Non solo Barbera: il Parco Naturale di Rocchetta Tanaro

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Rocchetta Tanaro, un piccolo e discreto paese ai bordi del Tanaro, è diventato celebre parecchi anni fa per merito della Barbera, che proprio qui è nata a nuova vita. Merita sempre tornarci, ma non solo per il grande vino piemontese.

Chi non conosce Giacomo Bologna, da Rocchetta Tanaro, figlio di Giuseppe, soprannominato Braida per la sua abilità nel gioco del pallone elastico? E chi non conosce le sue Barbera, uscite dal limbo dei vini da osteria per essere nobilitate al pari dei più grandi vini mondiali? L’azienda Braida è ancora viva e vegeta ed è un pezzo di storia del vino piemontese.

Nel  silenzioso paese di Rocchetta Tanaro, placidamente situato in uno dei tratti più suggestivi del Tanaro, poco dopo Asti, si respira ancora l’aria di tempi mitici per il mondo del vino. Se ne potrebbe parlare per ore. Tuttavia, Rocchetta Tanaro, nasconde altri splendidi segreti, celati tra le vigne e le dolci colline circostanti. Sia che capitiate in quel luogo per una spedizione vinicola fatta di tradizioni, di ricordi e di attuale vivacità, sia invece che vi arriviate per caso, è d’obbligo una visita al vicinissimo Parco Regionale di Rocchetta Tanaro.

Si arriva velocemente seguendo l’indicazione all’inizio del paese. Dopo pochi chilometri, che sembrano del tutto “normali”, si piomba improvvisamente indietro di circa tre secoli, quando i colli vicini ad Asti erano foreste di quercia e di castagno, introdotto, quest’ultimo, per fabbricare pali di sostegno alle viti, fino ad allora abbracciate ad alberi selvatici. Nemmeno duecento metri d’altezza eppure sembra di essere in montagna: frescura, sottobosco pieno di fiori in primavera, di funghi in autunno.

Significativa è la presenza del grande faggio (detto “Faggio Emilio”) della Val du Gè (Valle del Gelo), esemplare ultrasecolare di altezza superiore ai 25 metri e con un diametro della chioma intorno ai 20 metri che cresce alla quota minima per il Piemonte (130 metri s. l.m.), e rappresenta un ricordo delle faggete diffuse su tutta la zona al termine dell’ultimo periodo glaciale.

Il merito va principalmente ai marchesi Incisa della Rocchetta che hanno mantenuto inalterato il territorio, magari per motivi puramente legati alla caccia, e regalato un paradiso a pochi chilometri dalla modernità e dalla cultura intensiva. Il parco è tenuto benissimo, con sentieri auto esplicativi, tracciati per le biciclette e per i cavalli. Al centro l’ostello didattico Pacha Mama, in posizione da favola, dove le scolaresche possono passare anche giorni a contatto con la natura selvaggia e di notte seguire una volpe con i suoi piccoli o la sagoma inconfondibile di un tasso, simbolo stesso del Parco.

Mi sono fermato a chiacchierare con un guardia parco. Persona di grande simpatia che, con estrema gentilezza,  mi ha trasmesso la passione e l’emozione per il lavoro che svolge. Pur abitando molto vicino a questo gioiello naturalistico, è stata la mia prima visita. E me ne pento. Mia moglie ed io ci siamo promessi di andarvi spesso, nelle varie stagioni per sentire i fruscii del bosco e per rammentare ancora una volta che per essere felici e appagati basta un piccolo sforzo in più, magari dietro all’uscio di casa.

Chi ha voglia e tempo non se lo lasci scappare: ne vale proprio la pena! Magari seduto su uno dei tanti tavoli da picnic, nascosti nel bosco, e con una grande Barbera nel bicchiere.

Complimenti sinceri alla Direzione del Parco e ai suoi collaboratori.

Parco Naturale di Rocchetta Tanaro
Via Salie, 19 – 14030 Rocchetta Tanaro
Tel e fax 0141 644714
email : vigilanza.pnrt@virgilio.it
Sito web: http://www.rocchettanet.com/nuovo/turista/parco/default.htm

Vincenzo Zappalà

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