Badia di Morrona: uno sguardo al passato con la verticale di N’antia, ed uno al presente con la nuova cantina e il nuovo Chianti Riserva

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Giorgio Marone e Filippo GasliniBadia di Morrona è una realtà vinicola molto importante per il territorio pisano, assai radicata nell’immaginario degli appassionati per la sua lunga storia, le sue dimensioni, i numeri della produzione. Ciononostante una fotografia di presentazione per un più ampio pubblico è d’obbligo.

La superficie vitata è di 100 ettari di cui 89 in piena produzione. Le etichette prodotte sono sette: I Sodi del Paretaio è l’unico Chianti Docg ed è affiancato da tre rossi Toscana Igt: Il VignAalta, il N’Antia e il Taneto. Completano la lista un bianco Igt, un Vermentino e un Vinsanto. Il 2013 si è chiuso con un volume di 305.000 bottiglie e un potenziale praticamente doppio. Di proprietà della famiglia Gaslini I vignetiAlberti dal 1939, Badia di Morrona sorge in un’area splendida delle colline pisane dove l’intera tenuta conta circa 600 ettari di estensione. La produzione di vini di qualità parte agli inizi degli anni Novanta. I proprietari genovesi scelgono di puntare sulla Toscana e sul sangiovese con circa 53 ettari vitati a Chianti, non rinunciando allo stesso tempo al filone dei supertuscan tipico dei vini della costa toscana. Il giro di boa arriva nel 2001 con l’ingresso in azienda dell’enologo Giorgio Marone.

I vignetiL’occasione per visitare Badia di Morrona mi capita per la prima volta soltanto quest’anno, una vera e propria “macchia” per una giornalista pisana che scrive di vino. Prendo atto della mia imperdonabile lacuna e accetto l’invito per una verticale del supertuscan N’Antia, un ottimo pretesto per conoscere da vicino questa importante realtà vinicola e gratificare finalmente il mio campanilismo.

La struttura è stata ampliata e rinnovata, la cantina vecchia con le vasche in cemento completamente rivetrificate è stata mantenuta e integrata con la parte nuova. L’ampiezza degli spazi rivela le potenzialità produttive dell’azienda, confermate in vigna di fronte alla distesa dei filari a perdita d’occhio: un susseguirsi di colline vitate fino all’orizzonte, da riuscire a stento a individuarne il confine di proprietà. La sensazione di grandezza che si avverte visitando la tenuta culmina a Badia all’ingresso del cortile dell’antico convento dei monaci benedettini, oggi riservato a eventi e cerimonie e in parte adibito a residenza privata dei Gaslini. Gli ampi saloni e i lunghissimi corridoi conservano lo stile e l’arredamento originale. La Chiesa del 1152 è davvero un gioiello di storia e di architettura romanica.

La nuova etichettaIl 2014 è l’anno del restyling totale delle etichette verso il rafforzamento dell’identità aziendale e della riconoscibilità mentre il rinnovamento della struttura sarà festeggiato a Badia di Morrona il 14 giugno con l’inaugurazione dell’ampliamento della cantina. Previsto nella stessa data anche il lancio del nuovissimo Chianti Riserva con l’annata 2011. La Riserva nasce appositamente con l’etichetta celebrativa ’14 in edizione numerata e limitata (2600 bottiglie da 0,75 l e 200 magnum da 1,5 l), ma l’auspicio è quello di una produzione continuativa se il prodotto funzionerà incontrando il favore del mercato.

La barriccaia 2Ma torniamo indietro nel tempo, entriamo in barriccaia e in un rewind di 14 annate conosciamo meglio la storia di uno dei tre vini di fascia alta, il N’Antia. Il blend bordolese nel corso degli anni ha subito un’evoluzione nella composizione dell’uvaggio: sangiovese e cabernet sauvignon nei primi tagli mentre, nell’ultimo decennio, per distinguerlo dal supertuscan VignAalta, il sangiovese è scomparso per lasciare il posto a cabernet franc e merlot. Il cabernet sauvignon rimane e solitamente domina, ma recentemente si è scelto di dare più spazio al cabernet franc per ottenere un vino più elegante e meno carico. Il nome evoca la zona dei vigneti da cui proviene il vino, zona chiamata antica dunque “Antia” in dialetto toscano. In rassegna le annate dal 1993 al 2010.

La ChiesaQuello che emerge dalla verticale è proprio la trasformazione del vino nella sua composizione e personalità. Il 1993 e il 1995 portano ancora i segni di annate non perfette, con tannini ancora spigolosi e naso chiuso. Il taglio è quello originale di Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Il 1996 riscuote un interessante successo tra gli assaggiatori, fra cui uno stupefatto Carlo Macchi. La prima modifica al blend compare nelle vendemmie 1997, 1999 e 2000 con l’introduzione del merlot. Il 2001 segna il cambiamento importante con l’arrivo di Giorgio Marone e l’addio al sangiovese.

I viniUna vera e propria annata spartiacque, ma è con il 2004 che il bicchiere cambia carattere e presenta grande freschezza e profumi molto speziati. I tannini ruvidi del 2005 aiutano ad apprezzare con maggiore entusiasmo un 2006 molto bello e di grande ampiezza, molto aperto e soprattutto piacevolmente erbaceo. Il 2007 esprime al massimo il Cabernet Franc, il naso è senza dubbio molto accattivante. Un vino subito amabile, il primo N’Antia dall’identità tipicamente bordolese.

Le ultime tre annate in degustazione, dalla 2008 alla 2010, pagano lo scotto di essere relativamente giovani, con un’acidità ancora troppo acerba e un naso non pronto. Non dimentichiamo che quello dei tannini è un problema tipico di questo territorio. I terreni prevalentemente argillosi danno tannini assai difficili soprattutto nel sangiovese. L’andamento climatico non fa che ostacolare la gestione di un vitigno già di per sé ostico. “L’ideale sarebbe uscire in commercio La verticale di N'Antiaalmeno un paio di anni dopo, ma è chiaro che questo richiede grande coraggio da parte dell’azienda. È pur vero che qui il sangiovese è molto potente e dunque indomabile, ma proprio per questo in quest’area si possono fare grandi vini”. Parola di Giorgio Marone.

Badia di Morrona
Via del Chianti, 6 – Terricciola (Pisa)
Tel. 0587 656013
www.badiadimorrona.it

 

 

Francesca Lucchese

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