Simone, ma come è possibile?

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Succede che una mattina ti telefonano e ti dicono: “hai sentito di Simone Morosi”? Sentito che, sentito cosa? Sentito ciò che ha invaso le pagine Facebook, che Simone si è sentito male scendendo a prendere del vino nella cantina di suo padre in occasione di una cena. E non ce l’ha fatta.

La prima reazione è ovvia, banale, scontata: ma come è possibile? Come è possibile che ad un ragazzo come lui, meno di quaranta anni, sano e pieno di energia, possa succedere una cosa del genere?

Simone lo conoscevamo bene, lo avevamo incontrato spesso nel suo percorso professionale, dal suo lavoro infaticabile con Mattia Barzaghi a San Gimignano, all’esperienza già più matura con Gianpaolo Paglia a Poggio Argentiera, fino al bel passo in avanti con la responsabilità del centro e del nord nella distribuzione Les Caves de Pyrène. E in questa nuova veste “manageriale” lo avevamo sentito fino all’ultimo.

Incontrandolo, dava l’idea di sapere tanto di vino grazie anche ad una passione sfrenata, ma che lasciasse sempre all’altro la precedenza nel giudizio, chiedendo pareri, ritenendo di poter sempre imparare qualcosa. Ed era simpatico il contrasto fra il piglio sicuro favorito certo dalla sua notevole “fisicità”, e una modestia espressa con le espressioni dubbiose e riflessive che ricordiamo ancora quando un paio di Terre di Toscana fa ci disse: “andiamo ad assaggiare una cosa interessante?”. Nella confusione, non ci reincontrammo, chissà cosa lo aveva così intrigato.

Ed eccolo lì Simone, all’estrema destra, in una bella foto piena di allegria. Così, con quella espressione sorniona e leggermente impettita, ci piace ricordarlo.

 

L'AcquaBuona

1 COMMENT

  1. non ho avuto il piacere di conoscerlo ma leggendo il vostro articolo e quelli di molti altri amici in giro per il web è come se lo conoscessi e condivido il vostro sgomento!
    Ciao Simone

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