Roero Days report/1: il Roero Arneis alla sfida del tempo

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Roero_Arneis_1VENARIA REALE (TO) – Con l’istituzione del Consorzio del Roero, questo territorio piemontese ad alta vocazione vitivinicola che occupa la parte settentrionale della provincia di Cuneo al confine con l’astigiano, ha deciso di conquistarsi una individualità e una visibilità che storicamente ha stentato ad avere, troppo spesso considerato alla stregua di una appendice delle Langhe anche a causa della condivisione dell’uva nebbiolo per i suoi vini più importanti.

E proprio il Consorzio ha deciso di investire parte delle sue risorse, raccolte grazie all'”autotassazione” dei produttori, in un evento chiamato Roero Days, che quest’anno si è svolto a fine marzo nella Cascina Medici del Vascello di Reggia di Venaria Reale, ma che avrà natura itinerante. Un momento di riflessione, di conoscenza e, perché no, di vetrina dei propri prodotti.

Roero_Arneis_2Ma se il Roero deve condividere il nebbiolo, ha dalla sua invece l’esclusiva del roero arneis, vitigno a bacca bianca che origina un vino assai godibile e soprattutto “nativo”, una caratteristica che interessa sempre chi visita un luogo e ne vuole apprezzare le espressioni originarie ed originali. E siccome il Roero Arneis accoglie in pieno la sfida sempre più frequente ed intrigante dei bianchi italiani nei confronti della longevità, seguendo un movimento che va dal nord del Soave al sud del Fiano di Avellino passando per il centro della Vernaccia di San Gimignano, una delle degustazioni tematiche svoltesi nella due giorni piemontese è stata dedicata ad una cavalcata nel tempo che ha coperto nove vendemmie.

Ecco le note di degustazione.

Roero Arneis San Vito 2013 – Daniele Pelassa
Dal comune di Montà d’Alba, e da un produttore anche “barolista” in quel di Verduno, arriva un vino dall’olfatto pungente, vivo, con striature vegetali, acuto e penetrante, in cui si avvertono la frutta bianca e gli agrumi, il lime in particolare. Ad un ingresso rotondo e immediatamente piacevole, segue una beva con qualche ovvia intemperanza giovanile, ma di bella spinta ed energia.

Roero_Arneis_3Roero Arneis 2012 – Pace
Prodotto in una zona fresca e boscosa sopra Canale, è comunque figlio di un’annata calda, che si riflette in un naso dolce e maturo, che sa di pesca e susina. La beva è all’insegna della densità, della morbidezza e della scorrevolezza, con un buon rilancio nel lungo finale.

Roero Arneis Enritard 2011 – Cornarea
Da Vezza d’Alba, un vino che esce sistematicamente un anno dopo sostando a lungo in acciaio e che qui appare profondo e persistente in un naso che esprime spezie, toni vegetali, scorza d’agrume. La beva è compatta, molto saporita e succosa.

Roero Arneis Sernì 2010 – Michele Taliano
Si torna a Montà d’Alba per questo vino elegante e profondo, dominato da una frutta bianca matura, in un secondo momento affiancata da cenni di mela renetta. In bocca è vellutato, sapido, di struttura rilevante; vivo anche se non larghissimo, chiude con un finale saporito di bella lunghezza.

Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2009 – Monchiero Carbone
Da un altro celebre rappresentante del Roero di Canale, arriva un vino di un’annata calda in generale, ma meno in questo territorio. Il colore già indica, con i bei riflessi verdognoli, una prestanza giovanile e una tenuta del tempo confermate in un olfatto vivo e pungente. Al palato si apprezza una bella struttura e ti sorprende la succosità, considerando, appunto, l’annata; la beva è tesa con un finale di grande energia, pirotecnico.

Roero_Arneis_4Roero Arneis 2008 – Matteo Correggia
Un nome a cui è associata la nascita e l’affermazione anche internazionale del “nuovo” Roero. Mostra un colore giallo paglia piuttosto fitto, fors’anche con accenni dorati. Una accentuata mineralità all’olfatto si trasfigura in sensazioni di pietra focaia e pirite, mentre al palato si avvertono note mielate in una beva fresca ma -forse- di energia limitata, che non riesce ad ingranare pienamente la marcia.

Roero Arneis Renesio 2007 – Malvirà
Da un altro “mostro sacro” ancora in quel di Canale, si avverte un naso ricco ed avvolgente, di media intensità ma di buona integrità. La beva sorprende per presenza aromatica, vitalità e tensione. Un finale freschissimo e saporito sigla un vino di grande bevibilità.

Roero Arneis Perdaudin 2004 – Angelo Negro
Naso coinvolgente dominato dalla frutta gialla (soprattutto pesca); in bocca è un vino denso, polposo, dove il frutto è ancora protagonista e si distende bene, magari non larghissimo ma ficcante. Bella fiammata finale, che lascia la bocca piena di sapore e di soddisfazione.

Riccardo Farchioni

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