a Perpignan (Roussillon) ma già in terra di Catalogna (Barcellona è a 200 chilometri), scovando le  comunanze, o liason, con il borgo delle torri ed il suo vino. La latitudine, per iniziare, all’incirca la stessa; il territorio identificabile con un singolo villaggio; la vernaccia e la grenache bianca, grigia e il maccabeu sono  varietà poco aromatiche ma che danno la loro impronta alla distanza. E una vitivicoltura che deve molto all'”immigrazione”, in entrambi i casi.

Da una parte ci sono 400 ettari vitati in una enclave stretta fra le catene delle Corbières e i Pirenei, dove la sensualità mediterranea cede il passo ad un paesaggio più stilizzato. Il clima è caldo e siccitoso ma un vento fresco di tramontana spazza due giorni su tre le viti coltivate a goblé (un alberello sparpagliato) ed illuminate da una luce bianchissima e quasi accecante. Tre le macrozone: una a sud in direzione Pirenei orientali con terreni scistosi, una a nord verso le Corbières con una forte presenza di calcare, e una terza caratterizzata da marne grigie verticali, dove le vigne affondano veramente nella roccia madre.

Ma la fortuna di Calce risiede probabilmente nell’entusiasmo di vignaioli che qui sono giunti da fuori ed hanno fiutato le potenzialità del territorio, fino ad allora sfruttato per stanche produzioni industriali. Ad iniziare da Gérard Gauby, vero trascinatore e pioniere, che partito nel 1985 con quattro ettari di vigne (in parte ultracentenarie) oggi è arrivato a 40 ettari con 80 mila bottiglie all’anno. Per passare ad un suo allievo, l’australiano Tom Lubbe, che dopo uno stage decise di stabilirsi qui e inaugurare nel 2002 il Domaine Matassa; a Thomas Theibert, tedesco e già enologo in Alto Adige a Tenuta Manincor poi innamoratosi di questi paesaggi, delle vecchie viti e delle uve così peculiari capaci di dare vini longevi, arrivato nel 2004 per acquisire le prime vigne nel 2006 grazie da un momento di forti vendite dovute ai pensionamenti dei vignaioli delle cooperative. Per terminare con Olivier Pithon, francese ma arrivato dalla Loira, con 15 ettari in direzione Pirenei che utilizza i cavalli in vigna, quasi unica possibilità nei suoi tipi di terreni.

Dall’altra i vignaioli di San Gimignano che sembrano star trovando sempre di più sicurezza nei propri mezzi, come si percepiva durante l’ultimo incontro-degustazione nella sala Dante. Quest’anno, ad esempio, spiccavano la grinta di Letizia Cesani, presidente del Consorzio; la schiettezza di Simone Santini di Tenuta Le Calcinaie (altra liason!), che ha piantato il primo vigneto quando aveva 23 anni, lavora in biologico “perché mi dà noia di sta’ fra le cose che fanno male anche se c’è qualche ammattimento in più per controllare le erbe e i parassiti”; Nadia Betti di La Lastra enologa consulente immigrata anche lei dal  Trentino “con l’intenzione di cimentarsi in un bianco dell’Italia centrale usando un vitigno non aromatico”; il timido ed appassionato Mattia Barzaghi, collaboratore e pupillo per anni di quel Giovanni Panizzi, come lui arrivato dalla Lombardia, e per la prima volta dolorosamente assente, compianto vero padre fondatore della nuova San Gimignano.

I vini di Calce

VDP des Cotes Catalanes Horizon Blanc 2008Domaine de l’Horizon (grenache blanc 45%, grenache gris 45%, maccabeu 50%, grenache gris e piccolo saldo di grenache blanc )

Naso fresco e ricco di agrumi maturi. Palato minerale, ancora freschissimo, di bella tessitura, succoso, che termina con un ritorno più dolce e si distende nel finale con bella lunghezza.

VDP des Cotes Catalanes Matassa Blanc 2007Domaine Matassa (due terzi grenache gris, un terzo grenache blanc)

Colore giallo deciso; dopo un naso travolgente e pirico, tanta acidità, bella densità, decise note affumicate, di pompelmo e scorza di limone. Di tessitura fine, ed assai levigata, è molto saporito e sfoggia un finale in espansione e deciso.

VDP des Cotes Catalanes La D 18 2008Domaine Oliver Pithon (grenache blanc, grenache gris)

Profuma di anice, acido e penetrante, acuto, minerale con un leggero agrume e bel floreale. In bocca è compatto e polposo, mostrando una grande espansione finale accompagnata da toni di arancia candita.

VDP des Cotes Catalanes La D 18 2005Domaine Oliver Pithon (grenache blanc, grenache gris)

Nel naso opulento si avvertono profumi di tè e miele, qualche tono ossidativi; bellissima bocca espansiva, potente e rotonda, dalla bella frustata acida, di grande succosità; solo qualche sbavatura alcolica e grande fascino.

VDP des Cotes Catalanes Coume Gineste 2008Domaine Gauby (grenache blanc 45%, grenache gris 45%, maccabeu)

Di nuovo un naso acuto e penetrante, caratterizzato da grande freschezza ed energia, con sfumature di resina, toni di anice e lime. Partenza in bocca ampia saporita e freschissima, tanto velluto, e freschezza che rende tesa la beva.

VDP des Cotes Catalanes Coume Gineste 2002Domaine Gauby (grenache blanc 45%, grenache gris 45%, maccabeu)

Sensazioni  affumicate in un olfatto di grande ampiezza e di straordinaria persistenza che ricordano il carbone della brace, accompagnate da toni di caramella mou e da ventate di anice. Vino puro, cristallino nella sua espressività, fresco e vivissimo, dal mordente agrumoso quasi sconcertante, con tanto di addolcimento finale.

Le Vernacce (tutte da uva vernaccia in purezza)

Vernaccia di San Gimignano 2009Le Calcinaie

Olfatto marcato dall’agrume fresco, intenso, bella persistenza. In bocca corpo, bell’assetto di beva, lento smorzamento in un finale aitante, sapido e grasso.

Vernaccia di San Gimignano Impronta 2008Mattia Barzaghi

Naso suadente, verdognolo e mentolato; tesa e lineare in bocca, bella, fresca ed agrumosa, quasi masticabile nella sua ricchezza di sensazioni.

Vernaccia di San Gimignano Riserva 2008La Lastra

Come da caratteristica “dichiarata” il suo vino colpisce poco al naso, riservando le sue armi migliori per un palato polposo, denso e maturo, di grande impatto e potenza con rimandi di anice e frutta bianca.

Vernaccia di San Gimignano Sanice 2007Cesani

Le vigne guardano al borgo di Certaldo, un sud pieno, assolato e caldo, che porta maturazioni anticipate (di 15 giorni, per dire, rispetto a Le Calcinaie). Classica impronta speziata di zafferano e sensazioni burrose al naso; vino denso, scorrevole saporito, sempre sulle note della frutta gialla,  di indubbio impatto.

Vernaccia di San Gimignano 2006La Castellaccia

Le uve dell’azienda di Alessandro Tofanani maturano invece molto tardi, vendemmia avviene in genere dopo il 20 settembre. Vino fresco e lineare in un naso “pompelmoso”. Stenta in partenza, poi tanta tensione e leggerezza di beva.

Vernaccia di San Gimignano Riserva 2001Panizzi

L’azienda che porta il nome di Panizzi continuerà nella direzione della strada tracciata dal suo fondatore, ha assicurato il rappresentante dell’azienda. Ed ecco una delle tante belle vecchie annate che fanno la memoria storica della nuova viticoltura di San Gimignano, dalle sensazioni di frutta secca che dominano il naso di un vino progressivo, ricco di acidità, e con una grande spinta finale.

Nelle immagini, dalla seconda in poi: Paolo De Cristofaro ed Antonio Boco; Letizia Cesani e Thomas Theibert (Domaine de l’Horizon); Marianna Baltazar (Domaine Matassa); Lionel Gauby (Domaine Gauby); Mattia Barzaghi

Riccardo Farchioni

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