Un vino trasfigurato dal tempo, il cui ricordo varietale si è fatto ombra.
I profumi scarnificati che portano su umori di pietra e lieve sottobosco, con l’apparenza disadorna a pompare ancora vita.
La bocca salata, spedita ed affusolata a richiamare maledettamente un Chianti, un vecchio Chianti, anche se Chianti lui non lo è.
C’è la sua terra, quella sì, dopo tanta nudità, alla quale pare aggrapparsi con le ossa e con i nervi, che è poi tutto ciò che gli resta.
Forse non era fatto per arrivare fin qui, ma il suo fremito è struggente.