Cibi da urlo, vino e allegria. Siamo alla festa di Caino, no?

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festacainoÈ quasi mezzogiorno e fa già molto caldo, del resto questo luglio è un luglio caldissimo. Nel giardino della casa di Maurizio Menichetti e di Valeria Piccini, appena fuori Montemerano, il piccolo borgo maremmano reso famoso da loro ristorante Caino, è stesa già un bel po’ di gente, e altrettanta è a mollo nella piscina.

bottiglieUna bella forma di Gorgonzola ha già perso la sue fattezze originali e quella che era una gigantesca mozzarella si avvia a scomparire definitivamente. Più in là, dentro due grandi paioli pieni d’acqua e ghiaccio, una quantità smodata di bottiglie, Champagne e Franciacorta, tanto Riesling, dopo comparirà anche qualche rosso. Il tutto mantenuto alla temperatura giusta con grande dedizione e un filo di ansia. Girato l’angolo, una cucina esterna dove si alterneranno fra i migliori cuochi della zona, bravi e anche stellati.

Tutto questo perché siamo alla “festa di Caino”, un baccanale allegro e caciarone che riunisce ogni anno la community di questo ristorante-mito che ha fatto la storia della cucina toscana, e non solo. La comunità sarebbero poi gli amici, i fornitori delle materie prime rigorosamente selezionate che finiscono nei piatti, e soprattutto i clienti affezionati, quelli che si sono innamorati di questo scrigno del mangiare bene e non lo lasciano più. E che poi, a guardar bene, sono i rappresentanti di chi manda avanti la tutta la baracca di enogastronomia e ristorazione di qualità.

Valeria PicciniValeria Piccini stavolta sta lontana dai fornelli, che ci pensino gli altri. Si gode la festa e gli amici. Questa grande donna, partita come nuora di Caino a cucinar tortelli, è arrivata con il lavoro, il talento e la dedizione alle due stelle Michelin in questo paesino sperduto, e ne ha presa poi un’altra l’anno scorso a Firenze con la sua consulenza al Winter Garden by Caino dell’hotel St. Regis. Quanti chilometri e quanta fatica, affrontati con bravura e senza perdere quella schietta simpatia chiaramente trasmessa anche nella sua partecipazione alla nostra Terre di Toscana, quando il successo del suo intervento fu oceanico. (E, viene in mente, quanta prosopopea tocca sopportare da chi spesso, ad esser generosi, non vale un decimo di questo talento purissimo!)
I formaggi dei fratelli Pira
Nel verde ci sono le postazioni di due straordinari artigiani,
che hanno l’onore di finire nelle tavole di Caino. Ci sono i formaggi dei fratelli Pira: la famiglia è sarda, loro stanno già nella Maremma laziale in provincia di Viterbo, nella località Le Chiuse di Ischia di Castro. Inizialmente allevavano solo pecore, poi si sono appassionati anche alle capre. Formaggi biologici a latte crudo, e tanta passione messa nel loro lavoro che è anche un divertimento e una continua sperimentazione: la temperatura leggermente cambiata (mai sopra i 37-38 gradi), caglio di solito di vitello ma anche di pecora se si vuole un risultato più “tosto”,  la cagliata rotta in modo sempre diverso, fanno sì che i risultati cambino sempre, e il più delle volte siano sublimi. Raveggiolo, ricotta, caprini, oltre ai classici pecorini a pasta compatta e l’erborinato naturale (senza inoculo, solo leggermente aggredito dalle muffe presenti nell’ambiente); e poi, rimangono nella memoria le formaggette più piccole e cremose, un omaggio allo stile francese, di un impatto aromatico impressionante.

aiacolonnaA fianco, i prosciutti di cinta senese e i salami di Aia della Colonna della famiglia Tistarelli, questa bellissima azienda agricola che sta in piena Maremma (zona Roccalbegna e Terme di Saturnia) dove si possono anche passare delle vacanze veramente a contatto con natura e animali, fra maiali di cinta e vacche maremmane (quelle con le corna a forma di lira), pasta fatta in casa, laboratorio di ceramiche… Ma insomma, i profumi e i sapori dello stagionato due anni si imprimono indelebili nella memoria.

Nel frattempo, Mirko Rossi, esuberante talento del Doretto di Cecina sta sfilettando una enorme Mirko Rossiricciola che trasformerà in tartare. Poi arriva Mirko Martinelli, altra bella mano ai fornelli che accoglie chi ama il pescato ben cucinato e ben presentato sia nella sua Oasi sul lungomare, sia in quella al centro di Follonica. Arriva con un pesce spada fresco fresco che finirà in carpaccio, alla griglia e all’isolana. Il tempo di acchiappare un paio di ostriche e arriva Luciano Zazzeri, stella Michelin nella Pineta di Marina di Bibbona (ma anche oste “di terra” nella Locanda del Sole di Querceto, zona Montecatini Val di Cecina), che si mette ai fornelli e zitto zitto tira fuori degli spaghetti con calamaretti, tartufo e salvia che fanno sognare.

Luciano Zazzeri serve i suoi spaghettiAd accompagnare il tutto, Champagne a fiumi (il Blanc de Blancs di Paul Goerg, i Collard-Picard Cuvée Prestige e Grand Cru, lo stupendo Robert Moncuit Grand Cru, i Brut di Bollinger e di Ernest Remy) oltre ai Riesling di Dr. Loosen e Dr. Bürking-Wolf, a qualche bel Soave, Vernaccia e Vermentino, e, perché no, alle interessantissime birre del birrificio artigianale Brùton.

Maurizio Menichetti spilla il Poggione 2010Emanuele Vallini (La Carabaccia di Bibbona con annessa dispensa di prodotti selezionati) si è portato dietro un gran bel cosciotto di maiale cotto al forno, poi arrivano cinghiale in pentola e costine grigliate. E qui ci vuole la doppia magnum di Brunello 2010 che si è portato dietro Alessandro Mori, (uno degli ultimi veri vignaioli storici di Montalcino, alias Il Marroneto) o un bicchiere di Brunello Il Poggione 2010 spillato dalla dodici litri. O magari qualche rosso langhetto di Guido Fantino (leggi Conterno Fantino), che sembra arrivato dal centrale di Wimbledon, ma che finirà anche lui vestito dentro la piscina.

Divertimento, scherzi  cibi e vini buonissimi, risate e gioia di vivere a piene mani, senza troppi freni inibitori. Cento di queste feste, Caino!

 

galleria fotografica

Riccardo Farchioni

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