Il Presidente di Slow Food Roberto Burdese e il regista Jonathan Nossiter si confrontano a San Gimignano sul futuro della viticultura

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L’obiettivo è quello di parlare di biologico, sostenibilità, tracciabilità, vini naturali, senza pregiudizi, dando voce alle diverse opinioni e affrontando le questioni da diversi punti di vista, con l’obiettivo di costruire tutti insieme la viticultura sana di domani.

Bene lo spiega la Presidente del Consorzio Letizia Cesani “”Con questa iniziativa vogliamo dare vita sul nostro territorio ad un vero e proprio laboratorio di idee, gettare le basi per un appuntamento che spero possa diventare annuale, in cui tutti insieme diventiamo protagonisti e artefici del futuro del nostro settore, senza pregiudizi, ma al contrario ascoltando e tenendo conto delle diverse posizioni.

Inoltre vogliamo sottolineare l’impegno del Consorzio della Denominazione San Gimignano nei confronti della tutela non solo dei vini coperti da denominazione, ma di tutto il territorio nel quale opera, nella convinzione che il rispetto per la terra e l’ambiente, come quello per la qualità e salubrità alimentare, siano strade obbligate per il futuro della viticultura di qualità.”

Di sostenibilità e tracciabilità nell’agricoltura di qualità parlerà Roberto Burdese, Presidente di Slow Food Italia dal 2006 e membro del Consiglio Internazionale di Slow Food, una figura storica dell’associazione, in cui è entrato nel 1991.

Mentre Jonathan Nossiter, regista americano-brasiliano che ha ottenuto il Gran Premio al Sundance Festival per la fiction Sunday, candidato alla Palma d’oro a Cannes per il documentario Mondovino, all’Orso d’oro a Berlino per la fiction Signs & Wonders e autore del libro Le vie del vino, parlerà dei vini naturali da un diverso punto di vista, quello antropologico.

Cosa significhi essere vignaioli è invece il tema centrale dell’intervento di Matilde Poggi, Presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, federazione che porta la voce dei vigneron in Europa, luogo in cui vengono prese tutte le decisioni che riguardano le politiche agricole.

Il tema della viticultura biologica e dell’impatto che questa ha sul territorio sarà affrontato dal prof. Lucio Brancadoro, dal 2003 docente del corso di Viticoltura presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano e dal 2009 docente di Viticoltura di Territorio del corso di Laurea Magistrale in Scienze Viticole ed Enologiche di Asti.

Per il tema della tracciabilità sono previsti due interventi, il primo della dr.ssa Rita Vignani dell’Università di Siena che presenterà il lavoro sulla tracciabilità molecolare dei vitigni nei vini imbottigliati condotto dal suo team in seguito allo studio sull’identità molecolare del vitigno Vernaccia di San Gimignano.

Il secondo invece è affidato a Ezio Pelissetti, AD di Valoritalia, l’Ente terzo di certificazione incaricato del controllo sulla produzione delle docg, che nel suo intervento parlerà del rapporto tra certificazioni volontarie e quelle obbligatorie per le denominazioni di origine.

I motivi che hanno indotto il Consorzio della Denominazione San Gimignano a organizzare questo convegno li spiega Letizia Cesani:

“La necessità di un confronto su questi temi nasce dalla semplice constatazione che nei fatti la produzione ‘sostenibile’ e ‘tracciabile’ non ha un’impostazione univoca, tra legislazione nazionale, europea e internazionale, certificazioni obbligatorie e autocertificazioni volontarie, i produttori si trovano a fare i conti con una realtà complessa, dove spesso il buon senso e l’agire secondo coscienza non sono sufficienti. E in una realtà come la nostra, dove il 25% delle aziende associate è certificata biologica, vorremmo prendesse vita un laboratorio che possa aiutarci a costruire tutti insieme la viticultura ‘sana’ di domani. Questo è l’impegno che il Consorzio della Denominazione San Gimignano si assume per i prossimi anni, non solo per oggi.

Prima di concludere, vorrei dire due parole anche sulla nostra denominazione, che forse aiutano a capire meglio tutti i perché di questo convegno.

Quest’anno la docg Vernaccia di San Gimignano compie 20 anni (la doc risale al 1966, primo vino italiano ad ottenerla), oggi come ieri siamo consapevoli che la qualità di un vino passa prima di tutto attraverso una viticultura attenta alla gestione della vigna. E la strada su cui ci muoviamo è quella segnata agli inizi degli anni 90, quando la storia della nostra denominazione subì uno stravolgimento: cambiarono le regole del gioco, come si produce, e gli obiettivi, ottenere un vino di grande qualità.

Ma siamo consapevoli che se tanto è stato fatto in questi ultimi 20 anni, tanto deve ancora essere compiuto. Direi anzi che la maturità raggiunta oggi sia più di metodo che di ottenimento di un obiettivo concreto: la perfezione non esiste, esiste un metodo perfetto, quello della continua ricerca della perfezione, che significa essere continuamente proiettati in avanti, fare degli aggiornamenti e della ricerca in tutti i campi legati alla viticultura i principi fondamentali del nostro lavoro. Ed è per questo che oggi siamo qui.”

 

L'AcquaBuona

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