Barolo 2012, la lunga estate calda. Terza parte: Barolo, La Morra e Verduno

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Nebbiolo Prima_pan bottiglieALBA(CN) – Tre comuni diversi per posizione geografica e stile organolettico, Barolo, La Morra e Verduno lo sono anche per tradizione e rendimento. I Barolo di Barolo, tra i più noti non solo per il nome comunale che si riflette nell’intera denominazione ma anche per la presenza di alcune delle cantine più storiche di Langa, sono i rappresentanti del distretto generalmente più continuo e qualitativamente omogeneo, nonché quello maggiormente legato ad alcune interpretazioni più “classiche” e tradizionali. Non fa eccezione un’annata calda e difficile come il 2012, per il cui profilo rimando senz’altro alle puntuali annotazioni di Fernando Pardini.

La Morra è invece il comune maggiormente influenzato dalle correnti interpretative più “aggiornate e moderniste” del Barolo, un Barolo che qui è già per sua natura più morbido e vellutato rispetto a quello di altri comuni (come Castiglione Falletto o Serralunga d’Alba) e che la nouvelle vague di qualche decennio fa ha reso ancor più dolce e levigato nel frutto, e molto più speziato nello stile grazie all’uso “libero” e talvolta disinvolto del legno piccolo. È indubbiamente il comune più controverso, soprattutto agli occhi dei puristi del Barolo e alla luce di un millesimo difficile a livello di finezza tannica e freschezza acida come il 2012.

Verduno è invece da tempo la Cenerentola della denominazione, sia per una dislocazione geografica “borderline”, sia per l’esiguità dei numeri produttivi. Ma è un comune sempre più conosciuto e apprezzato dagli appassionati, non privo d’interpreti sensibili e di acuti importanti.

Quelli che seguono sono gli appunti di degustazione – in stretto ordine di apparizione –  estratti dalla piacevolissima trasferta albese di Nebbiolo Prima, relativi ai vini apparsi più interessanti e/o rappresentativi dei vari comuni. Le assenze sono dovute a campioni dubbiosi, interlocutori, poco probanti o problematici.

 

Boroli_vista su BaroloBAROLO 2012 ZONA BAROLO

Barolo 2012 – Fratelli Barale

Buon afflato “nebbiolesco”, profilo succoso e tonico, tannino incisivo, bel carattere varietale, composto, delineato, di buona freschezza: un Barolo “base” fluido, lineare e molto piacevole.

Barolo Tre Tine 2012 – Giuseppe Rinaldi

Di notevole temperamento, gioca le sue carte migliori sul fronte del contrasto e del sapore, con tannino vivo e “ruggente” che spinge, motore solido, vigoroso, anche armonico, non ancora slanciato.

Barolo Via Nuova 2012 – E. Pira & Figli

Qualche nota umorale e selvatica, “pinotteggiante”, di buon carattere, lo sviluppo è sostenuto anche se il tannino “ringhia”. Finale poco espanso ma dai toni iodati.

Barolo Bricco delle Viole 2012 – Sylla Sebaste

Tratto olfattivo che vira sul geranio e quindi non particolarmente elegante. Si riscatta al palato in termini di succo e tonicità, non lungo né profondo ma con tendenza a diffondersi in un finale balsamico.

Barolo Bricco delle Viole 2012 – Vajra

L’infiltrante tessitura minerale è lo stimolante corredo di un vino aggraziato nei modi, elegante nelle forme, affusolato e dritto nella dinamica. Davvero cesellato e longilineo, apparentemente ossuto eppure lungo e pervasivo, è soltanto un gran conseguimento.

Barolo San Lorenzo 2012 – Cavaliere Bartolomeo

Umorale, con ricordi quasi di Pinot nero ed accenti selvatici, buona centralità gustativa, assetto solido, discreto carattere, finale aspro e nervoso, che riesce però a conservare quote di sapore.

Barolo Brunate 2012 – Francesco Rinaldi & Figli

Esprit classico e timbrica austera molto affascinante, giocata sui toni iodati, con centro bocca succoso, iridescenti accensioni balsamiche, sfumature selvatiche. Il tannino è incisivo, con salinità a crescere nel lungo e saporito finale.

Barolo Brunate 2012 – Giuseppe Rinaldi

Qualche velatura di riduzione al naso non impedisce al palato di esprimersi a maggior tondo: polpa e solidità a centro bocca sono i fondamentali di un profilo contrastato, saporito, tonico, che abbina rigore e profondità. La chiusura grintosa è tutta del tannino.

Barolo Bussia 2012 – Sylla Sebaste

Profilo aromatico decisamente composito (fiori secchi, geranio, erbe officinali) per un quadro varietale di taglio caratteriale. Il palato ha grinta tannica, e questo non è una certo una sorpresa sia per il millesimo sia per il comune di riferimento.

Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Brezza & Figli

Profilo classico e piglio austero per una versione di Cannubi – la prima della serie dedicata a questo celebre “grand cru” comunale – intransigente e iodata, che alterna centralità succosa e sviluppi più rigidi, e che tende ad allentare la presa nel finale. Ma forse è solo lenta nell’evoluzione: diamogli tempo.

Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Borgogno & Figli

Ancora un quadro stilistico classicheggiante, decisamente tradizionale: fiori secchi, sfumature selvatiche, inclusioni minerali. Porta con sé ricordi di Pinot nero, l’alcol soffia con calore, il tannino non lesina qualche “ringhio”, il sale tende a crescere nel finale: l’evoluzione è tutta da seguire.

Barolo Cannubi 2012 – Serio e Battista Borgogno

Ancora un Cannubi dal taglio classico, stilizzato e profondo. I fiori secchi non mancano, così come le tensioni iodate, il succo del palato quanto il tannino cesellato trascinano il sorso verso un finale di ottimo respiro varietale, con corrente sapida che innerva e progredisce.

Barolo Cannubi 2012 – G.B. Burlotto

Un Cannubi in punta di pennello, o meglio di bulino: i profumi floreali, freschi e ariosi quanto il palato è ricco di succo e di pienezza, mentre sviluppo e finale tendono un po’ a irrigidirsi, a farsi incisivi, asciutti.

Barolo Cannubi 2012 – Marchesi di Barolo

Un Cannubi più “modernista”, giocato su un frutto pieno, levigato, a una sola voce. Il tannino, va quasi da sé, è copioso, anche se il tratto centrale non si scioglie in superiore lunghezza. Non difetta comunque di quadratura e solidità.

Barolo Cannubi 2012 – Fratelli Barale

Lineare, fruttato, tonico. Un Barolo giocato sulla sostanza anziché sui dettagli, di buona solidità e medio allungo.

Barolo Cannubi 2012 – Michele Chiarlo

Prosecuzione ideale, anche se non aziendale, del precedente, con carattere varietale più introverso che esplicito, è molto giocato sulla centralità di un frutto “didattico” e piacevole, ancorché non particolarmente complesso. Qualche rigidezza di troppo nello sviluppo.

Barolo Cannubi 2012 – Poderi Einaudi

Dopo la linea classica, sembra che la successione degli assaggi abbia ritagliato nella sequenza un assieme più moderno nello stile. Anche qui il frutto è intatto anche se non molto sfumato, il corpo solido, il tannino con qualche ruvidezza ancora da sciogliere, il finale più lineare che slanciato.

Barolo Cannubi 2012 – Francesco Rinaldi & Figli

Quadro contraddittorio, profilo caratteriale, andamento sfuggente. Toni canforati, alcoli importanti e qualche asprezza tannica frenano lo sviluppo e l’allure di un Barolo sì classico ma anche rigido e un po’ ruvido.

Barolo Cannubi 2012 – Virna Borgogno

Non rispolvereremo l’antico adagio dell’aurea mediocritas, che pure presso i latini aveva un significato tutt’altro che disdicevole: c’è un certo carattere, c’è una certa quota speziata del rovere, c’è il peso di un corpo saldo, e c’è anche una certa quadratura. Poi non c’è accensione, né slancio, e la prestazione si chiude così: riuscita ma senza particolare grip.

Barolo Castellero 2012 – Giacomo Brezza & Figli

Allure classicissima, intrisa di rigore, sprezzature iodate, centralità succosa e acidità rinfrescante. Il tannino, fitto, preme sul palato e disegna percorsi eleganti, la forza motrice non procede per accelerazione ma è compatta e convincente, il finale sembra quasi diventare più arido e affusolato.

Barolo Castellero 2012 – Giacomo Fenocchio

Inequivocabilmente solido e “piazzato”, con quota speziata di buona integrazione, paga forse un esubero alcolico che al momento gli sottrae sviluppo e allungo.

Barolo Cerequio 2012 – Boroli

Non particolarmente fine sul piano del tannino (più incisivo che sottile), con qualche angolo rigido da smussare in fase di sviluppo, possiede comunque una buon carattere, un bell’afflato balsamico e una solida centralità di frutto, anche se il finale difetta, per adesso, di espansione.

Barolo Essenze del comune di Barolo 2012 – Vite Colte

Spiccati sentori floreali si mescolano a scie toniche e sottofondi iodati per concretizzare un profilo polposo e maturo, di buona compattezza e discreto allungo, con tannino che fodera e guarnisce. Da quando la produzione “d’essai” di Terre da Vino ha cambiato nome, anche il suo Barolo ha intrapreso un percorso stilistico tanto rinnovato quanto convincente.

Barolo del comune di Barolo 2012 – Marchesi di Barolo

Al tratto efficacemente speziato si abbina un rilievo fruttato maturo che sfocia nel sottobosco, e un palato tonico, incisivo, saporito, contrastato, non lunghissimo ma senz’altro quadrato e pimpante.

Barolo Fossati 2012 – Giacomo Borgogno & Figli

Tanto floreale quanto rigoroso, ha incedere gustativo di stampo classico, con palato pieno di succo a centro bocca, di notevole reattività, incalzante, con gradiente sapido a crescere e tannino a grana fine. Una prestazione di rilievo.

Barolo Fossati 2012 – Dosio

La pienezza non manca, e con essa doti strutturali quali solidità e forza, ma il tratto levigato-fruttato e la quota consistente del rovere sottraggono finezza ed espansione.

Barolo Liste 2012 – Giacomo Borgogno & Figli

Il profilo rispecchia quello del Fossati: allure varietale di coinvolgente respiro classico (fiori secchi, iodio, terra lieve), succo e tonicità brillantemente compenetrati, notevole progressione sapida (è salino “da morire”), tannino serrato e allungo assai persistente.

Barolo Monrobiolo di Bussia 2012 – Bric Cenciurio

Un profilo meno moderno del consueto e maggiormente sintonizzato sull’equilibrio e l’essenzialità: c’è molto sottobosco e anche qualcosa di “marino” che conferisce vivacità e freschezza; l’incedere è sicuro, il tratto alcolico-sapido, con un tannino che ringhia nel finale.

Barolo Paiagallo 2012 – Casa E. di Mirafiore

La dépendance di Fontanafredda non smentisce il suo stile tradizionale: carattere classico, con fiori secchi e violette (ma anche un filo di geranio) che intersecano sentori balsamici, poi soffio alcolico poderoso, struttura salda e allungo solo discreto.

Barolo Sarmassa 2012 – Brezza

Classico fin nel midollo: profilo terso di iodio marino, a tratti quasi puntuto, con scorta di succo da vendere, molto tonico, rigoroso quanto coerente, con lunga, direi lunghissima trazione sapida in chiusura. Di rilievo.

Barolo Sarmassa 2012 – Marchesi di Barolo

Spezie e fiori in composito bouquet, ha carattere, definizione, tratto tannico gratificante ed efficace equilibrio d’assieme.

Barolo Sarmassa 2012 – Virna Borgogno

Spezie del rovere (grande) ben integrate, una nuance di tabacco, centro bocca succoso, tannino ancora da fondere ma di sapore, buon allungo.

Barolo Vigna Ruè 2012 – Angelo Germano

Qualche screziatura olfattiva non impedisce di apprezzare la godibilità di un palato maturo e polposo, non irreprensibile ma di buon assetto, con allungo discreto di matrice alcolica.

 

Boroli_vista su La MorraBAROLO 2012 ZONA LA MORRA

Barolo Albarella 2012 – Andrea Oberto

Lievemente “polveroso” all’olfatto, recupera in termini di peso al palato, con andamento fluido e deciso ritorno alcolico in chiusura.

Barolo Arborina 2012 – Bovio Gianfranco

Bel respiro classico, teso, asciutto, essenziale, con incedere gustativo molto rigoroso, note di terriccio e lieve effluvio mentolato, il tannino è vivo e incisivo, l’allungo di carattere, il ritorno asciutto, arioso, fresco.

Barolo Arborina 2012 – Mauro Veglio

Mogano, spezie del rovere, balsami per un profilo molto moderno, saldo (anche a livello tannico) ma un po’ prevedibile nell’andamento gustativo. Un Barolo di corpo, levigato, semmai poco incline alle sfumature.

Barolo Ascheri 2012 – Reverdito Michele

Accenti terrosi un po’ evoluti, già maturi ma non privi di fascino; palato tenero, soffice, “succoso-decadente”, dal tannino di un certo spessore, di medio allungo.

Barolo Boiolo 2012 – Malvirà 

La nuova avventura della famiglia Damonte nel mondo del Barolo si traduce in un vino inappuntabile sul piano della confezione (speziato il giusto, moderno nello stile, morbido al tatto), davvero ben fatto anche se un po’ in deficit di caratterizzazione.

Barolo Bricco Cogni 2012 – Reverdito Michele

Intenso e imponente, è un Barolo di pienezza prima che di sfumature: risoluto, dotato anche di un certo slancio, ha garbo tannico e buona centralità.

Barolo Bricco Rocca 2012 – Cascina Ballarin

Naso di carattere, nonostante la lieve carezza di cocco, con un palato più pieno che sfumato, ma decisamente dinamico nello sviluppo, che si fa teso, saporito, con un tannino di razza e un allungo in odor di liquirizia. Reattivo.

Barolo Brunate 2012 – Vietti

Toni fumé all’olfatto e qualche tostatura a rinforzo. Bella pienezza, sul frutto, levigato e “modernista”, senza eccessi (l’alcol è molto equilibrato) ma anche senza trazione superiore. Da questo calibro (di cru e produttore) ci si aspetterebbe sempre qualcosa di più.

Barolo Brunate 2012 – Batasiolo

Sobrio, essenziale, minerale: il carattere è saldo, il palato forse non così profondo. Fase attuale di chiusura o di contenimento, pronta probabilmente a impennarsi tra qualche tempo.

Barolo Brunate 2012 – Marcarini

Respiro ampio, anzi nitore, per un profilo classico a partire dal colore (granato d’antan) fino al carattere: rigoroso quanto succoso, intransigente e invitante al contempo, rarefatto e terribilmente saporito, di notevole allungo e reattività. Fiore di Nebbiolo. Più semplicemente, il miglior Brunate della serie e uno dei migliori Barolo di tutta la kermesse.

Barolo Brunate 2012 – Ceretto

Toni boisé e qualcosa di “polveroso”. Palato ricco, solido, ma il tannino è farinoso e un po’ asciugante. Non di grande charme né di trama superiore.

Barolo Brunate 2012 – Marengo Mario

Molto sul frutto, tanto frutto, quasi solo frutto: godibile, polposo ma non così caratterizzato. Moderno, con stile, anche invitante, quasi ammiccante, senza grande anima.

Barolo Brunate 2012 – Oddero Poderi e Cantine

Naso ora (stranamente) silente, sfuggenti e rarefatti i profumi. Il palato di contro ha vigoria, stazza, solidità, con sviluppo alcolico e regale trama tannica. Il finale è ancora sulle sue, da attendere.

Barolo Capalot 2012 – San Biagio

Naso un po’ rigido e bocca di poca espansione; la materia è solida e ricca, il rovere ben registrato, il finale di medio sviluppo e intensità.

Barolo Conca 2012 – Renato Ratti

“Legnetto” ammiccante, balsamico, con frutto morbido, quasi esotico a supporto. Il tratto è curato, levigato, con vigore alcolico pienamente espresso. Un Barolo di cifra moderna, sul crinale dell’internazionale, molto simile, per non dire in pendant, con l’altro Barolo della casa in degustazione, il Marcenasco.

Barolo del comune di La Morra 2012 – Ciabot Berton

Fiori secchi e tempra classica, profilo quasi “autunnale” con screziature balsamiche ad accenderlo. Il palato abbina succo e rigore, è arioso, incisivo, mostra un ottimo disegno tannico e un bel finale continuo e fresco. A memoria, uno dei Barolo più brillanti usciti da questa cantina.

Barolo Fossati 2012 – Cascina Adelaide

Molto tostato, decisamente boisé, ricco di note empireumatiche, assai levigato, molto, molto alcolico in chiusura.

Barolo Gattera 2012 – Bovio Gianfranco

Un Barolo quasi in due tempi: i profumi sono intriganti, seduttivi, quasi teneri, con un che di decadente ed effusivo, mentre il palato è più rigoroso, tagliente, fresco, asciutto, dai toni salmastri. Chiaroscurale e fascinoso.

Barolo La Serra 2012 – Marcarini

Non solo classico ma verticale. Come già il Brunate, anche questo Barolo sfodera purezza varietale, intransigenza stilistica, rarefazione espressiva. È salmastro, succoso, trascinante. Grande allure e grande carattere tannico. Ritmo, sapore, tonicità, lunghezza. Da godere ora e per molti anni.

Barolo Levoluzione 2012 – Montalbera

Stile moderno fondato su levigatezza tannica, dolcezza fruttata, linearità esecutiva. Insomma: piacevole, fluido, anche garbato, senza particolari slanci o impennate di carattere.

Barolo Resa 56 2012 – Agricola Brandini

Molto serrato, tutto d’un pezzo, intransigente, con nuance iodate e tratti lievemente piccanti. Metallico, ma non privo di personalità e di allungo. Il tannino morde il freno ma il carattere non è in discussione.

Barolo 2012 – Dosio

Un rovere dal tratto speziato che tenta, riuscendovi in modo intermittente ma convincente, ad amalgamarsi con la componente più fruttata, quando non varietale. La crescita gustativa è costante sul palato, che strada facendo incontra elementi salini e tannici che ne compattano l’espressione.

Barolo Rive 2012 – Negretti

Qualcosa di “gasoliato” ai profumi, palato ricco, morbido e un po’ impastato, con andamento solido e finale molto alcolico.

Barolo Rocche dell’Annunziata 2012 – Andrea Oberto

Contrariamente al blasone della vigna, le varie versioni di Rocche dell’Annunziata presenti all’assaggio non hanno spiccato per scioltezza e profondità. Alcune fin troppo solcate dal rovere dolce, altre più rustiche. Questa si differenzia per una maggiore quadratura. Lo stile è risolutamente moderno (legno balsamico, frutto consistente, tannino levigato) ma l’alcol è dentro i ranghi dell’equilibrio e poi la coordinazione non manca. Media invece la persistenza.

Barolo Rocche dell’Annunziata 2012 – Rocche Costamagna

Fragranze dolci, tanto del frutto quanto del legno. Il palato è succoso, balsamico, decisamente mentolato, vigorosamente alcolico, di buon costrutto e medio slancio.

Barolo Sant’Anna 2012 – Tenuta L’Illuminata

Menta, foglia di tè e rovere per un profilo maturo, compatto, tonico, di poco slancio ma di buon carattere. Efficace il “graffio” tannico, con allungo lento non privo d’interesse.

 

Verduno panoramaBAROLO 2012 ZONA VERDUNO

Barolo 2012 – Pietro Rinaldi

Bel tratto classico, respiro di viole e fiori secchi, centro bocca polputo, di bell’ariosità balsamica, con alcol integrato e sapidità in crescendo nel finale.

Barolo Acclivi 2012 – Comm. G.B. Burlotto

Sulle prime è quasi timido, largo e introverso, poi la compostezza si traduce in scioltezza e piacevolezza, mentre l’allungo si fa sempre più sapido e incisivo. Da riprovare più avanti, in genere è un Barolo che evolve molto bene in bottiglia.

Barolo Massara 2012 – Castello di Verduno

Assaggio spiazzante, altalenante: l’attacco è alcolico, lo sviluppo stretto, il tannino un po’ rigido. Però ha stoffa e carattere, e questo lascia presagire orizzonti migliori in prospettiva.

Barolo Monvigliero 2012 – Alessandria Fratelli

Bel respiro varietale, soffuso e sfumato, con centralità gustativa compatta, ancora alla ricerca di qualche dettaglio, ma solida, quadrata, dalla evoluzione lenta ma efficace, pervasiva, dotata di un tannino di razza.

Barolo Monvigliero 2012 – Pietro Rinaldi

Sentori selvatici, sottobosco, aria autunnale per un Monvigliero molto succoso, dall’elegante tratto tannico e dal finale di buona risoluzione alcolico-sapida. Da rincontrare fra qualche anno.

Barolo Monvigliero 2012 – Paolo Scavino

Molto speziato, con sentori di mogano e rovere, palato tenero nel succo e compatto nella materia, di media tonicità e vigoroso soffio alcolico, scandito da un tannino di prim’ordine.

Barolo Riva Rocca 2012 – Alario Claudio

Taglio moderno, stile solido e speziato, di poche sfumature, con qualche ruvidezza tannica ma dotato di sostanza e quadratura.

Barolo San Lorenzo di Verduno 2012 – Alessandria Fratelli

Di bel piglio varietale, sia pur non esente da un alcol importante, è un vino strutturato, caldo, avvolgente, dal tannino comunque incisivo.

Assaggi effettuati nel mese di maggio 2016

Altri contributi:

Barolo di Serralunga

Barolo di Roddi, Novello e più comuni

 

 

Massimo Zanichelli

Milanese di nascita, apolide per formazione, voleva diventare uno storico dell’arte (si è laureato con una tesi sull’anticlassicismo pittorico rinascimentale), ma il virus del vino contratto più di una ventina d’anni fa tra Piemonte e Toscana lo ha convertito ad un’altra causa, quella del wine writer, del degustatore professionista e del documentarista del vino. Ha firmato la guida I Vini d’Italia dell’Espresso fin dalla sua nascita (2002-2016) e la rubrica sul vino del settimanale l’Espresso per molti anni. Ha curato le pubblicazioni di Go Wine, ha scritto per le riviste «Ex Vinis», «Grand Gourmet» e «Mood», redatto il Nuovo repertorio Veronelli dei vini italiani (2005) e I grandi cru del Soave (2008). Di recente ha pubblicato “Effervescenze. Storie e interpreti di vini vivi” (Bietti, 2017) e ” Il grande libro dei vini dolci italiani” (Giunti, 2018). Tra i suoi documentari: Sinfonia tra cielo e terra. Un viaggio tra i vini del Veneto (2013), F for Franciacorta (2015), Generazione Barolo – Oddero Story (2016), Il volto di Milano (2016), Nel nome del Dogliani (2017).

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Milanese di nascita, apolide per formazione, voleva diventare uno storico dell’arte (si è laureato con una tesi sull’anticlassicismo pittorico rinascimentale), ma il virus del vino contratto più di una ventina d’anni fa tra Piemonte e Toscana lo ha convertito ad un’altra causa, quella del wine writer, del degustatore professionista e del documentarista del vino. Ha firmato la guida I Vini d’Italia dell’Espresso fin dalla sua nascita (2002-2016) e la rubrica sul vino del settimanale l’Espresso per molti anni. Ha curato le pubblicazioni di Go Wine, ha scritto per le riviste «Ex Vinis», «Grand Gourmet» e «Mood», redatto il Nuovo repertorio Veronelli dei vini italiani (2005) e I grandi cru del Soave (2008). Di recente ha pubblicato “Effervescenze. Storie e interpreti di vini vivi” (Bietti, 2017) e ” Il grande libro dei vini dolci italiani” (Giunti, 2018). Tra i suoi documentari: Sinfonia tra cielo e terra. Un viaggio tra i vini del Veneto (2013), F for Franciacorta (2015), Generazione Barolo – Oddero Story (2016), Il volto di Milano (2016), Nel nome del Dogliani (2017).

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