Mauro Guerra a Pennabilli: il custode dei grani antichi

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Dacci oggi il nostro pane quotidiano (Matteo 6,11)

Non che io sia particolarmente credente, o perlomeno non credo in un’unica verità, in un’unica appartenenza di culto. Credo invece che tutto ciò che ci circonda faccia parte di un sublime disegno superiore in cui l’uomo è solo un elemento nell’equilibrio dell’universo. La piccola storia di questo incontro ne è l’ennesima prova.

“Nasco da una famiglia contadina e ho sempre coltivato grano, sono dieci ettari.  Mia nonna, mio nonno e sette figli con questo terreno ci campavano. Purtroppo adesso vivere con così poca terra e con una famiglia a carico è praticamente impossibile. Fino agli anni Settanta/Ottanta ci vivevi, poi con l’avvento delle politiche agricole europee è stato un disastro. Hanno distrutto le piccole realtà e così per una parte della giornata faccio l’idraulico.”

Mauro Guerra vive a San Marino Rustico, nel Montefeltro, un piccolo borghetto di case appena fuori Pennabilli (600 metri sul livello del mare), nell’estremo Sud della provincia di Rimini, immerso in un contesto ambientale che, sovrastato dal massiccio del monte Carpegna, rende il territorio freddo per buona parte dell’anno ma ben disposto a colture di grano ed erba medica. E’ un uomo schietto Mauro, dai modi energici ma allo stesso tempo premurosi, attitudine che nasce dal pragmatismo che solo attiene alla terra. Mauro, d’altronde, ne porta con sé i valori e le fatiche.

“Mi ricordavo, da piccolino, che nei campi di queste zone le reste del grano non erano tutte uguali. Le spighe, gli steli, cambiavano di forma, colore ed altezza. I raggi dell’alba e del tramonto “smacchiavano “ i campi a seconda di quello che i miei nonni o i vicini avevano piantato. In questa piccola zona del mondo esisteva un patrimonio antico, una ricchezza che si poteva ancora salvare. Così quasi vent’anni fa sono tornato a fare quello che faceva mio babbo e mio nonno, l’agricoltore. Ho cominciato a farmi dare dai vecchi della zona alcuni semi che avevano protetto e ho incominciato a piantare micro produzioni. Ad oggi ho messo a dimora otto varietà diverse di grano: Abbondanza, Rieti, Virgilio, Mentana, Senatore Cappelli, Solina, Verna e Frassineto.”

Va da sé, Mauro, che tu segua quindi pratiche agronomiche naturali o biologiche….

“Io di certificato non ho niente, e ti dico il perché: ho una piccolissima produzione e non ho intenzione di crescere. Per certificare il tutto la burocrazia è una roba fuori di testa. Sono spese fra domande, analisi varie e giri da fare. Produco solo venti quintali di farina, renditi conto. Inoltre questi grani sono molto più robusti e resistenti di quelli che si piantano normalmente, sarebbe un controsenso fare dei trattamenti. Dove con le culture “moderne“ per un’ altezza media dello stelo dovresti prima trattare il terreno, poi concimarlo, qui devi solo lasciarlo stare. L’unico problema potrebbero essere i ristagni d’acqua, ma i suoli di queste zone sono sassosi e quindi molto drenanti.”

Come risponde il mercato alla scoperta di questi grani?

“All’inizio pensavo che le persone più sensibili a queste farine fossero miei coetanei, gente che si ricordava del pane fatto dai nonni nel forno in pietra della vecchia casa. Mi sono sorpreso, invece, nel vedere tanti giovani ricercare questi grani. Li cercano perché sono cresciuti con merendine fatte con i frumenti moderni e le farine peggiori che l’uomo abbiano mai potuto mettere sul mercato, e sono diventati intolleranti. Ma non lo sono alle farine di queste varietà. Come mai? Continuiamo a mangiare pasta dove sulla confezione c’è si la bandiera italiana ma le farine provengono dal Canada, dall’Argentina. Farine piene di glifosato, un prodotto chimico da poco bandito ma che, con il gioco delle tre carte dei trattati economici internazionali, rientra all’interno della filiera di produzione per ritrovarcelo sulle nostre tavole. E’ un disastro, e non c’è informazione al riguardo.“

C’è un supporto politico per questi progetti di recupero?

“Ci sono iniziative per il recupero di questi grani, le Università si stanno dando molto da fare tramite progetti, ma un reale supporto politico non c’è. Nessuna figura politica si sta battendo, assieme a noi, per ottenere una D.O.P o un piccolo contributo che possa coprire almeno le spese delle analisi. Non chiediamo poi tanto.”

C’è un passo della Bibbia che recita: “…dacci oggi il nostro pane quotidiano.”. In questa frase non vedo umiltà nella richiesta, vedo invece un’atto dovuto da Dio nei nostri confronti. Cosa ne pensi?

“Esatto, un “patto antico“ fatto con Dio. Io sono credente, poi ti farò vedere cosa metto nel campo, cosa voglion dire le tradizioni. Questi, uno e due (e colpisce con forza due sacchi di semi di grano), sono cento chili e per un sacco così una volta i nostri nonni andavano a lavorare un’inverno intero: per cento chili di grano. Si portavano i contenitori in chiesa come ringraziamento. Il grano era oro, significava mangiare. Questo è sacro, è sacro, ed è diventato niente: pensa come è cambiato il mondo.  Purtroppo si sono persi i valori, si è perso il rapporto con il cielo, con il “ Tutto “. Stiamo rovinando quello che il padreterno ci ha dato.

È profondo il legame che Mauro ha con l’empireo. Entrambi, ognuno a suo modo, siamo consapevoli dell’appartenenza ad una funzione universale che lega tutte le cose e che le fa incontrare. Intanto, silenziosamente, mani vigorose preparano la tavola con gesti ancestrali. Ci salutiamo compiendo un atto sacro e pagano al tempo stesso: la condivisione di pane, vino e salame.

Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra ( Matteo, 6, 10 )

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Az. Agr. Mauro Guerra – Strada Per Sestino 96 – 47864  Pennabilli (RN)

 

Marco Bonanni

Sono cresciuto con i Clash, Bach e Coltrane, quello che so del vino lo devo a loro.

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