Si legge Friulano, si pronuncia Tocai. Le nuove annate a Enjoy Collio Experience

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20180528_195805_resizedAlla fine della fiera una piccola, significativa concessione (temporanea?) c’è stata. E cioé che, se parliamo di vitigno, siamo ancora autorizzati a chiamarlo tocai friulano senza essere legalmente perseguibili. Se parliamo di vino invece no, e lo sappiamo bene: ci dobbiamo limitare a chiamarlo Friulano; questo il nome alternativo e “inoffensivo” scelto una decina di anni orsono dalle autorità regionali preposte al termine dell’annoso contenzioso (andato male) con l’Ungheria, sul quale è forse persino antistorico rimuginarci sopra, anche se ci sarebbero ragioni sacrosante per rivendicare una legittimità.

Certo è che contano i fatti, e i fatti individuano nel Friulano (ex Tocai) il vino-vitigno più atteso e più amato di tutta la regione da parte degli appassionati e dei cultori più esigenti del “berebene” italico. Al punto da meravigliarsi che non si tratti della varietà più coltivata in Collio, dove pure trova le sue espressioni più mature e complete. Nel Collio infatti arriva terza, dopo il pinot grigio (ahimé) e il sauvignon, da cui si ricavano vini capaci probabilmente di sfondare meglio sui mercati internazionali. Una scelta commerciale più che vocazionale, e tanto fa.

tocai-friulano_ng1Che il tocai friulano poi (gli ultimi studi lo accrediterebbero come sauvignonasse, o sauvignon vert) sia un’uva delicata dal punto di vista agronomico è un dato di fatto. La finestra di maturazione ottimale è piuttosto stretta, gli acini hanno buccia fina perciò la circostanza di essere assistiti da un clima mite e non piovoso in epoca vendemmiale diventa una necessità. L’acidità naturale è assai bassa, e preservarla (assieme ai profumi) garantendo una piena maturità di frutto è un bel lavoretto, anche se la natura e la chimica a volte sortiscono miracoli, dal momento in cui per questo vitigno accade l’inspiegabile in fase di vinificazione: una salificazione interna che – strano ma vero –  fa risalire l’acidità! Ottenere vini crudi, dalle insistite note vegetali più che balsamiche, non è così difficile. La perizia tecnica e il terroir diventano quindi alleati fondamentali, oltre all’oculato sfruttamento della natura multiclonale del tocai.

Nel Collio, più che in altre sottozone, si ottengono da sempre i risultati migliori, propiziati non tanto e non solo da una conformazione orografica collinare, non tanto e non solo dalla specificità dei suoli (la mitica ponka di origine eocenica quale alternanza di marne e arenarie, caratteristica di tutto il Collio), quanto soprattutto dalla variabilità microclimatica dovuta alle esposizioni, al gioco dei venti e a un maggiore o minore grado di piovosità, ciò che va garantendo ai vini una leggibile varianza espressiva.

20180528_151149_resizedLa saldezza dei bianchi del Collio è proverbiale, è un marker e una firma. Quei vini, e il Friulano su tutti, assumono una consistenza, una texture e un “peso specifico” tali da renderli riconoscibili aldilà del vitigno in gioco. Nelle versioni più aggraziate il Friulano si concede secondo un ricamo floreale sottile quanto accattivante (dal glicine all’acacia, dal sambuco alla camomilla), anche se sono le erbe aromatiche, il grano, la menta, la clorofilla e la mandorla a fissarne la dominante timbrica.

Il temperamento signorile, potente e sfumato al contempo, il corpo saldo e quella cadenza ammandorlata gradevolmente amaricante tipica della prima gioventù ne segnano il carattere e ne esaltano la razza austera, che è quella di un bianco nato per essere atteso. E’ anche grazie al Friulano se si è contribuito a sfatare il luogo comune che vedrebbe il potenziale di longevità di un vino bianco discendere esclusivamente – o prevalentemente – dall’acidità fissa. Mica vero!

logo-collioEbbene, l’opportunità di fare il punto sullo stato dell’arte lo dobbiamo a Enjoy Collio Experience, benemerita full immersion dedicata ai vini e ai produttori del Collio goriziano organizzata per il secondo anno consecutivo dal locale Consorzio di Tutela Vini Collio, un mega evento “diffuso” di durata settimanale e diviso a metà: una parte per la stampa di settore, l’altra parte per wine lovers e turisti.

Le annate in gioco erano due: la 2017, tendenzialmente calda e asciutta ma tutto sommato meno problematica dal punto di vista gestionale rispetto a ciò che è accaduto in altre regioni italiane, e la 2016, risultata piuttosto calda in zona, anche se l’andamento stagionale è stato corrisposto da fasi fenologiche più regolari.

20180528_195816_resizedLa lettura dell’annata 2017 non è stata del tutto agevole, quantomeno in questa fase troppo a ridosso dell’imbottigliamento. Più di un vino è apparso in debito di vetro e l’amalgama ne ha risentito. E se la mancanza di alcuni probabili protagonisti (Raccaro, Colle Duga, Picèch, Schiopetto, La Castellada, Doro Princic, I Clivi, tanto per citarne qualcuno….) ci ha impedito di tracciare una mappa esaustiva riguardante i reali valori in campo, possiamo supporre che la 2017 non rientrerà negli annali delle “indimenticabili”. Gradevolezza, rispetto delle proporzioni e misura gli appartengono, ma il ritmo e la profondità non sembrano correlabili ad un millesimo importante.

Più luce invece dai 2016, vuoi per l’affinamento maggiore vuoi per una connaturata reattività che li rende ancora orgogliosamente vivi, giovani e aitanti, con sicuri margini di crescita. Un paio di vini altisonanti, qualche piacevole sorpresa e uno standard qualitativo super rispettato alimentano a ragion veduta la curiosità, offrendo ad operatori ed appassionati i giusti stimoli per un’immancabile ricerca.

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20180527_171106_resizedAnnata 2017

subida-di-monte-logoCOLLIO FRIULANO 2017 – SUBIDA DI MONTE (Subìda – Cormòns)

Freschezza mentolata, erbe, droiture, nitore, sensazione alcolica calmierata e accorta….. e se l’ampiezza non è la sua dote migliore, l’equilibrio sì.

marco-felluga-logoCOLLIO FRIULANO 2017 – MARCO FELLUGA

Linearità, pulizia e una chiusura assai ariosa sono gli assistenti in campo di un Friulano ben rispettoso dei fondamentali tipologici. A brillare è il bilanciamento fra le parti, un po’ meno la finezza.

russiz-superiore-logoCOLLIO FRIULANO 2017 – RUSSIZ SUPERIORE (Russiz Superiore – Capriva del Friuli)

Sentori di guarnizione di gomma e “zolfino” screziano il quadro dei profumi rendendolo poco leggibile. Al gusto qualche spiraglio in più consente di apprezzarne una sensazione agrumata, un temperamento austero e una tattilità un po’ rugosa. Ovvia la riprova, in attesa della agognata distensione.

borgo-conventi-logoCOLLIO FRIULANO 2017 – BORGO CONVENTI (Farra d’Isonzo)

Il coté floreale e delicatamente speziato apre ad un gusto succoso, teso ed affusolato, convincente per modulazione nei toni e progressione. Il finale di mandorla dolce ribadisce classicità. E’ nitido, ben disegnato, dai fragranti risvolti citrini.

fiegl-logoCOLLIO FRIULANO 2017 – FIEGL (Oslavia)

Un po’ dilavato nel comparto dei profumi, screziato da curiose note affumicate, assume una buona scioltezza al gusto, senza impuntature né arroccamenti. Da attendere, perché ha una sua ragion d’essere.

humarCOLLIO FRIULANO 2017 – HUMAR (San Floriano del Collio)

La vena linfatica e i sentori di frutta secca annunciano un vino schietto e cremoso, dall’abbraccio caloroso e verace, senza picchi di personalità o cambi di passo.

cociancig-logoCOLLIO FRIULANO 2017 – COCIANCIG

L’esuberanza floreale, tanto esplicita quanto sbarazzina, toglie spontaneità (e profondità) al quadro dei sapori; lo sviluppo procede ordinatamente ma senza scosse caratteriali.

cast-di-spessa-logoCOLLIO FRIULANO 2017 – CASTELLO DI SPESSA (Capriva del Friuli)

Qui si respira un buona sensazione di tipicità, grazie alla precisa connotazione varietale e ad una trama istintivamente piacevole più che complessa. Vi regnano precisione e chiarezza espositiva, a scapito semmai dei contrasti, per la verità piuttosto attutiti.

blazic-etiCOLLIO FRIULANO 2017 – BLAZIC (Zegla – Cormòns)

Probabilmente còlto in una fase di assestamento, da un naso poco disteso lascia emergere un risvolto idrocarburico ma soprattutto una dominante ammandorlata che tende a prendersi la scena rendendo alla trama una cadenza aromatica ostinata e austera. Ne apprezzerai la verve, non ancora il dettaglio.

venica-venicaCOLLIO FRIULANO RONCO DELLE CIME 2017 – VENICA & VENICA (Dolegna del Collio)

Se la timbrica aromatica richiama fedelmente la tipologia e offre la suggestione di una rassicurante tipicità, la fibrosità del tratto e l’accentuata morbidezza non contribuiscono né alla finezza né al dinamismo.

skok-logoCOLLIO FRIULANO ZABURA 2017 – SKOK (Giasbana – San Floriano del Collio)

Uno dei rari portavoce di oggi da cui spicca una venatura salina caratterizzante, a dare brillantezza e profondità al quadro, un quadro che lascia lampeggiare succosità, coordinazione e una certa generosità alcolica.

polencic-doroCOLLIO FRIULANO 2017 – ISIDORO POLENCIC (Plessiva e Novali – Cormòns)

Contratto e irrequieto, mal di distende sotto l’egida di un naso ancora “lievitoso” (sentori che ricordano il malto) e di una trama di bocca coriacea e inflessibile, dalla chiosa amaricante.

ronco-blanchisCOLLIO FRIULANO 2017 – RONCO BLANCHIS (Blanchis – Mossa)

Nitidezza, tensione ed equilibrio stanno di casa, doti non così scontate in questa fase evolutiva e per questa annata. Buon viatico, annunciato da una integrità aromatica beneaugurante in grado di aprire alle sfumature di sapore.

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20180527_171041_resizedAnnata 2016

terre-del-faetCOLLIO FRIULANO 2016 – TERRE DEL FAET (Faet – Cormòns)

Aura classica, temperamento altero, linfa vegetal-balsamica e scorza (amaricante) di frutta secca. Niente male come incisività, anche se mi sarei atteso maggiore armonia ed articolazione.

fruscalzo-logoCOLLIO FRIULANO 2016 – FRUSCALZO (Ruttàrs – Dolegna del Collio)

Profumi fruttati maliziosamente esotici (ma freschi) fanno tentennare lì per lì il mio coinvolgimento. E’ al palato che si riprende quote di credibilità, grazie alla determinazione, alla continuità di sapore e al ritrovato piglio austero di comprovata matrice tocaista.

fantinel-logoCOLLIO FRIULANO 2016 – FANTINEL TENUTA SANT’HELENA (Vencò – Dolegna del Collio)

La rarefazione aromatica lascia spazio al non detto, quando non alla timidezza; accordato e piacevole, di “buona educazione”, il carattere sorvegliato e la morbida tattilità non ne mortificano il sapore.

komjanc-alessio-logoCOLLIO FRIULANO 2016 – KOMJANC ALESSIO (Giasbana – San Floriano del Collio)

Ancora confuso dal gioco dei lieviti, che tende a coprirne dettagli ed articolazione, da lui avrai grinta ma non chiarezza espositiva.

norina-pez-logoCOLLIO FRIULANO 2016 – NORINA PEZ (Dolegna del Collio)

Buon sapore di fondo e buona droiture per un vino che fila via tonico e impettito, senza eccessive ingessature, mostrando una personalità non urlata e una sottesa mineralità. Parziale sorpresa.

drius-logoCOLLIO FRIULANO 2016 – MAURO DRIUS (Cormòns)

Lo stimolo agrumato alimenta gli attesi contrasti ad un Friulano reattivo, ben bevibile e piuttosto affusolato nelle trame. Non possiede una personalità esaltante, quella no, ma si difende con onore.

roncus-logoCOLLIO FRIULANO 2016 – RONCÚS (Capriva del Friuli)

Fibroso, scattante, vivo. Fra spontaneità e veracità, la macerazione (ben digerita) innesta un surplus di sapore. E’ un Friulano personale negli accenti, “Marco Perco style”, solo leggermente caldo di alcol.

la-ginestra-logoCOLLIO FRIULANO 2016 – LA GINESTRA (Blanchis – Mossa)

Non assume l’ampiezza e la diffusione dei migliori esemplari della specie ma possiede quella profilatura affusolata, quella freschezza di fondo, quella esplicitezza citrina che se da un lato ne sentenziano una certa originalità stilistica, dall’altro ne affermano la gradevolezza.

carlo-di-pradisCOLLIO FRIULANO 2016 – CARLO DI PRADIS (Pradis – Cormòns)

Gran bella fibra qui: vibrante, schietto, lungo, scortato da un frutto maturo al punto giusto, brilla per carattere, rigore e spontaneità, distinguendosi con merito nell’ambito della tipologia e piazzandosi nel novero dei migliori bianchi del Collio.

livon-logoCOLLIO FRIULANO MANDITOCAI 2016 – LIVON (Ruttàrs – Dolegna nel Collio)

Intanto conserva sapore, continuità d’azione e una certa propensione all’eleganza, e questi sono punti a suo favore. Nel finale invece, meno persistente delle attese, la cadenza si fa più “dolcina”, vanigliata ed accomodante, normalizzandosi un po’.

ronco-blanchisCOLLIO FRIULANO 2016 – RONCO BLANCHIS (Blanchis – Mossa)

Una solenne nota fumé annuncia un vino nitido ed elegante, proporzionato e sfaccettato. Sono fiori bianchi, mandorla e clorofilla. Davvero interessante e compiuto.

Degustazioni alla cieca effettuate a Gorizia, Grand Hotel Entourage, nel mese di maggio 2018.

FERNANDO PARDINI

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