#Nonsolobolgheri: a MareDiVino le tante espressioni del vino della costa

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img_3995In principio fu Bolgheri. Nella modernità del vino toscano, perlomeno, fu in questo mitico borgo, attualmente floridissimo non più per le pesche ma per il succo d’uva fermentato, che venne sdoganato con successo il concetto di “vino della costa”. Una espressione che oggi suona musicale e intrigante ma che una volta era considerata una specie di ossimoro enologico.

Dopo Bolgheri, sulla scia di Bolgheri, in tanti si sono aggiunti, con merito e arricchendo il panorama. Subito a sud e prima della Maremma grossetana si è proposto con buona energia (e notevoli investimenti “forestieri”) il territorio della Val di Cornia nelle declinazioni di Suvereto, di Piombino e anche di Campiglia Marittima. E poi Cecina, San Vincenzo, e ancora confinanti pisani come i distretti di Montescudaio, che pure vanta una sua storicità, e di Riparbella, più recente e glam.

Quando esiste una realtà interessante è sempre auspicabile trovare una “vetrina” che ne consenta la conoscenza e l’approfondimento. In questo caso, una vetrina adeguata ed efficace si è dimostrata essere MareDiVino, grazie ad una edizione 2017 che ne ha sancito il definitivo successo. Organizzata dalla Fisar livornese con la collaborazione tecnica dell’agenzia Winetrade, si è rivelata una di quelle occasioni preziose per conoscere territori in filigrana, fra le pieghe che sfuggono alle luci dei riflettori, e scoprire vignaioli che è difficile incontrare nei percorsi consueti delle grandi kermesse o delle pubbliche relazioni. Così, accanto ai nomi celebri, blasonati e che hanno fatto scuola (iniziando, naturalmente, da Tenuta San Guido), è stato interessante intercettare anche realtà che lavorano nell’ombra, trovano un loro mercato ma sfuggono ai radar della critica.

E partiamo allora da Renìs, sulle colline di Suvereto. Il Singularia Suberetum 2015 è un trebbiano maturo al naso e di espressione franca; il Vic è un syrah che nell’annata 2015, pur saporito, alla lunga rilascia una sensazione di dolcezza in eccesso, mentre nella versione 2016 appare più fine, scattante, caratterizzato da un frutto croccante. Ancora a base syrah il Renìs 2014, di nuovo improntato sul frutto maturo e dagli accenti quasi salati al palato; la versione 2016, anche in questo caso, mostra un maggior dinamismo.

C’erano molti produttori ospiti quest’anno, anche a causa del gemellaggio con il Mercato dei vini della Fivi. Uno di questi era Ca’ di Frara, dall’Oltrepo pavese. Che, oltre ai Metodo Classico Nature Noir e Rosé accomunati da una bella progressività nella beva e da finali espressivi, si segnala per dei Riesling interessanti: il Riesling Superiore 2015, brillante ai profumi fondati sulle classiche note di idrocarburo e agrume, fresco e di medio impatto al gusto, e soprattutto il Riesling Oliva (anche qui solo acciaio), che ne amplifica i caratteri.

img_3996La Fattoria Kappa di Castellina Marittima (zona costa pisana) riesce sempre a esprimere vini di bella vitalità, caratteristica che accomuna sia il Lambda 2015, con il suo frutto brillante, sia il Kappa 2015, che aggiunge ampiezza, eleganza e leggerezza al palato.

Poggio Al Grillo, nata nel 2008, si segnala per il Corvallo 2016 (aleatico e petit manseng), dal naso peculiare con una forte impronta di pompelmo rosa e dalla grande spinta acida. Invece Il Podere Trinci 2014, da vigne del 2003, è leggero, vivo ed asprigno, con belle vibrazioni e spinta finale. Più profondo e complesso il 2012, pieno, saporito, liquirizioso e balsamico, con un bel tannino fine a chiudere.

Podere San Michele, da San Vincenzo,  propone l’Aloterno 2012 (syrah), dal naso intenso ed interessante e dal palato saporito pieno di un frutto fragrante e croccante. L’Allodio 2009 (sangiovese) ribadisce, anche se in versione alleggerita e più “chiara”, un’importante espressione fruttata. Fatto curiosamente ma deliberatamente assaggiare dopo i rossi, l’Allodio Bianco 2016, viognier in purezza con lunga permanenza sulle  bucce, mostra grande intensità olfattiva e discreta freschezza di beva.

La Fattoria Statiano è anche agriturismo e si trova nel comune pisano di Pomarance, il cui nome può dire poco ma che, non lontano dalla costa, è a pochi chilometri da Volterra e San Gimignano. Assaggiamo qui Statiano 2016, un sangiovese che, seppur di impatto limitato, gioca le sue buone carte su ampiezza e freschezza, esprimendosi con un lungo finale saporito; analogo carattere per l’annata 2013, resa piacevole da un bel frutto rosso, note di sottobosco e una spiccata vitalità.

Siamo in presenza di “figli d’arte” o giù di lì da Fabio Motta, che in quel di Bolgheri segue le orme di Michele Satta. E se il Bolgheri Rosso Pievi 2014 sconta (forse a causa dell’annata) un deficit di struttura e qualche dolcezza di troppo, la versione 2015 è senz’altro più elegante, fresca e fragrante.

Ancora da Bolgheri, è praticamente all’esordio il Podere Conca, con un bianco, Elloboro 2016, di spiccata aromaticità e dal finale espressivo; e con il Bolgheri Rosso Agapanto 2015 che unisce ai consueti cabernet sauvignon e franc un saldo di ciliegiolo ed esprime un’elegante dolcezza di frutto condita da una lieve speziatura.

Il Diluncolo sta invece a Cecina: un ettaro di vigna a cinque chilometri dal mare. Il Vermentino Facondia 2016 mostra un imponente corredo di fiori gialli e buona succosità, mentre il merlot Polizelo 2016 sfoggia un repertorio di frutta nera matura stemperato al palato da una buona succosità e da lunghe risonanze in un finale assai sapido.

img_3997Monte Solaio, a Campiglia Marittima, produce un ampio spettro di vini con un interessante rapporto qualità-prezzo. Il Sacrestano 2015 (cabernet franc in prevalenza, poi cabernet sauvignon, merlot, petit verdot, syrah) esprime energia e fragranza. Il Tino Rosso (cabernet sauvignon 40%, merlot 40%, petit verdot) è un vino di buona profondità di frutto nero, ideale per gli amanti dei toni liquiriziosi e concentrati.

Concludiamo con i biodinamici “doc” de I Mandorli i quali, forti dell’esperienza alla Fattoria di Bacchereto “Terre a Mano” di Carmignano, si sono insediati nel bel contesto collinare vista mare di Suvereto. Il sangiovese in purezza Vigna alla Sughera 2012 esprime una confettura di fragola di impressionante somiglianza con “l’originale”, è fresco, scorrevole, di sferzante acidità e con un tenore di alcol (12.5%) inusualmente morigerato. E poi c’è l’elegante Toscana Rosso Cabernet 2015 (cabernet sauvignon 85% più franc), che ha nerbo e beva. Quasi dissetante, è dotato di una bella ampiezza nel finale.

Riccardo Farchioni

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