Anteprima Taurasi 2008… Un’ottima annata

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MONTEMILETTO (AV) – Ci sono luoghi dove, pur lontano da casa, respiri un’aria familiare, e dove le persone, per carattere e attitudini, ti sembrano vicine. L’Irpinia, ad un abruzzese di montagna come me, offre queste sensazioni. E’ una terra del sud, ma di un sud atipico: il clima è piovoso, rigido d’inverno e con grandi escursioni termiche nei mesi estivi; il paesaggio è verde, fatto di monti e colline, dove le terre coltivate convivono con grandi estensioni di faggeti e castagneti; le persone sono genuine, all’inizio un po’ scorbutiche e diffidenti, poi calorose ed ospitali.

Queste due terre condividono un passato di isolamento, geografico e culturale, che le ha tenute ai margini delle dinamiche politiche ed economiche degli ultimi decenni: una storia comune di transumanze e terremoti, di fatica e abbandono, che ha favorito però la conservazione di una cultura fortemente autoctona e poco influenzata da suggestioni esterne. Paradossalmente allora, in un mondo sempre più finto e omologato, l’autenticità e la schietta spontaneità di questa gente potrebbero rappresentare il vero punto di forza per il futuro.

E’ con questo spirito che anche quest’anno, invitato nella nuova sede del castello di Montemiletto (AV) dagli amici della Miriade & Partners, ho partecipato ad “Anteprima Taurasi 2008”. Era la decima edizione: un traguardo prestigioso e un bel segnale di continuità, specie a queste latitudini e con l’aria che tira! Soprattutto perché, ancora una volta, il tutto si è svolto senza un euro di contributo pubblico, grazie a sponsor privati e alle aziende, encomiabili per disponibilità e spirito di collaborazione.

Sotto esame l’attesa annata 2008, valutata con la formula introdotta lo scorso anno del punteggio in ventesimi: un gruppo di agronomi ed enologi del territorio hanno si sono espressi in termini di andamento climatico e di aspetti sanitari/analitici; i punteggi sulla qualità media dei vini assaggiati e il potenziale evolutivo degli stessi sono usciti invece dalle schede dei giornalisti presenti.

Come sono andate le cose? Per quanto riguarda i primi due parametri di più non si poteva chiedere: <<[…] ad un inverno moderatamente freddo e piovoso ha fatto seguito una primavera mite e regolare. L’estate è poi passata senza eccessi, ma con un differenziale termico tra notte e giorno che è stato uno dei più alti degli ultimi 10 anni, apportando un contributo importante alla sintesi degli aromi varietali. Settembre e ottobre sono stati asciutti e stabili, determinando nel complesso condizioni climatiche ideali per lo sviluppo della vite e dell’uva. Le uve sono infatti giunte in cantina nella maggior parte dei casi perfettamente sane e a completa maturità fenolica (come testimoniato dai valori medi delle acidità volatili, tra i più bassi di sempre mai registrati in Irpinia) […]>>. Scontato il giudizio finale di 10/10!

Possiamo dire lo stesso del riscontro nel bicchiere? Forse sì, anche se, come sempre accade nelle anteprime, è prematuro per esprimere giudizi. Sta di fatto che quella di quest’anno mi è sembrata per eleganza dei profumi, omogeneità qualitativa, maturità dei tannini e capacità espressiva la migliore batteria di Taurasi proposta negli ultimi cinque anni (purtroppo il mio “storico” non va più in là). L’unico vero limite che ho riscontrato è la mancanza di “punte di diamante”, di vini realmente capaci di smuovere le corde emotive. Ma forse è giusto così ed è solo questione di tempo. Il Taurasi, si sa, è vino che da giovane è tra i meno “amichevoli” in circolazione: può mettere soggezione, è scorbutico, non lo porteresti insomma a cena da amici, sapendo che ha bisogno di tempo per smussare alcuni lati difficili del suo carattere e rendersi più disponibile al dialogo. Cosa che invece, ad esempio, accade più di rado con altre denominazioni a “lunga gittata” come il Barolo: ci sono tanti Barolo 2007 – neonati ancora in fasce – che bevuti adesso già parlano una lingua universalmente comprensibile, anche ad uditori poco smaliziati, e forse proprio in questo risiede il vero grande talento del vitigno!

Comunque, rileggendo i punteggi, mi accorgo che ho circa una trentina di vini sopra la soglia del 15/20, quella che per me identifica il vino “buono da comprare”: sono circa il 60% dei campioni, una percentuale alta, ad indicare che questi Taurasi (compresi i 2007 e i 2006 presenti) mi sono piaciuti e tanto. Stringendo il filtro, però, noto che solo otto sono sopra la soglia del 17/20, quella che uso per il vino “da emozione”. Ed è significativo, poi, che due di questi siano dei semplici Aglianico 2009 (quello di Luigi Tecce e quello di Cantina Giardino, senz’altro i vini della giornata): prodotti con meno pretese, più liberi da una gabbia enologica che spesso ha pareti troppo alte da scavalcare, che parlano una lingua senz’altro più ingenua e meno intellettuale ma capace di arrivare con maggior spontaneità dritta al cuore.

Chiudo con qualche nota d’assaggio, messa qui più che altro per testimoniare un’importante novità di quest’anno: la suddivisione dei vini per macro-aree di provenienza, fondamentale per raccontare una denominazione estremamente eterogenea per esposizioni, altitudini e terreni delle zone vitate. Per ognuno dei cinque gruppi territoriali (per la cui descrizione ho pigramente fatto ricorso all’efficace sintesi fatta da Francesca Ciancio su Intravino) ho segnalato il vino che più mi ha convinto.

ASSEMBLAGGI (da due o più macroaree):

Taurasi Radici 2008Mastroberardino

Un classico. Naso impeccabile, di bella eleganza, anche se non molto sfaccettato. Palato di ottima fattura, agile, sapido… un taurasi “light”, lineare e di grande beva.

QUADRANTE NORD – RIVA SINISTRA (del fiume Calore): Area piuttosto omogenea che vede al suo interno i comuni di Venticano, Pietradefusi e Torre le Nocelle. Le vigne sono ubicate tra i 300 e i 400 metri. Le pendenze sono contenute e ci sono diversi siti pianeggianti esposti a sud. Sottozona abbastanza calda, dove i terreni sono per lo più argillosi. I vini risultano in generale più pronti e dal profilo suadente e tabaccoso, misurati nella gradazione alcolica come nell’acidità.

Taurasi Vigna Andrea 2008Colli di Lapio

Vino ancora in divenire. Naso giovanile ma non ingenuo, molto integro e con una bella speziatura di fondo. Bocca ricca, sapida, energica, con un frutto croccante e molto piacevole.

VALLE CENTRALE – RIVA DESTRA: I comuni interessati sono quelli di Taurasi, Mirabella Eclano, Luogosano, Bonito, Sant’Angelo all’Esca, Fontanarosa. Rispetto alla riva sinistra si entra in una zona più fresca e impervia dove le vigne sembrano nascondersi, alternandosi a boschi e ulivi. Siamo sui 400-450 metri e le pendenze cominciano a diventare importanti, con ricerca di esposizioni a sud. Predominano componenti pietrose e calcaree nei terreni, con alcune sacche sabbiose. I vini si rivelano più eleganti, sorretti da una netta spalla acida più che dall’estrazione tannica. Taurasi fa discorso a sé con terreni più argillosi su basi calcaree e superfici rivestiti di cenere vulcaniche.

Taurasi Piano D’Angelo 2008Sella delle Spine

Naso intenso, speziato, minerale, molto originale. In bocca ha una gran massa, dal frutto vivo, poi contrasto minerale; cede un po’ al centro bocca ma chiude bene ed è, in definitiva, molto buono.

VERSANTE OVEST – LE TERRE DEL FIANO: Interessati sono i comuni di Lapio e Montefalcione. In questa area possiamo quasi identificare un cru, quello della conca di Campore sulla dorsale che fronteggia la montagna di Chiusano: argilla pura, microclima continentale, orientamento a sud, sud-est, pendenze ed escursioni vertiginose.

Taurasi 2008Antico Castello

Il 2007 era stata la sorpresa della scorsa edizione (tra l’altro con un imbattibile rapporto qualità-prezzo). Questo 2008, pur non sfigurando, non si ripete agli stessi livelli: il naso, seppur di buona ampiezza, ha qualche imprecisione; in bocca ha un bonus di frutta ed acidità, grande vigore, ma resta un po’ rustico.

VERSANTE SUD – ALTA VALLE: Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Montemarano, Paternopoli. I vigneti sono tra i 450 e i 630 metri (con punte di 700) di altezza. La vicinanza dei monti Picentini e il clima continentale creano le condizioni per una viticoltura pedemontana. Le maturazioni sono più lente e obbligano a una raccolta tardiva. Risultano vini con più alcol, estratti, tannini e acidità.

Taurasi Principe Lagonessa 2008Amarano

A me ‘sto vino è piaciuto! (ho letto giudizi contrastanti in merito…). Il naso è un filino rustico, ma si intuisce che sotto nasconde una bellissima materia di fondo, che infatti esce tornando nel bicchiere dopo un po’. Bocca sapida, minerale, ricca e verace, dalla beva spontanea … che si vuole di più?

P.S. – Confesso di non aver individuato grosse differenze che mi abbiano ricondotto in maniera univoca alle singole zone. In molti casi mi sembra che sia più il “manico” del produttore a marcare il vino. Anche se i vini dell’Alta Valle, nel complesso, mi sono sembrati offrire una prova corale più convincente e che lascia pensare anche ad evoluzioni nel tempo più interessanti.

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

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