Che fascino la Riserva! In questa parola tutto il blasone di un’antica tradizione, il ricordo di un gusto antico e speciale, la seduzione di una forma estrema di affinamento. Talvolta così estrema da rendere queste espressioni di Nebbiolo non sempre compiute, non sempre equilibrate. D’altronde, non sono rossi facili le Riserve. Barolo o Barbaresco che siano, per lungo tempo questi vini hanno sofferto periodi di permanenza in legno fin troppo prolungati, che ne sfibravano il carattere e ne estenuavano il vigore. Oggi che i tempi di affinamento sono diminuiti, anche grazie alla revisione del disciplinare (il periodo minimo d’invecchiamento in legno è ora di 18 mesi, come il Barolo non Riserva, anche se i mesi complessivi di affinamento in cantina sono saliti a 62, contro i 60 precedenti), questa tipologia è in grado di affiancare ad una intrinseca quanto connaturata complessità strutturale un’articolazione più fresca e ariosa (almeno nelle versioni, da va sé, più riuscite), in linea con la naturale importanza del vino e del vitigno.
Quello che segue sono le impressioni – stenografiche e in presa diretta – dei Barbaresco e dei Barolo Riserva più interessanti e/o rappresentativi, tutti rigorosamente assaggiati alla cieca nell’ambito di Nebbiolo Prima 2016. Le assenze sono dovute a campioni dubbiosi, interlocutori, poco probanti o problematici.
Barbaresco Riserva Camp Gros Martinenga 2011 – Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Gresy
Di notevole carattere, esprime polpa matura, tannino di grana fine e notevole freschezza. Tonico, molto contrastato, saporito in chiusura. Belle prospettive!
Barbaresco Riserva Ovello 2011 – Cantina del Pino
Qualche sentore di geranio non impedisce al palato di sfoggiare ricchezza di frutto, succosità e tensione, ben riassunte in un finale sapido e reattivo.
Barbaresco Riserva Pora 2011 – Produttori del Barbaresco
Anche qui maturità di frutto e quadratura non difettano. Il carattere è saldo, anzi saldissimo, con scie iodato-minerali al naso e un gusto polputo e fresco segnato da uno sviluppo teso e salino, saporito in allungo, ché progredisce sicuro, scattante.
Barbaresco Riserva Rabajà 2011 – Castello di Verduno
Sprigiona un carattere nitido e puro, allietato da un olfatto che profuma di viole e annunciato da un palato che coniuga succo, vigore ed incisività tannica. Finale in crescita esponenziale di sale, con allungo austero, tonico, asciutto, affilato.
Barbaresco Riserva Rio Sordo 2011 – Cascina Bruciata
Fiore di rosmarino che si apre a raggiera su toni di viola, con sfumature di terra e menta. Notevole il centro bocca: maturo, vivo, pulsante, con tannino ruggente a chiudere un profilo di notevole personalità. L’azienda non è nuova a certi exploit.
Barbaresco Riserva Ronchi 2011 – Albino Rocca
Florealità e tannino setoso, ricchezza di polpa e alcoli integrati. Non di grande diffusione ed ampiezza, ma di bella tempra e con sapore a crescere nel finale. Al meglio fra qualche anno.
Barbaresco Riserva Santo Stefano Albesani 2011 – Castello di Neive
Alcune note boisé al naso non impediscono al palato di esprimersi con il consueto rigore, qui tradotto in una bocca un po’ rigida, nervosa, affusolata, che rilascia però sensazioni di violetta nel finale. Ancora in evoluzione.
Barbaresco Riserva Basarin 2011 – Adriano Marco e Vittorio
Mineral-ferroso, essenziale nello stile e rigoroso nello sviluppo. Il centro bocca è governato da un frutto pieno e vivo, lo sviluppo è continuo, il finale gode di una trazione sapida tutta anteriore.
Barbaresco Riserva Fausoni 2011 – Prinsi
Radice, corteccia, liquirizia per un profilo “scuro” e fascinoso. Il palato ha un carattere giocato soprattutto sui contrasti, con gusto un po’ tagliente ma di buon grip tannico.
Barbaresco Riserva 2011 – Francone
Rigoroso è rigoroso, di un rigore che significa principalmente essenzialità, intessuta di sapore e freschezza. Asciutto, compatto, con sale a diffondersi nel finale: quasi un nebbiolo nordpiemontese nello stile.
Barbaresco Riserva Sassi San Cristoforo 2011 – Sassi San Cristoforo
Molto speziato e molto balsamico: il legno non manca ma non sottrae ritmo allo sviluppo gustativo né incisività al tannino. Solido, compatto, piacevole.
Barbaresco Riserva Nervo Vigna Gaia 2011 – Piazzo Armando
Balsamico, maturo, succoso, tenero, di una tenerezza non solo invitante ma quasi “salata”: la pienezza di un frutto gustoso incontra la grinta del tannino, e lo sviluppo, benché non lunghissimo, si fa radioso.
Barbaresco Riserva Boito Rizzi 2011 – Rizzi
Buon frutto: pieno, diretto, lineare, polposo, ben disegnato. Poche però le sfumature, e meno profondo il carattere di quanto non si ricordi in alcune versioni meno recenti.
Barolo Riserva Bricco delle Viole 2010 – Viberti Giovanni
Molto speziato, con fitti rametti di rosmarino ad intrecciarsi e un’accensione balsamica di notevole respiro. Succoso, tonico, di buona trama tannica. Decisamente più pimpante del coevo La Volta.
Barolo Riserva Cannubi 2010 – Fratelli Serio e Battista Borgogno
Profilo balsamico-olivoso, molto fresco e non di rado mentolato, di buona polpa matura, con tannino che rinforza e rinsalda il carattere. Finale più boisé.
Barolo Riserva Coste di Rose 2010 – Bric Cenciurio
Molto profumato, è un Barolo aggraziato ma lineare, godibile, immediato. Peso medio e medio carattere.
Barolo Riserva del comune di Barolo 2010 – Giacomo Borgogno & Figli
Qualche tono evoluto e una certa tendenza a stringersi nella trama di bocca, non impediscono l’emergere di una buona stoffa tannica, saporita ancorché un po’ asciutta, con finale più immediatamente balsamico.
Barolo Riserva 2010 – Virna Borgogno
Profilo speziato e legno ben dosato, con vivi apporti balsamici. Palato ricco, di buona tonicità.
Barolo Riserva San Pietro 2010 – Viberti Giovanni
Ancora un Riserva per questa cantina. Toni iodati e sentori classici, profilo contrastato, fresco, vigoroso e salato, di bella tensione ed interessante chiosa sapido-alcolica.
Barolo Riserva Bricco Boschis Vigna San Giuseppe 2010 – Cavallotto Tenuta Bricco Boschis
Dov’è finito il Vigna San Giuseppe che tutto abbiamo sempre conosciuto e amato? In questo assaggio, e in altri della casa che ultimamente ci hanno un po’ spiazzato, c’è poco di quel vino, dell’ampiezza e della verticalità che ci hanno lungamente accompagnato e allietato da molti anni a questa parte (di recente ho stappato un 1996 in stato di grazia!). Dov’è finito quel Vigna San Giuseppe? E il Vignolo, suo pendant? Questa non è una scheda di assaggio, è un SOS…
Barolo Riserva Montanello 2010 – Monchiero Fratelli
Moderno nello stile, con rovere speziato che s’impone e palato denso e cremoso, quanto mai attento agli equilibri e al carattere. Ammiccante ma non scontato, con un tannino che si fa fortunatamente sentire.
Barolo Riserva Rocche Dell’Annunziata 2010 – Paolo Scavino
Fin troppo tenero e smaliziato. Il frutto qui è davvero ammiccante: levigato, “tondeggiante”, cremoso. Manca di carattere, di ampiezza.
Barolo Riserva Rocche dell’Annunziata Bricco Francesco 2010 – Rocche Costamagna
Frutto succoso e ritmo sostenuto. Profilo ben caratterizzato, buona coesione generale, tannino saldo, sviluppo tonico e interessante allungo alcolico-sapido.
Barolo Riserva Rocchettevino 2010 – Ciabot Berton
Erbe e spezie, qualcosa di viole e di iodio in un amalgama composito ed affascinante. Misurato e ben delineato, alcolico ma non troppo, ha chiusura di buona modulazione.
Barolo Riserva Bussia 2010 – Barale Fratelli
Frutto quasi da Pinot nero, buon tatto gustativo, gustosa centralità di frutto, finale speziato e saporito.
Barolo Riserva Bussia 2010 – Stroppiana Dario
Toni boisé in un assieme di buona maturità e controllo. Ha struttura, sviluppo un po’ alcolico, finale ancora sul legno ma senza perdere troppo in persistenza.
Barolo Riserva Bussia 2010 – Costa di Bussia Tenuta Arnulfo
Lievemente esotico nelle sensazioni fruttate, con toni speziati a supporto. Polposo, saldo, equilibrato, solo brevilineo il finale.
Barolo Riserva Bussia Vigna Colonnello 2010 – Prunotto
“Fiore balsamico” e timbrica classica, con sentori di erbette e iodio a commento. Palato terribilmente succoso, agrumato, invitante, fresco, arioso, incisivo nel tannino e slanciato nel ritmo, saporitissimo e irradiante. La recente, netta sterzata stilistica della casa verso uno stile di maggior purezza espressiva ha definitivamente innalzato il vessillo Prunotto agli antichi splendori: questa Riserva è la migliore dell’intera kermesse.
Barolo Riserva Bussia Vigna Mondoca 2010 – Oddero Poderi e Cantine
Molto balsamico, ancora un po’ boisé, di bel carattere, con tannino ben disegnato, robusto soffio alcolico e discreto allungo. Da attendere.
Barolo Riserva Sottocastello di Novello 2010 – Piazzo Armando
Carattere balsamico e frutto succoso, andamento tonico, ottima definizione, tannino incisivo, elementi marini che emergono dalla base balsamica, sviluppo sfumato, fresco e radioso. Ullalà!!!
Barolo Riserva Arione Riserva dell’Ulivo 2010 – Gigi Rosso
Il tratto boisé dovuto a qualche nota tostata non ne frena la dinamica gustativa. Che, a lato di una implicita saldezza, esprime un palato di bella dimensionalità, con aperture balsamiche, toni speziati e gran liquirizia finale.
Barolo Riserva Badarina 2010 – Grimaldi Bruna
Fresco, balsamico, addirittura iridescente, sfoggia succosità, carattere e pienezza. Il tannino è profondo, l’alcol integrato, l’allungo molto saporito, quasi salino. Di rilievo.
Barolo Riserva Lazzarito 2010 – Germano Ettore di Germano Sergio
Fresca traccia iodata su decisa base strutturale. Prorompente, di bel ritmo gustativo, con tannino ruggente, bel sale a crescere e scie di liquirizia nel finale.
Barolo Riserva Ghé 2010 – Sebaste Mauro
Tanto balsamico quanto ricco, esprime un disegno tonico, dal tannino ingente e copioso, anche incisivo, e un buon finale fondato sulla freschezza.
Barolo Riserva 2010 – Fontanafredda
Pieno di succo, tanto tonico quanto teso, profondo e contrastato, con decisa progressione, notevole tenacia tannica e continui contrappunti sapidi. Luminoso, avvincente.
Barolo Riserva San Bernardo 2010 – Palladino
Pieno, vivo, ricco e fresco, di bella tonicità e carattere. Pervasiva la scia sapida e buona la tensione gustativa.
Barolo Riserva Vigna Rionda 2010 – Anselma Giacomo
Qualcosa di piccante, di empireumatico, anche tostato, per un vino non proprio elegante ma polposo, di buon grip e saldezza, con finale speziato dai ritorni boisé.
Barolo Riserva Monvigliero 2010 – Castello di Verduno
Note di geranio, un po’ metallico nell’attacco e negli assetti, rigido, fresco, anche alcolico, dotato di un tannino dalla forte presa. Ancora in chiaroscuro insomma, alla ricerca di una maggiore espressività.