Domenica e lunedì torna Terre di Toscana. E saranno belle giornate

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E così, anche quest’anno siamo arrivati alla vigilia di Terre di Toscana, il nostro “ritrovo annuale” in cui c’è il meglio, o se vogliamo una larga rappresentanza di quello che noi riteniamo il meglio, della vitivinicoltura della regione. Noi siamo sempre gli stessi, appassionati osservatori diventati entusiasti organizzatori di un evento che, ad una professionalità acquisita con modestia e dedizione sul campo, affianca sempre qualcosa di (sanamente) artigianale, che mantiene quella dose di anima ad aggiungere l’impegno verso il dettaglio che conta.

Certo, non possiamo negare che ogni edizione l’organizzazione trova una strada più tracciata, i suoi meccanismi più oliati, e l’ansia tende a stemperarsi anno dopo anno, grazie anche alla fantastica squadra dei nostri vignaioli, ormai un’orchestra alla quale basta un cenno perché risponda, intonatissima, a tempo. Quello che quindi possiamo fare sempre di più è capire come migliorare le cose, di introdurre novità (magari una sfiziosissima dugustazione di Riesling tedeschi) e arricchire di sfaccettature una manifestazione che, comunque, resta quello che è: la grande riunione del vino toscano.

Questo è un concetto che ci piace ripetere: la cosa che ci interessa parecchio è che i nostri visitatori, oltre ad assaggiare e bere degli ottimi vini, capiscano quale è lo stato dell’arte, le novità e le conferme, le tendenze, il mood di questa regione così importante. Insomma, a partire dai territori classici e di lunga tradizione, rappresentati in maniera esaustiva e ad alto livello, c’è dell’altro che si muove, che nasce dalla vocazione di un terrirorio, dal pensiero e dall’azione degli uomini che lo vivono e che lo conoscono? Concretamente, per dire, come saranno questi Pinot Nero dell’Appennino? O questi Syrah di Cortona? Che direzione prende la Val di Cornia? Come evolvono gli stili dei grandi territori come il Chianti, Montalcino, Montepulciano, Maremma? Come viene interpretata la filosofia e la pratica della produzione dei vini naturali in una regione che ha svolto la fuzione di laboratorio, in questo come in altri ambiti?

Ma forse la novità maggiore di questa quinta edizione è la prepotente irruzione sulla scena  della gastronomia, che non nascondiamo vorremmo diventasse sempre più la “seconda gamba” della manifestazione, grazie agli “artigiani del gusto” e delle grandi materie prime, e grazie agli chef, che reclutati dal nostro Claudio Mollo e sotto i riflettori di acquabuona.tv , verranno e parleranno non tanto di ardite sperimentazioni ma di cosa pensano di quello che spesso hanno sui fornelli e noi nel piatto: il pesce povero, le frattaglie, la colomba pasquale, e così via.

Tutto questo si potrà scoprire dalle 10,30 di domenica, quando si apriranno le porte dell’Una Hotel di Lido di Camaiore e ci sarà tempo fino alle 18,30 per assaggiare, capire, confrontare fra 130 produttori (per un quarto nuovi rispetto all’anno scorso) e 500 vini. Lo spettacolo sarà replicato il lunedì alle 11 per concludersi alle 18. Per chi viene in treno c’è, la domenica, una navetta gratuita che farà la spola fra la stazione di Viareggio e l’Una Hotel. I dettagli comunque li trovate tutti qui.

Vi aspettiamo in tanti. L’anno scorso gli appassionati furono moltissimi e il lunedi’ la partecipazione professionale impressionò noi per primi, quasi un “fenomeno sociologico” che ci riempie d’orgoglio. Dai contatti che stamo avendo, ci aspettiamo lo stesso quest’anno. E se l’anno scorso piovve, stavolta sappiamo che saranno belle giornate. In tutti i sensi.

 

 

L'AcquaBuona

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