Fradiles: vigne antiche per il nuovo Tre Bicchieri della Sardegna

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Adagiato sulle pendici occidentali del Gennargentu a oltre 500 metri d’altitudine, il paese di Atzara è esattamente al centro geografico della Sardegna, nella Barbagia del Mandrolisai. Per arrivarci il viaggio non è breve, ma sicuramente è suggestivo: dalla piana riarsa tra Oristano e Macomer, regno della pastorizia e della cerealicoltura, si sale lentamente a superare il corso del fiume Tirso, poi è tutta una serie infinita di curve, un’ascensione tra boschi di querce e sugheri e sparuti centri abitati.

vigne Fradiles

L’avvicinarsi ad Atzara è segnato dall’inizio delle vigne; prima sparse in piccoli appezzamenti in mezzo al bosco, poi più presenti ed estese. Qua inizia la zona vinicola del Mandrolisai rosso, una DOC anomala in Sardegna, in quanto prevede non il monovitigno, come in quasi tutte le altre DOC isolane, ma un uvaggio tra bovale (chiamato anche muristellu o bovaleddu), cannonau e monica.
Ad Atzara fino a pochi anni fa il vino si produceva per autoconsumo o si conferivano le uve alla Cantina del Mandrolisai di Sorgono; da qualche anno una piccola realtà familiare si è messa a vinificare in proprio, accorpando le risorse delle vigne storiche di famiglia, la Vitivinicola Fradiles.
Paolo Savoldo è l’anima dell’azienda, e gestisce le vigne di zii e cugini (fradiles, in sardo, da cui il nome aziendale), oltre ad alcune vigne in affitto sempre nel territorio di Atzara, per un totale di 14 ettari, a quote altimetriche che vanno dai 450 ai 750 metri. Il nucleo storico di 6,5 ettari è attorno alla cantina, e vanta vigne ereditate da generazioni, che oggi contano anche 80 e 100 anni d’età, fino ad arrivare a un vigneto a piede franco di 110 anni.

Paolo Savoldo

Paolo non ha ancora compiuto quarant’anni, è determinato e felice della scelta che ha fatto il giorno in cui ha lasciato il lavoro di geometra per dedicarsi a tempo pieno alla vigna:
«Fin da piccolo nel fine settimana aiutavo il nonno in vigna, il momento della vendemmia era una gioia enorme; poi, quando ho iniziato a lavorare come geometra, spesso dovevo assentarmi per lunghi periodi, girando come una trottola da una parte all’altra dell’isola… Alla fine mi sono fatto coraggio e ho preso una decisione:  sarei diventato viticoltore».
Nel camminare in mezzo alle vecchie vigne, si nota la compresenza di diverse varietà, piantate assieme secondo l’uso antico. Il disciplinare del Mandrolisai ha fatto propria questa tradizione, e prescrive che il vino nasca non da assemblaggio di vitigni vinificati a parte, ma da uve raccolte e vinificate insieme. Le percentuali storiche sono di una maggioranza (35%) di bovale, un 20-35% di cannonau più il 20-35% di monica, con la possibilità di un massimo del 10% di altri vitigni raccomandati dalla regione.
«La fortuna di questa zona – precisa Paolo Savoldo –  è la ricchezza ampelografica locale. Nel Mandrolisai si trovano ben 20 vitigni autoctoni sugli 80 catalogati in Sardegna. Questo vuol dire che hai infinite possibilità di dare un carattere peculiare al tuo vino, rimanendo nel solco della tradizione. Noi stiamo ad esempio lavorando molto sulla varietà del bovale del Mandrolisai, che ha tratti genetici molto simili a viti selvatiche ritrovate in zona, e sicuramente originarie dell’isola».
I vigneti storici sono impostati ad alberello, e a cordone gli impianti più recenti, anche se c’è l’intenzione di tornare a impiantare col sistema dell’alberello e con un portainnesto antico chiamato “dulò”. Pur essendo divise tra cugini per ragioni ereditarie, le vecchie vigne non hanno confini fisici a dividerle.

terra porfirica Atzara

I suoli sono sciolti, originati da disfacimenti di granito porfirico, con una bassa componente organica. Camminando in mezzo alle vigne, Paolo mostra le peculiarità dei diversi vitigni; una vite di barbera sarda, il tralcio del bovale, che con la lignificazione si tinge di un rosso caratteristico, le tracce lasciate quest’anno dalla peronospera, l’avanzamento della maturazione… Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, qui sono le vigne più antiche ad esser pronte prima per la vendemmia, in media attorno al 20-25 settembre. Poi seguono le vigne nuove, allevate a cordone bilaterale a 4 gemme.

vite di girò

Dei tre vitigni principali, «Il bovale dà struttura e colore al Mandrolisai, il cannonau apporta alcool e ampiezza, il monica dà la morbidezza. Poi ci sono anche moscato, il girò, poi un clone di vernaccia diverso da quello di Oristano, e il nuragus…». Questi ultimi due sono molto tardivi e zuccherini, Paolo sta portando avanti delle prove di microvinificazione (anche con una leggera macerazione sulle bucce) per valutarne il potenziale.
Infine c’è un vitigno a bacca rossa a cui Paolo dedica particolari attenzioni, chiamato localmente aniga ‘e Sant’Antiògu (uva di Sant’Antioco), in grado di produrre vini di elevata acidità, capaci di lunghissimo invecchiamento.
«Ha un PH bassissimo (3,5), acidità molto alta a 7,5 e una quantità enorme di antociani, che lo fanno essere molto colorato… insomma è un vitigno da tenere in grande considerazione». Geneticamente è molto simile al Carignano del Sulcis (tra l’altro il sant’Antioco del nome si riferisce molto probabilmente all’isola sulcitana), ma alle quote di Atzara dà risultati differenti rispetto a quello coltivato più a sud, a livello del mare.
A segnare i margini delle vigne, filari di frutta, noccioleti, olivi; tutto fa ancora riferimento alle modalità di gestione delle case contadine tradizionali, in cui le coltivazioni erano mischiate in modo da sfruttare al massimo tutti gli spazi disponibili.
La cantina è semplice e votata all’efficienza, le attrezzature, oltre alle vasche inox e alle botti, sono ridotte al minimo:
«Le follature durante la fermentazione le facciamo ancora a mano, e non ci sono i termocondizionatori; per abbassare il calore di fermentazione, bagno l’esterno dei tini con l’acqua del pozzo».

I VINI
Al momento Fradiles produce quattro vini: Fradìles (Mandrolisai DOC), Bagadìu (Isola dei nuraghi IGT), Antiògu (Mandrolisai Superiore DOC), quest’anno “battezzato” con il primo Tre Bicchieri aziendale, poi il nuovo nato, uscito nel 2014, Istentu (Mandrolisai Superiore DOC).
Racconta Paolo: «La prima annata del nostro Fradiles è la 2003; qui ad Atzara non c’era nessuno che facesse l’intera filiera, quindi non c’erano esperienze da cui attingere. È stato bellissimo iniziare, imparare tutto… anzi, avrei voluto iniziare prima!»
«Nell’Ottocento Atzara era nota come zona di produttori e grandi commercianti di vino. Io voglio riallacciarmi a quel corso, aprirmi al mondo con il vino! Si tratta di fare un passo alla volta; per adesso arriviamo in Giappone, Germania, Olanda, poi abbiamo avviato contatti in Canada e USA».
Un anno dopo la nascita del Fradiles arriva anche l’Antiogu, un Mandrolisai superiore. Poi una tappa importante per Paolo è stato un convegno nel 2006 al Vinitaly, dedicato ai vitigni autoctoni: lì  capisce che è necessario conoscere sempre meglio il bovale, e così si mette a studiarlo, a chiedere informazioni agli anziani. Da questi studi intuisce il perché il bovale non fosse mai vinificato da solo: ha la caratteristica, se non vinificato bene, di andare subito in riduzione. Nel 2006 prova a vinificarlo in purezza, e così nel 2008 nasce il Bagadiu. L’ultimo a comparire è infine nel 2011 l’Istentu, che esce nel 2014.
Proprio nel 2014 Fradiles inizia ad essere apprezzato ad alto livello nel panorama della stampa enologica nazionale: con la recente tornata delle guide del 2015 arrivano: Tre Bicchieri Gambero Rosso all’Antiogu 2011; menzione di Vino Slow della guida Slow Wine al Bagadìu 2012, e per finire, la segnalazione nella nuova Guida Essenziale ai Vini d’Italia curata da Daniele Cernilli-Doctor Wine, dove Fradiles viene premiato come Produttore emergente dell’anno.

GLI ASSAGGI

Mandrolisai 2013 (campione da vasca)
È quello che diverrà il vino d’annata aziendale, più fresco rispetto agli altri. I tre vitigni del Mandrolisai sono in uguali proporzioni, con l’aggiunta di altri vitigni del territorio.
Nel bicchiere è rosso porpora con riflessi violacei. Ha un naso fresco e vinoso, giovane, ricorda le more. In bocca è sapido, dotato di tannino ben fatto, compatto nello sviluppo e piacevole.

FradilesFradiles 2012 Mandrolisai DOC (14%)
Da uve bovale, cannonau e monica vinificate insieme, il vino fa 7-8 mesi di botte di media grandezza e un anno e mezzo di invecchiamento in bottiglia.
Rubino intenso e compatto, mostra un naso complesso, speziato, morbido, con richiami di talco. In bocca è morbido, sanguigno, ampio e di gran lunghezza, con un tannino molto fine. L’annata calda si riscontra nella sua gran morbidezza, cosa che non inficia l’impressione istintiva di vino sincero e di ottima bevibilità. A 9 euro al privato in cantina.

AntioguAntiogu 2011 Mandrolisai Superiore DOC (15%)
Premiato recentemente con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, è il primo grande riconoscimento per la zona del Mandrolisai.
Nell’uvaggio dell’Antiogu cresce la percentuale di bovale e viene aggiunto anche il vitigno aniga ‘e Sant’Antiògu a rafforzare colore e potenza. Rispetto al Fradiles ha un naso più selvatico e irrequieto, in bocca raggiunge un buon mix di potenza e morbidezza, acidità e tannino. Con l’ossigenazione nel bicchiere affiorano note fruttate di mora, insieme a note sanguigne. Lungo e pieno, un bel vino davvero. 13 euro in cantina

BagadiuBagadìu 2012 IGT Isola dei Nuraghi (14%)
Si tratta di bovale praticamente in purezza. Ha un rubino intenso, e al naso appare subito balsamico, penetrante, si apre esplicito su sensazioni di frutti rossi. Il sorso è forte e di carattere deciso, da vino che chiama la carne, i grandi arrosti, la bistecca al sangue. Il tannino è setoso, levigatissimo, di gran lunghezza e coerenza espressiva. Con l’ossigenazione nel bicchiere, aumenta ancora di più la sua espressività, con un finale amarognolo che esalta al massimo gli abbinamenti gastronomici. A 10 euro in cantina.

Istentu 2011 Mandrolisai Superiore DOC
«Istentu è una parola piena di significati, qua in Barbagia. IstentuSignifica attesa – spiega Paolo –, un modo per passare il tempo. C’è anche il verbo “istentare”, usato come un augurio, ossia di passare bene il tempo, di stare bene».
Istentu è l’ultimo nato dei vini Fradiles, un Mandrolisai Superiore imbottigliato solo in magnum. Nel suo uvaggio c’è prevalenza di aniga ‘e Sant’Antiògu e un saldo dei tre vitigni classici del Mandrolisai.  Colore compatto tra il rubino e il porpora con unghia violacea; il naso è equilibrato, con sensazioni di erbe aromatiche, con l’impronta del rovere ancora un po’ da smussare.

Aniga ‘e Sant’Antiògu 2011 (campione non in commercio)
Paolo tira fuori dalla cantina una bottiglia particolare, da una speciale riserva fatta per sperimentare nuove possibili strade enologiche. Poche bottiglie di prova in cui il raro vitigno parente del carignano viene vinificato in purezza per valutarne i caratteri salienti. Per questo vino c’è stato un passaggio in botte di 13 mesi. Ha un colore porpora impenetrabile, unghia violacea intensa, un naso diritto, ficcante, con intense sensazioni di bosco, balsamico. In bocca è ampio, tannico, quasi masticabile. Si potrebbe dire che è rude e raffinato allo stesso tempo, dotato di gran personalità. Da mettere a punto giusto un po’ l’alcool che tende a essere assai esuberante al naso, e qualche piccola scompostezza, ma sicuramente è un vino che potrà aprire una nuova strada nel panorama dei grandi rossi sardi.

CAMPIONI DA BOTTE
Paolo Savoldo - bottiOspitalità e gioia di condividere: queste sono le parole che si possono usare per descrivere la passione che Paolo mette nel far conoscere i suoi vini. Dopo la batteria delle bottiglie, si alza in piedi e parte deciso verso i tonneaux e le barriques per sfoderare una sequenza di assaggi sbalorditivi. C’è da esserne certi: Paolo ha un grande tesoro nelle botti, con una serie di vini sempre più centrati, sempre più sorprendenti e personali, che daranno grandi prove negli anni a venire.

Fradiles 2013 (atto a divenire Mandrolisai DOC – campione da botte) (14%)
Verrà imbottigliato nel maggio del 2015. L’annata è molto azzeccata per questo vino, che offre un naso fruttato e fresco, splendida espressività in bocca, un giusto livello di acidità. Tra i vitigni, qui prevale il bovale. Si direbbe, rispetto al 2012 già in commercio, che qui si intuiscono maggiori potenzialità di evoluzione, vi si intravede un vino ancora più azzeccato; rispetto alla morbidezza del 2012, qui c’è più complessità data dalla freschezza acida, e dal finale con note amarognole e ammandorlate.

Antiògu 2012 (atto a divenire Mandrolisai Superiore DOC – campione da botte)
Andrà in bottiglia nel maggio-giugno del 2015. Naso caldo e fruttatissimo, una vera spremuta di frutta. Ha corpo agile, di gran beva; un vino sorprendente, da tenere sott’occhio appena uscirà in commercio.

Antiogu 2013 (atto a divenire Mandrolisai Superiore DOC – campione da botte)
Si sale senza dubbio di livello rispetto al 2012; naso aristocratico, all’inizio sulle sue, ma che lascia presagire un’evoluzione di altissimo livello. In bocca è bilanciatissimo, con una acidità che lo mantiene fresco e uno sviluppo gustativo che lo confermano come vino dalle potenzialità molto molto alte.

Istentu 2013 (atto a divenire Mandrolisai Superiore DOC – campione da botte)
Il campione del 2013 prelevato da botte si presenta nel bicchiere denso, dal colore impenetrabile e unghia viola. Nonostante la fase precoce di affinamento, è già fine e ben equilibrato al naso, mentre in bocca il tannino e l’acidità sono ancora irruenti, da smussare. Profuma di sottobosco, di frutta, promette molto bene.

 terra e viti

Zero tecnicismi, tanto cuore e tanto territorio nei vini di Paolo Savoldo; vini che portano addosso l’eredità della storia di una zona antica, con vitigni rari e preziosi da studiare e valorizzare. L’entusiasmo è quello giusto, per fare di una piccola denominazione come il Mandrolisai una fucina di vini che sorprenderanno (ma hanno già iniziato a sorprendere) il mondo enologico, e per fare di Fradiles il traino di coloro che vorranno raccogliere un’eredità immensa, ai piedi del Gennargentu, esattamente al cuore della Sardegna.
(visita in azienda effettuata il 18 agosto 2014)

Fradiles Vitivinicola
Loc. Creccherì, 08030 Atzara
Telefono 333 1761683
Pagina Facebook
mail: vinifradiles@tiscali.it
Mappa Google Maps
Coordinate GPS: 39°58’59.4″N 9°02’42.0″E

GALLERIA

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

2 COMMENTS

  1. Complimenti a chi ha fatto l’articolo, ma sopratutto a Paolo e al coraggio con cui è stato pioniere e profeta in patria…..ne sentiremo parlare in futuro sono certo, il tesoro che custodisce in cantina arriva dalla terra e dalla sapienza con la quale i suoi prodotti vengono trasformati e proposti.

  2. Grazie del tuo commento. Hai ragione, una gran dote di Paolo Savoldo è quella della lungimiranza, e del saper sperimentare strade nuove per mettere in luce vitigni antichi.

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