Tenuta De’ Stefenelli. Tutte le strade portano al vino?

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De Stefenelli_indicazioneEppure il tom tom non può sbagliare, accidenti. Cerco un punto di riferimento che mi faccia capire se ci sono vicino. “E’ dietro al colle di Bertinoro, a Fratta Terme”, mi ha spiegato Sergio. Niente. Mi giro attorno e vedo solo due case. Allora chiedo. “ Sì, la strada giusta è proprio fra le due case, una strada rabberciata”, mi risponde una voce gentile.

Ma certo, penso, dove vuoi che sia mai una cantina, se non su una strada di campagna? Il sostanziale anonimato della piccola salita iniziale mi conduce, pochi metri dopo, su di un selciato di polvere e ghiaia. Il tintinnio dei sassi che rimbalzano sui tubi dell’avantreno mi ricorda un pezzo dei Rockets, 1980. Di solito questi percorsi non ci dicono mai niente, a meno che tu non debba arrivare ad una trattoria o ad un agriturismo. Una strada come un’altra insomma, immersa nella campagna di maggio. Ah, ecco un cartello in cima alla salita. Bene, è la cantina, penso io. Per niente, è un cartello che conferma due cose: dove mi trovo e quanto la mia ignoranza sia ancora vasta. Mi trovo infatti sull’antica via Romea Germanica! Che durante l’Impero Romano attraversava mezza Italia e tutta la Germania fino a Stade, quasi al mare del Nord. Ma ci pensate chi e cosa sia passato da qui? Una strada che ha visto un fiume umano infinito di tutte le razze percorrerla da Sud a Nord. E poi animali mai visti prima, ori, incensi e mirra. Che meraviglia l’ignoranza! Perché alla fine poi ti stupisci di tutto.

De Stefenelli_ vigneti_1Sono in anticipo e mi godo il blu limpido del cielo, interrotto dal verde brillante dei panorami attorno, un verde fresco e prepotente che vuole contendergli il primato del colore più bello. Lo scricchiolare dei sassi sotto i pneumatici mi avvisa che il padrone di casa è in arrivo. Una persona riservata ed attenta Sergio Stefenelli, di poche parole, usate con parsimonia per il semplice fatto che ogni parola ha un significato. Milanese di nascita, dopo una vita trascorsa in giro per il globo in qualità di responsabile commerciale IBM prima per l’Europa poi per il resto del Mondo, questo signore ha deciso di fermarsi qui, fra i declivi che guardano la riviera romagnola. “Sono i risparmi di tutta una vita che ho deciso di investire in questa avventura, perché a mio parere è il posto con il maggior potenziale di crescita”. Ora, quali siano le ragioni profonde che hanno spinto realmente Sergio a rifugiarsi in queste terre dieci anni fa non è proprio facile da capire, ci vogliono tempo e confidenza, una fiducia che si ottiene condividendo passioni, ma vedremo. Certo è che mi trovo davanti ad una persona con una consapevolezza commerciale non comune, caparbia e umile al tempo stesso, e a cui piace avere le idee chiare.

De Stefenelli_vigneti_2 Sa cosa vuole e non si crea il problema di chiedere aiuto e confrontarsi costantemente, sia il suo interlocutore un professionista di vaglia o un cliente. “Mi sono affidato a Remigio Bordini per la parte agronomica e prima a Sergio Parmegiani, poi ad Attiglio Pagli, per la parte enologica”. Passeggiamo costeggiando le belle vigne gemmate di smeraldo attraversando la via Romea, giusto per vedere il resto della proprietà: trentadue ettari su cui applica la “lotta integrata”, di cui dieci di vigne disposte su suoli di argille e galestri, il resto sono albicocchi, ciliegi e bosco. La valle sottostante, simile a un canalone, fa confluire l’aria dal mare di giorno e dai monti di notte, per una vigna sempre ventilata e sana. Lasciamo il podere per la cantina. Non manca niente e Sergio ne è orgoglioso. Nel frattempo entrambi siamo più a nostro agio e la comunicazione non verbale ne trae beneficio. Inizio a scorgere in lui una curiosità fanciullesca che in principio nascondeva dietro giacca e cravatta, in perfetto stile manager; un lato della personalità più allegro e gioviale insomma, quasi british, che lo fa entusiasmare per le nuove scoperte.

Al momento la sua fiducia di vignaiolo è riposta, in buona parte, nella tecnologia, nella concretezza e nella chiarezza, ma quando ci confrontiamo sulla natura e sull’imponderabilità degli eventi, che fanno la differenza fra vignaiolo e vini di classe, la sua affidabilità da ingegnere traballa. Da uomo di scienza non può accettare in pieno questa “ variabile indipendente”, ma è sulla buona strada e la sua spiccata sensibilità glielo consente. Un passo alla volta. Intanto i vini che così caparbiamente sta cercando di realizzare sono vini che non banalmente rispecchiano il territorio da cui provengono. Sono netti, puliti, hanno nella freschezza e nella bevibilità le frecce migliori per il loro arco. Sergio ci tiene a farmi assaggiare due campioni ancora da assemblare, derivanti dalla vendemmia 2015.

Sangiovese 2015 (campione  da cisterna) – Note di fiori e piccoli frutti rossi al naso. Bella sapidità in bocca, a commento del corredo fruttato.

Cabernet Franc 2015 (campione da botte) – La dominante, così come per il Sangiovese pari annata, è la freschezza. Che esalta le prerogative migliori del Franc rendendole qui in una versione delicata. Ovviamente, tutta da farsi.

E’ poi la volta delle bottiglie:

De Stefenelli_ConcertoConcerto 2015 (da uve Bombino bianco, Riesling Renano e Chardonnay)

E’ un vino che racconta di sé puntando sulla sapidità e su sorprendenti sentori marini, oltre che su fieno, miele e fragole.

De Stefenelli_Opera 5Opera 5 2015 ( da uve Pinot bianco, Bombino bianco e Chardonnay)

Un vino più caldo del precedente, dove fiori bianchi, frutta gialla, echi marini e carrube annunciano una beva costellata di note fruttate e sentori di erbe. Persistente il finale.

De Stefenelli_RondòSangiovese di Romagna Superiore Rondo’ 2014 (Sangiovese grosso 93%, Merlot 7%, Cab. Franc 3%)

Un (quasi) Sangiovese che si esprime su note minerali, a cui fanno da cornice umori di mandorla, biancospino, radice di liquirizia, timo e maggiorana. In bocca i piccoli frutti rossi convivono con fieno e rintocchi leggeri di tostatura.

De Stefenelli_roadLasciamo la degustazione e ci sediamo sul dondolo a guardare il tramonto, discutendo di utopie e sogni. “La mia sfida principale è riuscire a fare un grande bianco in Romagna, un bianco dal respiro internazionale ma che al contempo si identifichi con questo territorio. Non dico che si può fare ma dico che val la pena tentare, qui c’è un gran territorio e serve un buon materiale genetico che possa esprimere un grande vino. Una varietà locale dalle ottime potenzialità io l’ho trovata nel Bombino bianco, però ho scelto la varietà di provenienza abruzzese, più gentile, a cui affianco altre uve. Per esprimere queste colline un vino deve essere corposo e minerale, perché questa è una terra generosa, una terra di tagliatelle e costine di maiale; non può essere un vinello sottile, non sarebbe espressione della gente di questo territorio”. Entusiasmo e passione prendono il sopravvento e adesso Sergio ha perso del tutto la sua vena calcolatrice. Il telefono squilla, la signora Stefenelli reclama e ci riporta al presente: è tempo di andare. Saluto e ringrazio calorosamente. Le ruote scricchiolano sui sassi e parte di nuovo il motivetto dei Rockets, 1980. Mi fermo sul crinale, scendo dall’auto. La polvere mi avvolge ma non ci faccio caso. Penso invece agli eserciti che sono passati da qua per ritornare a Roma. Eserciti vittoriosi e stanchi, oppure sconfitti e umiliati. Penso agli schiavi, ai pellegrini, agli avventurieri, agli assassini, ai mercanti che per migliaia di anni hanno portato con sé piccole piantine provenienti dalla Grecia o dalla Siria, forse dal Caucaso, per disseminarle lungo tutto il tragitto fino alla Città Eterna. E’ il caso di pensarlo e di domandarselo: forse che tutte le strade portano al vino?

Country Resort Tenuta De’ Stefenelli – Strada Magnalova, 3 – 47014 Meldola (FC); info@destefenelli.it

Marco Bonanni

Sono cresciuto con i Clash, Bach e Coltrane, quello che so del vino lo devo a loro.

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