I Vini d’Italia 2012 de L’Espresso: eccellenze, outsider, migliori acquisti dell’anno

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Nell’anticipare le 225 Eccellenze de L’Espresso di quest’anno, nell’anticipare gli Outsider e i migliori rapporti qualità/prezzo regionali, ci siamo accorti che, rispetto alla messe di recensori possibili e immaginabili, ci possiamo permettere una esclusività: un cappelletto introduttivo “vissuto dal di dentro”, scritto cioè da chi quella guida l’ha fatta, o ha contribuito a farla. E per una volta ci siamo chiesti: perché no?!

Ora, gli spunti sarebbero “millanta che tutta notte canta”, tanto per citare qualcuno (Luigi “Gino” Veronelli) che irraggiungibile lo è stato per davvero. Ci ho dovuto pensare un po’. Poi ho realizzato che accennare brevemente a come nasce e prende forma la fotografia della produzione enoica italiana nelle pagine della nostra Guida potesse avere un barlume di senso e, chissà, magari suscitare una qual forma di curiosità. Perché puntualmente, alla pubblicazione delle fatidiche liste d’eccellenza, gli immancabili detrattori (in un certo qual modo, e a certe condizioni di capacità di analisi, categoria santa) non tendono -se non solo in minima parte- a commentare ciò che leggono, ma a commentare ciò che non leggono, proponendo una analisi critica “a metà”, naturalmente monca, sostanzialmente ipotetica, anche se comprensibile: “ ma come, nessun sagrantino? Ma come, un solo vino dalla Calabria? ma come, il grande cru xxx manca e c’è quello solitamente minore? Ma come, manca tizio?”, e via di questo passo.

Ora, chi conosce almeno un pochino la Guida dei Vini de L’Espresso sa che non troverà qui lenzuolate di vini d’eccellenza, trafile stordenti e anestetizzanti di nomi ed etichette, dal momento in cui ci si muove su un numero di eccellenze che solitamente si aggira attorno alla metà di quello indicato dalle altre maggiori pubblicazioni guidaiole di settore. Alla base di questo ci possono stare diverse considerazioni di metodo, sicuramente il fatto che l’asticella della assoluta qualità, da queste parti, è posta assai in alto. Ma già qui si annida un primo tabù da sfatare, e alla intuibile domanda: “ma lo fate apposta?” è oltremodo naturale rispondere “no”. Non è per partito preso che il numero di etichette d’eccellenza è 225, o eventualmente 200, o eventualmente 350: è ciò che è emerso dagli assaggi. Questo è.

Perciò non bisogna sorprendersi se una regione potrà vantare pochi vini d’eccellenza e un’altra parecchi di più. Perché non si decidono le sorti enoiche seguendo più o meno segrete strategie geopolitiche per le quali quella zona deve essere rappresentata da almeno X vini,  tal’altra da Y ecc. Non esistono opportunità o convenienze di sorta. Il quadro che emerge è lo specchio fedele di ciò che ci è sembrato di cogliere dai bicchieri, ovviamente secondo il nostro punto di vista, la nostra visione critica, il nostro grado di immedesimazione e i nostri protocolli di assaggio (e riassaggio). Perciò, se una zona presenta tanti ottimi vini e un’altra non ne ha, o ne ha assai meno, tutto è dipeso dai bicchieri. Indi per cui non dovrà suonare strano cogliere una presunta sproporzione di “rappresentanza” fra una zona e un’altra, fra una regione e un’altra. E gli effetti di questo approccio critico e metodologico si evincono da semplici dati, già evidenziabili dalla lettura della sola lista delle Eccellenze: un numero molto elevato di etichette non sono state premiate la volta precedente. Né può così sorprendere che un  produttore abbia conseguito un numero di eccellenze significativo (chessò: Kofererhof quattro, Nossing tre, Roagna tre, Giacosa tre, Foradori tre, Massolino due, Porro due, solo per fare alcuni esempi) o che magari il cru solitamente meno prestigioso venga preferito al cru più prestigioso (chessò, il Barolo San Lorenzo-Ravera di Rinaldi preferito al pur ottimo Brunate-Le Coste, in genere più longevo e “blasonato” del primo), o che i rossi dell’Etna (alla cui visibilità la nostra Guida ha certamente contribuito in tempi non sospetti)  non trovino per una volta rappresentanti al massimo livello: perché se un vino c’è, c’è. Perché se l’annata in gioco ( ad esempio, la 2009 sull’Etna) ci sembra inferiore alle precedenti, vorrà dire qualcosa no?!

Perciò sarà bello e istruttivo scoprire come in una regione apparentemente sottostimata, con un numero di eccellenze considerato “risicato”, magari si nascondano decine e decine di ottimi vini (che per noi significano 4 bottiglie). Basterà sfogliare un pelo più attentamente le pagine della Guida, andare più in là delle liste-proclama. Sarà bello scoprire che non esistono ottimi conseguimenti solo nelle fila delle fatidiche eccellenze, ma anche nella beneamata categoria degli Outsider, vini esemplari nell’ambito della loro tipologia, che suggeriscono come anche all’interno di denominazioni (o aree territoriali) non baciate dalla eccellenza possano dimorare stimoli ed entusiasmi tali da non poter esser taciuti, quali tangibili segni di una vitivinicoltura propositiva, dinamica, capace di generare qualità diffusa.

Così come sarà bello scoprire i migliori rapporti qualità/prezzo, che mi spinge a sottolineare un altro incredibile risultato emerso quest’anno: ovvero che il 30% dei vini d’Eccellenza sconta un prezzo all’origine inferiore o uguale a 10 euro. Un dato che almeno a noi fa molto piacere, perché lascia chiarissimamente intendere che il vino italiano, quantomeno dal punto di vista della qualità (che è l’aspetto che a noi interessa e al quale solo guardiamo in questo lavoro di “analisi e fanteria”), gode di ottima salute. Al punto da sorprendere. Al punto da tentare l’impossibile rendendolo possibile, bello e stimolante. E -ciò che non guasta affatto- fruibile ai più. Invece, a tutti coloro che si sdegnano per l’assenza di un nome amato fra gli alfieri dell’eccellenza, rispondiamo che lo standard qualitativo di un’azienda lo si potrà ben inquadrare attraverso le stelle date “al merito”, che ci faranno capire dove dimorino gli esempi migliori della vitivinicoltura del nostro Paese, senza restare appesi all’implicito giudizio che emerge da una singola performance, che per OVVI motivi, direi fisiologici, può variare in meglio o in peggio come accade per ogni frutto VERO della natura.

Quanto invece alla prospettiva critica, alle scelte e alle predilezioni, beh, la trattazione di questo argomento trasformerebbe il cappelletto introduttivo in un pesantissimo tomo. Meglio evitare qui. Ma siamo orgogliosamente consci della nostra visione d’assieme e di particolare. E’ ciò che ci sembra, in piena sincerità. Senza alcuna forzatura, senza alcun arrière pensée. E questo ci rasserena, ci basta. Con un briciolo di presunzione, consentitemelo, sono stracontento del lavoro fatto, un lavoro che ha nomi e cognomi: Ernesto Gentili, Fabio Rizzari, Massimo Zanichelli, Giampaolo Gravina, Pierluigi Gorgoni, Francesco Falcone e -ahinoi- il sottoscritto. A cui si aggiungono i preziosi contributi di Isao Miyajima, Filippo Bartolotta, Giovanni Bietti, Marco Reitano e Claudio Corrieri.

Fernando Pardini

Le Cinque Bottiglie, eccellenze della guida I Vini d’Italia 2012 – L’Espresso

VALLE D”AOSTA

18 Valle d’Aosta Donnas Napoleon 2007 – Caves Cooperatives de Donnas
18 Chambave Muscat Fletri 2009 – La Vrille

PIEMONTE

Bianchi

18 Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2010 – Favaro – Le Chiusure
18 Gavi del Comune di Gavi Bruno Broglia 2010 – Tenuta La Meirana
18 Langhe Bianco Hérzu 2009 – Germano Ettore

Dolci

18 Moscato d’Asti Sourgal 2010 – Perrone Elio

Rossi

20 Barbaresco Asili 2006 – I Paglieri – Roagna
19 Barolo Cannubi S. Lorenzo-Ravera 2007 – Rinaldi Giuseppe
19 Barbaresco Crichët Pajè 2002 – I Paglieri – Roagna
19 Barolo Riserva Monfortino 2004 – Conterno Giacomo
19 Gattinara 2007 – Travaglini Giancarlo
18.5 Barbaresco Crichët Pajè 2001 I Paglieri – Roagna
18.5 Barbaresco Martinenga 2008 – Cisa Asinari
18.5 Barbaresco Pajorè 2008 – Rizzi
18.5 Barbaresco Rizzi 2007 – Rizzi
18.5 Barolo 2007 – Mascarello Bartolo
18.5 Barolo Margheria 2007 Vigna Rionda – Massolino
18.5 Barolo Riserva Gramolere 2005 Manzone Giovanni
18.5 Barolo Vigna S. Caterina 2007 Porro Guido
18.5 Boca 2007 – Le Piane
18.5 Gattinara Le Castelle 2006 – Antoniolo
18.5 Gattinara Osso San Grato 2007 – Antoniolo
18.5 Gattinara Valferana 2004 – Nervi
18 Barbaresco Asili 2008 – Ca’ del Baio
18 Barbaresco Asili di Barbaresco 2008 – Giacosa Bruno
18 Barbaresco Gallina 2008 – Castello di Neive
18 Barbaresco Pora 2008 – Bianco Gigi
18 Barbaresco Riserva Asili di Barbaresco 2008 – Giacosa Bruno
18 Barbera d’Alba Cerretta 2009 – Conterno Giacomo
18 Barolo Bricco Pernice 2006 – Cogno Elvio
18 Barolo Bricco Sarmassa 2007- Brezza Giacomo & Figli
18 Barolo Brunate 2007 – Poderi Marcarini
18 Barolo Falletto di Serralunga d’Alba 2007  – Giacosa Bruno
18 Barolo Monprivato in Castiglione Falletto 2006  – Mascarello Giuseppe e Figlio
18 Barolo Parafada 2007 Vigna Rionda – Massolino
18 Barolo Riserva Bricco Boschis Vigna San Giuseppe 2005  – Cavallotto
18 Barolo Rocche dell’Annunziata 2007  – Settimo Aurelio
18 Barolo Vigna Gattera 2007  – Revello Fratelli
18 Barolo Vigna Lazzairasco 2007  – Porro Guido
18 Barolo Vigna Liste 2006 –  Borgogno Giacomo & Figli
18 Carema Etichetta Bianca 2007  – Ferrando e C.
18 Coste della Sesia Nebbiolo Castellengo 2008  – Centovigne
18 Dolcetto delle Langhe Monregalesi La Chiesetta 2010  – Il Colombo
18 Gattinara Pietro 2007  – Iaretti Paride
18 Ghemme 2005  – Ca’ Nova – Giada Codecasa
18 Grignolino del Monferrato Casalese Bricco del Bosco Vecchie Vigne 2006 – Accornero Giulio & Figli
18 Verduno Pelaverga Basadone 2010 – Castello di Verduno

LIGURIA

Bianchi

18 Colli di Luni Vermentino Solarancio 2010 – La Pietra del Focolare

Dolci

18 Aurin 2007 – Terre Bianche
18 Cinque Terre Sciacchetrà 2009 – Cantine Litan

LOMBARDIA

Rossi

19.5 Valtellina Superiore Grumello Riserva Buon Consiglio 2001 – AR.PE.PE
19.5 Valtellina Superiore Sassella Riserva Vigna Regina 2001 – AR.PE.PE
18 Oltrepò Pavese Barbera 2008 – Albani Riccardo
18 Oltrepò Pavese Barbera Campo del Marrone 2008 – Verdi Bruno

Bollicine

18.5 Franciacorta Rosé Extra Brut Cuvèe Annamaria Clementi 2003 – Ca’ del Bosco
18 Franciacorta Pas Dosé Cellarius 2006 – Berlucchi Guido & C.
18 Franciacorta Satèn 2006 – Ca’ del Bosco

TRENTINO

Bianchi

18 Isidor 2008 Fanti Giuseppe

Rossi

18.5 Foradori 2009  – Foradori
18.5 Morei 2010  – Foradori
18 Sgarzon 2009  – Foradori
18 Teroldego Rotaliano Sangue di Drago 2009  – Donati Marco
18 Villa Gresti 2006  – Tenuta San Leonardo

Bollicine

18.5 Trento Riserva Lunelli 2004 – Ferrari

ALTO ADIGE

Bianchi

19 Alto Adige Valle Isarco Sylvaner 2010  – Nössing Manfred
18.5 Alto Adige Terlano Pinot Bianco Riserva Vorberg 2008  – Produttori Terlano
18.5 Alto Adige Terlano Sauvignon Quarz 2009  – Produttori Terlano
18.5 Alto Adige Valle Isarco Kerner 2010  – Nössing Manfred
18.5 Alto Adige Valle Isarco Sylvaner Lahner 2010  – Taschlerhof – Peter Wachtler
18.5 Alto Adige Valle Isarco Sylvaner R 2010  – Köfererhof
18 Alto Adige Bianco Stoan 2010  – Produttori Termeno
18 Alto Adige Müller Thurgau Athesis 2010 –  Kettmeir
18 Alto Adige Sauvignon Ansitz Waldgries 2010  – Plattner Heinrich – Waldgries
18 Alto Adige Terlano Chardonnay 1998 –  Produttori Terlano
18 Alto Adige Valle Isarco Kerner 2010  – Strasserhof
18 Alto Adige Valle Isarco Kerner Praepositus 2010  – Abbazia di Novacella
18 Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau Brixner 2010  – Köfererhof
18 Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau Sass Rigais 2010  – Nössing Manfred
18 Alto Adige Valle Isarco Pinot Grigio Brixner 2010  – Köfererhof
18 Alto Adige Valle Isarco Riesling Kaiton 2010  – Kuen Hof
18 Alto Adige Valle Isarco Sylvaner 2010  – Kerschbaumer Alois – Garlider
18 Alto Adige Valle Isarco Sylvaner Brixner 2010  – Köfererhof
18 Alto Adige Valle Isarco Veltliner 2010  – Strasserhof
18 Alto Adige Valle Venosta Riesling Castel Juval Windbichel 2009  – Unterortl Aurich

Dolci

18 Alto Adige Bianco Passito Comtess’ 2008  – Produttori San Michele Appiano
18 Alto Adige Gewürztraminer Vendemmia Tardiva Terminum 2009  – Prod. Termeno
18 Alto Adige Moscato Giallo Passito Vinalia 2009  – Cantina Produttori Bolzano

Rossi

18.5 Alto Adige Pinot Nero Donà Noir 2007  – Hartmann Donà
18 Alto Adige Lagrein Riserva 2008  – Mayr Josephus – Unterganzner

FRIULI VENEZIA GIULIA

Bianchi

19 Collio Bianco Vecchia Vigne 2008 – Roncùs
18.5 Carso Vitovska 2009 – Zidarich
18 Colli Orientali del Friuli Rosazzo Terre Alte 2009 – Felluga Livio
18 Collio 2010 – Keber Edi
18 Collio Friulano 2010 – Anzelin Gianluca
18 Collio Friulano 2010 – Toros Franco
18 Collio Friulano Vigna del Rolat 2010 – Raccaro Dario
18 Collio Pinot Grigio  Sot lis Rivis 2010 – Ronco del Gelso
18 Morus Alba 2009 – Vignai da Duline
18 Vitovska 2007 – Vodopivec

Dolci

18 Colli Orientali del Friuli Verduzzo Friulano Crei 2009 – Sara & Sara

Rossi

18.5 Colli Orientali del Friuli Schioppettino di Prepotto 2008 – Petrussa
18 Colli Orientali del Friuli Pinot Nero 2009 – Le Due Terre
18 Colli Orientali del Friuli Schioppettino Cialla 2007 – Ronchi di Cialla

VENETO

Bianchi

18 Breganze Vespaiolo Vignasilan 2008 – Vignaioli Contrà Soarda
18 Sassaia 2010 – La Biancara
18 Soave Classico 2010 – Suavia
18 Soave Classico Contrada Salvarenza Vecchie Vigne 2009 – Gini

Dolci

18.5 Antico Pasquale 2005 – Masari
18.5 Colli Euganei Fior d’Arancio Passito Donna Daria 2009 – Conte Emo Capodilista
18 Due Cuori 2008 – Le Vigne di San Pietro
18 Passito Terra Crea 2005 – Coffele

Rossi

18.5 Relogio 2009 – Ca’ Orologio
18 Amarone della Valpolicella 2006 – Marion
18 Amarone della Valpolicella 2006  – Trabucchi
18 Amarone della Valpolicella Campo Leon 2006 – Latium
18 Amarone della Valpolicella Classico 2004 – Bertani Cav. G. B.
18 Amarone della Valpolicella Classico Villa Rizzardi 2006 – Guerrieri Rizzardi
18 Colli Euganei Rosso Villa Capodilista 2008 – Emo Capodilista

EMILIA ROMAGNA

Dolci

18.5 Colli Piacentini Malvasia Passito 2009 – Il Negrese
18 Colli Piacentini Vin Santo di Vigoleno 2001 – Lusignani Alberto

Rossi

18.5 Sangiovese di Romagna Riserva Superiore Pruno 2008 – Drei Donà
18 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Vigna Canova  – Fattoria Moretto
18 I Casoni 2005 – Tenuta La Piccola

Bollicine

18 Lambrusco di Modena Spumante Brut 2009 – Cantina della Volta

TOSCANA

Bianchi

18 Vernaccia di San Gimignano Montenidoli Carato 2007  – Montenidoli
18 Vernaccia di San Gimignano Riserva 2009 –  La Lastra

Rossi

19 Brunello di Montalcino 2006  – Cerbaiona
19 Brunello di Montalcino 2006  – Le Ragnaie
19 Il Caberlot 2008  – Podere Il Carnasciale
18.5 Brunello di Montalcino 2006  – Pian dell’Orino
18.5 Brunello di Montalcino 2006  – Poggio di Sotto
18.5 Chianti Classico 2008  – Castello della Paneretta
18.5 Chianti Classico 2009  – Badia a Coltibuono
18.5 Chianti Classico Antico Lamole Vigna Grospoli 2008  – Fattoria di Lamole di Paolo Socci
18.5 Chianti Classico Riserva 2007  – Val delle Corti
18.5 Le Pergole Torte 2008  – Montevertine
18.5 Morellino di Scansano Riserva Capatosta 2009  – Poggio Argentiera
18 Bolgheri Rosso Superiore L’Alberello 2008  – Podere Grattamacco
18 Bolgheri Sassicaia 2008  – Tenuta San Guido
18 Brunello di Montalcino 2006  – Biondi Santi
18 Brunello di Montalcino 2006  – Col di Lamo
18 Brunello di Montalcino 2006  – La Cerbaiola – Salvioni
18 Brunello di Montalcino 2006  – Le Chiuse
18 Brunello di Montalcino 2006 – Pietroso
18 Brunello di Montalcino 2006  – Stella di Campalto
18 Brunello di Montalcino 2006 Tenimenti Angelini – Val di Suga
18 Camartina 2008 – Querciabella
18 Carmignano Riserva Piaggia 2008 Piaggia – Vannucci Silvia
18 Cavalli Selection 2008 – Agricola degli Dei
18 Chianti Classico 2009 Castellinuzza – Paolo Coccia
18 Chianti Classico 2009 – Villa del Cigliano
18 Chianti Classico Riserva Torre a Destra 2006 – Castello della Paneretta
18 d’Alceo 2007  – Castello dei Rampolla
18 Gabbro 2008 – Montepeloso
18 Masseto 2008 – Ornellaia
18 Montevertine 2008 – Montevertine
18 Nobile di Montepulciano Mulinvecchio 2008 – Contucci
18 Orma 2008 – Orma
18 Paleo Rosso 2008 – Le Macchiole
18 Rosso di Montalcino 2008 – Poggio di Sotto
18 Rosso di Montalcino Colleoni 2009 – Santa Maria
18 Sangioveto 2007 – Badia a Coltibuono
18 Tenuta di Trinoro 2009 – Tenuta di Trinoro
18 Vallerana Alta 2009 – Camillo Antonio
18 Veneroso 2008 – Tenuta di Ghizzano

Dolci

18.5 Vin Santo del Chianti Classico 1994 – Castell’in Villa
18 Cristino 2010  – La Piana
18 Sanpetrolo 2002  – Tenuta di Petrolo
18 Vin Santo di Montepulciano 2001  – Poliziano

UMBRIA

18 Torgiano Rosso Riserva Rubesco Vigna Monticchio 2006 – Lungarotti

MARCHE

Bianchi

18.5 Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci  2008 – Bucci
18.5 Verdicchio di Matelica 2010 – Collestefano
18 Offida Pecorino Fiobbo 2009 – Aurora
18 Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Terre Silvate 2010 – La Distesa
18 Offida Pecorino Pistillo 2010 – Poderi San Lazzaro

Rossi

18 Serrapetrona Morò 2006 – Fontezoppa

18 Lacrima di Morro d’Alba Mariasole 2008 – Lucchetti Mario

18 Rosso Conero Traiano 2007 – Strologo Silvano

LAZIO

18,5 Cesanese del Piglio Superiore Civitella 2009 – Macciocca

18 Cesanese del Piglio Ju Quarto 2009 – La Visciola

ABRUZZO E MOLISE

Bianchi

18.5 Trebbiano d’Abruzzo 2009 – Valentini

Rossi

18.5 Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Riserva Pepe Nero 2007 – Pepe Stefania
18 Montepulciano Mazzamurello 2008 – Torre dei Beati
18 Montepulciano d’Abruzzo Toni 2008 – Cataldi Madonna
18 Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma 2007 – Masciarelli

CAMPANIA

Bianchi

19 Greco di Tufo 2010 – Pietracupa
18 Fiano di Avellino 2010 – Pietracupa
18 Fiano di Avellino 2010 – Tenuta Sarno 1860
18 Greco di Tufo Tornante 2010 -Vadiaperti

Rossi

18.5 Taurasi Riserva Radici 2005 – Mastroberardino
18 Falerno del Massico Rosso Riserva Tuoro 2008 – Volpara
18 Nude 2005 – Cantina Gardino
18 Sabbie di Sopra il Bosco 2006 – Nanni Copé
18 Taurasi Nero Né 2006 – Il Cancelliere

PUGLIA

Rossi

18.5 4.7.7 2008 – Longo Alberto
18.5 Gioa del Colle Primitivo Riserva 2005 Fatalone – Petrera Pasquale
18.5 Le Cruste 2009 – Longo Alberto
18.5 Primitivo di Manduria Tradizione del Nonno 2008 – Viticola Savese
18.5 Primitivo Lamie delle Vigne 2008 – Guttarolo
18 Gioia del Colle Primitivo Riserva 2008 – Chiaromonte Nicola
18 Primitivo di Manduria Es 2009 – Fino Ganfranco

BASILICATA

Rossi

19 Aglianico del Vulture Riserva Caselle 2006 – D’Angelo
18.5 Aglianico del Vulture Riserva 2006 – Tenuta del Portale
18.5 Aglianico del Vulture Titolo – Fucci Elena
18 Aglianico del Vulture Antelio 2008 – Camerlengo

CALABRIA

18.5 Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Volvito 2008 – Caparra & Siciliani

SICILIA

Dolci

18.5 Moscato Passito di Pantelleria 2007 – Ferrandes
18.5 Creato 1980 – Murana Salvatore
18 Marsala Superiore Donna Franca Riserva – Cantine Florio
18 Marsala Vergine Baglio Florio 1998 – Cantine Florio
18 Moscato Passito di Pantelleria Martingana 2006 – Murana Salvatore

Bianchi

18 Etna Bianco A’ Puddara 2009 – Tenuta di Fessina
18 Etna Bianco Salisire 2009 – Vivera

Rossi

18.5 Cerasuolo di Vittoria Classico Grotte Alte 2006 – Occhipinti Arianna
18 Nero Sichilli 2009 – Savino
18 Nerobuffaleffj 2007 – Gulfi

SARDEGNA

Dolci

19 Malvasia di Bosa 2008 – Columbu
19 Malvasia di Bosa Dolce 2008 – F.lli Porcu
18 Vernaccia di Oristano Antico Gregori – Contini Attilio

Rossi

19 Cannonau si Sardegna Sonazzos 2007 – Gostolai
18 Cannonau di Sardegna Barrosu 2008 – Montisci Giovanni – Barrosu
18 Però TankaDeddu 2008 – Panevino

Gli Outsider

Valle d’Aosta

17.5 Valle d’Aosta Petite Arvine 2010 – Feudo di San Maurizio

Piemonte

16.5 Freisa d’Asti Vivace La Fleisa 2009 – Carnevale Giorgio
17 Asti Spumante Metodo Classico Driveri 2006 – Cascina Fonda
17.5 Barbera del Monferrato Superiore Rossore 2009 – Iuli
17.5 Roero Riserva Renesio 2007 – Malvirà
16.5 Roero Arneis Saglietto 2009 – Malvirà
17 Colli Tortonesi Cavallina 2008 – Mariotto Claudio
17.5 Barbera d’Asti Superiore Montruc 2009 – Martinetti Franco M.
17.5 Dolcetto d’Alba Bricco Caramelli 2010 – Mossio Fratelli
17.5 Dogliani Bricco Botti 2008 – Pecchenino Fratelli

Liguria

16.5 Apogèo 2010 – Cascina delle Terre Rosse
17 Rossese di Dolceacqua Bricco Arcagna 2009 – Terre Bianche

Lombardia

17 Lugana Brolettino 2009 – Ca’ dei Frati
16.5 Valcalepio Rosso Riserva Surie 2007 – Il Calepino
16.5 Garda Sauvignon Valbruna 2009 – La Prendina

Trentino

16.5 Trentino Nosiola 2010 – Cantina Toblino
16.5 Trentino Marzemino 2010 – Vilàr
17.5 Trentino Moscato Rosa 2009 – Zeni R.

Alto Adige

16.5 A. A. Schiava Karneid 2010 – Gojer Franz-Glögglhof
17.5 A. A. Gewürztraminer 2010 – Hartmann Donà
17 A. A. Lago di Caldaro Classico Superiore Plantaditsch 2010 – Klosterhof
17 A. A. Santa Maddalena Classico 2010 – Untermoserhof

Veneto

17 Conegliano Valdobbiadene Prosecco S. C. 1931 2009 – Bellenda
17 Piave Merlot Spezza 2009 – Tenuta Bonotto delle Tezze
16.5 Custoza Superiore Amedeo 2009 – Cavalchina
17 Valpolicella Classico Superiore Camporenzo 2008 – Monte Dall’Ora
16.5 Bardolino 2010 – Tantini Giovanna

Friuli Venezia Giulia

17.5 Colli Orientali del Friuli Picolit 2008 – Rodaro Paolo
17.5 Colli Orientali del Friuli Refosco Cialla 2007 – Ronchi di Cialla

Emilia Romagna

16.5 Albana di Romagna Secco Codronchio 2009 – Monticino Rosso
16.5 Lambrusco di Sorbara Radice 2009 – Paltrinieri Gianfranco
17.5 Primedizione Cuvée nm  – Vallona

Toscana

17.5 Montecucco Sangiovese Riserva Cenere 2006 – Amiata
16.5 Chianti Rufina Riserva 2007 – Fattoria Il Lago
17.5 Chianti Rosae Mnemosis 2009 – Villa Petriolo

Marche

17 Rosso Piceno Superiore Podere 72 2009 – Poderi San Lazzaro

Umbria

17.5 Montefalco Sagrantino Pozzo del Curato 2008 – Villa Mongalli

Lazio

16 Frascati Superiore 2010 – Antiche Terre Tuscolane
16.5 Poggio della Costa 2010 – Mottura Sergio

Abruzzo

16.5 Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo 2010 – Filomusi Guelfi

Campania

16.5 Campi Flegrei Falanghina 2009 – Contrada Salandra
17 Aglianico del Taburno D’Erasmo Riserva 2007 – Nifo Sarrapocchiello

Puglia

17 Cappello di Prete 2007 – Candido Francesco
17.5 Salice Salentino 2008 – Vinicola Resta
17 Castel del Monte Riserva Il Falcone 2007 – Rivera

Sicilia

16.5 Lacrimae Bacchi nm – Avide
17.5 Contrada Rampante 2009 – Passopisciaro

Sardegna

16.5 Monica di Sardegna Nibaru 2010 – Loi Albert0

I migliori acquisti dell’anno (uno per Regione)

Cannonau di Sardegna Sonazzos 2007 – Gostolai (19 – 8/9€)
Verdicchio di Matelica 2010 – Collestafano (18.5 – 7/8€)
Chianti Classico 2008 – Castello della Paneretta (18.5-12/14€)
Oltrepò Pavese Barbera 2008 – Albani Riccardo (18 – 9/10€)
Moscato d’Asti Sourgal 2010 – Perrone Elio (18 – 8/10€)
Soave Classico 2010 – Suavia (18 – 9/11€)
Aglianico del Vulture 2009 – Tenuta del Portale (17.5 – 9/10€)
Cirò Rosso Classico 2010 – Caparra & Siciliani (17.5 – 5/6€)
Sangiovese di Romagna Balitore 2009 – Balìa di Zola (17.5 – 9/10€)
Montepulciano d’Abruzzo Arboreo 2008 – Pietrantonj Italo (17,5 – 5/6€)
A. A. Santa Maddalena Classico 2010 – Untermoserhof (17 – 7/8€)
Fiano di Avellino 2010 – Fratelli Urciolo (17 – 6/7€)
Colli Orientali del Friuli Refosco 2008  – Dorigo Girolamo (17 – 12/14€)
Salice Salentino Rosso Vereto 2008 – Agricole Vallone (17 – 6/7€)
San Basilio 2010 – Riofavara (17 – 8/9€)
Valle d’Aosta Chambave Muscat 2010 – La Crotta di Vegneron (17 – 9/11€)
Cesanese di Olevano Romano Terre Olibani 2007 – Migrante (16.5 – 7/9€)
Trentino Nosiola 2010 – Cantina Toblino (16.5 – 6/7€)
Trebbiano Spoletino 2010 – Podere Perticaia (16.5 – 9/10€)
Riviera Ligure di Ponente Pigato Riviera dei Fiori 2010 – Fontanacota (16 – 9/11€)

L'AcquaBuona

20 COMMENTS

  1. è molto indicativo il fatto che all’apparire dei premiati vi sia un autentico assalto di lettori. Fermo restando che io valuto la guida de l’espresso l’unica in grado di evidenziare nomi nuovi e non essere vincolata a ragioni di “Stato” enoico, resta il fatto che la gente adora i giudizi degli altri. Potrei capire di più la lettura della guida per cercare nuove esperienze vinicole da gestire poi in prima persona (e io lo faccio spesso), ma l’elenco dei vincitori è qualcosa di diverso nella sua essenza psicologica. Nessuna critica, ovviamente, ma uno spunto di profonda riflessione sul mondo enoico… Non trovate?
    Tra parentesi, sono molto contento per Guido Porro: ho caldeggiato a destra e a manca i suoi vini eleganti, mai sopra le righe, raffinati e seducenti e il doppio premio mi rende umanamente (conoscendo bene Guido) ultra felice!

  2. Sì, hai ragione Enzo. Anche se personalmente, ma so di parlare anche per gli altri espressici, non vedo la lista delle eccellenze ( diramata come vedi assieme ad outsider e miglio acquisti) come lista dei vincitori, o dei vincenti, semplicemente è una estrazione parziale delle cose che ci sono piaciute di più.
    Che poi l’editore conosca i suoi polli e sappia che un certo tipo di lancio faccia da specchietto per le allodole è pur vero. Anche se la smaliziata consapevolezza dei tanti appassionati può superare oggi questa “debolezza” di natura commerciale.
    Arriveremo a pubblicizzare un lavoro senza passare dalle scorciatoie. Un lavoro, vieppiù se PULITO, non dovrebbe averne bisogno. E la lettura di una Guida – qualunque essa sia – nel senso che indichi tu è sicuramente la cosa più auspicabile. E anche la più fruttuosa ( in senso culturale ovviamente).
    Infine: viva Porro!!!

    fernando

  3. caro Fernando,
    direi che concordiamo in tutto e per tutto. Sì, speriamo che il significato “simbolico” e quasi mistico delle guide prenda al più presto la via della completa razionalità. Forse questo aiuterà anche a diminuirne il numero, soprattutto se impostate solo su valori puramente mediatici… Devo andare a trovare Guido…te lo saluterò caldamente… se lo merità per la semplicità e l’umiltà che dimostra.
    Enzo

  4. Vi segnalo che tra le eccellenze è saltato il Lazio con due Cesanese del Piglio.
    Due altri dettagli di minore importanza:
    – il produttore di uno dei Fiano di Avellino “eccellenti” è Tenuta Sarno 1860 (non Tenuta Sano 1869);
    – il Valtellina Superiore Riserva Vigna Regina 2001di Ar.Pe.Pe. appartiene alla sottozona Sassella e non Grumello.

  5. Per questa discussione vi segnalo questo articolo di Slow Food che mi pare molto stimolante.
    http://www.slowine.it/pagine/ita/parliamodi.lasso?id_edit=781&-session=slowine:4F164C6416b533166Fhj734BD35A
    Un’ altra cosa che gradirei dalle guide e che le campionature venissero fatte anche sugli scaffali dei supermercati e non solo richiedendo i campioni ai produttori dato che oramai è noto il fatto che molti campioni presentati alle guide sono “costruiti” appositamente e non corrispondono a ciò che si trova sugli scaffali. Lo dico a ragion veduta dato che oggi i consorzi fanno campioni anche sui vini imbottigliati dopo le commissioni di degustazione e ci sono stati più di un caso di palese non corrispondenza.

  6. caro Fernando,

    approfitto della tua presenza per avere, se possibile, alcuni chiarimenti sulla guida… che come ho già “espresso” (eh eh eh) è quella che normalmente mi offre spunti interessanti (l’unica direi)

    Ieri l’ho comprata, come al solito. Breve lettura rapida, ma ho già trovato, però, cose un po’ strane…. Non so se è colpa dei produttori o di qualche svista o… non so..

    Alcune cantine che hanno riscosso fino all’anno scorso punteggi più che decorosi per non dire eccellenti, sono state cancellate del tutto o duramente ridimensionate (spesso senza richiamare i successi precedenti). Non sarebbe stato bene dire la motivazione, comunque? Una sparizione repentina lascia molto esterefatti.

    Se, comunque, la colpa fosse dei produttori che non hanno inviato i campioni, beh… devo seguire Lamberto. Sarebbe bene recuperarli lo stesso sugli scaffali o in qualche modo, oppure dirlo apertamente e non limitarsi a cancellare l’azienda.
    E’ molto meglio non essere mai inseriti che essere eliminati senza parola alcuna. Conoscendo molti di quei produttori, so benissimo che non hanno cambiato stile di produzione…E allora perchè non dare informazioni più curate?

    Quella che era una delle forze della guida è sembrata venire meno… E, devo dirlo, soprattutto in Piemonte, regione che conosco molto bene: sono contento per il nord, ma il barolo 2007 meritava qualcosa di più… Forse non è stato capito molto bene…

    Mi permetto anche di dire che in alcune regioni si è privilegiata la materia e la concentrazione, in altre l’eleganza. Non sarebbe bene cercare di seguire una direzione unitaria. Altrimenti si crea un po’ di confusione e imbarazzo.

    In generale, posso dirlo? mi sembra che non sia stata seguita una visione conocordata e equilibrata. troppi nomi validati da anni e anni NON possono sparire per un’annata storta (sempre che sia vero?). Altri giudizi sembrano esagerati, certe zone nettamente privilegiate… Non vorrei che si stesse cadendo nel vortice comune delle altre guide…

    Ragazzi, sveglia!!!

  7. Per Enzo: non so a cosa ti riferisci quando parli di nomi che c’erano e che non ci sono più. Se fai i nomi posso magari cercare di rispondere perché, Ci sta che semplicemente non ci sia pervenuta la campionatura e che sugli scaffali non fosse ancora disponibile, visto che solitamente i vini che assaggiamo sono vini in anteprima.
    2007 ahnoi non è stata una grande annata per il Barolo. Da qui la selezione d’eccellenza più risicata. Forse non l’avremo capita, comunque assaggiare in comparazione cieca e ripetutata oltre 300 Barolo può essere un cincinin d’aiuto. I vini sono generalmente larghi, alcolici, dimostrano poca tenuta all’aria, la qualità e la maturità del tannino non è quella delle annate grandi, salvo le debite eccezioni ovviamente. Annata e bottiglie studiata e ristudiata, ma già fin dagli assaggi primaverili ci era francamente sembrata così. La 2006 è tutta un’altra storia. E sulla 2008, visto la bella riuscita dei Barbaresco, c’è da scommetterci.

    Inoltre, fai nomi di regioni di materia e concentrazione, altre da eleganza, almeno ci chiariamo anche su quello..Sennò non capisco.

    Per la presunta predilezione di certe zone rispetto ad altre reinvito a leggere il cappelletto introduttivo. Lì ci sta la risposta.O quantomeno la nostra risposta.

    E noi che credevamo di aver fatto un lavoro quanto mai distintivo per visione e prospettiva critica! Accomunati alle altre guide, chi lo avrebbe mai detto, dopo una Guida così? Mannaggia.

    Ciao Enzo, permettimi di non essere d’accordo sulla tua disamina. 🙂 Ma una difesa d’ufficio è il minimo che ti potevi aspettare no? D’altronde, vedi mai che non vi sian guidaioli con anima e passione spersi qua e là!

    Per Lamberto: sì, problema annoso quello delle campionature, ma dopo tanti anni di esperienza sul campo ( non certo la mia, che comunque son 9 anni che assaggio oltre 4000 bottiglie l’anno) assai ben gestibile. Nel corso dell’anno ci capita spessissimo di riassaggiare bottiglie già assaggiate nel corso delle sessioni guidaiole. Per adesso non ci è capitato di avere sorprese in tal senso ( e se un vino da 15 a un riassaggio dopo un anno o due si rivela da 16 ci può anche stare). E chiaramente l’ipotesi di acquistare i campioni in commercio cozza con i tempi di lavorazione ( una guida uscirebbe due anni in ritardo, con vini da due anni già sugli scaffali, perdendo un bel po’ di senso) e con l’economicità di un lavoro ( ce lo vedi un editore che spende centinaia di migliaia di euo a comprare bottiglie?!).
    Già in questa edizione della Guida viene anticipata però una metodologia che verrà applicata con più sistematicità nel futuro, ossia quella del riassaggio a bocce ferme di annate già recensite, per reinserirle a distanza di tempo in Guida ed offrire una info ai lettori sulla evoluzione di determinate etichette. Metodologia che potrà trovare ancor più adeguato spazio, vista la versatilità, nella versione IPhone.

  8. La mia indicazione era per una maggiore attenzione al consumatore il quale, putroppo non assaggia in anteprima ma dagli scaffalli dei supermercati.

  9. caro Fernando,
    per adesso solo tre nomi piemontesi (queslli che mi sono subito saltati agli occhi): Silvio Grasso, Gagliasso e Viberti Giovanni (ma ve ne sono altri, devo solo trovarli…). Non pensi meritassero una spiegazione dei motivi della loro esclusione, qualsiasi essi fossero. Un po’ come fatto per Cappellano e Roberto Voerzio?

    Ho trovato differenza del tipo di prgio tra il Piemonte (ad esempio) e i vini del sud… Sono ben contento, però, per l’eleganza premiata… Può darsi dipenda solo dalla mia poca esperienza…

    Sul barolo 2007, ho molte remore. A me sembra elegante, pronto, bevibile, armonioso.Non vedo segni di “cotto” e di eccessiva maturazione. Mi si dirà: non terrà nel tempo. Siamo sicuri che poi non accada come per altre annate troppo presto disprezzate e poi rivalutate? In ogni modo andrebbe valutato per le emozioni che dona adesso e non nel futuro. In fondo, per i vini non ancora pronti lo fate: bassi punteggi perchè adesso non è ancora al meglio, ma parole di speranza. Si può allora fare il contrario: alti punteggi per l’oggi con il dubbio sulla tenuta…

    In questo contesto, perfetta l’idea di tornare su valutazioni precedenti… Ho già scritto da tempo un articolo proprio su questo argomento. A questo punto ve lo mando….!!

    Per finire, faccio critiche (del tutto personali e poco significative vista la mia dilettantistica esperienza) perchè so di parlare con persone capaci e serie. In caso contrario non avrei detto niente.

    Sul fatto della sparizione senza motivi scritti, rimango invece veramente sopreso. Anche se i vini erano veramente pessimi, vignaioli seri e coscenziosi come quelli che ti ho detto meritavano qualche parola di spiegazione…

    Un abbraccio e grazie per l’attenzione

    Enzo

  10. per tutta l’Acquabuona e i lettori,
    ho mandato l’articolo in questione. Appena pubblicato, spero sia oggetto di ampia discussione aperta e libera. Sono convinto che tra persone serie e appassionate si possa ancora fare….
    Enzo

  11. Grazie Fernando, Bellissimo, un’anteprima gradita, ora un dubbio, c’è un vino che credo di non avere compreso o di avere avuto la bottiglia sbagliata, succede, capita, Ma L’Orma voi lo avete nelle eccellenze, io credo di avere avuto un’altra bottiglia forse imbottigliata per noi, forse pensavano, che amassi vini sovra estratti, vini opulenti, si sbagliavano amo vini fini leggeri eleganti con buona acidità, longevi e beverini, proprio quel tipo di vino che hanno mandato a voi. Scherzo naturalmente ma non ci sto capendo, Dammi le tue impressioni. Grazie Lido

  12. Ciao Lido
    pur non essendo passato dal mio tavolo d’assaggio, da quanto leggo dalle note di Ernesto, Fabio Rizzari e gli altri che lo hanno assaggiato, sembra quasi un vino “nordico” per finezza tannica. Molto profondo ed elegante, speziato, lungo, insomma come bordolese un vino irreprensibile. Poi magari il colore sarà ovviamente carico, trattandosi di cabernet e similia, e la saldezza della trama in un vino di Bolgheri proveniente dalla zona di Orma non sarà quella del frappato. Mi insospettirei casomai se presentasse trasparenze nel colore e corpo magro. Per inciso devo aggiungere che negli assaggi di selezione ci stava un campione maturone e selvatico, abbastanza “spalmato” nella sensazione di frutto e roverizzato in modo più sensibile, non propriamente riconducibile agli altri campioni assaggiati, probabilmente figlio di una boccia non a posto, chissà……
    Sai, in un lavoro di analisi e di critica devono essere messe da parte le predilezioni personali. Magari è una etichetta o una tipologia di vino che te personalmente non ti compreresti mai ( p.e., a un amarone o a un sagrantino giovani non mi ci avvicino, dovessi scegliere) ma occorre saper discernere il più oggettivamente possibile circa potenzialità e caratteristiche di un territorio e valutare senza paraocchi ogni tipologia tenendo in conto soprattutto di chi leggerà quella pubblicazione, cercando di fornire una lettura critica e organolettica di ciò che ci si deve aspettare da quella bottgilia, o da un certo stile. Ecco, aver posto quella etichetta fra le eccellenze potrà significare che nel suo genere, perlomeno, quel vino è significativo. E’ un conseguimento riuscito.
    Ciao, ci vediamo giovedì!
    fernando

  13. Chiarito Fernando, forse io ho bevuto veramente una bottiglia mal tenuta sballottata inmacchinada piu’ giorni, giovedì lo riassaggio volentieri. Grazie come sempre puntuale.ciao lido

  14. Ciao Fernando,
    non so se hai partecipato direttamente agli assaggi del “mio” Abruzzo, ma in ogni caso, se possibile, ti chiederei un chiarimento. Sono rimasto molto sorpreso nel leggere tra le poche eccellenze regionali il nome di Stefania Pepe. In realtà avevo già notato che anche negli anni passati la Pepe riscuoteva buon successo nelle vs valutazioni (unico caso nel panorama delle principali guide di settore). Però, detto sinceramente da uno che qualche vino abruzzese lo ha assaggiato, mi sembra un pò sopravvalutata. Ok che nella scheda si accenna chiaramente al fatto che quelli di Stefania sono vini “scorbutici” e “non precisissimi sul piano tecnico”, e quindi in qualche modo si offre (come ogni buona guida dovrebbe fare) la giusta chiave di lettura all’appassionato, però da qui a mettere 3 suoi vini sopra il 17,5 e tutti e 3 superiori ad un montepulciano di riferimento assoluto che da sempre è quello di Pepe padre, beh, scusa ma non lo capisco proprio! I vini di Stefania sono veraci, originali, di grande intensità e carattere, ma hanno oggettive e abbastanza evidenti “sgrammaticature enologiche” (per dirla alla Gravina) che a mio modesto avviso vanno evidenziate e di cui si dovrebbe tenere conto nella valutazione finale. Insomma, mi sembra che in questo caso il lato soggettivo del degustatore abbia preso un pò il sopravvento…

  15. Uheilà Franco
    io ho assaggiato i vini selezionati per la finale, far cui un paio di Stefania Pepe. Dei quali uno, stando ai risultati emersi dalle 6 bocche che lo hanno assaggiato (quindi non proprio la predilezione di 1 singolo degustatore) ha spuntato l’eccellenza. Mi dici, e sono d’accordissimo, che “i vini di Stefania sono veraci, originali, di grande intensità e carattere”. Beh, una delle più belle motivazioni che ci possano essere per una Eccellenza espressica, non credi?

    Per inciso, a me è piaciuto molto anche Controlaguerra 2008: l’ho trovato di una beva incredibile, di una freschezza inusitata, un mare di contrasti ad intrigare. E chiaro nella esposizione delle sue ragioni, pur nel rispetto della timbica pepiana, tutta veracità e carattere.
    Però conosciamo la produzione di Stefania, e ne sappiamo i limiti, che quest’anno in certe etichette sono emersi molto meno del solito ( o in un caso non sono emersi affatto). Da qui forse l’apprezzamento massimo. Tieni conto che sistematicamente riassaggiamo i vini a boccia aperta a distanza di 1 giorno, a volte 2, e i vini di Stefania quest’anno, anche e soprattutto al riassaggio, ne “mettevano in riga” parecchi. Ma chiaramente quella è una nostra impressione, che non è Vangelo.

    Quanto alla statura del Pepe padre, non si discute. E il suo Montepulciano è stato oggetto di belle considerazioni sulle pagine della nostra Guida anche in passato ( il 2007 per esempio è vino indimenticabile). Quest’anno il 2008 è apparso meno “lirico” dell’annata precedente, compatto, serrato, profondo, verace ma non così dinamico e ritmato. Inoltre presentava forti e fastidiose riduzioni ( fra carne frollata e nafta) che si sono attenuate solo dopo 3 giorni di apertura.
    ciao Franco
    fernando

  16. Beh…allora non mi resta che procurarmi i vini di Stefania e riassaggiarli con calma. Sul Pepe 2007 superiore al 2008 siamo d’accordo. Ho riscontrato nel 2008 gli stessi limiti che tu hai evidenziato, pur restando uno dei migliori rossi in regione. Forse ha solo bisogno di un pò di tempo in più. Grazie per la risposta. ciao

  17. Probabile che il tempo giochi a suo favore. E comunque resta un ottimo vino, da quanto si evince dal giudizio dato.

    ciao
    fernando

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