Assaggiare il futuro alla Tenuta Le Potazzine di Montalcino. Quando il vino prende il volo

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famiglia-gorelli_2Per individuare la cifra più autentica e personale dei vini di Giuseppe e Gigliola Gorelli, montalcinesi da sempre, ci vuol poco: basta prendersi il tempo che serve per contemplare le caratteristiche del territorio da cui quei vini provengono. Ti guardi attorno e ben presto ti accorgerai che un territorio così è uno di quelli “marcanti”, uno di quelli cioè che può portare alla distinzione. Non è assolutamente scontato che ciò accada sempre e comunque, ma in questo caso non poteva essere altrimenti. Poco distante dal Passo del Lume Spento, quel plateau in leggero declivio – in parte argillo-ferroso e in parte galestroso – trova nella generosità dei venti una quadratura speciale con le importanti altimetrie e con una luminosità che aspira alla purezza. Sì, Le Prata è una culla ideale per “portatori sani” di freschezza, profumi e bevibilità.

Più snelli che rocciosi, più inclini al dettaglio che non alla veracità, sia Rosso che Brunello -lo senti- posseggono le stimmate del vino autoriale, assecondati nel loro percorso di crescita dalla sensibilità interpretativa di Giuseppe Gorelli, che ha accolto e fatto propri i dettami di una enologia tradizionale per trasporla in rossi seducenti, tipici e sinceri, capaci di crescere nel tempo, dove il pungolo dell’acidità e la freschezza tannica sono lì a propiziarne l’ormai proverbiale profilo affusolato.

le-potazzine_vignePuò accadere a volte che, in entrambi i vini, vi finiscano le uve provenienti da un altro sito, assai diverso da Le Prata, situato in località La Torre, a Sant’Angelo in Colle, una zona decisamente più calda e dai suoli piùricchi appartenente al quadrante meridionale dello scacchiere ilcinese, e per questo maggiormente propensa a tirar fuori colore, temperamento alcolico, frutto e robustezza. Il blend delle due giaciture, in certe annate, può uscirne benedetto, anche se devo ammettere che sono i vini provenienti da Le Prata a scuotermi dentro di una emozione più profonda. Perché non la apparenti a niente altro, non la confondi, questo è.

giuseppe-gorelli-alla-spillaturaIntanto, la provvidenziale dicotomia che contraddistingue le due giaciture di cui si alimenta l’ispirata produzione della casa sembra trovare piena corrispondenza nel carattere dei suoi interpreti. Giuseppe, anima tecnica dell’azienda, è garbato e riflessivo, doti che non riescono comunque a celarne la brillante vivacità intellettuale; Gigliola, moglie di Giuseppe e portavoce nel mondo delle Potazzine, è estroversa e solare. Evidente la carica vitale, ficcante l’ironia, piacevolissima la compagnia. Ad affiancarli, nel prossimo futuro, saranno presumibilmente coloro che hanno suggerito il nome all’azienda e all’avventura: le “potazzine” , ossia le figlie Viola e Sofia (nel gergo locale potazzine significa cinciallegre, ma i vecchi montalcinesi sono soliti chiamare così le bambine).

le-potazzine-e-gigiolaL’incontro in cantina ci ha fornito le risposte attese. Intanto, l’estremo rigore che caratterizza la proposta tutta, intrisa di una classicità persino aulica. Come tutti i vini autentici e rispettosi sentono molto l’annata, ma è anche vero che esistono terroir talmente “selettivi” che possono riuscire, in un certo qual modo, a piegare le volontà di un millesimo indirizzandole verso determinati registri espressivi, che raccolgono da quel microclima gli stimoli necessari per decretare una dominante timbrica, o un tono di voce suo proprio. In questo caso, peraltro, aiutati certamente da un’enologia poco interventista, più interessata alle proporzioni che non alla presenza scenica.

D’accordo, mi rendo conto che per molti appassionati non desterà più alcuna sorpresa il fatto che Rosso di Montalcino e Brunello (annata e Riserva) de Le Potazzine stazionino frequentemente ai piani alti altissimi del buon bere ilcinese. E allora me la gioco così: forse non tutti sono a conoscenza della speciale fisionomia del “cadetto” Parus, che da qualche vendemmia è andato ad affiacare le altre etichette della casa. Bene, è l’epitome del vino gastronomico, irresistibile e “compagnone”. Il Sangiovese nella sua giovanile spigliatezza, tutto sussurri e circuizioni sottili. Il fatto che non sfiori lidi di complessità poco importa, perché possiede il dono grande della leggerezza, ed è una leggerezza piena di senso.

I VINI DI UN GIORNO

le-potazzine_bottiglieANNATA 2016 (assaggi da vasca)

Del Rosso di Montalcino ti colpirà la vibrazione acida, così infiltrante, così “snellente”, a ripulire l’increspatura della trama dovuta alla gioventù, e a farla respirare.

La partita di Brunello proveniente da La Torre, la dépendance meridionale di Sant’Angelo in Colle, mostra rotondità, grassezza e avvolgenza, favorite dall’annata ricca e matura. La cremosità del tratto non disperde però il senso dell’equilibrio, grazie alla vena di freschezza che ne accompagna lo sviluppo. Quella proveniente da Le Prata invece, precisamente dalla parcella “Strada” (impianto giovane, del 2007), ti conquisterà per eleganza, sensualità e garbo espositivo.

Il Brunello da Le Prata parcella “Bosco” (impianto del 2001) è più “scuro” e ombroso. Non perde il supporto  dell’acidità, quello no, ma la sua connaturata introversione chiederà tempo per sciogliersi ed illimpidirsi, pur sottendendo una complessità non banale, al momento appena sottotraccia.

le-potaqzzine_cantinaANNATA 2015 (assaggi da botte o da vasca)

Il Rosso di Montalcino (campione da vasca) possiede una bella definizione fruttata. E un buon componimento gustativo. A ben vedere c’è un pizzico di calore in esubero, ma l’amalgama non ne risente poi tanto.

Invece il Rosso di Montalcino che già riposa in bottiglia parte fresco e pimpante ai profumi, per poi distendersi più largo e caldo sul palato. Deve ancora farsi, ma di certo “brunelleggia”.

Il Brunello Le Prata parcella “Bosco” è molto reattivo, ha notevole grip, minuta tessitura tannica e bei profumi. Insomma, è impettito, integro e futuribile.

Il blend di Le Prata “Strada” + “Bosco” è un vino sottile, finissimo, di fitta intelaiatura minerale. Dissimula meravigliosamente le tentazioni di una annata calda e non te le fa pesare, le sopravanza, le vince!

Il Brunello dalla zona La Torre è coriaceo, potente, profuma di ghianda e macchia mediterranea. L’indole è sanguigna, il temperamento focoso.

Il Brunello destinato al Riserva proviene esclusivamente da Le Prata “Bosco” (uve selezionate in vigna) e si presenta con un bellissimo intreccio aromatico di frutto e sottobosco. Finissima la trama, progressivo lo sviluppo, lunghissima la persistenza.

le-potazzine_parco-bottiANNATA 2014 (assaggi da botte e bottiglia)

Il Brunello proveniente da Le Prata (frutto dell’assemblaggio Bosco+ Strada) è un simil-Borgogna. Davvero, mai paragone fu più calzante. Il timbro è quello, la leggiadria non è da meno. E’ un incantesimo apparentemente fragile eppure fragrante, tenero, sussurrato. Sa di terra lieve e gelée di lampone, e ti porta lontano.

Persino il Brunello proveniente da La Torre, al cospetto dell’annata acida, si è tolto gli abiti pesanti per acquisire maggiore flessuosità. Per questo ti risulterà interessante.

Il Rosso di Montalcino 2014, in bottiglia, è l’annata attualmente in commercio. Buona la definizione fruttata, ottima la limpidezza del disegno, bello lo stimolo sapido. Snello e verticale, vi ritrovi tutto il dinamico incanto che riconosci appartenere a quelle pieghe di collina.

ANNATA 2013 (assaggio da botte)

Il Brunello proveniente da Le Prata, parcella “Bosco”, è fremente e contrastato. La decisa sua reattività lascia presagire una lenta evoluzione, di quelle che vogliono tempo, di quelle che guardano al domani. Il grip d’altronde è notevole. E’ la meglio gioventù.

ANNATA 2012 e 2011 (Riserva!)

Il nuovo Brunello di Montalcino 2012 (in bottiglia) è sodo e terragno. Oggi ti colpirà per la naturalezza espressiva, la schiettezza e la fermezza. Non ancora per il cesello e le rifiniture.

Il Brunello di Montalcino Riserva 2011, le cui uve provengono dalla parcella più galestrosa di Le Prata, sta in bottiglia a riposare e coniuga mirabilmente freschezza e intensità, saldezza e dinamismo. Ci riesce così bene da lasciar nitidamente lampeggiare un futuro radioso.

Visita in cantina effettuata nel mese di dicembre 2016

 

FERNANDO PARDINI

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