I Barolo 2015 (ma non solo): pillole e suggestioni. Prima parte

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Il quadro è andato illimpidendosi assaggio dopo assaggio, incontro dopo incontro, parola dopo parola. Non poteva essere altrimenti. Il panorama offerto dalla produzione “barolesca” oggi sul mercato, targata prevalentemente 2015 ed estrinsecatasi in oltre 100 vini assaggiati (con in più alcuni portavoce liquidi derivati da annate precedenti, Barolo Riserva inclusi!), ha potuto così acquisire un senso compiuto assumendo al contempo la forma di una autentica “lenzuolata” di appunti di degustazione, ciò che volutamente ho inteso lasciare nella dimensione primigenia di suggestioni, a tratteggiare -spero con levità- l’essenza e il carattere di ciascun vino senza ridondanze lessicali o circonvoluzioni descrittorie.

E se dalla messe dei vini degustati dovessimo trarre un giudizio di massima sull’annata 2015, inutile negare che uno dei leit motiv rischierebbe di essere il calor’alcolico, lascito legittimo ma evidente di un millesimo ricco e generoso il quale, se da un lato ha consentito di portare in cascina uve sane e mature, dall’altro ha alimentato da par suo un “contrappasso” che negli anni va facendosi sempre più significativo, fondato su trame generalmente ampie, alcoliche, avvolgenti ma meno contrastate rispetto ad altri millesimi e rispetto a un tempo, con il conseguente rischio di prospettare parabole evolutive meno importanti del solito e di offrire il fianco ad un più che latente “affaticamento gustativo” quando si tratterà di bere quei vini in accompagnamento con i cibi.

Ovviamente, a fronte di una annata “di tutto di più” come la 2015, è davvero difficile incontrare Barolo deboli o incerti, casomai si tratterà di vini più ampi che profondi, oppure di vini piuttosto duri quale probabile conseguenza di raccolte anticipate, accompagnati dalla consapevolezza sempre più dimostrabile che i cru storicamente reputati come i migliori non sempre si traducono nei vini migliori. Anzi, è da vigneti magari più freschi e “defilati” che discendono a volte le sorprese più intriganti in termini di reattività, slancio e freschezza gustativa, e non è più circostanza tanto rara rintracciare provvidenziali doti di equilibrio in quei vini che alla egemonia dell’appezzamento singolo preferiscono offrirsi in qualità di blend di uve ricavate da differenti versanti.

Insomma, se la fitta schiera dei produttori langaroli costituisce di per sé un valore sicuro (è raro rintracciare in altri lidi un simile coacervo di talenti e di sinceri interpreti del territorio), un futuro ancora più fulgido per una denominazione la cui fama veleggia ormai a livello planetario dovrebbe comportare a parer mio un rinnovato interesse verso la bevibilità e “l’equilibrio alcolico” dei vini. Verso cioé una dimensione di complessità che non sia soltanto tannica o materica ma che sposi una maggiore disinvoltura di beva, traguardo che va giocoforza a coinvolgere il modo di gestire la pianta in campagna e di intendere la vinificazione in cantina, e che i migliori Barolo di oggi non fanno fatica a raggiungere, ma di cui è lecito attendersi una ulteriore, generalizzata diffusione all’interno del più importante distretto vitivinicolo del nostro Paese.

Venendo a noi, vi anticipo che ho optato per l’ordine alfabetico al fine di scandire il fitto commentario che seguirà, indicando fra parentesi le sottozone (i comuni) di provenienza delle varie etichette in gioco e lasciando come sempre alle parole (e ai silenzi) il compito di far lampeggiare il grado di coinvolgimento e di immedesimazione.

Ah, dimenticavo: se ne leggeranno delle belle.

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BARALE FRATELLI

Barolo Castellero 2015 (Barolo)

Ancora sulle sue, non propriamente nitido nella esposizione, la trama larga e poco indirizzata non concede gli attesi spazi alle ragioni della dinamica.

Barolo Bussia 2015 (Monforte)

Esce il sale, ed esce la razza. La compiutezza, sia sostanziale che stilistica, lo rende come sempre il vino più espressivo della gamma. Molto convincente.

Barolo Cannubi 2014  (Barolo)

“Austero-roccioso-tuttodunpezzo”. Difficile scalfirne la scorza e coglierne le potenziali sfumature. Quantomeno ora. La compassata alterigia potrebbe però aprirsi a schiarite nel prossimo futuro.

BATASIOLO

Barolo Brunate 2015 (La Morra)

Piccante, mentolato e liquirizioso, “ciccia” in corpo ne ha, e pure alcol. Dinamica un po’ impacciata.

Barolo Cerequio 2015 (La Morra)

Profumi intriganti, coté speziato, gusto tipico e fragrante: gli lasci aria e ti conquista!

Barolo Bussia Vigna Bofani 2015 (Monforte)

Largo, accomodante, piacevolmente caldo ed avvolgente.

Barolo Boscareto 2015 (Serralunga)

Corposo, ricco, tosto, risoluto, da sciogliersi.

Barolo Briccolina 2015 (Serralunga)

Elegante sì, perché nonostante l’ingerenza del rovere resta vivo il “senso” del dettaglio ed apprezzabile l’equilibrio d’insieme.

AGOSTINO BOSCO

Barolo Neirane 2015 (Verduno)

Succoso, nitido, piacevole, proporzionato, dai tannini “gentili” e dal passo aggraziato: un valore sicuro per cifra stilistica e rispetto del territorio.

Barolo La Serra 2015 (La Morra)

Più ricco del Neirane, più tosto e incisivo nella dote tannica, la robusta intelaiatura chiede tempo per dipanarsi secondo uno sviluppo più disinvolto.

BOVIO GIANFRANCO

Barolo 2015 (La Morra / Castiglione Falletto)

Classico negli accenti, il coté etereo non ne inficia poi tanto la reattività. Rigoroso, ecco, rigoroso.

Barolo Rocchettevino 2015 (La Morra)

“Grassoccio”, a trazione anteriore, non trova forse la giusta progressione, e neanche la profondità attesa. Piacevolmente masticabile, quello sì.

Barolo Arborina 2015 (La Morra)

Le sabbie dell’Arborina hanno un bell’ascendente sulla qualità e la consistenza del ricamo tannico. Misurato, slanciato, fondato sul registro sapido-minerale, si beve di gusto.

Barolo Gattera 2015 (La Morra)

Qui vi respiri un senso di reale compiutezza, dove eleganza e solidità ben si fondono in tutt’uno. Ottimo conseguimento!

Barolo Riserva Gattera 2013 (La Morra)

Respiro classico, succo e vitalità alimentano le doti salienti di un vino distintivo, nonostante il finale non sia poi così travolgente.

ALBERTO BURZI

Barolo 2015 (La Morra)

Fondato sul registro dei sapori classico “nebbiolesco”, lo troverai implacabilmente espressivo, saggiamente didattico, realmente interessante.

Barolo Capalot 2015 (La Morra)

Serrato, contrastato, teso, salino. Mooolto convincente!!

Barolo 2014 (La Morra)

Elegante, floreale, affusolato e bello! Ecco un vino (d’esordio) che ti fa capire come questo nuovo nome dell’universo langarolo sia uno di quelli da tenere a mente.

ELVIO COGNO

Barolo Cascina Nuova 2015 (Novello)

Calore alcolico e scia eterea “erodono” continuità e persistenza al sorso, disperdendone (ma solo in parte) la forza motrice.

Barolo Ravera 2015 (Novello)

Grip e personalità. E un’energia ben incanalata senza che resti succube delle “intemperanze” alcoliche. La chiusura lunga e salina certifica il bel conseguimento.

COL DEI VENTI

Barolo Debutto 2014  (La Morra / Serralunga)

Elegante, preciso e ben disegnato, gioca di dettagli e lo fa bene. Tenero e colloquiale, il suo charme trova conforto nelle doti di freschezza e levità.

Barolo Debutto 2013 (La Morra / Serralunga)

Carnoso, nitido, di polpa e candore. Non la piena complessità ma una buona modulazione nei toni, senza arroganza.

Barolo Debutto 2012 (La Morra / Serralunga)

Largo, concessivo, risolto. Capisci tutto di lui, non ha segreti, ma il futuro non so se potrà essere ancora dalla sua parte.

DIEGO CONTERNO

Barolo 2015 (Monforte)

Non hai qui la profondità la più profonda, ma il tocco, il garbo, l’equilibrio, la misura. Buono!

Barolo Ginestra 2015 (Monforte)

Sensualità balsamica, scioltezza, persistenza. Davvero ben disegnato, è saldo e melodioso al tempo stesso.

CONTERNO FANTINO

Barolo Castelletto Vigna Pressenda 2015  (Monforte)

Balsamico, materico, poderoso, estrattivo e forte di trama, ma legno in eccesso.

CORDERO DI MONTEZEMOLO

Barolo Monfalletto 2015 (La Morra)

Il rovere e le sue screziature intridono i sapori facendogli prendere una piega “dolcina” ed accomodante, che poco giova alla caratterizzazione e al contrasto.

Barolo Gattera 2015 (La Morra)

Ricchezza e “fianchi larghi”, rovere che batte un colpo e materia più che buona. Deve soltanto trovare la quadra in termini di equilibrio e nitidezza.

Barolo Villero Enrico VI 2015 (Castiglione Falletto)

Profumi affascinanti, stoffa da vendere ma anche rovere e calor’alcolico ad imbrigliare e a confondere. Il grip lascia ben sperare in una migliore speditezza prossima ventura.

FENOCCHIO GIACOMO

Barolo Cannubi 2015 (Barolo)

Ampio, ricco, etereo, “aperto al dialogo” ma meno coeso del solito.

Barolo Castellero 2015 (Barolo)

Il calore dell’annata resta come mitigato dal profilo tipicamente affusolato del Castellero e dalla sua fresca verve. La piacevolezza e la reattività ringraziano.

Barolo Bussia 2015 (Monforte)

Succoso, sciolto, dettagliato, salino, personale. Ancora una volta il Bussia di Fenocchio sugli scudi!

Barolo Riserva Bussia 90 dì 2013 (Monforte)

Profonda ed austera compostezza per un vino monumentale ma “mosso”, vibrante, futuribile. Di classe.

FIGLI LUIGI ODDERO

Barolo 2015 (La Morra/Serralunga/Castiglione Falletto)

Barolo fin nel midollo, elegante nei modi, classico nella forma, generoso nei dettagli. Buono!

Barolo Scarrone 2014 (Castiglione Falletto)

Non colpisce per particolare complessità ma ti aggrada e ti conforta per la buona (mani)fattura e per lo stile rigoroso.

Barolo Vigna Rionda 2013 (Serralunga)

Grandissimo Vigna Rionda, nitido, espressivo, profondo, lunghissimo, dal tannino di razza, che è razza fiera. Ai vertici.

FRATELLI ALESSANDRIA

Barolo San Lorenzo di Verduno 2015 (Verduno)

L’eleganza nel disegno e il gioco prezioso dei rimandi (senza la zavorra tipica dei vini assertivi) annunciano ai sensi un vino convintamente verdunese. Molto buono!

Barolo Monvigliero 2015 (Verduno)

Intenso, espressivo, di una ricchezza trattenuta e quindi interiorizzata, possiede una dote tannica da primattore e un futuro dalla sua parte.

Barolo Gramolere 2015 (Monforte)

Qui frutto e calore raccontano di un vino concessivo ma dall’intrigante risvolto salino, la cui indole colloquiale non mi dispiace affatto.

ETTORE GERMANO

Barolo del Comune di Serralunga 2015

Bel corpo e buona vibrazione sapida, l’alcol non manca ma non mancano neanche la saldezza e il vigore.

Barolo Cerretta 2015 (Serralunga)

Caldo per l’alcol ma ben disegnato, mostra un quadro aromatico elegante, un gusto piccante e concretamente solido, una sensazione di compiutezza pregevole.

Barolo Riserva Lazzarito 2013 (Serralunga)

E’ potente, alcolico ma altresì tenace, contrastato, salino, energico, vitale. Molto buono!

BRUNA GRIMALDI

Barolo Camilla 2015  (La Morra/ Grinzane Cavour)

Simpatico, proporzionato ma meno dinamico del suo solito, il rovere si affaccia e toglie un quid di originalità al tratto gustativo.

Barolo Bricco Ambrogio 2015 (Roddi)

Vinoso, succoso, implacabilmente didattico e “precisino”, la correttezza formale sposa appieno la piacevolezza, magari non la profondità.

Barolo Badarina 2015 (Serralunga)

Robusto e sostanzioso, scortato dagli umori del sottobosco, possiede un buon grip, un’indole austera e tannini ancora incisivi. C’è tempo.

Per la seconda parte LEGGI QUI

Contributi fotografici dell’autore (vigneto Ravera a Novello, la Regia Specola alla Tenuta Parà di La Morra)

FERNANDO PARDINI

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