Birre sotto l’albero 2012

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ROMA – A metà dicembre, sabato15 e domenica 16, Roma ha voluto rendere omaggio per il secondo anno consecutivo alla birra di Natale: una tipologia particolare non specificatamente “disciplinata” (come già accennato in un altro articolo), ma con la quale molti birrifici amano cimentarsi proprio per la libertà di espressione che permette.

Due birrifici storici nel cuore di Trastevere – Ma che siete venuti a fà del “mitico” Manuele Colonna e il Bir & fud dove lo stesso è socio con Leonardo di Vincenzo, mastro birraio di Birra del Borgo di Borgorose – e il recente Open di Baladin a due passi da Campo dei Fiori e cinque minuti a piedi dagli altri due, si sono spartiti quanto di meglio era possibile trovare sul mercato come birre di Natale (e non solo) alla spina. A dire il vero la serata era iniziata con un’anteprima al Blind Pig, una sorta di pre-evento per dare un caloroso benvenuto a tutti i mastri birrai e collaboratori arrivati nella capitale per l’occasione.

La due giorni capitolina ha visto riuniti in un sol colpo tanti produttori e appassionati di birra: in un’atmosfera da “rimpatriata”  di vecchi amici, tra ricordi e aneddoti vari, gradi plato e gradi ibu, sono scesi veri e propri fiumi di birra, estemporanei affluenti del Tevere.

Il giro iniziava con qualche birretta al “Macche”, posto piuttosto piccolo – tanto che nei momenti di maggior affollamento era un’impresa ardua ricaricare l’amato calice – ma dal carattere inconfondibile, un “buco” che trasuda birra da tutti i pori. Quindi fatti dieci metri si passava alle spine del Bir & Fud e, visto che è una delle migliori pizzerie “slow” di Roma, le birre venivano degnamente accompagnate. A questo punto veniva spontaneo fare due passi e così lemmi lemmi il pub crawl raggiungeva l’Open: locale spazioso, moderno e ben arredato (azzarderei anche più “fighetto” rispetto agli altri due). E poi il giro ripartiva…

Prima di lasciare la penna all’amico Simone Cantoni, che da bravo docente e degustatore Fisar è riuscito a prendere appunti e ad offrirceli per gentile concessione, volevo segnalare la goduria provata nel bere due birre di Cantillon, due lambic, certamente non “birre di Natale”, introvabili in Italia alla spina: la Rosé de Gambrinus (al lampone) e la Kriek (alla ciliegia) soprattutto. Dal diario di Simone:

Plurime bevute: molte buone, diverse decisamente buone, alcune memorabili. E’ il mio bilancio (un ‘personalissimo cartellino’, alla Tommasi: Rino, non Sara) di “Birre sotto l’albero” 2012. La ‘stringa’ non va in ordine d’apparizione (di consumo, cioè), ma di ‘ricostruzione’ delle impressioni d’assaggio (al termine di una due giorni ‘provante’), attraverso il libricino-guida opportunamente fornito dai locali promotori. Ed ecco qua. ReAle in kilt (Birra del Borgo-BrewDog): il torbato armonioso; bel contrappunto bilanciante delle caramellature. 25 Dodici (Birra del Borgo): alcolica il giusto (8.4%) e fluente. Winterlude (Birrificio del Ducato): tripel ‘pingue’; a me piacciono, le sue rotondità. Filo Forte (Birra Pasturana). Karma Klaus (Birra Karma). Masaniello (Birra Maneba). Agreste Fidelis (Free Lions Brewery): spezie a gogò, ma in un mosaico ben composto. Utopia (Birra Troll-Birrificio BiDu). Meteora (Birra Toccalmatto): agilità di agrumi e pastosità ‘malto-mandorlata’ (neologismo su due piedi, ma rende l’idea). Bran (Birrificio Montegioco): mangiaebevi alla prugna-liquirizia-caffè. In senso curioso e positivo, intendo. Advent Ale (Titanic Brewery). Grodziskie, Son of a Batch e Son of a Batch Hickory (Monarchy of Musseland): divertissements… la Hickory (corteccia di noce americana in infusione) con qualche spunto d’interesse. Chinook Ipa (The Raw Brewing Company): discreta fibra muscolare, fitta balsamicità nasale e retronasale. Cuvée d’Oscar (Craig Allan). Zoigl (Andreas Gaenstaller): delicatessen. Kriek (Brasserie Cantillon): una morbidezza di fiaba, un incanto di ciliegie e yogurt, sorta di ‘mousse’ di Lambic (autentico); stupenda prova d’autore: difficile fermarsi, nel berla e berla ancora e ancora. Dark Arts (Magic Rock Brewing). IRS Caol Ila (Brouwerij Emelisse). Winterkoninkske (Brouwerij Kerkom): densa invernale in abito scuro, promessa mantenuta di liquirizia, ribes nero, uvetta. O.G 1111. (Birra del Carrobiolo): altra torbata senza ‘nefandezze fumé’, altro mangiaebevi da dopocena o dessert invernali. Ampio spettro di territori sensoriali, tutti nelle declinazioni dark: l’erbaceo (liquirizia, rabarbaro), lo speziato (liquirizia), il maltato (biscotto, caramello scuro), il fruttato (castagna). Impegnativa, ma a Natale ci sta. Mezzasegale (Birrificio BiDu-Birrificio di Montegioco). Mancina XL (Birrificio del Forte): naso fragrante di panificato dolce a forno lungo, mela cotta, frutta essiccata (datteri, fichi), pasta di mandorle e amaretto; bocca ‘in linea’ (calda, pastosa) e con un alleggerente finalino amaricante-balsamico (eucalipto). A Renna Gluh (Loverbeer): speziature dolci (da glühwein, appunto), dichiarate ed esplicite; decisamente caratterizzata, ma con senso d’insieme. Addobbata (Stavio). Verguenza Xmas (Birrificio Menaresta): Double Ipa in salsa natalizia, ben equilibrata, nelle esuberanze luppolate, dai caramelli in circolo. Platinum (Birrificio Croce di Malto). San Niccolò (Birra Amiata): spezie, con generosità; e l’alcol ad amalgamare. Cometa Rossa (Birrificio l’Orso Verde): liquirizia, china, caramello scuro, agrumi canditi; insomma, c’è. Natale 2012 (Birrificio Dada): frutti a pasta bianca e gialla essiccati, speziatura squillante (noce moscata); c’è anche lei. G&D (Birrificio Foglie d’Erba): ovvero, “Della balsamicità”. Xtrem (Birrificio BiDu): abbraccio accogliente di frutta secca; da camino.

 

Leonardo Mazzanti

Leonardo Mazzanti (mazzanti@acquabuona.it): viareggino…”di scoglio”, poiché cresciuto a Livorno. Da quando in giovane età gli fecero assaggiare vini qualitativamente interessanti si è fatto prendere da una insanabile/insaziabile voglia di esplorare quanto più possibile del “bevibile enologico”. Questa grande passione è ovviamente sfociata in un diploma di sommelier e nella guida per diversi anni di un Club Go Wine a Livorno. Riposti nel cassetto i sogni di sportivo professionista, continua nella attività agonistica per bilanciare le forti “pressioni” enogastronomiche.

2 COMMENTS

  1. Confesso esser addetto ai lavori (birreria bavarese di Ingolstadt) ma non capisco perchè il vs/omaggio alle Birre di Natale
    debba solo prevedere le artigianali prodotte in Italia. Il disciplinare non esiste,libere espressioni…ma le vere Birre si producono
    solo con ingredienti tradizionali magari variando tipologie di lieviti, di luppolo ecc. non additivi e speziature varie! degustibus!
    p.s. BIrra di Natale c/o Oasi della Birra /P.zza testaccio RM

  2. Ciao Fabio,
    rileggendo le note di Simone è indubbio che i birrifici italiani sono quelli più menzionati ma non i soli, del resto le birre di Natale presenti erano più che altro italiane. Visto che lavori in Germania (almeno così capisco da quanto scrivi) ritengo molto naturale che tu ti rifaccia al famoso “editto della purezza” della birra tedesco ma, come giustamente dici, de gustibus!
    Se ci saranno altri eventi che ritieni opportuno segnalarci scrivici pure.

    Buon anno
    Leonardo

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