Chianti Classico Collection 2018: i Chianti Classico “base” della (generosa) annata 2015

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Il  piccolo esercito dei produttori di Chianti Classico si è presentato come avviene da ormai diversi anni a febbraio negli spazi affascinanti della Stazione Leopolda di Firenze: 186 aziende hanno presentato 659 etichette, e 50 sommelier Ais hanno stappato intorno alle 9000 bottiglie per riempire bicchieri di giornalisti e operatori del settore.

Lo ha fatto all’insegna di un moderato e un po’ guardingo ottimismo, o perlomeno ci ha provato, un po’ perché l’imprenditore, anche quello agricolo, un tantino ottimista lo deve sempre essere, un po’ perché qualche indicatore che la crisi ha esaurito la fase più acuta dicono che ci sia. Anche se la domanda interna, in fondo il distillato finale di una vera ripresa dell’economia che unisce fatti concreti alla loro percezione soggettiva, si ostina a restarsene in letargo. Come conseguenza il fatidico atto del comprare, nel nostro caso una bottiglia di vino o una da venti euro invece che da dieci, rimane frenato da molteplici ansie. Non è un caso che il mercato italiano per il Chianti Classico rimane al secondo posto, e contrariamente a quelli esteri che sono abbastanza dinamici, continua ad essere piuttosto statico.

img_5140il primo mercato per le etichette marchiate dall’effige Gallo Nero è, ancora una volta, quello statunitense, che è in crescita arrivando ad assorbire esattamente un terzo delle bottiglie vendute (37 milioni nel 2017). Il secondo è, appunto, l’italiano (23%), che come si diceva prima è poco influenzabile  da iniziative di promozione di un pur attivo Consorzio di tutela perché legato alle scelte  di politica macroeconomica che, finché continueranno ad insistere nella mortificazione del lavoro e nella compressione dei salari, non aiuteranno certo la causa. Seguono poi il mercato tedesco (12%), quello canadese (8%), dei paesi scandinavi (5%), del regno unito (4%), di Svizzera e Giappone (3%), è poi, con quote inferiori, di Benelux, Cina, Hong Kong, Russia e Francia.

Ma veniamo ad argomenti più direttamente vinosi. A causa della straordinaria siccità che ha caratterizzato la stagione, la quantità di vino prodotta dopo l’ultima vendemmia (2017), naturalmente non presentata in degustazione quest’anno, ha subìto una forte flessione (206mila ettolitri rispetto ai 281mila del 2016, -27%) ancor di più accentuata se si fa il confronto con le vendemmie 2015 e 2014 che hanno dato origine a quantità oscillanti attorno ai 300mila ettolitri.

Qui iniziamo una disamina dei Chianti classico dell’annata 2015, che in attesa delle piena maturazione della successiva è ancora molto presente sugli scaffali delle enoteche e nelle cantine dei ristoranti,  e partiamo dalle etichette “base” alle quali seguiranno le Riserve e i Gran Selezione. La stagione è stata caratterizzata da una primavera con temperature piuttosto alte e da un’estate calda e di scarsa piovosità. Questo andamento può spiegare una spiccata generosità nel corredo fruttato dei vini che ne rende già godibile la beva, rischiando però, in qualche caso, di marcarne eccessivamente il carattere quando non compensata da sfumature più fresche. Come del resto avviene nei migliori assaggi.

“Brolio Bettino” – Barone Ricasoli
Naso ricco e dalle sfumature candite; al palato si avverte una trama vellutata, leggerezza e un confermto carattere maturo.

Castellinuzza e Piuca
Generoso al naso, dove è anche profondo e ampio. Coferma del carattere al palato, forse con qualche squilibrio alcolico.

img_5142Castello di Albola
Eleganza e leggerezza al naso, e bella corrispondenza melle sensazioni gustative in una bocca fine e succosa, fragrante e saporita.

Castello di Bossi
Finezza al naso e pienezza in una beva piacevole e gradevolmente fruttata.

Castello di Radda
Naso un pochino ombroso ma elegante; in bocca sfoggia pienezza fin dall’ingresso, è compatto, con una potenza ben imbrigliata.

Castello Monterinaldi
Colore rubino pieno, e impatto olfattivo ragguardevole, caratterizzato anche da profondità e persistenza. Conferma del bel carattere in una bocca compatta e potente, anche se forse nel finale mostra una qualche insistente dolcezza.

Vigneto Boscone – Castello Monterinaldi
Sfumature porpora nel colore; note balsamiche e boschive arricchiscono lo spettro olfattivo. Ancora esuberante in bocca, è progressivo, fresco e succoso. Innegabile il carattere.

Fontodi
Colore tendente al porpora e naso rotondo, pulito e caramellato. Il bel corredo di frutta rossa appare netto e accattivante anche al palato, con una beva che si mantiene integra fino al finale, dove sfoggia un bello slancio.

Diletta di Lamole – Fontodi 
L’altitudine del territorio conferisce buona finezza di frutto e consistenza impalpabile, leggera, con sensazioni piacevoli ed espresse con grande ampiezza in una beva sorridente e seducente.

Isole e Olena
Un vino che si segnala per la sua eleganza e leggiadria più che per l’impatto sia all’olfatto che in bocca, dove sfoggia grande bevibilità e un finale dissetante.

Istine
Colore porpora intenso e naso seducente che unisce freschezza a toni levigati. Bello al palato dove è anche ampio ed esprime una gran bella beva.

L’Erta di Radda
Discreta espressività e persistenza al naso, e beva caratterizzata da equilibrio godibile con un bello slancio finale.

Lornano
Non straordinariamente espressivo al naso, si mostra poi compatto, potente, progressivo e concentrato in bocca: una piccola bomba nel bicchiere.

Montecalvi (campione di botte)
Leggero e di buona ampiezza al naso, conferma le sue doti al palato dove si allarga bene, è molto saporito e non pesante.

Belcanto – Nittardi
Menta ed erbe aromatiche punteggiano un olfatto piacevole; beva cremosa, di media espressività aromatica, grassa e opulenta.

Panzanello
Colore rubino fitto e ragguardevole impatto olfattivo, in cui si individuano anche spunti terrosi. Potente, vibrante, e un tantino esuberante con una beva che procede a strappi. Ancora in fase di assestamento.

Poggerino
Colore fitto, naso di buona piacevolezza e spiccata profondità; al palato appare ancora un pochino contratto, ma la materia c’è ed appare di potenzialità ragguardevole.

Le Corti – Principe Corsini-Villa Le Corti
Naso profonso ma un po’ trattenuto in cui si percepiscono cenni cosmetici. Palato pieno, opulento, con una maturità dei toni rende facile la lettura.

Querciabella
Ampio, intenso, di espressivita spavalda che colpisce il naso con grande intensità. Conferma convincente al palato, dove e fresco e succoso. Bello.

Rocca di Montegrossi
Elegante con i suoi delicati toni floreali. Cambio di carattere in una bocca carnosa, ma comunque anche succosa e leggera.

Forcole –  Tenuta degli Dei
Di colore porpora di media intensità, si caratterizza per un naso dalle tonalità chiare e delicate. Deciso in bocca, dove è compatto, saporito, e di beva assai godibile e fresca.

Val delle Corti
Naso floreale dai delicati tratti di rosa. Anche in bocca è all’insegna delle levità, ampio, buono, ha nerbo e struttura, e conclude con un finale saporito.

Riccardo Farchioni

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