Estraggo Pro: il mio rimedio da bevitore seriale!

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fruit-juicer-1Sono sicuro che molti di voi, che leggete queste pagine, avete lo stesso mio problema: sospesi nel sottile limbo che separa gourmet e gourmand, appassionati di buon cibo o inguaribili ghiottoni, siete costantemente alla ricerca di qualche rimedio depurativo, che vi consenta di “resettare” l’organismo e, sostanzialmente, di continuare a bere e mangiare quello che cavolo vi pare senza sentirvi troppo in colpa. Se poi, come al sottoscritto, vi capita di assaggiare centinaia di vini l’anno, per “lavoro” o per puro piacere, capirete come vi siano periodi (quello della chiusura di una guida è il più terribile!) in cui il fegato chiede davvero pietà e una qualche azione “riequilibrante” si rende più che mai necessaria.

Da qualche tempo – insieme a sano esercizio fisico e a periodi di pseudo-digiuno (si, dopo essermi abbondantemente informato, confesso di essere anch’io sostenitore di questa pratica ultimamente tanto in voga) – ho trovato la mia panacea negli estratti di succo di frutta e verdura. Ho scritto allora questo pezzo per raccontare la mia esperienza e per condividere alcune ricette toccasano per il bevitore seriale che è in me (e in voi).

Tutti conoscete gli effetti benefici che frutta e verdura, possibilmente cruda, producono sul nostro organismo: mamme, nonne e zie ve lo raccomandano da sempre, e non c’è piano alimentare che si rispetti che non ne preveda un consumo quotidiano e in dosi significative (le classiche 5 o più porzioni al giorno…). Poi però che succede? Pigrizia, cattiva educazione alimentare, giornate frenetiche, etc etc…e finiamo per mangiarne sempre meno, ripiegando su alimenti più calorici e “appaganti”.

Ecco, ovvietà a parte, sperimentando sulla mia pelle mi sono convinto che gli estrattori di succo – o, per dirla come gli americani, pionieri del settore, gli “slow juicer” –  siano il modo più facile, divertente e straordinariamente gustoso per riappropriarsi di sostanze nutritive indispensabili e salutari (e devono essere molti a pensarla come me, visto che da qualche tempo questo oggetto è in testa alle classifiche di vendita dei piccoli elettrodomestici per la casa).

estraggo-proDetto che NO, l’estratto di frutta e verdura NON è più consigliabile degli stessi alimenti in forma intera, ma va visto come una INTEGRAZIONE, come un modo piacevole, creativo e naturale di aumentare il consumo quotidiano di queste sostanze (di cui accresce velocità di assimilazione e digeribilità), veniamo al racconto – e alle conclusioni – della mia esperienza.

Un passo niente affatto semplice è quello della scelta della macchina: ne esistono ormai infinite varianti, di ogni ordine di prezzo. I leader del mercato, nel settore, sono da sempre gli americani e i coreani. La struttura di base, più o meno, è la stessa per tutti: un “imbuto” per introdurre gli alimenti, un cestello dentro il quale gira una coclea (una sorta di “vite spremitrice”), un filtro che separa parte solida e parte liquida, che alla fine fuoriescono da due beccucci separati. Il segreto è l’estrazione lenta e continua, con il motore che ruota a pochi giri al minuto, evitando così fenomeni di sminuzzamento e surriscaldamento, deleteri per molti enzimi e vitamine. Si riesce così ad ottenere un succo “vivo”, fresco, che se consumato subito mantiene inalterato tutto il suo potere nutritivo.

Quali sono i parametri importanti per la scelta di un buon estrattore?

  1. Il motore: deve essere potente e a induzione, senza parti meccaniche che sfregano. Meglio poi se tutti gli ingranaggi sono in acciaio, così dura in eterno.
  2. La forza di estrazione: si misura in Newton-per-metro, i migliori modelli sul mercato arrivano a 40 N-m e sono gli unici che garantiscono la spremitura efficiente di semi e frutti duri e compatti, oppure dei vegetali a foglia.
  3. Le plastiche BPA Free: il bisfenolo può causare disturbi al funzionamento del nostro sistema ormonale. Inizialmente vietato per biberon e articoli per l’infanzia, oggi è bene che sia assente in tutte le componenti plastiche che vengono a contatto con gli alimenti.
  4. La qualità dell’assistenza e della garanzia: pre-vendita e post-vendita, assicuratevi che vi sia una sede in Italia e che rispondano prontamente.
  5. La versatilità: un estrattore al top ha almeno tre filtri, uno sottile per i succhi, uno a fori larghi per puree e consistenze più grossolane, uno “cieco” per la preparazione di gustosi sorbetti gelato.
  6. La praticità d’uso: questo è a mio avviso il parametro più importante. Deve essere facile da usare e soprattutto da pulire (2-3 minuti al massimo). Altrimenti diventa un suppellettile inutile e, tra l’altro, piuttosto costoso.

Alla fine, dopo attenta comparazione, ho voluto andare sul sicuro e mi sono rivolto a coloro che per primi hanno presentato in Italia un estrattore professionale e che in questo campo sono sempre stati all’avanguardia: la Siqur Salute (www.siqursalute.it). Si tratta di un’azienda veneta specializzata nella ricerca, sviluppo e commercializzazione di macchinari innovativi e di qualità per il benessere e il miglioramento della qualità della vita. Non solo estrattori di succo, ma anche essiccatori, macchine per la coltivazione di germogli o l’ultima novità per la produzione di oli fatti in casa da semi secchi (noci, mandorle, soia, arachidi, girasole, etc…).  

estraggo_pro_silver_web_1Hanno due modelli di estrattore: Estraggo Easy ed Estraggo Pro. Il primo è una sorta di “fratellino” minore: di base fanno esattamente le stesse cose, con il Pro che ha materiali più resistenti, motore più performante (per un uso professionale nella ristorazione, ad esempio), qualche filtro, garanzia e parti di ricambio in più. Pur costruiti in Cina, hanno un’anima profondamente italiana: tutte le specifiche tecniche e funzionali sono infatti studiate e imposte dal team di Siqur Salute, che le esamina in ogni dettaglio, le collauda per mesi e solo alla fine le propone al mercato.

Perdonatemi questo effetto da spot pubblicitario ma, per carattere e approccio metodologico, ho studiato, testato e fatto ricerche per lunghi mesi (fatiche di cui vi affranco volentieri) e mi sento davvero di consigliarvi i loro prodotti, senza remore. Fidatevi!

Alla fine cosa ci faccio col mio estrattore? Premesso che mi sono sbizzarrito ad usarlo in tutti i modi possibili e immaginabili (succhi, salse, sorbetti, latte vegetale…), con gran soddisfazione per il palato e per la coscienza, torniamo alle ricette-rimedio per il bevitore seriale. Ecco tre esempi che vi invito a provare.

Gli estratti depurativi

Per una reale disintossicazione occorre ragionare su un mix prevalentemente di verdure ed erbe. L’obiettivo è infatti alcalinizzare l’organismo, cioè purificarsi da un accumulo di acido che il corpo non riesce a smaltire in modo efficace e che, secondo numerose teorie mediche, se trascurato può favorire la comparsa di malattie croniche degenerative.La frutta, che aggiungiamo per questioni di gusto, contiene zucchero (il fruttosio) ed è acida, e quindi va ben dosata. Meglio optare per varietà a  basso contenuto zuccherino, come il lime o il limone, i frutti di bosco, il pompelmo, le mele verdi.

1. Estratto depurativo di barbabietola e cetriolo

Per un bicchiere da 300 mL

  • 1 cetriolo
  • 3 carote
  • 1 barbabietola cruda
  • 2 gambi di sedano
  • 1 manciata di prezzemolo
  • 2-5 cm di radice di zenzero
  • 1/2 lime sbucciato

2. Estratto depurativo e digestivo di carciofo e finocchio

Per un bicchiere da 300 mL

  • 1 carciofo
  • 1 pera
  • ½ finocchio
  • 2-5 cm di radice di zenzero spazzolata (o sbucciata se non è fresca)
  • 1/2 limone sbucciato

3. Estratto depurativo e digestivo di cicoria

Per un bicchiere da 300 mL

  • 100 gr di cicoria
  • 1 mela verde
  • 2-5 cm di radice di zenzero
  • 1/2 limone sbucciato
Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

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