Boroli Wine Forum 2011 – Il Vino è “social”

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Il Boroli Wine Forum 2011 giunge con successo alla sua III° edizione, confermando l’appuntamento annuale per il 18 novembre alla Cantina La Brunella di Castiglione Falletto (CN).

Moderatore

Enzo Vizzari – Direttore de Le Guide de L’Espresso

Intervengono

Antonio Galloni – Editore, The Wine Advocate

Filippo Mazzei – Marchesi Mazzei

Bruno Paillard – Maison Champagne Bruno Paillard

Luciano Pignataro – Giornalista e Blogger

Sara Tieni – Giornalista

Lamberto Vallarino Gancia – F.lli Gancia

Tema di questo anno sarà Il vino è “social”, interessante spunto per parlare della comunicazione del vino e delle nuove strade offerte dal web, aprendo il confronto tra le diverse strategie seguite dai produttori. Il tema di questa edizione diventa anche spunto per trattare l’aspetto “sociale” e conviviale del vino, inteso come legante tra persone, culture e esperienze, nonché fonte di ispirazione per l’atteggiamento di consumo degli italiani e dei consumatori esteri.

Tante idee di cui prendere nota ed un panel decisamente interessante: Enzo Vizzari – Direttore de Le Guide de L’Espresso – nella veste di moderatore, guiderà gli interventi di Antonio Galloni, editore di “The Wine Advocate”, Filippo Mazzei per Marchesi Mazzei, Bruno Paillard per la Maison Champagne Bruno Paillard, Lamberto Vallarino Gancia per la F.lli Gancia, Luciano Pignataro giornalista e wine blogger e Sara Tieni giornalista per vanityfair.it e vanityfood.it.

Molti gli spunti di riflessione che scaturiranno dal forum, tutti legati all’idea che il vino sia un prodotto assolutamente unico, poiché riesce ad essere esso stesso un mezzo di comunicazione “diretto” tra produttore e consumatore. Ecco perché l’occasione offerta dal Forum permetterà di mettere in luce quanto un bicchiere di vino sia simbolo di convivialità, di apertura, di sincerità – reale prima che virtuale.

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Il vino è “social” – Le strade della rete incrociano i territori del vino ed indicano un possibile futuro del settore

Le strade della comunicazione sono infinite ed anche il vino da anni popola il web attraverso siti dei produttori, profili nei maggiori social network come Facebook, microblog su Twitter e miriadi di post sui wine blog che ormai dilagano in rete.

E’ noto come il web sia diventato uno dei canali di comunicazione migliori per parlare di vino e soprattutto quale sia la sua importanza non solo a livello culturale, a proposito di un produttore e del suo vino, ma quanto sia indispensabile per cogliere completamente le opportunità commerciali e relazionali.

Antonio Galloni, editore di “The Wine Advocate”, esperto del mondo del vino, sostiene da tempo che “la crescita della Information Technology ha velocizzato il mondo e di conseguenza la comunicazione di una regione, di un’azienda, della critica, ecco perché il ruolo del social networking è fondamentale in ambito enologico”.

Il fenomeno Foursquare – così poco sfruttato in Italia – è un esempio di quello che intendiamo dire: Foursquare è a metà tra un social network ed un “gioco”, si tratta di uno strumento di mappatura dei luoghi che ciascuno frequenta, per condividere con gli amici, il piacere di fermarsi, per esempio, in un ristorante o in un’enoteca a bere un ottimo bicchiere di vino.

Si tratta del fenomeno del geo-tagging, in breve “dare un’etichetta a un luogo”, una opportunità straordinaria per produttori e ristoratori, perché apre nuove strade alle strategie di buzz-marketing, quel passaparola che è uno dei meccanismi più importanti per creare attenzione su un prodotto o un territorio.

Per capire il meccanismo, basta leggere un commento apparso on-line: “ormai lo scopo delle aziende è avere non solo semplici clienti, ma fan del proprio marchio: persone che vi si identifichino. Con Foursquare per la prima volta possono misurare in modo preciso questa fedeltà, grazie alla partecipazione e a un contatto reale con lo stesso utente”.

Questo aspetto di “diffusione sociale” è lo stesso che ha coinvolto, ormai da tempo, i wine blogger, diventati punto di aggregazione di interessi e persone attorno al tema: attraverso di loro si attiva un meccanismo di interazione costante che ovviamente produce comunicazione.

In sostanza il wine blogger crea e sollecita interesse quotidiano su tutto ciò che riguarda la cultura del vino, produce visibilità e crea notorietà, allarga ed informa i consumatori e naturalmente offre nuove opportunità di business.

Come afferma Luciano Pignataro, giornalista e wine blogger tra i più autorevoli, “la rete e i social network costituiscono una grande opportunità di sviluppo della conoscenza. I tempi di trasmissione del sapere sono azzerati da un capo all’altro del mondo”.

La parola chiave è dunque “rendere accessibile e comprensibile” un’informazione, una notizia, un evento al maggior numero di consumatori possibili ed il web in questo, è il mezzo più democratico che esista al momento.

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Il vino è un fenomeno sociale. Prima di essere “social” il vino è soprattutto un meraviglioso aggregatore di emozioni

Una recente indagine di Eurisko afferma l’attitudine a considerare il vino come fattore di aggregazione sociale e splendido catalizzatore per la convivialità.

I dati lo confermano: 8 italiani su 10 si considerano buongustai, 1 italiano su 3 afferma di invitare spesso persone a cena rivelando una crescita esponenziale della cosiddetta “socialità enogastronomica”. In un periodo di crisi si preferisce così rinunciare ad una iscrizione in palestra ma non ad una buona cena al ristorante o tra amici nella propria casa. E se il vino nella dieta mediterranea è considerato un alimento, di certo oggi può essere considerato a tutti gli effetti un “confort food” ovvero qualcosa che produce conforto, che ha un effetto consolatorio sulla nostra psiche, soprattutto se consumato insieme ad altri recuperando il valore della condivisione.

Il vino genera dunque emozioni e gli eventi legati ad esso sono vissuti come opportunità di cose da fare: visitare le cantine dei produttori e scoprire i loro territori, andare in enoteca per partecipare ad una degustazione, recarsi a mostre o appuntamenti particolari. Da questo circolo virtuoso di attività sociali, i territori del vino si trasformano così in poli di attrazione per l’enoturismo e danno slancio all’economia. Il vino inteso come fattore sociale, permette anche di lavorare sui molteplici modi di costruzione del gusto soggettivo e della sua importanza come indicatore dei trend di consumo.

La preferenza di gusto verso un vino e la circolazione di questo gusto tra i consumatori diventa così un fatto di comunicazione. Il giudizio scaturito comincia a circolare a più livelli: il passaparola del consumatore, il giudizio del critico, la segnalazione del ristoratore e quello del territorio tanto da far emergere appunto delle “tendenze”, di cui il produttore deve tenere conto.

La macro-tendenza più diffusa a livello sociale, avvalorata dalla citata indagine Eurisko, è sempre più quella di un ritorno alla valorizzazione dell’esperienza autentica di fronte alla scoperta ed alla successiva degustazione di un vino. Sempre più forte è la richiesta di vini che abbiano un forte legame con la terra da cui provengono ma soprattutto che sappiano rispettare il valore di questa terra, non solo come originalità della produzione ma anche come rispetto in termini ambientali.

L’aspetto conservativo del territorio e l’etica del produttore, sono gli elementi fondativi di questa nuova tendenza al consumo di vino “socialmente utile”, che si acquista e si consuma non solo perché piace ma anche perché portavoce di rispetto e di autenticità.

L'AcquaBuona

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