Un luogo da visitare, un vino da scoprire. Il buon gusto de Le Fonti a San Giorgio

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Piera Giovannelli Le Fonti a San Giorgio è uno di quei luoghi così naturalmente belli e accoglienti che non puoi non identificarlo immediatamente con uno splendido agriturismo e un’oasi perfetta dove trascorrere momenti di relax allo stato puro. Ed è davvero così. Otto grandi appartamenti sedici camere, due piscine, tutto intorno una distesa verdeggiante nel cuore delle colline di Montespertoli. Siamo nel Chianti fiorentino, ci vuole una decina di minuti buona per raggiungerlo lasciandosi alle spalle il centro del paese. Ti addentri nei boschi, poi riemergi tra le colline, incontri poche abitazioni sparse qua e là e tanto, tanto verde.

La Locanda 2Ma nonostante la predisposizione “genetica” all’ospitalità Le Fonti nasce negli anni ‘60 essenzialmente come azienda agricola quando il nonno di Piera Giovannelli, oggi titolare dell’azienda, acquista la tenuta per la sua attività di sensale di bestiame e la produzione di vino e olio sfuso. Negli anni ‘80 il figlio Attilio, noto come socio fondatore della catena distributiva Superal, decide di investire sulla produzione vinicola destinata ai supermercati di proprietà. Nel frattempo Piera inizia a portare spesso le sue due bambine in campagna e a maturare l’idea di lavorare in azienda. Ecco che gli appartamenti destinati ai contadini diventano agriturismo e i vecchi filari di Sangiovese di Romagna e Trebbiano lasciano il posto a nuovi vigneti e a una nuova filosofia produttiva: non più grandi volumi per il conferimento ai supermercati di famiglia, ma numeri più piccoli a favore di una maggiore qualità di prodotto. Vengono impiantati 5 cloni diversi di Sangiovese che coprono la maggior parte dei 12,5 ettari vitati. Poi piccoli impianti di Colorino, Canaiolo e Pugnitello. Infine un po’ di Merlot, Viogner, Petit Verdot. La prima etichetta destinata ai mercati è del 1991.

La LocandaGrazie alla scrupolosità dell’agronoma Laura Giannotti le vigne crescono in un habitat vegetale autoctono, lasciato volutamente intatto e privo di barriere per favorire lo sviluppo della biodiversità. Con l’abbandono dei diserbanti e dei concimi chimici la produzione agricola ha un’impronta biologica pur non fregiandosi della certificazione. In cantina entrano solo uve sane vendemmiate a più riprese per rispettare il giusto grado di maturazione. L’acciaio viene utilizzato soltanto per la fermentazione e la vinificazione in bianco. La maturazione avviene nelle vasche in cemento, antichissime, presenti in azienda da sempre ma totalmente rivetrificate.

I vini curati dall’enologo Leonardo Conti sono sei:

Tre Igt Toscana

Il Rosso (Sangiovese e Canaiolo) freschissimo e dai tannini giovani. Il Bianco (Malvasia, Chardonnay e Viogner) aromatico e profumato. Il Rosato da uve Sangiovese macerate dodici ore.

Chianti Docg

Il vino dai volumi di vendita più grandi. Sangiovese, Colorino e Pugnitello. Davvero un Chianti vivace, schietto, tradizionale. L’annata 2009 è particolarmente interessante, una bella espressione di Sangiovese.

Chianti Montespertoli Docg e I Fossili Chianti Montespertoli Docg Riserva

Le Fonti a San GiorgioSangiovese al 90-95% e Merlot. Le uniche due etichette che fanno un passaggio in legno in barrique e tonneaux di rovere francese. Una sottozona relativamente giovane (1997) che stenta a decollare per scarsi investimenti sulla promozione e sull’identità e per la risonanza ormai consolidata del limitrofo Chianti Colli Fiorentini. Prodotto in cui però Piera crede ancora molto per la qualità e il carattere fortemente territoriale. Per questa denominazione seleziona le uve migliori. Ma non chiedetele qual è il suo vino di punta perché risoluta risponde che non c’è. Ogni vino ha una personalità diversa e indipendente, impossibile per lei stabilire una gerarchia.

La scelta di puntare sui vitigni autoctoni è prioritaria. Un 5% di Merlot ha il solo obiettivo di ammorbidire con eleganza il Sangiovese dei tre Chianti. Una punta di Viogner vuole aggiungere profumi e aromaticità al bianco. Intrigante il progetto di un Pugnatello in purezza, ma le vigne sono appena al terzo anno di produzione. Al momento sono destinate al blend del Chianti ma sono già vinificate separatamente per studiarne il comportamento. Piera svela che l’idea nasce dopo aver assaggiato il Pugnitello di San Felice: “Un vino rotondo, speziato. Mi è piaciuto moltissimo. Ma è un progetto che realizzeremo solo se ne varrà la pena, altrimenti resterà sempre un eccellente complementare”.

La sala degustazionePiera è una donna dal sorriso coinvolgente, elegante e spiritosa al tempo stesso, una perfetta padrona di casa al timone dell’azienda con piglio e grande attaccamento. Pacata e di grande cordialità. Decisamente una personalità di buon gusto. L’attività intensa la impegna totalmente tra gli ospiti dell’agriturismo, eventi e cerimonie che alle Fonti trovano una location ideale. E ancora il vino e l’olio. L’oliveto conta circa 800 piante con cultivar tradizionali toscane. Il raccolto viene fatto a mano, le olive sono conferite al vicino frantoio per produrre l’olio necessario al fabbisogno dell’azienda e in parte alla vendita diretta. “E quando c’è la mosca non si raccoglie”.

Il bestiame è un altro dei progetti in mente, forte del monito del padre Attilio che con convinzione incoraggiava l’investimento sugli allevamenti perché “Tornerà il tempo delle vacche magre”. L’idea è quella di un piccolo allevamento di suini da cui ricavare carni e salumi di qualità per la produzione a km zero.

Attilio, scomparso dieci anni fa, ha dato il via alla ristrutturazione aziendale che ha permesso a Piera di trasformare Le Fonti nella bella realtà di oggi. Con un velo di tristezza ammette: “Il mio unico cruccio è che lui non abbia visto tutto questo”. Ha però avuto il tempo di aiutare la figlia nella realizzazione della Locanda, l’ottimo ristorante che proprio quest’anno festeggia il decennale.

La Locanda

Le vasche in cementoNato per gli ospiti della struttura ricettiva, dallo scorso anno La Locanda è aperta anche ai clienti esterni, solo a cena e solo su prenotazione. Il locale è ricavato nell’antica Chiesa sconsacrata abbarbicata sulla collina dell’Agriturismo, di fronte alla distesa dei vigneti. Un ambiente intimo, totalmente immerso nel silenzio della campagna. Quella della ristorazione è un’altra delle grandi passioni di Piera che predilige la cucina dalle lunghe cotture e quella toscana della tradizione, pur con una presentazione ricercata e attuale. Il nuovo chef Nunzio Lo Cascio è siciliano, ma da anni alle prese con la cucina toscana. Tra peposi e ribollite nei suoi buffet trovi anche delle strepitose panelle palermitane. Una contaminazione assai gradita. Le materie prime, come vuole la normativa dell’agriturismo, sono tutte locali e toscane. Manco a dirlo, vino e olio sono della casa, la farina di grani antichi del Mulino Paciscopi di Montespertoli, i salumi della vicina salumeria Magazzini, carni e legumi locali, formaggi tutti rigorosamene toscani, frutta e verdura provengono in buona parte dall’orto aziendale. Grande attenzione per il primo pasto della giornata con torte, focacce e marmellate fatte in casa. “Credo molto nella colazione perché se uno inizia bene la giornata…”.

La curiosità

Tra gli ulivi c’è un antico pallaio restaurato e in uso. Un pallaio speciale perché ha le sponde, differenza sostanziale con i bocciodromi tradizionali cosiddetti all’italiana. Le sponde infatti rendono il tiro più complesso e la partita appassionante perché la direzione e l’intensità delle bocce sono fortemente condizionate dagli argini laterali del terreno di gioco.

Le Fonti a San Giorgio
Via Colle San Lorenzo, 16
Montespertoli (Fi)
www.lefontiasangiorgio.it

 

Francesca Lucchese

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