Terre del Sillabo, venti anni (e non sentirli)

0
12344

terredelsillabo-2“Che poi, arrivati a questo punto della vita, del vino te ne importa il giusto. Voglio dire, le grandi gioie e le grandi delusioni appartengono al passato, oggi è tutto più smussato, arrotondato. Questo te lo dice piuttosto serenamente Giovan Pio Moretti, per tutti Giampi, in occasione dei venti anni della sua azienda, Terre del Sillabo (già Le Murelle), colline lucchesi direzione Camaiore, nella Val Freddana secondo le carte geografiche. Bella casa di campagna, niente di faraonico ma tanto verde, come si addice a questa parte della toscana già preappenninica ma anche dolcemente collinare, da manuale di paesaggi italiani. Le vigne si distendono intorno arrampicandosi in alto fino al bosco, e “i primi due filari sono riservati ai cinghiali sono bravissimi a mangiare gli acini lasciando i raspi perfettamente integri!”, ride divertita la moglie Clara.

terredelsillabo-1Kick off nel 1993, in pratica un pioniere per questo territorio, che ha continuato a promuovere con dosi generose di energia ed impegno talvolta logorante, anche nell’ambito della Associazione Grandi Cru della Costa Toscana che riunisce vignaioli di qualità da Massa giù fino a Grosseto. Di vocazione principalmente bianchista, ha differenziato Sauvignon e Chardonnay in due etichette ciascuno, e poi, dal 2000, è apparso anche un vino da uve merlot, che per la maturazione precoce possono essere raccolte prima delle (teoricamente) copiose piogge autunnali. La vocazione autodidatta, anzi da “apprendista stregone” come dice lui, ha fatto scegliere nel tempo strade magari sghembe e poco accademiche, e fare osservazioni fuori dagli schemi con risultati conseguenti. E così Giampi diventò quello che faceva uscire i suoi vini tardi perché cominciò ad avere la consapevolezza o perlomeno il sospetto della loro lenta maturazione e conseguente longevità. Comunque, una decisione alquanto eccentrica se rapportata alle regole di mercato, perlomeno quelle dei vini bianchi, avendo oltretutto le spiagge della Versilia a due passi. Ma tant’è, ed oggi presentare i vini bianchi più tardi non suona più tanto eretico.

terredelsillabo-41993-2013, un ventennale che è stato l’occasione per una piccola festa “in famiglia”, con pochi amici, per presentare il nuovo giovane enologo Simone Salamone: in azienda dal 2006, ma solo da quest’anno, dopo esperienze formative in giro per l’Europa, ufficialmente winemaker. E per dare uno sguardo allo “storico” della cantina, a partire dalla prima uscitaassoluta delle tipologie (1993 per il sauvignon e 1995) per poi proseguire attraversando varie pietre miliari. E questi vini, fatti (fino ad ora) senza “scuola” si sono dimostrati forse proprio per questo personali, talvolta magari non non impeccabili ma che non lasciano indifferenti; e in degustazione hanno sopreso per la tenuta nel tempo, essendo per lo più nati laddove la longevità non era certo scontata né particolarmente ricercata. Vini accomunati da nerbo ed acidità ancora vibranti, e spesso accompagnati da un profilo di beva dinamico e da una bella complessità dei profumi

terredelsillabo-3 Sauvignon 1993
Il colore è giallo carico, ed il naso, affascinante, è improntato sul miele e sulla frutta gialla ai quali si affiancano contributi terziari, nocciola e burro d’arachidi; la beva possiede allo stesso tempo nerbo e sorprendente vena acida, e buon velluto; accenna ad un cedimento verso un finale punteggiato da qualche tono amarognolo

Chardonnay 1995
Colore paglierino vivo e brillante che anticipa un naso magari non esplosivo ma assai fine e fresco; dolce e sapido in bocca, mostra note di burro, nocciola, ed un percepibile carattere minerale. Buona energia e solido sostegno acido.

Chardonnay 1997
Naso di carattere assai personale: fresco, pungente, anche mentoso e vegetale; è ampio e saporito, di grande bevibiltà, ha profilo snello e definito, ed un bel dinamismo nel finale.

terredelsillabo-5Sauvignon 1999
Al naso la componente primaria sfoggia una giovanile integrità, spaziando dal mandarino alla pesca bianca. Volume e tensione coesistono bene in una beva con qualche punta amarognola.

Gana 2001
Il nome della selezione di Sauvignon, Ghana, viene dalla parlata lucchese e significa voglia, così come in alcuni dialetti del sud ed in spagnolo. Bel naso pieno di miele e agrumi maturi e bocca compatta, ben sostenuta da alcol e da venature acide.

Gana 2007
Spicca la varietalità dell’olfatto, profondamente marcato dal lime e dal bosso. La beva è vitale, di tessitura vellutata, e mostra ancora tratti giovanili.

Niffo 2006
Da uve merlot, prende il nome anch’esso dal dialetto lucchese nel quale gnifido significa antipatico, scostante. A smentirlo, un vino dai tratti sorridenti, con un naso suadente che si esprime con un fruttato piacevole e leggero, al quale corrisponde una beva snella, ampia e positivamente nervosa.

Spante 2011
Questa selezione di Chardonnay uscirà ad inizio 2014, ed è ancora da chiarificare. Aromaticamente ancora da definirsi, mostra comunque una buona scorrevolezza e vivacità di beva.

Gana 2012
Anche qui una anteprima: naso intenso, agrumato, “caramelloso”, una facilità di lettura che si conferma nella beva, tesa e saporita, e di spiccata dolcezza.

Niffo 2009
Bella eleganza e profondità al naso, assieme a qualche giovanile spigolo vegetale ed accenni “polverosi”. La beva inizialmente densa evolve verso maggiore freschezza e succosità, approssimandosi ad un finale brillante.

Infine le uscite sul mercato di quest’anno: un Sauvignon 2010 pulito intenso e varietale, di beva compatta vellutata; lo Chardonnay 2010 mostra un naso elegante ed intenso, espresso sulle note della frutta gialla espresse con la consueta freschezza. Buona tensione gustativa.

Terre del Sillabo
Ponte del Glglio – Loc. Cappella (Lu)
Tel. 0583.394487
www.terredelsillabo.it
mail@terredelsillabo.it

Nelle immagini: Giampi Moretti, e l’enologo Simone Salamone

Riccardo Farchioni

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here