Conclusa la ricerca sui pesci del Ceresio: per il futuro del patrimonio ittico dei laghi della regione alpina

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Milano, 28 ottobre 2011 — Si è conclusa l’attività di ricerca di un team internazionale di ittiologi che ha scandagliato i fondali della parte italiana del Ceresio analizzando pesci e vegetazione lacustre: un’azione svolta nell’ambito di Projet Lac, un progetto europeo finalizzato a promuovere la biodiversità, esteso ai maggiori laghi dell’area alpina e peri-alpina di Svizzera, Francia e Italia. Obiettivo, questo, perseguito anche dalla Provincia di Como, capofila del Progetto Interreg III A per la “Valorizzazione sostenibile dei prodotti ittici tradizionali e innovativi dei laghi insubrici”.

Tra il 17 e il 21 ottobre una équipe di 20 ricercatori svizzeri e francesi, sotto la guida dell’Istituto per la Ricerca sulle Acque nel Settore dei Politecnici Federali (EAWAG) e del Museo di Storia Naturale di Berna, ha eseguito rilievi ambientali nei fondali della parte italiana del lago di Lugano (Ceresio) prelevando campioni del patrimonio ittico. Prima di essere rilasciati, i pesci sono stati misurati, fotografati e classificati, per compilare statistiche dalle quali evincere, con uno studio comparato, lo stato di salute del popolamento ittico dei laghi europei.

“L’obiettivo finale del progetto Projet Lac è conservare per il futuro il patrimonio ittico dei laghi della regione alpina”, spiega Carlo Romanò, responsabile del Servizio Pesca della Provincia di Como e coordinatore del Progetto Interreg III A. “Un obiettivo perseguito innanzitutto stabilendo quanto sia effettivamente elevata la biodiversità ittica lacustre e, poi, cercando di individuare quali siano i motivi ecologici che portano all’apparizione o alla scomparsa di alcune specie; i risultati di questo studio sono importanti anche ai fini del Progetto Interreg: abitualmente, infatti, i dati di cui si dispone sono statistiche sulla pesca che rivelano quali e quanti pesci sono pescati ma la varietà effettiva è sconosciuta: una visione oggettiva del popolamento lacustre permette di comprendere anche quali specie ittiche sono minacciate e necessitano di maggiore protezione”, aggiunge Carlo Romanò.

I risultati dello studio saranno disponibili tra alcune settimane, ma le prime indicazioni che emergono dai campionamenti sono molto interessanti: la specie predominante nel Ceresio non è il Gardon (Rutilus Rutilus), come si è creduto finora, ma il Persico (Perca Fluviatilis), che tra l’altro è considerato un pesce di maggiore pregio. L’incremento del pesce persico nel Ceresio (“notizia, commenta ancora Romanò, che sarà gradita anche ai consumatori”) è infatti un preciso obiettivo della nostra Provincia, che annualmente effettua interventi di miglioramento ambientale per favorire la riproduzione naturale di questa specie. Per questo sono state recuperate pratiche in uso in passato tra i pescatori di professione, come la posa sul fondo del lago di ammassi di fascine che costituiscono le cosiddette “case dei pesci”: un rifugio sicuro dove i pesci depongono le uova. Inoltre, per una pesca sempre più sostenibile, i pescatori di professione utilizzano reti apposite, le “perseghere”, che catturano soltanto i pesci adulti e permettono di  salvaguardare le nuove generazioni.

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L'AcquaBuona

1 COMMENT

  1. circa sette anni fa il pesce predominante del ceresio era il gardon,poi il cavedano e l’alborella, sono arrivati numerosi uccelli mai esistiti sul nostro lago – lo svasso . l’airone cinerino , e i micidiali cormorani e hanno compiuto la strage di pesci alborelle scomparse cavedani diminuiti del 80% gardon pesce molto prolifico diminuzione del ca. 70%.

    Se non sono stati questi uccelli mangiatori di pesci a provocare questa strage cosa o chi é stato? o nessuno ha il coraggio di dire veramente che la causa sono i pesci suddetti perché hanno paura del WWF ?
    NB.i nostri vecchi pescatori che vivevano della pesca quando arrivava un animale o uccello che ritenevano pericoloso per la vita dei pesci lo liquidavano immediatamente. Non é il caso attuale ma controllare la loro proliferazione la trovo giusta. Questi uccelli non hanno altri animali che possono eliminarli, cosi possono proliferare tranquillamente.

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