La Toscana di Sarzi Amadè

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Sarzi AmadèMILANO – Sarzi Amadè è un importatore e distributore di vini milanese nato nel 1966 come azienda di servizi di distribuzione, specializzatosi nel campo del vino e dei distillati a partire dal 1982. Sfogliandone il catalogo si scopre che l’azienda di Nicola Sarzi Amadè e della moglie Sara, oggi coadiuvati dai figli Claudia e Alessandro, ha il catalogo di vini francesi più importante che si trovi in Italia, che annovera, solo per dire, 250 chateaux bordolesi (tra cui Chateau d’Yquem, Petrus, Margaux…) e 30 domaine della Borgogna. Vasto e di spessore anche il catalogo italiano, con cantine come Bruno Giacosa, Villa Matilde, Cantina Tramin, Elena Fucci… Lo scorso 8 ottobre, all’interno del ristorante Sadler di Milano, Sarzi Amadè ha presentato agli operatori lombardi buona parte della sua scuderia toscana, tra cui l’ultimo recente ingresso, l’azienda Tua Rita di Suvereto. Un’occasione ghiotta per assaggiare, a colloquio diretto con i produttori, annate in commercio e annate storiche di splendide aziende toscane, in un contesto rilassato e colloquiale, allietati tra l’altro dagli stuzzichini sfornati dalle cucine di Sadler.
Ecco alcuni degli incontri fatti in questa giornata “toscana” in riva al Naviglio.

 

Poggio Argentiera bianco BuccePoggio Argentiera
(Banditella di Alberese, comprensorio di Scansano, Grosseto)
A rappresentare l’azienda, il proprietario e direttore Giampaolo Paglia, e Simone Morosi. Paglia, fresco di vendemmia, presentava qui quattro tipologie di vino.

Bucce IGT Maremma Ansonica 2008 (13%)
Da uve Ansonica coltivate nella zona di Pitigliano, a 400 metri d’altitudine, fa fermentazione libera (senza controllo della temperatura) in tonneaux, con macerazione lunga sulle bucce. L’invecchiamento successivo è svolto tra cemento e tonneaux da 500 litri. Questo 2008, uscito sul mercato a inizio 2012, ha colore paglierino carico, che fa vedere il suo lato “macerativo” nella trasparenza leggermente velata. I profumi sono caldi, così come l’ingresso in bocca, che inizia  morbido, per poi lasciare spazio a una sapidità potente tanto da sorprendere, e che conduce l’assaggio a una percezione lunga e piacevole.

 

Poggio Argentiera Ciliegiolo Antonio CamilloAntonio Camillo IGT Maremma Ciliegiolo 2010 (14%)
100% ciliegiolo da vigne vecchie, fermentato e affinato in acciaio. Rubino trasparente e vibrante, con un naso dolce, che per un attimo mi ha ricordato le caramelle di quando si era bambini. Fruttatissimo, scorrevole, piacevole, con una bella chiusura succosa.

 

Bellamarsilia Morellino di Scansano DOCG 2011 (13,5%)
Da sangiovese 85% e ciliegiolo 15% fermentato e affinato in acciaio. Il colore è rubino brillante e vivo, il naso è caldo, ricco, fruttato che richiama il ribes. La bocca è salda, dallo sviluppo progressivo e coerente, un bel vino lungo e piacevole.

 

 

Capatosta Morellino di Scansano DOCG 2009 (14%)
Da uve sangiovese 85%, ciliegiolo 10% e alicante 5%,  fermentato in tini troncoconici e affinato in botti grandi. Il suo rubino rivela eleganti trasparenze; al naso si mostra complesso e nobile, già all’olfatto se ne intuisce la forte connotazione sapida, a far da contraltare al fruttato. In bocca conferma le aspettative, è saporito, compatto e “trasparente ”, lungo e fruttato. Buonissimo già oggi, verrebbe voglia di incontrarlo di nuovo fra qualche anno.

 

Capatosta Morellino di Scansano DOCG 2001 (14%)
È un prototipo dei vini precedenti alla svolta “in levare” di Giampaolo Paglia. Se il 2009 si faceva notare per il colore ben trasparente e vivo, questo morellino Capatosta 2001 è di un rubino cupo, dall’unghia compatta che non mostra cedimenti dovuti all’età. Il naso è ancora molto influenzato dall’affinamento nel legno, da cui affiora a fatica una nota di malva. In bocca è dolce, potente, alcolico; sul finale affiora una bella sapidità che lo tiene bene in piedi. Il 2009 è comunque tutta un’altra (e bella) storia.

 

tua rita viniTua Rita
(Suvereto, a sud di Castagneto Carducci, Livorno)
Ecco la new entry nella scuderia Sarzi Amadè, Tua Rita, da Suvereto in provincia di Livorno. Fondata nel 1984 da Rita Tua e Virgilio Bisti (quest’ultimo recentemente scomparso), ha incentrato la propria produzione prevalentemente sui vitigni internazionali (cabernet e merlot in primis), confezionando vini dallo spiccato carattere modernista.

Rosso dei Notri 2011 (14,5%)
Blend paritario di sangiovese e vitigni internazionali, di cui il sangiovese affina in acciaio e i rimanenti vitigni in barriques per 3 mesi, presenta un colore rubino intenso e brillante. Ha un naso caldo, dolce e molto fruttato; anche in bocca è piacevole e rotondo.

Perlato del bosco 2009 (14,5%)
Qui il sangiovese sale al 60%, e il saldo è di cabernet sauvignon. Vinificato con macerazioni di circa 15 giorni, affina per un anno in barriques. Come il Rosso di Notri, anche il Perlato ha un bel colore rubino intenso dai riflessi brillanti. Al naso sfoggia un carattere animale (cuoio). In bocca apre con un minimo di ritrosia ma subito dopo entra in gioco una sapidità davvero notevole.

giusto di notri tua ritaGiusto di Notri 2009 (14,5%)
Ecco il vino che per primo ha fatto conoscere Tua Rita; il Giusto di Notri venne creato nel 1982, e due anni più tardi venne affiancato e superato a livello di fama dal merlot in purezza del Redigaffi. Con il Giusto troviamo un blend tra cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc (nelle proporzioni 60-30-10%), affinato 18 mesi in barriques nuove. All’occhio si mostra rubino cupo, mentre il naso è ancora un po’ austero. Bello l’attacco in bocca, con la sua freschezza sapida che bilancia il calore e la morbidezza. Un vino godurioso.

Giusto di Notri 2007  (14,5%)
Rispetto al 2009 il rubino è più brillante, mentre il naso è assai marcato dall’affinamento in legno, e lascia poi emergere sensazioni dolci che ricordano la cipria. Morbido e compatto l’ingresso in bocca, è un vino saporito e piacevole.

 

 

tenuta Fanti SanfilippoTenuta Fanti-San Filippo
(Castelnuovo dell’Abate, Montalcino, Siena)
L’azienda ha sede a Castelnuovo dell’Abate, a est di Montalcino, con un’estensione vitata assai ragguardevole di circa 50 ettari. Della gamma segnalo la batteria dei Brunello:

Brunello di Montalcino 2007 (15%)
Dopo un affinamento di 2 anni e mezzo in barriques di primo passaggio e il resto dell’affinamento in bottiglia, si presenta con sensazioni tenui al naso, per poi svelarsi caldo e piacevole. In bocca è cremoso e coerente con l’impianto olfattivo.

Brunello di Montalcino FantiBrunello di Montalcino 2004
Color rubino intenso con unghia compatta. Al naso mixa sensazioni animali di cuoio con piacevoli sentori fruttati. La potenza non gli manca di certo, ma sa essere anche di buona bevibilità, sapido e lungo. La nota sapida ne tiene vivo e appagante il finale.

Brunello di Montalcino 2002
Sarzi Amadè ha voluto che i produttori portassero anche annate vecchie oltre a quelle in commercio; perciò è stato interessante fare incontri con vini come questo, testimoni di stagioni assai particolari. Già perché il 2002 fu un anno davvero tremendo per l’eccessiva piovosità e molti vini ne risultarono fin da subito rovinati. Il colore qui è ancora perfetto, senza sbavature. Il naso invece, al contrario del colore, mostra un po’ i segni del tempo. Ma il vino sa riprendersi in bocca, dove è integro, di nobile complessità.

 

Castello di Bolgheri
(Bolgheri, Livorno)
Anni fa, quando assaggiai proprio qui a Milano i vini del Castello di Bolgheri, rimasi colpito dal loro taglio per così dire “sartoriale” e dalla loro coerenza  espressiva: non una nota fuori posto, e al tempo stesso nessun tecnicismo, nessuna leziosità. Anche oggi, i vini presentati dal proprietario, Federico Zileri Dal Verme, hanno dato la bella sensazione di una mano aziendale sicura e di un terroir di immenso valore. E come potrebbe andare diversamente? Le vigne del Castello sono proprio circondate dalle due tenute del Sassicaia e dell’Ornellaia, ai due lati del famoso viale dei cipressi. Più terroir di così!

BolgheriBolgheri Rosso Varvàra 2010
Taglio di cabernet sauvignon (50%), merlot (30%) petit verdot e syrah (20%), è il cosiddetto “vino base” della casa. Naso fruttato che ricorda la mora, ha uno sviluppo in bocca coerentissimo e personale, si rivela di ottima fattura, ancora giovane ma davvero un bel vino.

Bolgheri Rosso Superiore Castello di Bolgheri 2008
Il Bolgheri Superiore Castello di Bolgheri nasce da un taglio di cabernet sauvignon (50%), cabernet franc (25%) e merlot (25%). Viene affinato dai 14 ai 18 mesi in barrique, poi riposa 8 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. Il suo rubino è cupo e intenso. All’assaggio… vale poco la pena cercare di astrarlo in note e sentori. Se lo si volesse riassumere in una parola, è velluto. Ha una coerenza impressionante, in cui la sottilissima vena erbacea è la chiave di volta che tiene in piedi una sinfonia emozionante. Grande compattezza. Chapeau.

Blogheri Rosso Superiore Castello di Bolgheri 2006
Il suo rubino intenso non  mostra nessun cedimento per l’età; al naso risalta un erbaceo più pronunciato rispetto al 2008. In bocca è vivo, piccante, lungo, e sa solleticare con maestria i sensi di chi lo assaggia. Bel confronto tra 2006 e 2008: se il 2008 aveva classe e morbidezza da vendere, questo gioca invece su una maggiore agilità. Entrambi per niente muscolari, a dimostrazione di dove possano arrivare i terreni bolgheresi più vocati.

 

Tenuta di Ghizzano
(Ghizzano, comune di Peccioli, Pisa)
Al tavolo di Ghizzano ho il piacere di incontrare Ginevra Venerosi Pesciolini, comproprietaria e direttrice della vasta tenuta nelle Colline Pisane, che conta 350 ettari, di cui 20 a vigneto.

Il Ghizzano 2010 IGT Toscana
In prevalenza sangiovese, con un piccolo saldo di merlot, questo vino “da osteria”, come lo chiama Ginevra, viene vinificato in acciaio e  matura in vasche di cemento vetrificato per 9 mesi. Il naso è tenue, fruttato e piacevole. In bocca lo definiresti un vino saporito, perfetto per una serata in compagnia davanti a un tagliere di salumi.

Tenuta di GhizzanoVeneroso 2009
65% sangiovese e 35% cabernet sauvignon per questo vino dallo splendido color rubino vinificato senza lieviti selezionati e senza enzimi. L’annata, di struttura, gli dona un naso molto peculiare, piacevolissimo. Si sente che è ancora giovane, ma in bocca è pulito, leggero, “trasparente”, con un’acidità pimpante. Ma qui a descriverlo lo si sciupa, perché è un concentrato di personalità innata. Un grandissimo vino punto e basta.

Veneroso 2008
Colore più intenso del 2009, in bocca è piacevole, di buona freschezza data dalla vivace acidità. Il finale in bocca è lungo e sapido. Un ottimo vino, ma il 2009…

Nambrot 2008
In origine era solo merlot, poi il vino di punta aziendale ha accolto anche cabernet sauvignon e petit verdot. Il 2008 si segnala per essere espressivo e bevibile, con un tannino fine e una bella succosità.

NambrotNambrot 2009
Come per il Veneroso, l’annata si sente eccome. Il naso è bilanciatissimo, con un sottile erbaceo e una eco di frutti rossi caldi. In bocca ha l’incedere vellutato, ma non piacione; anzi, c’è una bella acidità a sostenere  la beva, che si rivela lunga, molto lunga. Vino sorprendente.

Nambrot 1996
Un gran gesto di Ginevra, che ha portato in degustazione la prima annata in assoluto del Nambrot (il Veneroso era nato invece nel 1985). Un suo vino del cuore, ma anche una pietra di paragone per considerare il cammino fatto da allora ad oggi. I vini del primo periodo di Ginevra erano fatti secondo lo stile internazionale, con grandi estrazioni, e marcate speziature da legni nuovi. Poi, racconta Ginevra, dal 2004 la svolta verso il biologico, e una progressiva definizione di un tocco più personale, più leggero. Si legge nei suoi occhi, mentre racconta, la fierezza di un cammino, di scelte che hanno dato frutti e grandi soddisfazioni.
Questo ’96 ha un colore quasi impenetrabile e unghia ancora violacea, naso di cuoio e di tabacco, in bocca è morbido, saporito, tannico, si direbbe più cupo rispetto ai fratelli del “dopo svolta”. Certo, più convenzionale ma dopo così tanti anni ha una forma smagliante.

 

Valdipiatta MontepulcianoValdipiatta
(Montepulciano, Siena)
L’azienda è capitanata da Miriam Caporali, e conta 30 ettari, dove si coltiva principalmente il sangiovese, oltre a vitigni tradizionali e vitigni francesi.

Chianti Colli Senesi 2009
Un sorso che dà gioia: rubino trasparente e brillantissimo, questo chianti nasce da un 90% di sangiovese e un saldo di canaiolo nero. Fruttatissimo, spensierato, tutto da gustare. Puro piacere senza fronzoli.

Rosso di Montepulciano 2009
Sangiovese, canaiolo nero e mammolo per questo vino rubino brillante che, come il più semplice chianti, si presenta come un vino piacevole, pimpante, sapido e di buona lunghezza.

Nobile di Montepulciano 2008
Da uve sangiovese e canaiolo, questo Nobile fa un passaggio di 2 anni in legno, tra botti grandi e barrique. Le uve provengono da sette vigneti diversi, con età di impianto che vanno dai 25 ai 45 anni. Bel naso compatto, ha un ingresso in bocca morbido e poi svela il lato”forte” con dei bei tannini. Lungo, sapido, coinvolgente.

Nobile di MontepulcianoNobile di Montepulciano Vigna D’Alfiero 2004
Da un singolo vigneto e un singolo vitigno, sangiovese 100% affinato in barriques, il suo rubino è brillante e intenso; il naso è fine e mostra un po’ di ritrosia ad aprirsi. Sapido in bocca, sanguigno, lungo… da abbinare assolutamente a piatti di carne.

Nobile di Montepulciano Vigna D’Alfiero 1999
Unghia più virata verso toni aranciati, il suo colore è un rubino trasparente e luminoso. Il naso ricorda note ematiche e cuoio, si sente un po’ il segno del tempo. Ma quello che stupisce è la beva. Qui l’età è ancora giovanile i tannini fini e setosi e ben presenti. Una bella sorpresa.

 

Complimenti quindi a Sarzi Amadè per la bella occasione di conoscere i vini toscani. Peccato solo non aver potuto assaggiare, per ovvi motivi di tempo (e di resistenza alcolica!), gli altri produttori presenti (tra cui Felsina e Boscarelli). Per chi volesse conoscere nel dettaglio il catalogo dei vini e dei distillati di Sarzi Amadè, ecco i riferimenti:

Sarzi Amadè S.r.l.
Via Nino Oxilia 25/27 – 20127 – Milano

www.sarziamade.it

 

 

 

 

 

 

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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