Chianti Classico (Riserva) 2010: c’è fermento nell’aria

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Chianti class anteprima 13_1FIRENZE – Prima che la rivoluzione copernicana presagita dal nuovo disciplinare di produzione del Chianti Classico sortisca l’effetto (indesiderato vaddassé) di offuscare la nomea della tipologia attualmente più prestigiosa, ovvero il Riserva, a tutto vantaggio della nuovissima Gran Selezione, è meglio dedicare proprio ai Riserva l’immancabile pezzo sulla amata rassegna Chianti Classico Collection 2013, tenutasi a Firenze qualche settimana fa, tanto per scongiurarne una scomparsa tanto illogica quanto inopportuna.

Sì perché se traguardo ciò che ci “riserveranno le Riserve” del millesimo 2010, mi vien da pensare positivo. Niente di meglio che un’annata fresca e contrastata per rendere coerentemente freschezza e contrasto nei nuovi bicchieri che verranno. Che poi, a ben vedere, trarresti la stessa considerazione al solo osservare le evoluzioni di alcune selezioni o di alcuni immancabili ritardatari pari annata che non si fregiano di tale dizione. Insomma, il 2010 in Chianti Classico appare decisamente sopra il livello medio registrato nelle ultime annate: bella variazione di accenti, stili ben riconoscibili (il che non vuol dire sempre e comunque condivisibili), salutare tendenza alla snellezza e al dinamismo: tutte voci provvidenziali per esaltare al meglio la naturale versatilità di questi vini, brillanti compagni delle tavole di oggi e di ieri, quotidiane e “festaiole”.

Lasciando alle prossime ricognizioni estive l’approfondimento dovuto, fra le Riserve 2010 presenti alla kermesse della Leopolda si fanno ricordare con piacere la ritrovata nitidezza e la suadente eleganza, che fanno molto Castellina style, del Riserva ‘10 di Castellare di Castellina, il portamente flemmatico e calibratamente austero del Riserva 2010 di Capannelle (vino lento questo qua, da attendere con fiducia), le vibrazioni “territoriali” trasmesse dal Riserva Le Baroncole ’10 di San Giusto a Rentennano, la salutare sterzata stilistica percepita nel Riserva I Massi 2010 del Colombaio di Cencio, la perentoria prova di carattere offerta dal Riserva 2010 de Le Miccine (okkio!).

chianti classico collection 2013_3Fra i “non” Riserva (vini che comunque entreranno in commercio quest’anno, a suggerirne la particolare ambizione), prova d’autore per il Chianti Classico 2010 di Val delle Corti; sfaccettature a go-go in odor di pinonuàr per il San Martino a Selvoli del Castello di Selvole; buone nuove dal Cigliano, grazie a un Chianti Classico ’10 che ai giovanili svolazzi esotici è in grado di coniugare un gusto sentitamente flessuoso e floreale; credenziali in crescita per Il Barlettaio, minuscola cantina di Radda; ispirazione e sincerità espressiva nel Chianti Classico Lamole 2010 de I Fabbri, che lamolese lo è nell’anima; ricercato e interessante il Chianti Classico 2010 de Le Cinciole; solido e sensuale, anche se un po’ ammiccante, il Chianti Classico 2010 del Podere La Cappella.

E mentre fra i 2010 assaggiati lo scorso anno e rivagliati per l’occasione mantiene la sua forte originalità il profilo del Chianti Classico 2010 di Isole e Olena, così come garbo e compostezza quello del Chianti Classico 2010 di Monsanto, l’indecifrabilità di uno dei papabili nuovi protagonisti dell’annata, il Chianti Classico 2010 di Riecine (sapete certe fuorvianti incertezze tipiche del campione di botte?), è stata largamente compensata dalla incontenibile personalità del Chianti Classico Riserva ’09 dello stesso autore: un vino superbo, da rientrare a pieno titolo negli annali del Chianti con la C maiuscola, onore e vanto di un territorio intero.

Assaggi effettuati nel mese di febbraio 2013

FERNANDO PARDINI

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