Brunello in verticale: Fuligni o l’elogio della freschezza

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Fuligni_logoAi Brunello di Maria Flora Fuligni e Roberto Guerrini -lei autentica donna del vino, di quelle che guardano alla campagna e non al marketing; lui frontman aziendale, nonché valente cattedratico in quel di Siena- appartiene quella che si chiama la quadratura del cerchio: ottimo potenziale di longevità e, al tempo stesso, innata propensione alla godibilità, ossia ad essere bevuti con desìo anche in giovane età. Mica male eh!? Che volete farci, sono pur sempre i figli legittimi della zona classica di Montalcino, quel mi-coteau nord orientale dalle giaciture prevalentemente esposte ad est e dalle altitudini ottimali (attorno ai 400 metri) che ben si sposa con le ragioni della snellezza e del dinamismo. Di più, quei vini sono gli “utilizzatori finali” di una importante matrice geologica galestrosa che permea i suoli di origine eocenica di quel versante (formazione di Santa Fiora). Quanti sassi nei terreni dei Cottimelli! Da questo coacervo di condizioni ne derivano un paio di caratteristiche che o ce le hai o non te le inventi: freschezza acida e finezza tannica, a disegnare la classica fisionomia dei Brunello della casa.

Più longilieni che ampi, più reattivi che avvolgenti, sono soliti assumere una silhouette elegante da cui emergono con nettezza integrità di frutto e di trama, venature minerali e assenza di orpelli. Di fronte a vini tanto riconoscibili non ti prende la voglia di raccontare i metodi di elaborazione o i puntigli agronomici di una viticoltura che proclameresti attenta, perché sono vini che vanno oltre il metodo, come tutti i vini che si distinguono. Hanno una loro personalità, ineludibile, fiera, e non fanno nulla per nasconderla.

Fuligni_bottiglieCi ritroviamo così ai Cottimelli -è primavera inoltrata- in compagnia di alcune emblematiche bottiglie dell’ultima decade produttiva, i rinomati Brunello di Montalcino Riserva, con la sottintesa promessa di ritrovarci più in là per ulteriori approfondimenti sul tema, da dedicarsi stavolta alle decadi precedenti, giù giù fino agli anni ’70. Eh già, perché gli eventi bellici hanno pressoché disperso le produzioni più “antiche” della casa, ma qui trattasi di cantina storica della denominazione, attiva fin dagli anni ’20 del secolo scorso. Assieme agli stupendi Riserva degli anni Duemila è comparsa una chicca più datata, di quelle che non scordi, in grado di aprire importanti brecce emozionali e togliere la polvere dagli armadi dei preconcetti, ciò che potrebbe portarti a pensare che un tempo, a Montalcino, non si producevano grandi vini perché non corrisposti da una agronomia e da una enologia “aggiornate”. Bene, sarà l’eccezione che conferma la regola, ma negli anni ho imparato che alla potenza di un terroir nulla, o quasi, è precluso, e che il tempo, come in ossequioso rispetto, di fronte a certi vini ben volentieri si fa da parte.

Fuligni_cantina storicaBrunello Riserva 2001

Il rubino brillante ha ragioni da vendere e non fa una piega al tempo. Dietro a un frutto carnoso, tonico e profumato, che chiama al ricordo le bacche rosse del bosco, ne apprezzerai l’intrigante punteggiatura fumé e l’infiltrante “coloritura” minerale. La bocca è succosa, fresca, limpidamente disegnata, senza “sbrodolature” o fuori fuoco; una bocca saporita e al contempo compassata, stilizzata direi, senza mai alzare il tono di voce. Lascia spazio alle sfumature, questo fa, e in sua compagnia starai bene.

Brunello Riserva 2004

Bella profondità aromatica, riproposizione virtuosa di frutto rosso del bosco e spezie fini, qui amplificata dal calore alcolico, che senti di più rispetto agli altri millesimi in gioco. Ma è un abbraccio nobile il suo, che avvolge senza sfrangiarsi, culla senza placarsi. E infatti l’acidità è ancora vibrante. La puntuale definizione e la sostanziale profilatura ci inducono a pensare che si tratti proprio di un classico esponente della zona nord di Montalcino, con la dote preziosa di una fusione tannica ormai realizzatasi.

Brunello Riserva 2006

Invidiabili la trama minerale e lo stimolo agrumato, a contrastare le evidenze di un frutto rosso perfettamente maturo per regalarci un naso vibrante e “sospeso”. Il sorso è impettito, verticale, di grande freschezza e ineludibile fascino, sottile e infiltrante al contempo, profondissimo e slanciato, dalla delicata presa tannica. Un conseguimento prezioso di cui il futuro ancora ci parlerà.

Fuligni_Brunello 1982Brunello Riserva 2007

Umori di grafite screziano un quadro di bella ricchezza fruttata, ben dissimulata in un disegno aromatico “tornito” e dinamico. In bocca non manca la grinta, anche se appare sempre nervoso per piglio acido e percezione tannica. Finale leggermente rigido e affilato, da ammansirsi, ma con prospettive di crescita. Anche in corrispondenza di una annata calda si lascia apprezzare per tenacia e grado di contrasto, a garanzia di una vitalità che non cede spazi alle sfrangiature dell’alcol.

Brunello Riserva Cottimello 1982

Bellissimo spettro dei profumi, caleidoscopio cangiante di erbe aromatiche e spezie fini, pirite, pietra e tabacco. Beva fantastica, cremosa e seducente, coesa e pulsante, senza che perda tono o vitalità con l’ossigenazione. Grande stoffa. E’ dolcezza buona, e sangiovese di razza.

Degustazione effettuata in azienda nel maggio 2014.

FERNANDO PARDINI

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