Maurino

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Torno da Maurino che son passati anni. Troppi.

Un tempo eppure ci svernavo in quel posto. Prima con gli amici, poi con lo zoccolo duro della complicità esistenziale. E’ stato forse il locale che ho frequentato di più in Versilia, quando la Versilia la frequentavo.

Ma non solo d’inverno. La voglia di andarci, alimentata dalla cucina casalinga, premurosa e amorevole della madre, dall’estro “grigliatore” del fratello e soprattutto da una cantina parlante, opera e vanto di Maurino, si manifestava con impulsi regolari da tossicodipendenza anche quando faceva caldo, sfidando l’insfidabile.
Da Maurino era un atto dovuto.

Quel posto, in fondo, era ed è un bar tabacchi. La vocazione all’ospitalità, ai vini e ai buoni mangiari è nata nel tempo, grazie alla spinta dell’allora giovane Mauro che ha condotto il locale dalla semiclandestinità alla luce del sole, con un retrobottega riattato a ristorante e con una nomea crescente di approdo goloso a cui il passaparola ha portato fortuna.

Le cose cambiano, e a volte conducono lontano. Oggi sono ritornato in un luogo dove i ricordi personali riaffiorano ovunque, pesantemente. Uno strano amarcord.

Che poi lo chiamiamo affettuosamente “da Maurino”, ma quel posto mica si chiama così, è il ristorante bar pizzeria Coluccini, a Piano di Mommio, lungo la via Sarzanese, storica arteria pulsante a collegare la Versilia alla Lucchesia.

Ora, se devo sforzarmi all’oggettività, la parola che più mi viene in mente è INOSSIDABILE.

Quanto a me, ho rivisto il dolce sorriso malinconico di Mauro, e a ben vedere, lì ci son tornato anche per quello.

FERNANDO PARDINI

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