Essere Riserva senza sentirsi una riserva. Barbaresco Riserva 2011, Barolo Riserva 2010

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Nebbiolo Prima_bottiglieChe fascino la Riserva! In questa parola tutto il blasone di un’antica tradizione, il ricordo di un gusto antico e speciale, la seduzione di una forma estrema di affinamento. Talvolta così estrema da rendere queste espressioni di Nebbiolo non sempre compiute, non sempre equilibrate. D’altronde, non sono rossi facili le Riserve. Barolo o Barbaresco che siano, per lungo tempo questi vini hanno sofferto periodi di permanenza in legno fin troppo prolungati, che ne sfibravano il carattere e ne estenuavano il vigore. Oggi che i tempi di affinamento sono diminuiti, anche grazie alla revisione del disciplinare (il periodo minimo d’invecchiamento in legno è ora di 18 mesi, come il Barolo non Riserva, anche se i mesi complessivi di affinamento in cantina sono saliti a 62, contro i 60 precedenti), questa tipologia è in grado di affiancare ad una intrinseca quanto connaturata complessità strutturale un’articolazione più fresca e ariosa (almeno nelle versioni, da va sé, più riuscite), in linea con la naturale importanza del vino e del vitigno.

Quello che segue sono le impressioni – stenografiche e in presa diretta – dei Barbaresco e dei Barolo Riserva più interessanti e/o rappresentativi, tutti rigorosamente assaggiati alla cieca nell’ambito di Nebbiolo Prima 2016. Le assenze sono dovute a campioni dubbiosi, interlocutori, poco probanti o problematici.

Barbaresco_cartelloBARBARESCO RISERVA 2011

Barbaresco Riserva Camp Gros Martinenga 2011 – Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Gresy 

Di notevole carattere, esprime polpa matura, tannino di grana fine e notevole freschezza. Tonico, molto contrastato, saporito in chiusura. Belle prospettive!

Barbaresco Riserva Ovello 2011 – Cantina del Pino

Qualche sentore di geranio non impedisce al palato di sfoggiare ricchezza di frutto, succosità e tensione, ben riassunte in un finale sapido e reattivo.

Barbaresco Riserva Pora 2011 – Produttori del Barbaresco

Anche qui maturità di frutto e quadratura non difettano. Il carattere è saldo, anzi saldissimo, con scie iodato-minerali al naso e un gusto polputo e fresco segnato da uno sviluppo teso e salino, saporito in allungo, ché progredisce sicuro, scattante.

Barbaresco Riserva Rabajà 2011 – Castello di Verduno

Sprigiona un carattere nitido e puro, allietato da un olfatto che profuma di viole e annunciato da un palato che coniuga succo, vigore ed incisività tannica. Finale in crescita esponenziale di sale, con allungo austero, tonico, asciutto, affilato.

Barbaresco Riserva Rio Sordo 2011 – Cascina Bruciata

Fiore di rosmarino che si apre a raggiera su toni di viola, con sfumature di terra e menta. Notevole il centro bocca: maturo, vivo, pulsante, con tannino ruggente a chiudere un profilo di notevole personalità. L’azienda non è nuova a certi exploit.

Barbaresco Riserva Ronchi 2011 – Albino Rocca

Florealità e tannino setoso, ricchezza di polpa e alcoli integrati. Non di grande diffusione ed ampiezza, ma di bella tempra e con sapore a crescere nel finale. Al meglio fra qualche anno.

Barbaresco Riserva Santo Stefano Albesani 2011 – Castello di Neive

Alcune note boisé al naso non impediscono al palato di esprimersi con il consueto rigore, qui tradotto in una bocca un po’ rigida, nervosa, affusolata, che rilascia però sensazioni di violetta nel finale. Ancora in evoluzione.

Barbaresco Riserva Basarin 2011 – Adriano Marco e Vittorio

Mineral-ferroso, essenziale nello stile e rigoroso nello sviluppo. Il centro bocca è governato da un frutto pieno e vivo, lo sviluppo è continuo, il finale gode di una trazione sapida tutta anteriore.

Barbaresco Riserva Fausoni 2011 – Prinsi

Radice, corteccia, liquirizia per un profilo “scuro” e fascinoso. Il palato ha un carattere giocato soprattutto sui contrasti, con gusto un po’ tagliente ma di buon grip tannico.

Barbaresco Riserva 2011 – Francone

Rigoroso è rigoroso, di un rigore che significa principalmente essenzialità, intessuta di sapore e freschezza. Asciutto, compatto, con sale a diffondersi nel finale: quasi un nebbiolo nordpiemontese nello stile.

Barbaresco Riserva Sassi San Cristoforo 2011 – Sassi San Cristoforo

Molto speziato e molto balsamico: il legno non manca ma non sottrae ritmo allo sviluppo gustativo né incisività al tannino. Solido, compatto, piacevole.

Barbaresco Riserva Nervo Vigna Gaia 2011 – Piazzo Armando

Balsamico, maturo, succoso, tenero, di una tenerezza non solo invitante ma quasi “salata”: la pienezza di un frutto gustoso incontra la grinta del tannino, e lo sviluppo, benché non lunghissimo, si fa radioso.

Barbaresco Riserva Boito Rizzi 2011 – Rizzi   

Buon frutto: pieno, diretto, lineare, polposo, ben disegnato. Poche però le sfumature, e meno profondo il carattere di quanto non si ricordi in alcune versioni meno recenti.

 

Barolo_segnaleticaBAROLO RISERVA 2010

Barolo Riserva Bricco delle Viole 2010 – Viberti Giovanni

Molto speziato, con fitti rametti di rosmarino ad intrecciarsi e un’accensione balsamica di notevole respiro. Succoso, tonico, di buona trama tannica. Decisamente più pimpante del coevo La Volta.

Barolo Riserva Cannubi 2010 – Fratelli Serio e Battista Borgogno

Profilo balsamico-olivoso, molto fresco e non di rado mentolato, di buona polpa matura, con tannino che rinforza e rinsalda il carattere. Finale più boisé.

Barolo Riserva Coste di Rose 2010 – Bric Cenciurio

Molto profumato, è un Barolo aggraziato ma lineare, godibile, immediato. Peso medio e medio carattere.

Barolo Riserva del comune di Barolo 2010 – Giacomo Borgogno & Figli

Qualche tono evoluto e una certa tendenza a stringersi nella trama di bocca, non impediscono l’emergere di una buona stoffa tannica, saporita ancorché un po’ asciutta, con finale più immediatamente balsamico.

Barolo Riserva 2010 – Virna Borgogno

Profilo speziato e legno ben dosato, con vivi apporti balsamici. Palato ricco, di buona tonicità.

Barolo Riserva San Pietro 2010 – Viberti Giovanni

Ancora un Riserva per questa cantina. Toni iodati e sentori classici, profilo contrastato, fresco, vigoroso e salato, di bella tensione ed interessante chiosa sapido-alcolica.

Barolo Riserva Bricco Boschis Vigna San Giuseppe 2010 – Cavallotto Tenuta Bricco Boschis

Dov’è finito il Vigna San Giuseppe che tutto abbiamo sempre conosciuto e amato? In questo assaggio, e in altri della casa che ultimamente ci hanno un po’ spiazzato, c’è poco di quel vino, dell’ampiezza e della verticalità che ci hanno lungamente accompagnato e allietato da molti anni a questa parte (di recente ho stappato un 1996 in stato di grazia!). Dov’è finito quel Vigna San Giuseppe? E il Vignolo, suo pendant? Questa non è una scheda di assaggio, è un SOS…

Barolo Riserva Montanello 2010 – Monchiero Fratelli

Moderno nello stile, con rovere speziato che s’impone e palato denso e cremoso, quanto mai attento agli equilibri e al carattere. Ammiccante ma non scontato, con un tannino che si fa fortunatamente sentire.

Barolo Riserva Rocche Dell’Annunziata 2010 – Paolo Scavino

Fin troppo tenero e smaliziato. Il frutto qui è davvero ammiccante: levigato, “tondeggiante”, cremoso. Manca di carattere, di ampiezza.

Barolo Riserva Rocche dell’Annunziata Bricco Francesco 2010 – Rocche Costamagna

Frutto succoso e ritmo sostenuto. Profilo ben caratterizzato, buona coesione generale, tannino saldo, sviluppo tonico e interessante allungo alcolico-sapido.

Barolo Riserva Rocchettevino 2010 – Ciabot Berton

Erbe e spezie, qualcosa di viole e di iodio in un amalgama composito ed affascinante. Misurato e ben delineato, alcolico ma non troppo, ha chiusura di buona modulazione.

Barolo Riserva Bussia 2010 – Barale Fratelli

Frutto quasi da Pinot nero, buon tatto gustativo, gustosa centralità di frutto, finale speziato e saporito.

Barolo Riserva Bussia 2010 – Stroppiana Dario

Toni boisé in un assieme di buona maturità e controllo. Ha struttura, sviluppo un po’ alcolico, finale ancora sul legno ma senza perdere troppo in persistenza.

Barolo Riserva Bussia 2010 – Costa di Bussia Tenuta Arnulfo

Lievemente esotico nelle sensazioni fruttate, con toni speziati a supporto. Polposo, saldo, equilibrato, solo brevilineo il finale.

Barolo Riserva Bussia Vigna Colonnello 2010 – Prunotto

“Fiore balsamico” e timbrica classica, con sentori di erbette e iodio a commento. Palato terribilmente succoso, agrumato, invitante, fresco, arioso, incisivo nel tannino e slanciato nel ritmo, saporitissimo e irradiante. La recente, netta sterzata stilistica della casa verso uno stile di maggior purezza espressiva ha definitivamente innalzato il vessillo Prunotto agli antichi splendori: questa Riserva è la migliore dell’intera kermesse.

Barolo Riserva Bussia Vigna Mondoca 2010 – Oddero Poderi e Cantine

Molto balsamico, ancora un po’ boisé, di bel carattere, con tannino ben disegnato, robusto soffio alcolico e discreto allungo. Da attendere.

Barolo Riserva Sottocastello di Novello 2010 – Piazzo Armando

Carattere balsamico e frutto succoso, andamento tonico, ottima definizione, tannino incisivo, elementi marini che emergono dalla base balsamica, sviluppo sfumato, fresco e radioso. Ullalà!!!

Barolo Riserva Arione Riserva dell’Ulivo 2010 – Gigi Rosso

Il tratto boisé dovuto a qualche nota tostata non ne frena la dinamica gustativa. Che, a lato di una implicita saldezza, esprime un palato di bella dimensionalità, con aperture balsamiche, toni speziati e gran liquirizia finale.

Barolo Riserva Badarina 2010 – Grimaldi Bruna

Fresco, balsamico, addirittura iridescente, sfoggia succosità, carattere e pienezza. Il tannino è profondo, l’alcol integrato, l’allungo molto saporito, quasi salino. Di rilievo.

Barolo Riserva Lazzarito 2010 – Germano Ettore di Germano Sergio

Fresca traccia iodata su decisa base strutturale. Prorompente, di bel ritmo gustativo, con tannino ruggente, bel sale a crescere e scie di liquirizia nel finale.

Barolo Riserva Ghé 2010 – Sebaste Mauro

Tanto balsamico quanto ricco, esprime un disegno tonico, dal tannino ingente e copioso, anche incisivo, e un buon finale fondato sulla freschezza.

Barolo Riserva 2010 – Fontanafredda

Pieno di succo, tanto tonico quanto teso, profondo e contrastato, con decisa progressione, notevole tenacia tannica e continui contrappunti sapidi. Luminoso, avvincente.

Barolo Riserva San Bernardo 2010 – Palladino

Pieno, vivo, ricco e fresco, di bella tonicità e carattere. Pervasiva la scia sapida e buona la tensione gustativa.

Barolo Riserva Vigna Rionda 2010 – Anselma Giacomo

Qualcosa di piccante, di empireumatico, anche tostato, per un vino non proprio elegante ma polposo, di buon grip e saldezza, con finale speziato dai ritorni boisé.

Barolo Riserva Monvigliero 2010 – Castello di Verduno

Note di geranio, un po’ metallico nell’attacco e negli assetti, rigido, fresco, anche alcolico, dotato di un tannino dalla forte presa. Ancora in chiaroscuro insomma, alla ricerca di una maggiore espressività.

 

 

Massimo Zanichelli

Milanese di nascita, apolide per formazione, voleva diventare uno storico dell’arte (si è laureato con una tesi sull’anticlassicismo pittorico rinascimentale), ma il virus del vino contratto più di una ventina d’anni fa tra Piemonte e Toscana lo ha convertito ad un’altra causa, quella del wine writer, del degustatore professionista e del documentarista del vino. Ha firmato la guida I Vini d’Italia dell’Espresso fin dalla sua nascita (2002-2016) e la rubrica sul vino del settimanale l’Espresso per molti anni. Ha curato le pubblicazioni di Go Wine, ha scritto per le riviste «Ex Vinis», «Grand Gourmet» e «Mood», redatto il Nuovo repertorio Veronelli dei vini italiani (2005) e I grandi cru del Soave (2008). Di recente ha pubblicato “Effervescenze. Storie e interpreti di vini vivi” (Bietti, 2017) e ” Il grande libro dei vini dolci italiani” (Giunti, 2018). Tra i suoi documentari: Sinfonia tra cielo e terra. Un viaggio tra i vini del Veneto (2013), F for Franciacorta (2015), Generazione Barolo – Oddero Story (2016), Il volto di Milano (2016), Nel nome del Dogliani (2017).

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Milanese di nascita, apolide per formazione, voleva diventare uno storico dell’arte (si è laureato con una tesi sull’anticlassicismo pittorico rinascimentale), ma il virus del vino contratto più di una ventina d’anni fa tra Piemonte e Toscana lo ha convertito ad un’altra causa, quella del wine writer, del degustatore professionista e del documentarista del vino. Ha firmato la guida I Vini d’Italia dell’Espresso fin dalla sua nascita (2002-2016) e la rubrica sul vino del settimanale l’Espresso per molti anni. Ha curato le pubblicazioni di Go Wine, ha scritto per le riviste «Ex Vinis», «Grand Gourmet» e «Mood», redatto il Nuovo repertorio Veronelli dei vini italiani (2005) e I grandi cru del Soave (2008). Di recente ha pubblicato “Effervescenze. Storie e interpreti di vini vivi” (Bietti, 2017) e ” Il grande libro dei vini dolci italiani” (Giunti, 2018). Tra i suoi documentari: Sinfonia tra cielo e terra. Un viaggio tra i vini del Veneto (2013), F for Franciacorta (2015), Generazione Barolo – Oddero Story (2016), Il volto di Milano (2016), Nel nome del Dogliani (2017).

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