Besler Biank di Pojer e Sandri, una verticale d’alta quota

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Mario Pojer e Fiorentino Sandri sono due personaggi che rappresentano al meglio l’anima vitivinicola del Trentino, un’anima che si esprime con passione, ingegno, estro, carattere e oculatezza. Il loro sodalizio nasce nel 1975 e da allora le etichette Pojer e Sandri hanno sempre saputo accendere emozioni forti in quel percorso gustativo, fra papille e cuore, che sperimentiamo nel degustarle.

In passato avevo assaggiato i grandi rossi (come Faye e Pinot Nero) o i mitici passiti (Essenzia e Merlino), ma il Besler Biank era un’esperienza da fare e per questo devo ringraziare l’amica sommelier e ristoratrice Moira Di Fulvio, la Dolce Vite e la delegazione Fisar di Latina, in particolare nella persona di Paolo Pietromarchi, che ha condotto magistralmente la verticale. Già, perché di questo splendido vino considerato “la luce delle Dolomiti”, erano in tasting le annate: 2011-2008-2007-2005 , accompagnate per l’occasione dalle delizie di pesce elaborate dallo chef Tiziano Ermedi.

Veniamo al vino, una delle icone del magico duo trentino, un assemblaggio che nel tempo ha cavalcato le annate secondo la bontà delle produzioni, ma che prevalentemente ha visto ruotare riesling renano, kerner e Incrocio Manzoni in tagli variabili e con correzioni a volte di sauvignon blanc o pinot bianco, ma sempre a denominazione Vigneti delle Dolomiti Igt.

È il terroir della Val di Cembra, che ospita il vigneto “Besler”, con i suoi terreni costituiti da graniti e sabbie porfiriche, ad essere qui rappresentato, in un vino che vive la sua costante in una vendemmia piuttosto tardiva e in una vinificazione in piccoli fusti di rovere e acacia che per 12 mesi vengono sottoposti a un “effetto clessidra”, ossia ad una rotazione delle botti con cadenza settimanale per rimescolare il mosto a contatto con i propri lieviti. Dopo un’ulteriore sosta in acciaio il vino viene imbottigliato per poi riposare un paio di anni in cantina prima della commercializzazione, a cui giunge un vero e proprio “nettare” d’alta quota (250-850m sul livello del mare), raffinato e proteiforme, di sostanza e materia, longevo ed intrigante, da conservare in cantina tra un Mosella e un Breg di Gravner, per degustarlo negli anni.

Besler Biank 2011 abbinato con calamari grigliati

Si comincia con un calice dal colore carico, un giallo paglia intenso che richiamerebbe alla mente vini nati più a sud, ma in effetti anche per il Trentino la 2011 è stata un’annata calda. In questo frangente hanno trovato spazio porzioni di pinot bianco e sauvignon nella base di riesling, kerner e Incrocio Manzoni, per un riscontro olfattivo non immediato ma complesso, con sentori agrumati e mielati che introducono un fondo boisé e vanigliato a corredo della traccia floreale e fruttata. In bocca è croccante e corposo, le fragranze si aprono alla pesca gialla e all’albicocca, la deglutizione restituisce l’intreccio aromatico percepito al naso mentre l’allungo offre uno spunto sapido gradevole, quasi iodato, e una chiusura di mandorla amara. Avvincente.

Besler Biank 2008 abbinato a baccalà fritto con fave e crema di peperoni

Ecco un’annata più difficile, ma non meno qualitativa, che ci ha regalato un prodotto oggi più maturo in ogni aspetto, dal colore più carico e dorato, ai profumi più aperti e morbidi, con meno bouquet ma note terziarie più evolute di finocchio selvatico secco, sambuco e aliti di idrocarburi. Al palato regala subito un’incredibile freschezza, figlia di un’acidità imperturbabile che si equilibra nel tenore alcolico e trasmette spessore e masticabilità. Note di cedro e lime accompagnano il frutto polposo, mentre il sorso fa schioccare la lingua su note finemente speziate che restano a lungo nel retronasale. Profondo.

Besler Biank 2007 abbinato con fagottini di gamberi e ricotta su crema di pomodorini

Il colore è sempre più marcato, dorato intenso e caldo, sempre più “meridionale”. Gli aromi rispecchiamo fedelmente l’evoluzione, lasciando la dominanza ai sentori terziari, più cuir e orientati alla concia e al balsamico. L’ingresso in bocca è pieno, solido, senza cedimenti, ancora vivo e cremoso, fresco e fragrante, con note di frutta secca, fieno, miele e vaniglia, ma con una scia sapida sempre importante e un finale vagamente chypre e minerale. Sorprendente.

Besler Biank 2005 abbinato con Hamburger di tonno al sesamo nero con ratatouille e pesto di rucola

Giungiamo in fondo al viaggio, a tredici anni fa, a un’annata piovosa e fredda che è stata comunque ben gestita ed interpretata. Il vino conserva un colore integro, ancora dorato, con riflessi verdognoli e senza tracce di ossidazione, ma con una opulenza più evidente che lascia scendere sulla pancia del calice lacrime copiose. Anche l’approccio olfattivo non rivela incrinature, certo il complesso aromatico è centrato su note di frutta secca come la nocciola, di erbe e di spezie come la salvia e il pepe bianco. Al palato è emozionante, quasi commovente, con un lieve cedimento nel sostegno acido ma intatto nella complessità, nella struttura e nella coerenza gusto-olfattiva: un sorso ancora masticabile, generoso, caldo, capace di restare a lungo. Suggestivo

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Riccardo Brandi

Riccardo Brandi (brandi@acquabuona.it), romano, laureato in Scienze della Comunicazione, affronta con rigore un lavoro votato ai calcoli ed alla tecnologia avanzata nel mondo della comunicazione. Valvola di sfogo a tanta austerità sono le emozioni che trae dalla passione per il vino di qualità e da ogni aspetto del mondo enogastronomico. Ha frequentato corsi di degustazione (AIS), di abbinamento (vino/cibo), di approfondimento (sigari e distillati) e gastronomia (Gambero Rosso). Enoturista e gourmet a tutto campo, oggi ha un credo profondo: degustare, scrivere e condividere esperienze sensoriali.

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