Cascina Massara: al cuore del Pelaverga

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100_4186 (1)Chi si è appassionato dei vini piemontesi conosce senz’altro Verduno, uno dei comuni della denominazione Barolo, e ne conosce anche la particolarità: la Doc Verduno Pelaverga che su di esso insiste. Il pelaverga è un’uva autoctona piemontese con caratteristiche sue proprie che le permettono di distinguersi efficacemente dalle altre varietà coltivate nella regione.

D’altro canto, come accade spesso nella nomenclatura dei vitigni antichi, ne esistono diversi che corrispondono allo stesso nome. Uno è diffuso nel saluzzese, uno nel canavese, ma il perlaverga di Verduno fu distinto dopo studi genetici negli anni 80 come pelaverga piccolo e con questo nome venne registrato come varietà a sé stante. Il vino prodotto con la relativa denominazione in tutta la zona di produzione non supera le 140000 bottiglie annue. E chi assaggia il vino Pelaverga raramente lo dimentica: la varietà è particolarmente prodiga di zuccheri tanto che facilmente le gradazioni salgono, ma soprattutto esso si distingue per le sue note speziate, soprattutto pepate, che gli conferiscono un aroma peculiare nel panorama italiano.

100_4222In una domenica di tardo inverno, ci siamo affacciati alla porta della Cascina Massara in Verduno, di proprietà di Andrea Burlotto.  Il cognome richiama a ragione altri produttori del paese piemontese, dato che esiste una chiara parentela tra questi valenti vignaioli. L’azienda è situata nel comune di Verduno dove insiste la maggior parte dei vigneti, un po’ meno di 10 ettari. Le varietà  coltivate sono il nebbiolo, e poi dolcetto, barbera, favorita (un sinonimo per vermentino in terra piemontese) e naturalmente il pelaverga piccolo.

La nuova cantina è stata costruita qualche anno fa con una impostazione efficiente ma tradizionale: non troviamo rotomaceratori né barriques, ma moderni vinificatori a cappello emerso e belle botti in rovere. La cura del vigneto e quella dell’uva è al primo posto, alla Cascina Massara, per la buona riuscita dei loro vini.

100_4211Fino a poco tempo fa l’azienda condotta  dai fratelli Burlotto era dotata anche di un allevamento di vacche di razza piemontese, ora rimasto come attività esclusiva di uno dei fratelli. Gian Carlo  Burlotto continua invece la tradizione vitivinicola della famiglia che in Verduno possiede altri rami.

La particolarità dei vini della Cascina Massara sta proprio nella eleganza dello stile, nella felice adesione alla tradizione vitivinicola langarola, e nella cura che l’azienda mette nel prodotto più tipico che è proprio il Verduno Pelaverga.

Assaggiamo con il titolare innanzitutto il Pelaverga 2014 che, nonostante l’annata problematica,  ci offre un colore vivo e una bella nota cromatica, un naso dagli aromi fruttati ma sopratutto speziati che ricordano il pepe verde, l’elicriso e il coriandolo. In bocca, anche se la componente alcolica raggiunge i 14 gradi, è fresco, avvolgente e corre veloce  con una linearità e una bevibilità sorprendente ed invitante. Chiude pulito e fresco con tannini delicati.

100_4198Passiamo poi alla degustazione del Barolo 2011: di un bel colore granato con unghia lievemente mattonata; i profumi floreali ed una speziatura dolce,  assieme ad una bella fragranza di frutto rosso ad una nota lievemente eterea, costituiscono il bagaglio aromatico di questo bel prodotto. In bocca entra austero ed elegante con tannini ancora vivi e reattivi ma ben bilanciati;  freschezza e sapidità concludono una beva fine e persistente.

Con sincera ospitalità Gian Carlo, vorrebbe invitarci ad assaggiare altri vini ma la necessità di riprendere l’auto ci consiglia accontentarci di questa bella esperienza anche perché sappiamo che presto lo reincontreremo nel suo stand a Vinitaly.

 

Lamberto Tosi

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