Vendemmia in Valtellina. Immagini e suggestioni di un giorno di sole sui Terrazzi Alti

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Sondrio, sabato 18 ottobre 2014. La stagione tremenda ha aperto uno dei pochi spiragli di sole solo pochi giorni fa. In tutto il resto d’Italia la vendemmia è praticamente finita, restano solo le località più impervie, con i vitigni più tardivi. Ad esempio il nebbiolo di Valtellina.

valtellina vigne

Qua intorno chi ha potuto ha già raccolto, molti lo fanno oggi. È sabato e splende un sole meraviglioso, condizioni ideali per chiamare a raccolta amici e parenti. Un giro di telefonate la sera prima e la macchina si mette in moto: al mattino nelle vigne terrazzate si raccolgono gruppetti di persone. C’è un traffico febbrile di furgoncini, Apecar, camioncini e trattori da montagna, cassette in plastica, bigonce. I vendemmiatori si ritrovano a chiacchierare allegramente in fondo alle vigne, con le forbici pronte. Oggi è la festa della vendemmia.

vendemmiatori

Grazie all’amico Giuseppe Guglielmo, dell’azienda Boffalora, riesco a organizzare il viaggio verso quassù. Giuseppe ha già fatto la raccolta per suo vino base, ma per il Superiore, il Pietrisco, decide di rischiare, di aspettare ancora qualche giorno, sperando nelle condizioni meteo favorevoli. Perciò eccoci a dare una mano in vigna a Siro Buzzetti, per raccogliere l’uva che diventerà il Terrazzi Alti, un Sassella di razza. Siro l’ho conosciuto l’anno scorso, quando ho avuto modo di visitare le sue vigne letteralmente arrampicate nella parte più alta della Sassella, in zona Grigioni. Eccole, proprio loro, queste vigne a picco, comprese tra la strada e il monte, saranno quelle che vendemmieremo oggi.

portatore cassette

Giuseppe ci dà un passaggio sulla sua indistruttibile Panda 4X4, e così da Castione Andevenno in 5 minuti saliamo su verso i Grigioni, l’avamposto ovest della Sassella, tra i 450 e i 530 metri d’altitudine. Un breve sentiero ripido tra i noccioli selvatici e in un attimo dall’ombra del bosco si apre la luce chiara autunnale delle vigne. Si sentono voci di vendemmiatori tutt’intorno. Il sentiero finisce ecco parcheggiata l’Ape, pronta a caricare le cassette con l’uva. Adesso si va a vanti salendo i gradini dei muri a secco. Stretti, ripidi, bellissimi, fragili: sono il simbolo vivo del vino di Valtellina.

Siro Buzzetti

Le voci si fanno più vicine: eccoci nei Terrazzi Alti, ecco Siro, emozionato, felice nella sua vendemmia, a parlare con tutti, a raccomandare di pulire bene i grappoli, a portare cassette in spalla.  Ci dà il benvenuto e ci dà un paio di forbici, ché le nostre non vanno bene: sono forbici da potare, vanno cambiate con delle forbici più piccole, in grado di entrare nel grappolo e tagliare via gli acini non buoni. Eccoci quindi all’opera, nei corti filari a pettine che seguono la pendenza della montagna. Ogni grappolo è un caso a parte, va guardato con cura, va liberato dalle parti in cui il maltempo ha fatto appassire i raspi, impedendo agli zuccheri di arrivare ai chicchi alle estremità.
«Nel dubbio, assaggiate. Assaggiate i chicchi prima di metterli in cassetta» si raccomanda Siro. È un esercizio interessante; alcuni chicchi sembrano maturi, ma il disseccamento del raspo li ha lasciati acidi e poco zuccherini; dopo alcuni assaggi, si riconoscono, e si tagliano via in automatico.
La selezione è impietosa, per terra resta un bel po’ d’uva non all’altezza di chiamarsi Sassella. «L’avesse visto mio nonno… gli sarebbe preso un accidente» dice qualcuno, che ricorda i tempi quando ci si chinava per raccogliere anche il più piccolo chicco caduto. Oggi invece il discorso è cambiato, ci si salva con la qualità assoluta.

in vendemmia

Tra un filare e un altro c’è modo di far conoscenza e scambiare quattro chiacchiere con gli altri vendemmiatori. È un coro polifonico, si parla degli ultimi fidanzamenti, del prete del paese, della macchina, del tempo, parte qualche sfottò bonario tra i più giovani. Ci si toglie il maglione, il sole è alto, oggi fa finalmente caldo.
«Ah, il Siro com’era preoccupato i giorni scorsi, tutta quella pioggia… eh, Siro?»
Siro risponde con gli occhi che gli brillano, guardando intorno a sé, gli amici che vendemmiano il suo amato nebbiolo.
«Siro è un po’ un poeta – dice un’amica – quando parla della vigna si illumina, non smette più di raccontare le più piccole cose…»
«E come fai restare insensibile in un posto come questo – ribatte. Vedessi… L’altro giorno ero qua a lavorare, lassù c’erano due poiane che volavano, lente, bellissime. Avessi visto che eleganza… è questa la bellezza della vigna, quando ti fa apprezzare nel lavoro tutta questa meraviglia, il colori della montagna, i rossi, i verdi, le rocce…»
«Eccolo, lo vedi? È partito!» Gli amici ridono.

dialogo in vendemmia

Pian piano si riempiono le cassette, che con uno speciale zaino vengono caricate in spalla e portate all’ape.
E così procede la mattinata, fino all’ora di pranzo, una festa. Nel pomeriggio gli ultimi filari, poi giù verso la cantina. I grappoli diventano mosto e via verso il tino. Insieme agli amici, Siro oggi ha raccolto il frutto di un anno di lavoro. Adesso tocca ai lieviti e al tempo finire l’opera, il Terrazzi Alti 2014.

amici al lavoro 1

GALLERIA

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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